(30-01-2012, 10:25 10)giulieee Ha scritto: Khon, purtroppo, non mi piace. Lo trovo forzato. Ma alla fine ho tratto la conclusione che la Montessori scriveva in un'epoca davvero troppo diversa, in cui un "bravo" aveva il significato di "idoneo al mio modello". Cosa che i miei "bravo" non hanno. Almeno mi pare sia così....
Anche io trovo molte volte antipatia per alcuni modi di esprimersi o alcune proposte un po' estreme. Sono abituata a leggere e prendere quello che mi va e filtrarlo. La teoria, infatti, mi era piaciuta nonostante la forzatura.
Riflettevo ieri sera di quando ero piccola.
Stavo tutti i pomeriggi (materna e primi anni di elementari) da mio nonno materno che nacque nel 1897. Lui era insegnante, poi direttore didattico e appassionato di pedagogia. Montessoriano convinto. Ricordo le infinite carezze sulla testa e molto incoraggiamento. Ricordo di come riusciva a divertirci copiando le lettere per imparare la buona grafia e di come non imponesse mai di finire la merenda. Ci preparava delle merende inquietanti (tipo pane con concentrato di pomodoro e salsa di acciughe!) ma sembravano preparazioni da re. La sua ultima figlia racconta che quando ci fu il referendum sull'aborto nel 1978 (quindi lui aveva 81 anni) andò a chiederle consiglio perché lui si sentiva di un'altra epoca mentre erano i giovani a rappresentare il futuro.
Scusate, ho divagato, ma volevo solo dire che sono fortunatamente cresciuta in un posto dove c'era spazio per ascoltare gli altri e al tempo stesso sostenere le proprie idee o scegliere cosa davvero è buono. (o si crede buono).
Lui "bravo" lo diceva senza problemi per le cose quotidiane. Per le cose "didattiche", invece, aveva una tale proprietà di linguaggio che spesso si complimentava con espressioni insolite.
Eppure per lavoro doveva usare: sufficiente, distinto, bravo...
Molto maestro. Diede "bravo" ad un tema di un suo allievo. Titolo "Passa il funerale". Svolgimento "Leviamoci il cappello". Un mito!
(30-01-2012, 10:25 10)giulieee Ha scritto: Quando ci sono riuscita, lui mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha detto "bava mamma!". Ovviamente sono scoppiata a ridere (soprattutto per la pacca...che non so da dove gli è uscita!).
Fantastico! Ho sempre pensato che la pacca sulla spalla, come gli abbracci o le carezze, siano nel nostro patrimonio genetico.
Ma poi lo hai riempito di baci????