17-02-2012, 01:33 01
Vado e vengo da questo forum come dal famoso motore di ricerca, ma con spirito di simpatia e di comunità!
Torno stasera per fare appello di nuovo a chi ne ha voglia:
fuori tutto quello che sapete sui cosiddetti "spasmi affettivi".
In breve: Giovanni, messo sul seggiolone in un giorno qualsiasi di un mezzogiorno qualsiasi (allora aveva 13 mesi), scoppia in pianto dirotto, diventa paonazzo, apnea - soffiargli in viso non è servito - irrigidimento, sbavamento, tremori, occhi in su, respiro affannoso.
Dura minuti.
Io da sola in casa mantengo una relativa lucidità ma d'istinto chiamo un'ambulanza. La crisi rientra, ma quando arrivano a visitarlo è in stato di torpore. Pressione e pulsazioni sono ok.
Pronto soccorso, fatti tutti esami del caso. Niente di fisiologico: non aveva febbre, quindi non erano convulsioni. Escludono l'epilessia.
Lo dimettono con l'etichetta "spasmo affettivo severo".
Mi dicono: se ricapita, spruzzare acqua fredda in viso.
Da allora (fine novembre) a fine anno succede di continuo, anche più volte al giorno. L'acqua gelida funziona nell'arrestare la crisi.
Da gennaio a oggi, invece, capita circa una volta a settimana, ma l'acqua non ha più alcun effetto, perché è talmente rapido il ciclo che riesco solo con pazienza a fargli tante carezze e tenerlo in braccio finché non passa.
Secondo i più è una forma di rabbia fuori controllo per qualcosa che il bambino non può o non riesce a fare.
Quando però aggiungono (compresi educatori e psicologi) che è un "ricatto alla madre" e "va ignorato" perché "se gli dai retta lo vizi" a me saltano i nervi (e grazie al cielo non sono nervosa).
Siccome oggi ho risentito la stessa solfa da un'educatrice di nido che guidava un mini-laboratorietto a cui ho iscritto G., ho deciso di "sputare il rospo" e coinvolgervi!
(già mi sento meglio)
Torno stasera per fare appello di nuovo a chi ne ha voglia:
fuori tutto quello che sapete sui cosiddetti "spasmi affettivi".
In breve: Giovanni, messo sul seggiolone in un giorno qualsiasi di un mezzogiorno qualsiasi (allora aveva 13 mesi), scoppia in pianto dirotto, diventa paonazzo, apnea - soffiargli in viso non è servito - irrigidimento, sbavamento, tremori, occhi in su, respiro affannoso.
Dura minuti.
Io da sola in casa mantengo una relativa lucidità ma d'istinto chiamo un'ambulanza. La crisi rientra, ma quando arrivano a visitarlo è in stato di torpore. Pressione e pulsazioni sono ok.
Pronto soccorso, fatti tutti esami del caso. Niente di fisiologico: non aveva febbre, quindi non erano convulsioni. Escludono l'epilessia.
Lo dimettono con l'etichetta "spasmo affettivo severo".
Mi dicono: se ricapita, spruzzare acqua fredda in viso.
Da allora (fine novembre) a fine anno succede di continuo, anche più volte al giorno. L'acqua gelida funziona nell'arrestare la crisi.
Da gennaio a oggi, invece, capita circa una volta a settimana, ma l'acqua non ha più alcun effetto, perché è talmente rapido il ciclo che riesco solo con pazienza a fargli tante carezze e tenerlo in braccio finché non passa.
Secondo i più è una forma di rabbia fuori controllo per qualcosa che il bambino non può o non riesce a fare.
Quando però aggiungono (compresi educatori e psicologi) che è un "ricatto alla madre" e "va ignorato" perché "se gli dai retta lo vizi" a me saltano i nervi (e grazie al cielo non sono nervosa).
Siccome oggi ho risentito la stessa solfa da un'educatrice di nido che guidava un mini-laboratorietto a cui ho iscritto G., ho deciso di "sputare il rospo" e coinvolgervi!
(già mi sento meglio)