COS'È L'AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
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autosvezzamento per tutti


problema con i carboidrati e crescita ponderale negativa
#21

Tralasciando ogni considerazione sul caso singolo, sia perché bisognerebbe conoscerlo a fondo sia perché sull'occasionalità e normalità di un calo di peso in benessere qualcuna si è già espresso adeguatamente, ri-posto qui un commento (con lievi modifiche) fatto per un'altra discussione e che, credo, andrebbe bene per l'80% dei quesiti che vengono presentati, e che rivelano ahinoi! (ma che non si sappia in giro) una persistente vacanza della memoria dei principi basilari che regolano l'alimentazione dei bambini (e degli adulti), e quindi anche la modalità cosiddetta di autosvezzamento. Volevo essere breve ma le osservazioni si moltiplicano mentre scrivo. Per ora limitiamoci a quanto segue:
Come abbiamo spesso cercato di mettere in primaria evidenza, trattandosi di una fase quasi inevitabile, intorno all'anno di vita i bambini risentono del rallentamento fisiologico della crescita e, chi prima chi poi, chi molto prima chi mai, chi più chi meno, chi molto di più chi quasi per niente (vedi come è varia la vita!), mangiano di meno. Trovandosi inoltre in un'età di capacità di comprensione dell'ambiente ormai ben sviluppata, traggono le logiche conseguenze dal comportamento di chi li assiste, e non sempre si tratta delle decisioni più vicine ai loro reali interessi. Il mondo ricco e i genitori che questo mondo produce, non sono quelli per quali si è evoluto il nostro patrimonio genetico e quindi, nelle particolari condizioni attuali, la risposta dei bambini riguardo al cibo, diventa sempre meno idonea da quella età in poi, e deve essere, di necessità, corretta da chi ne ha la responsabilità.
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#22

io credo di aver capito il suo punto di vista, Dott. Piermarini, ma prenda un po' in considerazione anche il fatto che siamo pur sempre mamme! Se il pupetto decide che una cosa non la mangia, senza impazzire ne propongo un'altra, perchè non posso nemmeno privare il resto dei componenti del nucleo famigliare di un determinato cibo. Io non mangio insalata, non ne ho mai mangiata (intendo per insalata a titolo di esempio la lattuga & co.) ma l'ho assaggiata svariate volte, invogliata da chi, intorno a me, anche in famiglia, l'insalata la mangiava e la mangia. A me non piace ma ancora non escludo che mi potrà piacere in futuro. Sapesse che rabbia il non piacermi l'insalata, quando vedo le altre facce soddisfatte. Non mi capacito di come loro la gradiscano così tanto e io no.
Spero tanto che i miei bambini facciano lo stesso sulle cose che ora non gradiscono solo traendo spunto dall'esempio, perchè di minacce, imbuti e roba varia non ne voglio nemmeno sentir parlare (esagero, ovviamente). Non posso privare di un dolce se papà ne mangia uno ogni fine pasto perchè non si è mangiata una mela. Io mangio la mela, papà il dolce e che ad un certo punto decidano cosa è meglio per loro. Al momento siamo messi che mangiano e la mela e il dolce. Che fatica far gradire la frutta alla mia grande, per un anno interno non ne ha assaggiata nemmeno un pezzettino, di nessuna cosa. A furia di vedere si è decisa ad assaggiare. Io penso che questa sia, nella pratica quotidiana, la strategia giusta per non impazzire (come mamme), facendo si spera bene anche con i nostri figli. Penso che questa sia una considerazione che esula dal modo di svezzare.
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#23

(27-01-2012, 08:08 20)Lucio Piermarini Ha scritto:  Il mondo ricco e i genitori che questo mondo produce, non sono quelli per quali si è evoluto il nostro patrimonio genetico e quindi, nelle particolari condizioni attuali, la risposta dei bambini riguardo al cibo, diventa sempre meno idonea da quella età in poi, e deve essere, di necessità, corretta da chi ne ha la responsabilità.

Non avevo capito questo punto (ma bisogna riconoscere che ameliadaniele è più perspicace di meSmile ), quindi ho chiesto chiarimenti.
Lucio Piermarini Ha scritto:Il nostro sistema di regolazione dell'appetito è tarato, da decine di migliaia di anni, su una scarsa disponibilità di cibo e quindi sull'apprezzamento di ogni cibo presente nell'ambiente purché non faccia male (importanza dell'esempio dei genitori). Nella fase iniziale dell'autosvezzamento tutto è facile e non ci sono problemi.
Quando, anche in concomitanza del rallentamento di crescita e della maturazione cognitiva i bambini capiscono che mangiare o non mangiare è un modo, fra i tanti, di imporsi, legittimamente dal loro punto di vista, sull'ambiente per realizzarsi compiutamente, ecco che i problemi arrivano. Senza la spinta della necessità di mangiare quel che c'è, perché c'è abbondanza, e senza la comprensione da parte dei genitori del meccanismo di regolazione dell'appetito (quanto detto sopra), i bambini fanno scelte guidate da un obiettivo che è solo in parte nutrizionale e quindi la dieta corretta salta. E' responsabilità degli adulti di casa far sì che i bambini rispettino le regole di base ricreando in casa una situazione fittizia di scarsa disponibilità. Semplicemente, è quello che facciamo quando diciamo, a parole e soprattutto a fatti, al bambino che rifiuta un alimento: se non hai fame fai benissimo a non mangiare ma tu sai anche che a parte questo non c'è altro e può anche capitare che la tua parte ce la mangiamo noi e, comunque, finito il pasto dovrai aspettare la merenda che non potrà essere più abbondante del solito. In ogni caso sei stato molto bravo a regolarti così bene, bacione!

BM 06-09
C (ex PA) 20-10-11
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#24

Lucio Piermarini Ha scritto:Il nostro sistema di regolazione dell'appetito è tarato, da decine di migliaia di anni, su una scarsa disponibilità di cibo e quindi sull'apprezzamento di ogni cibo presente nell'ambiente purché non faccia male (importanza dell'esempio dei genitori). Nella fase iniziale dell'autosvezzamento tutto è facile e non ci sono problemi.
Quando, anche in concomitanza del rallentamento di crescita e della maturazione cognitiva i bambini capiscono che mangiare o non mangiare è un modo, fra i tanti, di imporsi, legittimamente dal loro punto di
vista, sull'ambiente per realizzarsi compiutamente, ecco che i problemi arrivano. Senza la spinta della necessità di mangiare quel che c'è, perché c'è abbondanza, e senza la comprensione da parte dei
genitori del meccanismo di regolazione dell'appetito (quanto detto sopra), i bambini fanno scelte guidate da un obiettivo che è solo in parte nutrizionale e quindi la dieta corretta salta. E' responsabilità degli adulti di casa far sì che i bambini rispettino le regole di base ricreando in casa una situazione fittizia di scarsa disponibilità. Semplicemente, è quello che facciamo quando diciamo, a parole e soprattutto a fatti, al bambino che rifiuta un alimento: se non hai fame fai benissimo a non mangiare ma tu sai anche che a parte questo non c'è altro e può anche capitare che la tua parte ce la mangiamo noi e, comunque, finito il pasto dovrai aspettare la merenda che non potrà essere più abbondante del solito. In ogni caso sei stato molto bravo a regolarti così bene, bacione!
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ScaredScaredScared
cavolo non avevo pensato a questa cosa...e mio figlio ha già capito che in frigo ci sono tante cose,tutte da mangiare!(non necessariamente schifezze)ma dovrò lavorare alla luce di questo concetto.

10900 Ale 17/07/2010
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#25

(28-01-2012, 11:55 11)arkadian Ha scritto:  
(27-01-2012, 08:08 20)Lucio Piermarini Ha scritto:  Il mondo ricco e i genitori che questo mondo produce, non sono quelli per quali si è evoluto il nostro patrimonio genetico e quindi, nelle particolari condizioni attuali, la risposta dei bambini riguardo al cibo, diventa sempre meno idonea da quella età in poi, e deve essere, di necessità, corretta da chi ne ha la responsabilità.

Non avevo capito questo punto (ma bisogna riconoscere che ameliadaniele è più perspicace di meSmile ), quindi ho chiesto chiarimenti.
Lucio Piermarini Ha scritto:Il nostro sistema di regolazione dell'appetito è tarato, da decine di migliaia di anni, su una scarsa disponibilità di cibo e quindi sull'apprezzamento di ogni cibo presente nell'ambiente purché non faccia male (importanza dell'esempio dei genitori). Nella fase iniziale dell'autosvezzamento tutto è facile e non ci sono problemi.
Quando, anche in concomitanza del rallentamento di crescita e della maturazione cognitiva i bambini capiscono che mangiare o non mangiare è un modo, fra i tanti, di imporsi, legittimamente dal loro punto di vista, sull'ambiente per realizzarsi compiutamente, ecco che i problemi arrivano. Senza la spinta della necessità di mangiare quel che c'è, perché c'è abbondanza, e senza la comprensione da parte dei genitori del meccanismo di regolazione dell'appetito (quanto detto sopra), i bambini fanno scelte guidate da un obiettivo che è solo in parte nutrizionale e quindi la dieta corretta salta. E' responsabilità degli adulti di casa far sì che i bambini rispettino le regole di base ricreando in casa una situazione fittizia di scarsa disponibilità. Semplicemente, è quello che facciamo quando diciamo, a parole e soprattutto a fatti, al bambino che rifiuta un alimento: se non hai fame fai benissimo a non mangiare ma tu sai anche che a parte questo non c'è altro e può anche capitare che la tua parte ce la mangiamo noi e, comunque, finito il pasto dovrai aspettare la merenda che non potrà essere più abbondante del solito. In ogni caso sei stato molto bravo a regolarti così bene, bacione!
Tiro su questo post perchè ho bisogno di confrontarmi con voi su un dubbio che mi assale in questi giorni: come si colloca il latte materno in questa dinamica? Mi spiego : la fittizia scarsa disponibilitá di cui parla il Vate, non va a farsi benedire se quando il bambino non mangia ha comunque a disposizione la tetta? Il "sai che a parte questo non c'è altro" e il "dovrai aspettare la merenda" non sono solo fittizi se dopo un rifiuto del pasto il latte materno riempie il pancino?
Mi pongo queste domande perchè dopo 15 giorni di malattia in cui Iris si è praticamente nutrita di mio latte (e va benissimo, ne sono felice!) adesso ho come l'impressione che le sia rimasto il "vizio" della tetta, passatemi il termine, e se non lo vogliamo chiamate vizio diciamo l'abitudine. Ne chiede di continuo, cosa che prima della malattia non faceva, e mi domando se questo vada bene nell'ottica di creare questo equilibrio di scarsa disponibilitá.
Ho l'impressione che non vada troppo bene perchè, anche se leggendo questo forum ho appreso che per molti dei vostri bambini la richiesta di tetta non influisce sulla quantitá di cibo solido, credo che questo non valga per tutti. Per Iris influisce eccome, quando poppa molto mangia pochissimo, e mi è sembrato di capire che questo accadesse anche ad alessimdon.
Mi piacerebbe confrontarmi su questa questione!

Iris 17/03/2011Heart
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#26

capisco madregeisha i ltuo dubbio, ma vedrai che come crescerà tua figlia col cavolo che si accontenta del latte materno! latte e cibo ad un certo punto prenderanno due strade parallele, vicine ma che non si influenzano più di tanto. Il latte diventerà un palliativo che può durare qualche minuto ma poi ti chiederà CIBO!!! e saprà benissimo la differenza fra i due. Ovviamente è una cosa graduale, che avverrà da sè. quindi se per ora solo con il latte materno si sazia ok, poi quando sarà più grande le cose cambieranno. Wink

[Immagine: as1cF58003D0015MDAwOGQ0fDEyOWp8SWwgbWlvI...NvIGhh.gif]
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#27

Madregeisha, se ti consola, a 13 mesi Mario stava attaccato in continuazione. A dire il vero ho notato che lui ha dei cicli in cui ciuccia come un neonato. Poi ritorna a ritmi più sostenibili!
Vedrai che è solo un periodo, ma se ti senti stanca, ti consiglio di leggere il sito de LLL: ci sono un sacco di consigli su come allontanare in modo dolce il bimbo dal seno. Io ci ho provato un po', poi ho pensato che comunque sarebbe passato da solo e così è stato.
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#28

Madregeisha ma la tua non ha nemmeno un anno... dopo una malattia ci sta tutta che ciucci tanto. Anche il Piermarini poneva il discorso dopo l'anno. Noi i limiti a giorgia li abbiamo messi dopo i diciotto mesi e soprattutto perche' c'era una situazione anomala da analizzare. E ho anche l'impressione che anche a giorgia sia partita la storia del "parallelismo", non so se e' "rassegnata" (spero di no), ma a volte urla proprio "Pane pane" e non va bene null'altro.

Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)
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#29

(06-03-2012, 01:59 13)giulieee Ha scritto:  Madregeisha, se ti consola, a 13 mesi Mario stava attaccato in continuazione. A dire il vero ho notato che lui ha dei cicli in cui ciuccia come un neonato. Poi ritorna a ritmi più sostenibili!
Vedrai che è solo un periodo, ma se ti senti stanca, ti consiglio di leggere il sito de LLL: ci sono un sacco di consigli su come allontanare in modo dolce il bimbo dal seno. Io ci ho provato un po', poi ho pensato che comunque sarebbe passato da solo e così è stato.
Giuliee, mi spiego meglio perchè prima ho scritto un po' di fretta e mi sa che mi avete fraintesa. La mia non è una lamentela relativa al fatto che Iris ciuccia di continuo, né le mie considerazioni sono legate al fatto che sono stanca di allattarla di frequente. Il problema me lo sono posto chiedendomi se questa "abitudine" alla tetta non sia controproducente al fine di influenzare correttamente la risposta dei bambini riguardo al cibo, di cui parlava Piermarini quando dice
"Il mondo ricco e i genitori che questo mondo produce, non sono quelli per quali si è evoluto il nostro patrimonio genetico e quindi, nelle particolari condizioni attuali, la risposta dei bambini riguardo al cibo, diventa sempre meno idonea da quella età in poi, e deve essere, di necessità, corretta da chi ne ha la responsabilità."

(06-03-2012, 02:18 14)alessimdon Ha scritto:  Madregeisha ma la tua non ha nemmeno un anno... dopo una malattia ci sta tutta che ciucci tanto. Anche il Piermarini poneva il discorso dopo l'anno. Noi i limiti a giorgia li abbiamo messi dopo i diciotto mesi e soprattutto perche' c'era una situazione anomala da analizzare. E ho anche l'impressione che anche a giorgia sia partita la storia del "parallelismo", non so se e' "rassegnata" (spero di no), ma a volte urla proprio "Pane pane" e non va bene null'altro.

So benissimo che Iris ha ancora piccola e che ha ancora molto bisogno di tetta, ma il problema me lo sono posto ugualmente visto che Piermarini ha dato quelle indicazioni anche in riferimento ad un mio vecchio post in cui chiedevo perchè la bambina sputasse il cibo dopo averlo masticato, e le ha date parlando sì di bambini "intorno" all'anno di etá, dicendo chi prima, chi poi, chi mai, e mi sembra che Iris, un anno fra 10 giorni, potesse rientrare nella casistica cui si riferiva

Iris 17/03/2011Heart
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#30

Io avevo capito la tua domanda in riferimento all'osservazione del Piermarini, pero' secondo me puoi cominciare a portela tra un po', non a cavallo dell'anno e soprattutto in post-malattia....



(06-03-2012, 03:12 15)madregeisha Ha scritto:  
(06-03-2012, 01:59 13)giulieee Ha scritto:  Madregeisha, se ti consola, a 13 mesi Mario stava attaccato in continuazione. A dire il vero ho notato che lui ha dei cicli in cui ciuccia come un neonato. Poi ritorna a ritmi più sostenibili!
Vedrai che è solo un periodo, ma se ti senti stanca, ti consiglio di leggere il sito de LLL: ci sono un sacco di consigli su come allontanare in modo dolce il bimbo dal seno. Io ci ho provato un po', poi ho pensato che comunque sarebbe passato da solo e così è stato.
Giuliee, mi spiego meglio perchè prima ho scritto un po' di fretta e mi sa che mi avete fraintesa. La mia non è una lamentela relativa al fatto che Iris ciuccia di continuo, né le mie considerazioni sono legate al fatto che sono stanca di allattarla di frequente. Il problema me lo sono posto chiedendomi se questa "abitudine" alla tetta non sia controproducente al fine di influenzare correttamente la risposta dei bambini riguardo al cibo, di cui parlava Piermarini quando dice
"Il mondo ricco e i genitori che questo mondo produce, non sono quelli per quali si è evoluto il nostro patrimonio genetico e quindi, nelle particolari condizioni attuali, la risposta dei bambini riguardo al cibo, diventa sempre meno idonea da quella età in poi, e deve essere, di necessità, corretta da chi ne ha la responsabilità."

(06-03-2012, 02:18 14)alessimdon Ha scritto:  Madregeisha ma la tua non ha nemmeno un anno... dopo una malattia ci sta tutta che ciucci tanto. Anche il Piermarini poneva il discorso dopo l'anno. Noi i limiti a giorgia li abbiamo messi dopo i diciotto mesi e soprattutto perche' c'era una situazione anomala da analizzare. E ho anche l'impressione che anche a giorgia sia partita la storia del "parallelismo", non so se e' "rassegnata" (spero di no), ma a volte urla proprio "Pane pane" e non va bene null'altro.

So benissimo che Iris ha ancora piccola e che ha ancora molto bisogno di tetta, ma il problema me lo sono posto ugualmente visto che Piermarini ha dato quelle indicazioni anche in riferimento ad un mio vecchio post in cui chiedevo perchè la bambina sputasse il cibo dopo averlo masticato, e le ha date parlando sì di bambini "intorno" all'anno di etá, dicendo chi prima, chi poi, chi mai, e mi sembra che Iris, un anno fra 10 giorni, potesse rientrare nella casistica cui si riferiva


Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)
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