Come è nato Riccardo…
La gravidanza è arrivata appena ci abbiamo provato ed è stata meravigliosa.
Mi ha fatto sentire bene, forte sia fisicamente che psicologicamente.
Avevamo la dpp al 16 settembre ma già dall’inizio del mese io non vedevo l’ora di partorire, cominciavo a sentire il peso della pancia e soprattutto non vedevo l’ora di fare la conoscenza di quel personaggino che faceva le sue evoluzioni dentro di me.
Il 14 dopo aver fatto 3 km a spasso con i cani, vado all’Ikea con i miei genitori e cammino tanto veloce che non riescono a starmi dietro per tutto il negozio, arrivo a casa e in effetti comincio a sentire delle contrazioni (per me sono una novità perché non le avevo mai avute prima, solo qualche indurimento, ma non doloroso) regolarissime ogni 20 minuti.
La cena e la serata la passiamo tranquillamente anche se le contrazioni si ravvicinano, ogni 15 minuti, ogni 10, ogni 7 e così via. Alle 2 e mezza del 15 sveglio mio marito perché ormai ho le contrazioni ogni 5 minuti e quindi comincio a sperarci di essere giunta al momento clou, gli faccio anche fretta perché abitiamo un po’ lontani dall’ospedale e nel frattempo ce le ho ogni 4 minuti.
Arriviamo in ospedale e mi fanno entrare nella fatidica porta gialla, ma mi mettono nella sala dei monitoraggi e mi visitano… sì le contrazioni sono regolari, io le sento anche dolorose (soprattutto alla schiena), ma arrivano sì e no al 35 % e io sono solo previa al dito, comunque mi tengono tutta la notte (in cui non ho chiuso occhio perché comunque avevo ste contrazioni ogni 3-4 minuti) anche perché mi trovano la pressione un po’ alta.
La mattina dopo sono sempre messa uguale e mi spiegano che sarei da rimandare a casa ma siccome ho la pressione alta mi tengono in osservazione, avviso i miei genitori, mia mamma si mette in camice e la lasciano stare dentro con me… nel frattempo sono stata promossa di stanza, da quella dei monitoraggi a quella pre-travaglio.
Mi fanno una flebo di qualcosa che serve per rilassare la cervice e mi metto a camminare in giro per il reparto per aiutare a muoversi un po’ la situazione, finché ho la flebo vado avanti e indietro per il corridoio con il mio treppiedi, appena finisce faccio su e giù per le scale, ho sempre le contrazioni regolari e quando mi arrivano mi fermo e mi attacco al corrimano aspettando che passino.
In tarda mattinata perdo il tappo mucoso! Dentro di me lo so che non vuol dire niente che avrei potuto perderlo anche 2 settimane prima ma vado tutta esultante dall’ostetrica e dalla ginecologa a dire sta gran novità…
come c’era da aspettarsi mi guardano con un po’ di commiserazione e mi dicono di continuare a camminare ma lo so che dentro di loro pensavano “e allora?”
Proseguo così fino alle 2 del pomeriggio quando arriva un’altra ostetrica, quella del turno del pomeriggio, che si presenta a me e mia mamma, si chiama Morena, è una mora con dei modi spicci ma gentili e mi dice di accomodarmi in sala travaglio… evviva!!!... vengo nuovamente promossa di stanza, vuoi vedere che è la volta buona?
In sala travaglio faccio tutte le cose che si possono fare in sala travaglio: provo tutte le posizioni spiegate al corso preparto, provo il travaglio in acqua (stavolta entra anche mio marito che mi fa le spugnature), ma le contrazioni sono sempre regolari, secondo me dolorose (soprattutto di schiena), il battito del bimbo (sempre monitorato) è regolare, ma non sono efficaci e sono dilatata 2-4 cm.
Allora cominciano a farmene di ogni: rottura delle membrane, provano a dilatarmi un po’ manualmente (un dolore atroce!!!), con l’ossitocina le contrazioni sono bastardissime ogni minuto ma al massimo arrivano all’80% di efficacia, il dolore alla schiena è insopportabile e mi fanno una specie di agopuntura che dà un po’ di sollievo ma per un periodo di tempo e poi è peggio di prima, io che sognavo un parto naturale senza epidurale comincio a pregare di avere l’epidurale (ne avevo diritto grazie alla pressione alta) ma non sono ancora abbastanza dilatata per avere l’epidurale.
Sta per cambiare ancora il turno e quindi la Morena viene da me e mi dice che “in qualche modo bisogna che lo facciamo nascere questo bambino, se non è per una strada dev’essere per l’altra” e capisco che mi prospettano il cesareo e ci rimango malissimo e con quel po’ di convinzione che ancora avevo dico “no, allora devo farcela” e lei “guarda che non è una cosa che si DEVE è una cosa che bisogna pensare a cosa è meglio per il bambino”.
Ok Morena, mi hai convinta subito.
Cambia il turno e mi rivisitano, comincio a non sopportare tutte queste mani che mi frugano, che cercano di tirare fuori mio figlio… il ginecologo mi fa una specie di ipnosi per potermi visitare anche lui e dopo 24 ore di contrazioni e 3 turni in ospedale il responso è 6 cm…
Mi è sprofondato il mondo adosso. Tutto quel lavoro per 6 miseri centimetri!
La nuova ostetrica mi dice “cosa ne pensi, bela (proprio ferrarese, non esistono le doppie nel nosrto dialetto), se facciamo ancora un po’ di ossitocina?”
L’avrei uccisa!!!
Con quel po’ di forze che mi rimane le grido che non ce la faccio più, non riesco più a fare niente, sono stanca, non ne posso più, l’ossitocina me l’avevano già fatta e non era servita a niente, che mi avevano prospettato il cesareo e adesso VOGLIO IL CESAREO!!!
Penso che fosse solo un tentativo da parte sua per vedere se mi rimaneva un po’ di volontà di andare avanti, ma in realtà avevano già parlato con i famigliari e avevano già preparato la sala operatoria.
Quindi mi promuovono ancora di stanza e passo alla sala operatoria dove un’anestesista stravalida riesce a farmi la spinale nonostante dal mal di schiena stessi tutta storta. Mi operano. Esce Riccardo che urla fortissimo. Lo vedo mentre lo fanno passare per portarlo all’isola neonatale: ha le mani e i piedi grandissimi. Mia mamma che era stata tutto il travaglio con me ed entrata in sala operatoria con me segue il bimbo mentre gli fanno tutte le misure e le prime analisi. Mentre mi ricuciono comincio a sentire l’ago che va avanti e indietro e gli strattoni per ricucire, avviso l’anestesista e mi fanno un’altra pera e finalmente dormo. Mia mamma dice che mentre dormivo facevo dei sospiri di sollievo.
Passo la notte in un’altra sala travaglio e appena mi sveglio mi portano Riccardo. E’ bellissimo. Ha un po’ la testa allungata perché era già entrato nel canale di parto e anche lui aveva lavorato come un matto per uscire, ma è bellissimissimo! L’ostetrica che mi aveva proposto l’ossitocina e che io avevo sbranato me lo attacca subito al seno e lui ciuccia. Probabilmente, anzi certamente, non esce niente ma è stupendo poterlo avere fra le mie braccia e allattarlo… è così rilassante che ho paura di addormentarmi e che mi caschi.
Io mi ero preparata a un parto naturale, era così che lo sognavo.
Ma alla fine l’importante è che sia andato tutto bene, soprattutto per Riki.
Il resto sono dettagli.