10-06-2011, 03:58 15
E' tanto che non scrivo, anche se quasi tutti i giorni cerco parole di supporto nelle discussioni delle colleghe mamme... sono molto stanca e la gestione delle notti sempre interrotte, delle poppate random, dei pasti a corrente alterna a volte mi sfinisce, più da un punto di vista psicologico che fisico. Dopo 20 mesi dalla nascita di Irene mi sento ancora molto fragile....vorrei fare il meglio per lei e cerco di seguire il mio istinto ma forse è vero che nella complessità della vita odierna ( a partire dal lavoro) non è così facile riportare il modello della "mamma solo mamma" che le nostre letture più amate ci propongono.
Mi chiedo continuamente quale è la soluzione più legata alla natura del rapporto antico e universale madre-figlio e so che l'allattamento prolungato e a richiesta, il sonno condiviso, l'accettazione e la risoluzione dei bisogni primari di cura e contatto sono la risposta....ma poi ho una bimba che deve andare al nido per tre-quattro ore al giorno, degli orari che mi fanno essere presente a casa non poco ma non in maniera regolare (una volta il mattino, l'altra il pomeriggio)... e così vedo Irene che si smarrisce un po', che col cibo (che a volte apprezza ed altre rifiuta), la richiesta di tetta e i risvegli notturni cerca ancora un equilibrio con se stessa e con me.
Faccio del mio meglio per mantenere la serenità ma sembra davvero una corsa ad ostacoli, ogni giorno, sommando poi malattie e disturbi vari...
tutto questo per dire a Neda che scegliere la strada dell'ascolto, dell'accoglienza dei bisogni, della pazienza rispetto ai "risultati" che intorno a te sono considerati degni di una brava mamma (dorme, mangia,...) è oggi e nel nostro mondo paradossalmente la scelta più faticosa e controcorrente...occorre molta energia e determinazione per non vacillare...io vado avanti perchè non sarei comunque capace di fare diversamente dal momento che sento con chiarezza dentro di me che questa è la strada buona per Irene e che questa è l'unica cosa importante...
Mi chiedo continuamente quale è la soluzione più legata alla natura del rapporto antico e universale madre-figlio e so che l'allattamento prolungato e a richiesta, il sonno condiviso, l'accettazione e la risoluzione dei bisogni primari di cura e contatto sono la risposta....ma poi ho una bimba che deve andare al nido per tre-quattro ore al giorno, degli orari che mi fanno essere presente a casa non poco ma non in maniera regolare (una volta il mattino, l'altra il pomeriggio)... e così vedo Irene che si smarrisce un po', che col cibo (che a volte apprezza ed altre rifiuta), la richiesta di tetta e i risvegli notturni cerca ancora un equilibrio con se stessa e con me.
Faccio del mio meglio per mantenere la serenità ma sembra davvero una corsa ad ostacoli, ogni giorno, sommando poi malattie e disturbi vari...
tutto questo per dire a Neda che scegliere la strada dell'ascolto, dell'accoglienza dei bisogni, della pazienza rispetto ai "risultati" che intorno a te sono considerati degni di una brava mamma (dorme, mangia,...) è oggi e nel nostro mondo paradossalmente la scelta più faticosa e controcorrente...occorre molta energia e determinazione per non vacillare...io vado avanti perchè non sarei comunque capace di fare diversamente dal momento che sento con chiarezza dentro di me che questa è la strada buona per Irene e che questa è l'unica cosa importante...