10-08-2012, 10:31 22
Torno un po' indietro rispetto ai commenti che avete fatto.
Vediamo se riesco a spiegarmi, facendo un piccolo disclaimer. E' un discorso in generale, siamo persone e non possiamo essere perfette, se lo fossimo dovremmo procurarci una sbavatura come per una ceramica giapponese.
Il capriccio di per sé presume, appunto, la colpa o l'arzigogolo del bambino.
E non prevede colpe o arzigogoli del genitore.
Il perché ha una risposta lontana nel tempo: perché il genitore ha ragione e il bambino deve fare ciò che gli viene detto. In tutto questo non ci vedo nulla di diverso dal far mangiare al bambino le pappe, costringerlo, non farlo alzare fino a quando ha finito tutto il piatto, imboccarlo, non farlo sporcare, impedirgli di mangiare con le mani.
Cosa succede se lasciamo al bambino la possibilità di scegliere il cibo? Sceglie se mangiare oppure no, quanto mangiare, è consapevole di ciò che mangia e di come lo mangia, insomma...cresce. Comprende cosa c'è nel piatto perché glielo spieghiamo, non gli nascondiamo il cibo dentro ad un altro. Lasciamo che crescano i suoi gusti. Soprattutto vede noi, come lo facciamo, ci imita ed impara a farlo anche in autonomia (siete forse sempre lì mentre mangiucchia la merenda o si sbrodola con la pesca?). Ci restituisce la stessa fiducia che gli diamo.
Ora pensiamo al gioco, ad esempio:
Cosa succederebbe se lasciassimo al bambino la possibilità di scegliere un gioco per giocare con noi come quando mangia? Sceglie se farlo oppure no. Comprende come si fa, è consapevole di come gioca e ...cresce. Comprende cosa prevede il gioco perché glielo spieghiamo (ma non è sempre necessario), non nascondiamo un gioco per non farglielo fare o perché ci da noia. Lasciamo che cresca il suo "gusto" del gioco. Soprattutto vede come giochiamo noi. Purtroppo qui dobbiamo riconoscere che l'essere "soli" non aiuta. L'esempio dei fratelli, dei bambini dei vicini, dei cortili, dell'asilo, spesso viene a mancare. E mica si può essere da subito indipendenti nel gioco! Il gioco a volte va condiviso e imparato! Tutti abbiamo bisogno di compagnia.
E adesso un'altra considerazione. I bambini ci imitano. Su questo mi pare che possiamo essere tutti d'accordo.
Pensateci: quanti "no" gli dite in giornata? Quante volte dite "è ora di fare questo o quello?" Quante volte il bambino viene perché glielo chiediamo e acconsente ai nostri spostamenti o movimenti?
Quindi l'esempio che riceve è quello che poi ci ripropone. Ci dice dei no che vorrebbe fossero fermi (salvo che poi noi non glieli smontiamo). Vorrebbe che facessimo le cose quando ce le chiede, ci chiama a vedere cosa fa, dove va. Ci dice "guarda come faccio questo o quello"!
E la nostra risposta è: "aspetta" "sto pulendo la verdura/stendendo/guardando facebook/facendomi la ceretta/preparando la cena...".
Non potremmo ogni tanto dire dei bei "sì" gioiosi e smettere a volte di fare ciò che stiamo facendo (specie se non di importanza vitale) e concedere qualche spazio anche a lui? In fin dei conti cosa diavolo ce ne importa se si impunta se vuole infilare lui la chiave nella toppa mettendoci un minuto buono? Non volete vedere la sua soddisfazione quando ci è riuscito? Ne sarà felice e magari ci restituirà lo stesso godimento!
La vita è già complicata di suo senza che ci mettiamo noi a questionare, impuntarci o comandare.
Possiamo trasmettergli un po' di serenità? Per la fretta (non)avranno tempo da grandi. Chissenefrega se la pasta una volta sarà un po' scotta ma avremo riso con nostro figlio? Chissenefrega se ho dovuto stendere dopo cena (anche se mi pesa) perché prima ho dedicato 6 minuti a camminare gattoni facendo i bimbi piccoli per il corridoio?
Non può essere sempre sì, e nemmeno sempre no. A volte possiamo davvero a volte no. Ma se stiamo a ben vedere potremmo fare molto di più noi di quello che pretendiamo da loro. Possiamo crescere insieme, non far crescere solo loro. Posso rinunciare qualche volta al mio make-up e il papà può rinunciare qualche volta all'episodio del Dr.House? Perchè noi chiediamo al piccolo di fare molte rinunce, solo che non ha ancora potuto fare conquiste.
Adesso se volete, chiamateli capricci. Io continuerò a chiamare capricci i miei, non quelli della piccola.
PS: lo so, sono pomposa e a tratti tragica... ma alla 35 settimana con il caldo e lavorando... concedetemelo!
Vediamo se riesco a spiegarmi, facendo un piccolo disclaimer. E' un discorso in generale, siamo persone e non possiamo essere perfette, se lo fossimo dovremmo procurarci una sbavatura come per una ceramica giapponese.
Il capriccio di per sé presume, appunto, la colpa o l'arzigogolo del bambino.
E non prevede colpe o arzigogoli del genitore.
Il perché ha una risposta lontana nel tempo: perché il genitore ha ragione e il bambino deve fare ciò che gli viene detto. In tutto questo non ci vedo nulla di diverso dal far mangiare al bambino le pappe, costringerlo, non farlo alzare fino a quando ha finito tutto il piatto, imboccarlo, non farlo sporcare, impedirgli di mangiare con le mani.
Cosa succede se lasciamo al bambino la possibilità di scegliere il cibo? Sceglie se mangiare oppure no, quanto mangiare, è consapevole di ciò che mangia e di come lo mangia, insomma...cresce. Comprende cosa c'è nel piatto perché glielo spieghiamo, non gli nascondiamo il cibo dentro ad un altro. Lasciamo che crescano i suoi gusti. Soprattutto vede noi, come lo facciamo, ci imita ed impara a farlo anche in autonomia (siete forse sempre lì mentre mangiucchia la merenda o si sbrodola con la pesca?). Ci restituisce la stessa fiducia che gli diamo.
Ora pensiamo al gioco, ad esempio:
Cosa succederebbe se lasciassimo al bambino la possibilità di scegliere un gioco per giocare con noi come quando mangia? Sceglie se farlo oppure no. Comprende come si fa, è consapevole di come gioca e ...cresce. Comprende cosa prevede il gioco perché glielo spieghiamo (ma non è sempre necessario), non nascondiamo un gioco per non farglielo fare o perché ci da noia. Lasciamo che cresca il suo "gusto" del gioco. Soprattutto vede come giochiamo noi. Purtroppo qui dobbiamo riconoscere che l'essere "soli" non aiuta. L'esempio dei fratelli, dei bambini dei vicini, dei cortili, dell'asilo, spesso viene a mancare. E mica si può essere da subito indipendenti nel gioco! Il gioco a volte va condiviso e imparato! Tutti abbiamo bisogno di compagnia.
E adesso un'altra considerazione. I bambini ci imitano. Su questo mi pare che possiamo essere tutti d'accordo.
Pensateci: quanti "no" gli dite in giornata? Quante volte dite "è ora di fare questo o quello?" Quante volte il bambino viene perché glielo chiediamo e acconsente ai nostri spostamenti o movimenti?
Quindi l'esempio che riceve è quello che poi ci ripropone. Ci dice dei no che vorrebbe fossero fermi (salvo che poi noi non glieli smontiamo). Vorrebbe che facessimo le cose quando ce le chiede, ci chiama a vedere cosa fa, dove va. Ci dice "guarda come faccio questo o quello"!
E la nostra risposta è: "aspetta" "sto pulendo la verdura/stendendo/guardando facebook/facendomi la ceretta/preparando la cena...".
Non potremmo ogni tanto dire dei bei "sì" gioiosi e smettere a volte di fare ciò che stiamo facendo (specie se non di importanza vitale) e concedere qualche spazio anche a lui? In fin dei conti cosa diavolo ce ne importa se si impunta se vuole infilare lui la chiave nella toppa mettendoci un minuto buono? Non volete vedere la sua soddisfazione quando ci è riuscito? Ne sarà felice e magari ci restituirà lo stesso godimento!
La vita è già complicata di suo senza che ci mettiamo noi a questionare, impuntarci o comandare.
Possiamo trasmettergli un po' di serenità? Per la fretta (non)avranno tempo da grandi. Chissenefrega se la pasta una volta sarà un po' scotta ma avremo riso con nostro figlio? Chissenefrega se ho dovuto stendere dopo cena (anche se mi pesa) perché prima ho dedicato 6 minuti a camminare gattoni facendo i bimbi piccoli per il corridoio?
Non può essere sempre sì, e nemmeno sempre no. A volte possiamo davvero a volte no. Ma se stiamo a ben vedere potremmo fare molto di più noi di quello che pretendiamo da loro. Possiamo crescere insieme, non far crescere solo loro. Posso rinunciare qualche volta al mio make-up e il papà può rinunciare qualche volta all'episodio del Dr.House? Perchè noi chiediamo al piccolo di fare molte rinunce, solo che non ha ancora potuto fare conquiste.
Adesso se volete, chiamateli capricci. Io continuerò a chiamare capricci i miei, non quelli della piccola.
PS: lo so, sono pomposa e a tratti tragica... ma alla 35 settimana con il caldo e lavorando... concedetemelo!