09-08-2012, 09:29 09
Piccola riflessione in merito ai capricci, o presunti tali. Ho avuto modo di osservare i figli di un mio cugino quest'estate, in particolare il piccolo di 5 anni, non sto qua a raccontare nel dettaglio ma era un bambino perennemente in lacrime e scontroso, in particolare aveva degli atteggiamenti che a detta di tutti lo classificavano come bimbo insopportabile/monello/capriccioso.
Dopo qualche giorno mi rendo conto che: il bambino era sempre in lacrime perchè i genitori alle 3 del pomeriggio anzichè sdrairsi accanto al pargolo e raccontargli una favoletta per farlo dormire, lo lasciavano a giocare e se ne andavano al mare . Il risultato era che non dormiva e alle 6 se non riusciva a fare goal, piangeva; gli atteggiamenti insopportabili erano, invece, comportamenti sbagliati che negli anni gli erano stati insegnati, esempio: GIOCHIAMO ALLA LOTTA NEL LETTO era la massima espressione di gioco che il padre era riuscito a fare con lui, solo che un conto è un tenero frugoletto di un anno che ti salta sulla schiena, un conto e un bel bimbone di 5. Se poi tuo figlio ti chiede qualcosa e tu lo liquidi con un NO, aspettati che come minimo ti venga a chiedere la stessa cosa fino a che non riceve una risposta per lui adeguata.
Tutto questo è per dire che da un lato l'etichetta è pericolosa di qualunque natura essa sia, perchè ti dispensa dal capire, per cui un bimbo stanco o che riceve poche attenzione è più facile da catalogare come piagnucolone; dall'altro è la classica profezia che si autoavvera: se tratti tuo figlio da rompiballe, inevitabilmente finirà per esserlo. Non mi posso dilungare ora su quest'ultimo concetto, mi si reclama. Lo farò più tardi.
Precisazione: quello che ho scritto non ha nulla a che vedere con l'argomento originario, era rispetto al problema "BAMBINI CAPRICCIOSI"
Dopo qualche giorno mi rendo conto che: il bambino era sempre in lacrime perchè i genitori alle 3 del pomeriggio anzichè sdrairsi accanto al pargolo e raccontargli una favoletta per farlo dormire, lo lasciavano a giocare e se ne andavano al mare . Il risultato era che non dormiva e alle 6 se non riusciva a fare goal, piangeva; gli atteggiamenti insopportabili erano, invece, comportamenti sbagliati che negli anni gli erano stati insegnati, esempio: GIOCHIAMO ALLA LOTTA NEL LETTO era la massima espressione di gioco che il padre era riuscito a fare con lui, solo che un conto è un tenero frugoletto di un anno che ti salta sulla schiena, un conto e un bel bimbone di 5. Se poi tuo figlio ti chiede qualcosa e tu lo liquidi con un NO, aspettati che come minimo ti venga a chiedere la stessa cosa fino a che non riceve una risposta per lui adeguata.
Tutto questo è per dire che da un lato l'etichetta è pericolosa di qualunque natura essa sia, perchè ti dispensa dal capire, per cui un bimbo stanco o che riceve poche attenzione è più facile da catalogare come piagnucolone; dall'altro è la classica profezia che si autoavvera: se tratti tuo figlio da rompiballe, inevitabilmente finirà per esserlo. Non mi posso dilungare ora su quest'ultimo concetto, mi si reclama. Lo farò più tardi.
Precisazione: quello che ho scritto non ha nulla a che vedere con l'argomento originario, era rispetto al problema "BAMBINI CAPRICCIOSI"