03-05-2011, 01:17 01
come promesso ecco interamente l'articolo di Paolo Sarti su UPPA (poco prima dell'una di notte ho deciso di stancarmi ben bene ):
Ridateci papà e mamma!
Appello urgente ai genitori: rinunciare all'autorità fa male alla salute dei vostri figli.
Facciamola finita. Lo chiedono con forza e da tempo, senza saperlo, con la loro irrefrenabile agitazione, i loro incontenibili nervosismi, i sonni ormai impossibili, le disappetenze ostinate e le isteriche bulimie. Bambini cresciuti con una rabbia e un'arroganza relazionale ingiustificate e insostenibili, un'ansia da prestazione esasperata. Capaci di soccombere per un insuccesso scolastico fino a farci registrare un inquietante aumento di suicidi adolescenziali. O, all'opposto, istericamente aggressivi, con gestualità minacciose e sfidanti, anche solo per festeggiare un successo sportivo strappato con ossessiva tenacia, solitamente priva di regole e di rispetto.
Niente regole, niente limiti e niente imposizioni naturalmente, secondo i canoni della più libertaria delle pedagogie: tutto concordato, vagliato e deciso con loro e a loro subordinato. Tutto finisce così per delinearsi e strutturarsi a stretta, angusta misura di bambino, lontano da ogni matura organizzazione e da ogni prospettiva adulta. Un mondo bambino viziato, carico di individualismo e di rumoroso protagonismo esibito. Un mondo statico, tutto basato sull'oggi, dove all'adulto è concesso solo di fare da spettatore e, naturalmente, da servitore.
Facciamola finita con questa improbabile e fallimentare pedagogia delle coccole, giustificativa a oltranza, preservatrice da ogni sforzo, impegno, lotta o frustrazione. Una pedagogia sbandierata a mo' di impenetrabile scudo, sì che il bambino mai si debba misurare con l'atavica fatica del crescere e del maturare.
Siamo riusciti a rendere i nostri figli non solo inabili, ma anche insopportabili e decisamente antipatici. Con i genitori annientati in una pseudo-democraticità decisionale che vede i bambini costretti a decidere al posto loro, costretti ad assumersi responsabilità operative che invece sarebbero e dovrebbero rimanere tutte e solo dell'adulto. Falsamente democratici, scarichiamo sui bambini l'obbligo che avremmo come adulti di decidere con appropriatezza e lungimiranza. E lo facciamo non per rispetto del bambino ma per paura di non saper sostenere la sua reazione se contrariato dalla nostra decisione. Così finisce che decidono i bambini: solo che loro sanno farlo solo con opportunismo e nel presente (perché è così che, per natura, si muove il pensiero infantile); quindi pagheranno nel futuro ciè che oggi non gli è stato possibile prevedere. "Vuoi andare dalla nonna?", "Lo vuoi questo vestitino?" "Vuoi andare a letto?" Poveri bambini, sopraffatti dal carico decisionale!
I genitori sono così fragili ed emotivi da ritrovarsi incapaci di porre regole, di predisporre con autorità e solidità paletti tali da consentire al bambino di orientarsi una volta adulto: tutto subito, tutto garantito, tutto gratis, tutto ossessivamente e individualmente semplificato.
Facciamola finita di non fare i genitori. Sono ormai molti anni che esercito la professione di pediatra e non avevo mai visto una generazione di bambini così in crisi.
Basta con le complicità intellettuali e tipografiche. Quanta editoria a sostegno delle incapacità genitoriali, pronta a giustificarle, trasformandole in accuratezze pedagogiche, invece di denunciarle come carenze! Siamo riusciti a far passare un insostenibile bambino che non esce più dal letto dei genitori, devastando loro la vita sessuale (oltre a quella lavorativa del mattino dopo) per una sorta di "prodotto à la page", delizioso frutto di un'illuminata e aggiornata pratica pedagocica, dal nome provincialmente esterofilo, detta co-sleeping. Ma facciamola finita! Ma chi pensiamo di prendere in giro quando, da solerti pedagogisti in erba, dietro a un "fa tanto bene alla sua sicurezza" nascondiamo in realtà la nostra intolleranza alla fatica di riportarlo nel suo letto consegnandogli strumenti e autonomie che lo rendano capace di dormire da solo e senza incubi (e questa è vera sicurezza!).
Se l'aver mollato sull'educazione avesse almeno prodotto genitori più liberi, pià riposati, pià tranquilli, non più stressati da quest'impegno quotidiano e costante! Certo sarebbe stato comunque un problema, perché di fatto rinunciare a educare produce bambini a rischio, ma almeno i genitori avrebbero potuto "starsene in pace" a dedicarsi alle loro cose. Niente di tutto questo. Spesso oggi, oltre ad avere bambini stressati e disorientati, abbiamo anche genitori sempre più isterici, stremati, pentiti di essersi riprodotti. Insoddisfatti e tormentati nella loro quotidianità, e con un unico obiettivo ormai: quello di far passare il tempo più velocemente possibile e arrivare quanto prima al punto in cui il bambino avrà superato la sua "bambinità" e si ritroverà finalmente adulto, accoppiato e con un buon lavoro (ma, naturalmente, senza andarsene di casa! perché mai dovrebbe farlo? dove potrebbe star meglio?).
E già si vedono questi figli, così decisionali e autodeterminati, che benché cresciuti finiscono per non uscire mai di casa, facendo coppia troppo tardi, finendo gli studi sempre oltre i limiti canonici, prolungando il tempo della dipendenza a suon di inutili e costosi master di specializzazione. Non si sentono mai pronti per abbandonare lo status di figlio, e continuano a ricorrere ai genotori oltre i limiti storicamente concessi.
Un po' come effetto, un po' come causa, anche i genitori assumono un atteggiamento dissociato: se quando i figli erano piccoli non speravano altro che in una loro crescita veloce (evitando di gestire le difficili e complesse relazioni di quelle età), una volta cresciuti, invece, fanno di tutto per mantenerli legati alla casa, ancorandosi alle rassicuranti, facili, superficiali relazioni quali sono quelle che si riescono a instaurare con "i nostri ragazzi" di oggi, adulti non cresciuti, adulti eternamente e tenacemente bambini, tutti papà e (soprattutto) mamma!
effettivamente stiamo andando un po' OT, quindi arkadian se vuoi crea pure una nuova discussione
Ridateci papà e mamma!
Appello urgente ai genitori: rinunciare all'autorità fa male alla salute dei vostri figli.
Facciamola finita. Lo chiedono con forza e da tempo, senza saperlo, con la loro irrefrenabile agitazione, i loro incontenibili nervosismi, i sonni ormai impossibili, le disappetenze ostinate e le isteriche bulimie. Bambini cresciuti con una rabbia e un'arroganza relazionale ingiustificate e insostenibili, un'ansia da prestazione esasperata. Capaci di soccombere per un insuccesso scolastico fino a farci registrare un inquietante aumento di suicidi adolescenziali. O, all'opposto, istericamente aggressivi, con gestualità minacciose e sfidanti, anche solo per festeggiare un successo sportivo strappato con ossessiva tenacia, solitamente priva di regole e di rispetto.
Niente regole, niente limiti e niente imposizioni naturalmente, secondo i canoni della più libertaria delle pedagogie: tutto concordato, vagliato e deciso con loro e a loro subordinato. Tutto finisce così per delinearsi e strutturarsi a stretta, angusta misura di bambino, lontano da ogni matura organizzazione e da ogni prospettiva adulta. Un mondo bambino viziato, carico di individualismo e di rumoroso protagonismo esibito. Un mondo statico, tutto basato sull'oggi, dove all'adulto è concesso solo di fare da spettatore e, naturalmente, da servitore.
Facciamola finita con questa improbabile e fallimentare pedagogia delle coccole, giustificativa a oltranza, preservatrice da ogni sforzo, impegno, lotta o frustrazione. Una pedagogia sbandierata a mo' di impenetrabile scudo, sì che il bambino mai si debba misurare con l'atavica fatica del crescere e del maturare.
Siamo riusciti a rendere i nostri figli non solo inabili, ma anche insopportabili e decisamente antipatici. Con i genitori annientati in una pseudo-democraticità decisionale che vede i bambini costretti a decidere al posto loro, costretti ad assumersi responsabilità operative che invece sarebbero e dovrebbero rimanere tutte e solo dell'adulto. Falsamente democratici, scarichiamo sui bambini l'obbligo che avremmo come adulti di decidere con appropriatezza e lungimiranza. E lo facciamo non per rispetto del bambino ma per paura di non saper sostenere la sua reazione se contrariato dalla nostra decisione. Così finisce che decidono i bambini: solo che loro sanno farlo solo con opportunismo e nel presente (perché è così che, per natura, si muove il pensiero infantile); quindi pagheranno nel futuro ciè che oggi non gli è stato possibile prevedere. "Vuoi andare dalla nonna?", "Lo vuoi questo vestitino?" "Vuoi andare a letto?" Poveri bambini, sopraffatti dal carico decisionale!
I genitori sono così fragili ed emotivi da ritrovarsi incapaci di porre regole, di predisporre con autorità e solidità paletti tali da consentire al bambino di orientarsi una volta adulto: tutto subito, tutto garantito, tutto gratis, tutto ossessivamente e individualmente semplificato.
Facciamola finita di non fare i genitori. Sono ormai molti anni che esercito la professione di pediatra e non avevo mai visto una generazione di bambini così in crisi.
Basta con le complicità intellettuali e tipografiche. Quanta editoria a sostegno delle incapacità genitoriali, pronta a giustificarle, trasformandole in accuratezze pedagogiche, invece di denunciarle come carenze! Siamo riusciti a far passare un insostenibile bambino che non esce più dal letto dei genitori, devastando loro la vita sessuale (oltre a quella lavorativa del mattino dopo) per una sorta di "prodotto à la page", delizioso frutto di un'illuminata e aggiornata pratica pedagocica, dal nome provincialmente esterofilo, detta co-sleeping. Ma facciamola finita! Ma chi pensiamo di prendere in giro quando, da solerti pedagogisti in erba, dietro a un "fa tanto bene alla sua sicurezza" nascondiamo in realtà la nostra intolleranza alla fatica di riportarlo nel suo letto consegnandogli strumenti e autonomie che lo rendano capace di dormire da solo e senza incubi (e questa è vera sicurezza!).
Se l'aver mollato sull'educazione avesse almeno prodotto genitori più liberi, pià riposati, pià tranquilli, non più stressati da quest'impegno quotidiano e costante! Certo sarebbe stato comunque un problema, perché di fatto rinunciare a educare produce bambini a rischio, ma almeno i genitori avrebbero potuto "starsene in pace" a dedicarsi alle loro cose. Niente di tutto questo. Spesso oggi, oltre ad avere bambini stressati e disorientati, abbiamo anche genitori sempre più isterici, stremati, pentiti di essersi riprodotti. Insoddisfatti e tormentati nella loro quotidianità, e con un unico obiettivo ormai: quello di far passare il tempo più velocemente possibile e arrivare quanto prima al punto in cui il bambino avrà superato la sua "bambinità" e si ritroverà finalmente adulto, accoppiato e con un buon lavoro (ma, naturalmente, senza andarsene di casa! perché mai dovrebbe farlo? dove potrebbe star meglio?).
E già si vedono questi figli, così decisionali e autodeterminati, che benché cresciuti finiscono per non uscire mai di casa, facendo coppia troppo tardi, finendo gli studi sempre oltre i limiti canonici, prolungando il tempo della dipendenza a suon di inutili e costosi master di specializzazione. Non si sentono mai pronti per abbandonare lo status di figlio, e continuano a ricorrere ai genotori oltre i limiti storicamente concessi.
Un po' come effetto, un po' come causa, anche i genitori assumono un atteggiamento dissociato: se quando i figli erano piccoli non speravano altro che in una loro crescita veloce (evitando di gestire le difficili e complesse relazioni di quelle età), una volta cresciuti, invece, fanno di tutto per mantenerli legati alla casa, ancorandosi alle rassicuranti, facili, superficiali relazioni quali sono quelle che si riescono a instaurare con "i nostri ragazzi" di oggi, adulti non cresciuti, adulti eternamente e tenacemente bambini, tutti papà e (soprattutto) mamma!
effettivamente stiamo andando un po' OT, quindi arkadian se vuoi crea pure una nuova discussione
Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)