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A proposito della baby sitter figura di riferimento: per noi è stato un grande errore! Pensando di fare una buona cosa, avevamo assunto una tagesmutter che per M era diventata una figura di riferimento, al pari di una nonna, peccato che poi siano troppo piccoli per capire che questo legame finisce con lo scadere del contratto e che il suo affetto era legato al fatto che noi la pagavamo! Un vero errore da genitori inesperti! Con la struttura all'inizio è più dura, ma non si affezionano in modo stretto a nessuno e così non ne devono subire un distacco... Insomma, in conto sono nonni o zii o persone con cui si costruisce un legame che si continua nel tempo, ma la tata non è nessuno e quando il rapporto lavorativo cessa per il bambino è un vero trauma, mea culpa!
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Non sono d'accordo. LaPiccola ha sofferto tanto per il trasferimento della sua educatrice al nido. Ne parla spesso ed ancora è una guida senbene non la veda.
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Anche io concordo con Valina. A parte che non credo proprio che le persone che si occupano dei nostri bambini vogliano loro bene solo perche' li paghiamo (almeno sono sicura che non e' il mio caso), l'amore (in tutti i sensi) comporta il rischio di perdita. E allora che fai, lasci tuo figlio con la persona piu' anaffettiva possibile in modo che non soffra se se ne deve andare via? Mi sembrerebbe una violenza assurda. A quel punto e' uguale al discorso: non prenderlo in braccio da neonato perche' altrimenti si abitua....
La vita e' fatta di perdite. Anche il mio primo bambino quando ha cambiato babysitter a quattro anni (perche' qui le scuole non ti coprono per tutto il tempo lavoro quindi si ha bisogno di nido/scuola E babysitter) e' andato molto in crisi. Abbiamo cercato di aiutarlo a elaborare ma non ho mai pensato che sarebbe stato meglio che annateresa non lavesse mai avuta....
Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)
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Sto di nuovo riflettendo su questo tema a causa dell'incerto periodo lavorativo che sto attraversando. Se la crisi continua così ( e non sembra voler molto cambiare ) e con i costi così alti per le libere professioni mi troverò in un annetto davanti alla scelta: casalinga o impiegata. Per me è molto dura: da un lato mi sento zero casalinga e dall'altro l'ansia da matraccio cartellino e l'imposizione di stare fuori casa fino alle 18,30 e oltre getterebbe tutta la nostra famiglia in grande abbandono... Mi date qualche buona ragione per stare a casa?
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La prima l'hai appena detta: stare fuori tutto il giorno toglierebbe troppo spazio agli affetti.
Come ho già detto in altre occasioni, non credo al "tempo di qualità", soprattutto da quando ho provato la differenza su di me e sulla famiglia. Non perchè non esista, ma perchè è sempre poco, e il programmare le attività mi sembra che tolga spontaneità.
Un'altra ragione valida per stare a casa è che c'è più tempo per fare bene la spesa e per cucinare, con guadagno di salute e gusto, e risparmio di soldi.
Avendo quindi meno soldi, è probabile che ti ingegni per riparare, costruire, restaurare, riutilizzare... è piacevolmente creativo e rilassante, oltre che utile.
Stando a casa sei più libera di quanto credi, le mie amiche non rispondono nemmeno agli sms quando sono al lavoro, perchè hanno paura di essere scoperte.
Tuttavia stare a casa non significa mettersi le ciabatte e arrivederci mondo! Puoi fare un corso di formazione, ad esempio. Oppure del volontariato.
E comunque ogni scelta, per fortuna, non è mai irrevocabile: se una situazione non ti piace, puoi sempre decidere di cambiare. Intanto tanti auguri per il tuo lavoro.
A.
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Antonella, pur essendo in linea di principio d'accordo con te, ci vogliono comunque soldi e ti giuro che in Lombardia in 4 con 2000 euro al mese non vivi. Certo, magari 500 euro se ne vanno per spese correlate al lavoro (trasporto, mangiare fuori), ma comunque i soldi servono! Credimi, ci soffro e tanto, la situazione poi può solo peggiorare per il momento, se mi dessero un part-time accidenti! Però ti dicono di no e rinunciare a 1600 euro al mese beh, è un bel sacrificio!
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Maryluisette, fai secondo il tuo carattere, la tua indole. Sono passata da professionista liberale a dipendente alcuni anni fa, e i primi tempi quando mi ritrovavo fuori dall'ufficio alle 18, 18.30, mi veniva da saltare cantando per strada dalla gioia: prima, non ero mai a casa prima delle 21...
Io mi scapicollo ogni giorno dal lavoro per recuperare la Cucciola al nido alle 18.30, e l'unica cosa che mi dispiace è di non poter portare la mia batuffola a giocare fuori. Per il resto, il nostro tempo insieme è meraviglioso (non perfetto, eh, nulla meno che perfetto, c'è spazio per i difetti di ciascuno di noi, ma meraviglioso), ce lo godiamo appieno.
Circa il cucinare, non sono tanto d'accordo sull'idea che se ci passi più tempo fai cose più buone/sane. Basta fare cose semplici, non c'è bisogno di andare sui 4 salti in padella. Di già pronto, uso solo occasionalmente i sughi per la pasta (eredità di mia mamma, per la quale la sola idea di fare un soffritto e buttarci su del pomodoro che schizzerà sulla cucina è manifestazione del demonio), poche verdure surgelate (odio spuntare i fagiolini). Ma la volta che mi viene da pulire le cozze per fare la zuppa di cozze e porri allo zafferano, con tutto il burro e la panna del caso, allora si fa, o lo spezzatino, l'osso buco tutti belli salsosi, ma una volta ogni tanto. A volte si massimizzano i tempi cucinando 2 o 3 cose alla volta e tenendole pronte per la settimana.
Ale e Cucciola (1/1/11)
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(11-03-2013, 04:14 16)Maryluisette Ha scritto: Sto di nuovo riflettendo su questo tema a causa dell'incerto periodo lavorativo che sto attraversando. Se la crisi continua così ( e non sembra voler molto cambiare ) e con i costi così alti per le libere professioni mi troverò in un annetto davanti alla scelta: casalinga o impiegata. Per me è molto dura: da un lato mi sento zero casalinga e dall'altro l'ansia da matraccio cartellino e l'imposizione di stare fuori casa fino alle 18,30 e oltre getterebbe tutta la nostra famiglia in grande abbandono... Mi date qualche buona ragione per stare a casa?
Anch'io non credo che ci siano buone ragioni per stare a casa (o per lavorare) ma solo le ragioni dettate dal proprio carattere e dai propri bisogni.
C'è chi vorrebbe stare a casa ma non può rinunciare ad una busta paga, chi potrebbe stare a casa ma va comunque a lavorare perchè fare la casalinga la fa sclerare, l'ideale in genere per una donna/mamma è il part-time che a trovarlo si sà.............
Insomma anche secondo me le vere buone ragioni le puoi trovare solo seguendo la tua inclinazione e le tue necessità.
E comunque come dice antonellac, se la tua situazione di permette di stare a casa puoi sempre provarci e se poi vedi che proprio per te non funziona ti rimetti in gioco, ma non si può mai sapere senza davvero provare....
"scuterina" giugno 2008
"memeo" aprile 2012