COS'È L'AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
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autosvezzamento per tutti


ma quei metodi per addormentare...
#71

ma si diamogliela ci mancherebbe... io devo dire più che altro sono influenzata dal giudizio su di lui espresso da una mia amica e dalle cose in qua e là di lui che ho letto

Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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#72

come promesso ecco interamente l'articolo di Paolo Sarti su UPPA (poco prima dell'una di notte ho deciso di stancarmi ben bene LolLolLolLolLol):

Ridateci papà e mamma!
Appello urgente ai genitori: rinunciare all'autorità fa male alla salute dei vostri figli.

Facciamola finita. Lo chiedono con forza e da tempo, senza saperlo, con la loro irrefrenabile agitazione, i loro incontenibili nervosismi, i sonni ormai impossibili, le disappetenze ostinate e le isteriche bulimie. Bambini cresciuti con una rabbia e un'arroganza relazionale ingiustificate e insostenibili, un'ansia da prestazione esasperata. Capaci di soccombere per un insuccesso scolastico fino a farci registrare un inquietante aumento di suicidi adolescenziali. O, all'opposto, istericamente aggressivi, con gestualità minacciose e sfidanti, anche solo per festeggiare un successo sportivo strappato con ossessiva tenacia, solitamente priva di regole e di rispetto.
Niente regole, niente limiti e niente imposizioni naturalmente, secondo i canoni della più libertaria delle pedagogie: tutto concordato, vagliato e deciso con loro e a loro subordinato. Tutto finisce così per delinearsi e strutturarsi a stretta, angusta misura di bambino, lontano da ogni matura organizzazione e da ogni prospettiva adulta. Un mondo bambino viziato, carico di individualismo e di rumoroso protagonismo esibito. Un mondo statico, tutto basato sull'oggi, dove all'adulto è concesso solo di fare da spettatore e, naturalmente, da servitore.
Facciamola finita con questa improbabile e fallimentare pedagogia delle coccole, giustificativa a oltranza, preservatrice da ogni sforzo, impegno, lotta o frustrazione. Una pedagogia sbandierata a mo' di impenetrabile scudo, sì che il bambino mai si debba misurare con l'atavica fatica del crescere e del maturare.

Siamo riusciti a rendere i nostri figli non solo inabili, ma anche insopportabili e decisamente antipatici. Con i genitori annientati in una pseudo-democraticità decisionale che vede i bambini costretti a decidere al posto loro, costretti ad assumersi responsabilità operative che invece sarebbero e dovrebbero rimanere tutte e solo dell'adulto. Falsamente democratici, scarichiamo sui bambini l'obbligo che avremmo come adulti di decidere con appropriatezza e lungimiranza. E lo facciamo non per rispetto del bambino ma per paura di non saper sostenere la sua reazione se contrariato dalla nostra decisione. Così finisce che decidono i bambini: solo che loro sanno farlo solo con opportunismo e nel presente (perché è così che, per natura, si muove il pensiero infantile); quindi pagheranno nel futuro ciè che oggi non gli è stato possibile prevedere. "Vuoi andare dalla nonna?", "Lo vuoi questo vestitino?" "Vuoi andare a letto?" Poveri bambini, sopraffatti dal carico decisionale!
I genitori sono così fragili ed emotivi da ritrovarsi incapaci di porre regole, di predisporre con autorità e solidità paletti tali da consentire al bambino di orientarsi una volta adulto: tutto subito, tutto garantito, tutto gratis, tutto ossessivamente e individualmente semplificato.
Facciamola finita di non fare i genitori. Sono ormai molti anni che esercito la professione di pediatra e non avevo mai visto una generazione di bambini così in crisi.

Basta con le complicità intellettuali e tipografiche. Quanta editoria a sostegno delle incapacità genitoriali, pronta a giustificarle, trasformandole in accuratezze pedagogiche, invece di denunciarle come carenze! Siamo riusciti a far passare un insostenibile bambino che non esce più dal letto dei genitori, devastando loro la vita sessuale (oltre a quella lavorativa del mattino dopo) per una sorta di "prodotto à la page", delizioso frutto di un'illuminata e aggiornata pratica pedagocica, dal nome provincialmente esterofilo, detta co-sleeping. Ma facciamola finita! Ma chi pensiamo di prendere in giro quando, da solerti pedagogisti in erba, dietro a un "fa tanto bene alla sua sicurezza" nascondiamo in realtà la nostra intolleranza alla fatica di riportarlo nel suo letto consegnandogli strumenti e autonomie che lo rendano capace di dormire da solo e senza incubi (e questa è vera sicurezza!).
Se l'aver mollato sull'educazione avesse almeno prodotto genitori più liberi, pià riposati, pià tranquilli, non più stressati da quest'impegno quotidiano e costante! Certo sarebbe stato comunque un problema, perché di fatto rinunciare a educare produce bambini a rischio, ma almeno i genitori avrebbero potuto "starsene in pace" a dedicarsi alle loro cose. Niente di tutto questo. Spesso oggi, oltre ad avere bambini stressati e disorientati, abbiamo anche genitori sempre più isterici, stremati, pentiti di essersi riprodotti. Insoddisfatti e tormentati nella loro quotidianità, e con un unico obiettivo ormai: quello di far passare il tempo più velocemente possibile e arrivare quanto prima al punto in cui il bambino avrà superato la sua "bambinità" e si ritroverà finalmente adulto, accoppiato e con un buon lavoro (ma, naturalmente, senza andarsene di casa! perché mai dovrebbe farlo? dove potrebbe star meglio?).
E già si vedono questi figli, così decisionali e autodeterminati, che benché cresciuti finiscono per non uscire mai di casa, facendo coppia troppo tardi, finendo gli studi sempre oltre i limiti canonici, prolungando il tempo della dipendenza a suon di inutili e costosi master di specializzazione. Non si sentono mai pronti per abbandonare lo status di figlio, e continuano a ricorrere ai genotori oltre i limiti storicamente concessi.
Un po' come effetto, un po' come causa, anche i genitori assumono un atteggiamento dissociato: se quando i figli erano piccoli non speravano altro che in una loro crescita veloce (evitando di gestire le difficili e complesse relazioni di quelle età), una volta cresciuti, invece, fanno di tutto per mantenerli legati alla casa, ancorandosi alle rassicuranti, facili, superficiali relazioni quali sono quelle che si riescono a instaurare con "i nostri ragazzi" di oggi, adulti non cresciuti, adulti eternamente e tenacemente bambini, tutti papà e (soprattutto) mamma!


effettivamente stiamo andando un po' OT, quindi arkadian se vuoi crea pure una nuova discussione

Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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#73

(02-05-2011, 01:53 13)rossanalib Ha scritto:  E' però vero che oggigiorno la maggior parte (purtroppo) dei bambini sono dei piccoli despoti, maleducati, incapaci di gestire le frustazioni. MA questo non ce ne entra proprio nulla con il lettone! E' piuttosto il frutto di troppa permissività, dello scambiare l'amore con il concedere tutto, la libertà con il non curarsi del rispetto altrui.

ecco, il mio dubbio è questo, forse perché a differenza vostra mi sono poco documentata e sto agendo più per istinto che per altro: qual è il confine tra mettere il bambino al centro delle attenzioni per garantirne una crescita sana ed equilibrata e l'eccessivo permissivismo? Cioè voglio dire che mentre prima che nascesse Caterina, mi vedevo una mamma simile alla mia (no lettone, la bimba nella sua camera fin da piccola - e lasciamo perdere l'autosvezzamento o l'allattamento a richiesta, non conoscevo proprio questo mondo-), da quando è nata ho adottato un approccio diverso, più simile a quello di tante mamme del forum. A questo punto però sono abbastanza in confusione, nel senso che non so se e quando mi renderò conto di essere troppo permissiva e se introdurrò le prime regole al momento opportuno... non so se mi sono spiegata, ma vado di fretta

(03-05-2011, 01:17 01)aleberto Ha scritto:  Facciamola finita. Lo chiedono con forza e da tempo, senza saperlo, con la loro irrefrenabile agitazione, i loro incontenibili nervosismi, i sonni ormai impossibili, le disappetenze ostinate e le isteriche bulimie.

Questo articolo offre tanti spunti, però siccome ora devo andare al lavoro Em0400 e ho poco tempo, mi soffermerei per il momento solo su questo punto. Speriamo almeno che con l'approccio dell'autosvezzamento, riusciamo ad evitare disappetenze e cose ancor più gravi... almeno in questo senso Piermarini e Paola Negri mi sembravano piuttosto rassicuranti...

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#74

(03-05-2011, 01:17 01)aleberto Ha scritto:  come promesso ecco interamente l'articolo di Paolo Sarti su UPPA (poco prima dell'una di notte ho deciso di stancarmi ben bene LolLolLolLolLol):

Ridateci papà e mamma!
Appello urgente ai genitori: rinunciare all'autorità fa male alla salute dei vostri figli.

[i]Facciamola finita. Lo chiedono con forza e da tempo, senza saperlo, con la loro irrefrenabile agitazione, i loro incontenibili nervosismi, i sonni ormai impossibili, le disappetenze ostinate e le isteriche bulimie. Bambini cresciuti con una rabbia e un'arroganza relazionale ingiustificate e insostenibili, un'ansia da prestazione esasperata. Capaci di soccombere per un insuccesso scolastico fino a farci registrare un inquietante aumento di suicidi adolescenziali. O, all'opposto, istericamente aggressivi, con gestualità minacciose e sfidanti, anche solo per festeggiare un successo sportivo strappato con ossessiva tenacia, solitamente priva di regole e di rispetto.
Niente regole, niente limiti e niente imposizioni naturalmente, secondo i canoni della più libertaria delle pedagogie: tutto concordato, vagliato e deciso con loro e a loro subordinato. Tutto finisce così per delinearsi e strutturarsi a stretta, angusta misura di bambino, lontano da ogni matura organizzazione e da ogni prospettiva adulta. Un mondo bambino viziato, carico di individualismo e di rumoroso protagonismo esibito. Un mondo statico, tutto basato sull'oggi, dove all'adulto è concesso solo di fare da spettatore e, naturalmente, da servitore.
Facciamola finita con questa improbabile e fallimentare pedagogia delle coccole, giustificativa a oltranza, preservatrice da ogni sforzo, impegno, lotta o frustrazione. Una pedagogia sbandierata a mo' di impenetrabile scudo, sì che il bambino mai si debba misurare con l'atavica fatica del crescere e del maturare.

Siamo riusciti a rendere i nostri figli non solo inabili, ma anche insopportabili e decisamente antipatici. Con i genitori annientati in una pseudo-democraticità decisionale che vede i bambini costretti a decidere al posto loro, costretti ad assumersi responsabilità operative che invece sarebbero e dovrebbero rimanere tutte e solo dell'adulto. Falsamente democratici, scarichiamo sui bambini l'obbligo che avremmo come adulti di decidere con appropriatezza e lungimiranza. E lo facciamo non per rispetto del bambino ma per paura di non saper sostenere la sua reazione se contrariato dalla nostra decisione. Così finisce che decidono i bambini: solo che loro sanno farlo solo con opportunismo e nel presente (perché è così che, per natura, si muove il pensiero infantile); quindi pagheranno nel futuro ciè che oggi non gli è stato possibile prevedere. "Vuoi andare dalla nonna?", "Lo vuoi questo vestitino?" "Vuoi andare a letto?" Poveri bambini, sopraffatti dal carico decisionale!
I genitori sono così fragili ed emotivi da ritrovarsi incapaci di porre regole, di predisporre con autorità e solidità paletti tali da consentire al bambino di orientarsi una volta adulto: tutto subito, tutto garantito, tutto gratis, tutto ossessivamente e individualmente semplificato.
Facciamola finita di non fare i genitori. Sono ormai molti anni che esercito la professione di pediatra e non avevo mai visto una generazione di bambini così in crisi.



e fin qui sono d'accordo!
(03-05-2011, 01:17 01)aleberto Ha scritto:  Basta con le complicità intellettuali e tipografiche. Quanta editoria a sostegno delle incapacità genitoriali, pronta a giustificarle, trasformandole in accuratezze pedagogiche, invece di denunciarle come carenze! Siamo riusciti a far passare un insostenibile bambino che non esce più dal letto dei genitori, devastando loro la vita sessuale (oltre a quella lavorativa del mattino dopo) per una sorta di "prodotto à la page", delizioso frutto di un'illuminata e aggiornata pratica pedagocica, dal nome provincialmente esterofilo, detta co-sleeping. Ma facciamola finita! Ma chi pensiamo di prendere in giro quando, da solerti pedagogisti in erba, dietro a un "fa tanto bene alla sua sicurezza" nascondiamo in realtà la nostra intolleranza alla fatica di riportarlo nel suo letto consegnandogli strumenti e autonomie che lo rendano capace di dormire da solo e senza incubi (e questa è vera sicurezza!).


e qui mi dissocio in parte o quasi del tutto
cosa c'entra il cosleeping con il non fare il genitore (ovvero con il non dare regole, con l'essere troppo permissivi, ecc)???
al momento il fatto di dormire con mio figlio (che ha solo 7 mesi e mezzo) mi sembra la cosa più naturale del mondo... in modo forse troppo ottimistico penso che se gli do questa sicurezza ora che ne ha bisogno magari una volta raggiunta una maggiore razionalità sia in grado di trasferirsi nella sua cameretta
anche gonzales (penso che nel discorso sull'editoria ammicante si riferisca a questo genere di autori) dice che attorno ai 5 anni se glie la si vende bene si può ottenere che dormano nella loro camera

in ogni caso non mi sembra che porre il paletto del lettone sia indispensabile per riappropiarsi del ruolo di genitore
le regole importanti sono altre: il rispetto di sè e degli altri, non mettere in atto comportamenti pericolosi, ecc.
quelle vanno fatte rispettare e lo si può fare anche se si adotta il co-sleeping nei primi anni di vita

inoltre non colgo la relazione fra cosleeping e ragazzi che rimangono a fare i "bamboccioni" per anni... presumo che moltissimi di questi ultimi abbiano dormito fin da piccoli nella loro cameretta
penso invece che la loro condizione di eterni "terzi incomodi" in famiglia
sia dovuta a una precarietà lavorativa priva di sbocchi e che preclude ogni speranza di poter costruirsi un futuro

Erika & Riccardo

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#75

Anche io sono rimasta basita rispetto all'articolo di Uppa anche perchè nello stesso numero c'è un articolo che parla dei benefici delle coccole.
Anche io mi roduta un po' dentro sia perchè non condivido tutto, sia perchè mi sono messa in discussione, sia perchè mi pare che sia uno dei soliti articoli di "quanto erano belli i vecchi tempi"...
Io ero una classica "brava bambina" dei tempi andati: bibe dalla nascita, dormivo tutta la notte dai 2 mesi, mangiavo tutto anche le cose che mi facevano schifo per non far dispiacere a chi aveva cucinato, non facevo capricci, ero mansueta, rispettosa degli adulti, giocavo le ore da sola, cercavo di non far vergognare i miei e se facevo qualcosa che non andava potevo beccarcele facilmente...
Come dice Jasper Jul nel "Bambino competente" l'educazione di una volta era basata sul potere, funzionava, ma non è che se un metodo educativo funzioni vuol dire che sia il migliore o eticamente giusto. Un tempo si pensava che non ci dovessero essere mai conflitti tra genitori e figli, quindi il bravo bambino era quello che non entrava in conflitto con i genitori anche a scapito della sua integrità.
E' ovvio come dice l'articolo che i bambini non devono prendere delle decisioni e che ci vogliono regole che facciano da bussola ai bambini. Poi è facile prendersela con il "co-sleeping" o con la fascia (come ho trovato una volta su un'altra rivista) sono bersagli facili... Personalmente credo che i figli si viziano in altro modo, sostituendo ai bisogni reali oggetti o non dandogli responsabilità adatte all'età o non riconoscendone, ma anzi sopprimendo le spinte all'autonomia personale.

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#76

io la penso come rikierikki!
invece per i dubbi di catelover...bè una formula uguale per tutti non c'è, ma di sicuro non è che abbracciando un figlio, allattandolo,o dormendoci insieme che si diventa permissivi! piuttosto sarti secondo me prende in pieno il problema quando parla di falsa democrazia, io chiedo a Francesco se vuole o non vuole fare fare qualcosa quando so che quella decisone che lui prenderà a me non cambia nulla! faccio un esempio: qualche giorno fa entriamo in un negozio di scarpe, io scelgo il modello di scarpa, (scarpe semi-aperte, fa caldo), poi scelgo fra tutti i colori due che possono andar bene e alla fine chiedo a Francesco: che colore ti piace? lui sceglie il blu chiaro e tutti felici e contenti! questo perchè io ho selezionato le scarpe adatte alla stagione (lui con molta probabilità non sarebbe stato in grado visto che ha solo 16 mesi!), io ho scelto due colori accettabili e lui cmq ha avuto la sua possibilità di scegliere qualcosa! ora immagina se io fossi entrata nel negozio e avessi subito chiesto a mio figlio: che scarpe ti piacciono? il risultato sarebbe stato ben diverso Smile
altro esempio: c'è un malefico giostraio (Big Grin) che è tornato a piazzarsi vicino casa, inevitabilmente quando usciamo dobbiamo passarci davanti, Francescoo adora le giostre a forma di macchinine e potete immaginare la sua irrequietezza quando ci passiamo davanti! poi quando ci va sopra è un disastro farlo scendere! immaginate la scena: l'ultima volta dopo che si è fatto un giro quando l'ho preso per farlo scendere ha cominciato a piangere fortissimo, a strillare, a scalciare...scena da delirio!! sembrava che stessi tentando di ucciderlo! bè là la questione è semplice: ho deciso che si scende, si scende punto e basta! poteva fare quello che voleva nulla avrebbe cambiato la mia decisione (magari il telefono azzurro sì.....Big Grin Big Grin Big Grin) è proprio in questi casi è che si attua secondo me la coerenza.

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#77

(03-05-2011, 04:04 16)rossanalib Ha scritto:  io la penso come rikierikki!
invece per i dubbi di catelover...bè una formula uguale per tutti non c'è, ma di sicuro non è che abbracciando un figlio, allattandolo,o dormendoci insieme che si diventa permissivi! piuttosto sarti secondo me prende in pieno il problema quando parla di falsa democrazia, io chiedo a Francesco se vuole o non vuole fare fare qualcosa quando so che quella decisone che lui prenderà a me non cambia nulla! faccio un esempio: qualche giorno fa entriamo in un negozio di scarpe, io scelgo il modello di scarpa, (scarpe semi-aperte, fa caldo), poi scelgo fra tutti i colori due che possono andar bene e alla fine chiedo a Francesco: che colore ti piace? lui sceglie il blu chiaro e tutti felici e contenti! questo perchè io ho selezionato le scarpe adatte alla stagione (lui con molta probabilità non sarebbe stato in grado visto che ha solo 16 mesi!), io ho scelto due colori accettabili e lui cmq ha avuto la sua possibilità di scegliere qualcosa! ora immagina se io fossi entrata nel negozio e avessi subito chiesto a mio figlio: che scarpe ti piacciono? il risultato sarebbe stato ben diverso Smile
altro esempio: c'è un malefico giostraio (Big Grin) che è tornato a piazzarsi vicino casa, inevitabilmente quando usciamo dobbiamo passarci davanti, Francescoo adora le giostre a forma di macchinine e potete immaginare la sua irrequietezza quando ci passiamo davanti! poi quando ci va sopra è un disastro farlo scendere! immaginate la scena: l'ultima volta dopo che si è fatto un giro quando l'ho preso per farlo scendere ha cominciato a piangere fortissimo, a strillare, a scalciare...scena da delirio!! sembrava che stessi tentando di ucciderlo! bè là la questione è semplice: ho deciso che si scende, si scende punto e basta! poteva fare quello che voleva nulla avrebbe cambiato la mia decisione (magari il telefono azzurro sì.....Big Grin Big Grin Big Grin) è proprio in questi casi è che si attua secondo me la coerenza.

Condivido in pieno!Non sono le coccole e le attenzioni a viziare e diseducare i figli ma il permissivismo dettato dalla convenienza,il non volersi "imporre" per evitare contrasti e discussioni.
I bambini hanno bisogno in egual misura di regole e limiti e di coccole,devono sentirsi amati e accettati ma devono ricevere la giusta guida,si deve guidarli all'autonomia stando loro vicini e cogliendo i segnali che ci dicono che sono pronti a un nuovo passo.
Poi i tempi variono da bambino a bambino e da cultura a cultura,e anche da famiglia a famiglia.
Io ho cercato ,arrivata a un certo punto, di portare Flavio all'autonomia nella nanna perchè lo ritenevo giusto per tutti noi e con il tempo dovuto ci siamo riusciti senza traumi.Per altri questa tappa è avvenuta prima e per altri avverrà dopo ma se rientra nelle aspettative famigliari va comunque bene.


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#78

Ho letto gli ultimi interventi e devo dire che sono sostanzialmente d'accordo.......però non è facile!!!
Caterina adesso ha 20 mesi, il suo IO è sempre più imponente, ha un caratteremolto determinato e sta diventando molto difficile anche mediare "democraticamente" perchè spesso lei, pur di fare il contrario di ciò che le chiedo, si butta alle cattive. Ed ecco che io a volte mi impongo...la democrazia diventa dittatura (transitoria e provvisoria quanto volete ma tant'è) e questa cosa non mi piace per niente.....come non mi piacerebbe per niente farle fare tutto ciò che vuole.
Oddio com'è difficile...ma come si fa???
P.S: ovviamente noto che le difficoltà maggiori ci sono quando io a causa di fretta o simili sono meno disponibile...e questo mi fa pensare che alla fine la mediazione e la collaborazione sia la strada migliore.
Oddio sono nella confusione più totale!!!

[Immagine: an1cE-3Hg3D0015MTU1bHp8MzE3NTU2MGRhfENhd...2NoaSE.gif]
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#79

(03-05-2011, 04:04 16)rossanalib Ha scritto:  invece per i dubbi di catelover...bè una formula uguale per tutti non c'è, ma di sicuro non è che abbracciando un figlio, allattandolo,o dormendoci insieme che si diventa permissivi! piuttosto sarti secondo me prende in pieno il problema quando parla di falsa democrazia, io chiedo a Francesco se vuole o non vuole fare fare qualcosa quando so che quella decisone che lui prenderà a me non cambia nulla!

l'allattamento a richiesta, l'autosvezzamento, il cosleeping & Co., sono tutte cose che condivido e di cui sono pienamente convinta. Più che altro mi preoccupa tutto quello che viene dopo. Ora, come nel caso di Lollacate, di cui quoto in pieno la confusione, cominciamo a vedere tanti episodi in cui la bimba prova ad affermare la propria personalità (e questo tra l'altro mi piace tantissimo. Heart Ha un caratterino niente male, sarà il nome, vero Lollacate???). Diciamo che spero di aver sempre il buon senso, la misura, la pazienza e la comprensione per guidarla nella sua crescita senza cercare di dominarla (come ha fatto mia madre con me), ma anche senza essere troppo permissiva. Condivido anche Giuliana quando dice che il trabocchetto in cui si rischia di cadere è il non volersi "imporre" per evitare contrasti e discussioni. Alla fine useremo il buon senso, come per l'alimentazione.

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#80

(02-05-2011, 11:36 11)arkadian Ha scritto:  
(02-05-2011, 08:02 08)Chiara980 Ha scritto:  Per altri testi, pubblicherò un elenco di quelli che mi hanno colpito nella sezione ad hoc (arkadian, posso o devo fare una discussione per ogni testo? tnx)

Chiaramente se è solo un elenco no, ma se alleghi anche una "recensione" allora direi che vale la pena di spezzare il tutto e di crearne una nuova per libro, così è anche più facile farne riferimento se necessarioSmile

Scusa Arkadian, ho letto dopo... Cmq ho fatto un'unica "discussione" perchè non li ho commentati uno ad uno, erano più spunti, suggerimenti, restando a disposizione di chi ha voglia di approfondire. Ovvio che se qualcuno ha voglia di scambiarsi delle opinioni su un testo specifico magari creeremo (o chiederemo di creare) una discussione ad hoc!

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