18-04-2011, 09:32 09
Anche io sono un po' in crisi: Daniele e' andato al nido ad 1 anno, e sono stata molto contenta della scelta. Un nido comunale, con un rapporto di 5-6 bambini per educatrice. Gli facevano fare tante cose (e non li lasciavano parcheggiati sui tappetini), lui ha imparato a mangiare da solo e a camminare con loro.
Come episodio: a 16 mesi e' stato gravemente malato e ricoverato in ospedale. Dopo una bella convalescenza la mia pediatra mi proponeva di non portarlo piu' al nido (quasi ce lo "vietava", dicendo "non possiamo permetterci che questo bambino si ammali di nuovo"). D'altrocanto io stavo sclerando tra l'organizzazione delle nonne, il lavoro, la preoccupazione. E Daniele la sera faceva "l'appello": mettendolo a letto diceva: "giovanni c'e', Maria c'e', Kiki c'e'". Mi sembrava che cercasse di farci capire che gli mancavano i suoi amici del nido. Cosi' abbiamo deciso di rischiare e riportarlo, che la sua salute mentale valesse come quella fisica. A due anni incontrava i suoi amici e si illuminava, erano tutti un abbraccio.
Ora con Giorgia le motivazioni della scelta del nido sono un po' in secondo piano: con un secondo figlio sono molto piu' rafforzata nelle mie scelte "alternative" e i nonni sanno che non hanno molto gioco. Entrambe le nonne pero' sono molto sull'educazione tramite divieto che non condivido (Giorgia nel suo AS sta anche assaggiano le foglie di ficus benjamin :-)).
Come seconda poi e' costantemente a contatto con bambini, il fratello, i suoi amici, e vive gia' il non essere l'unica in casa e il perno dell'universo :-).
Ha una babysitter abbastanza tranquilla, e avolte l'alterniamo con le nonne.
Il nido sarebbe economicamente piu' conveniente, forse logisticamente piu' un casino. E non so se ce la faccio psicologicamente, a riaffrontare un inverno di raffreddore perenne e rantolo continuo (come con daniele, che pero' da allora non si ammala quasi nemmeno se lo paghiamo :-))....
Non so bene cosa fare.
non ci sentiamo pronti nè io nè tantomeno suo papà che ha una bambinite acuta di primo livello
il fatto è che leggevo su UPPA che il 90% dei bimbi del mondo dorme con i genitori per diverso tempo e che questa è la sistemazione più naturale anche nel periodo dell'ansia da abbandono (periodo naturale che la selezione naturale ha dato a tutti i cuccioli di mammiferi che in tal modo esplorano il mondo ma stando sempre vicini alla mamma e quindi rimanendo protetti)
che è la nostra società che a un certo punto, così come ha sviluppato delle teorie mediche (o filosofiche) strane su come svolgere lo svezzamento, ha anche sviluppato delle teorie filosofiche (o politiche?) su come far dormire i bimbi da soli
tant'è che i bimbi che dormono in camera con i genitori non hanno bisogno del ciuccio, dell'orsacchiotto, della copertina di linus, che sono oggetti di autoconsolazione
insomma... ieri mi sono spulciata un po' di articoli sulla nanna e ho deciso che come Riki mi ha fatto capire che era giunto il momento di cominciare ad essere autonomo nel mangiare (strada che sarà ancora lunga) allo stesso modo mi farà capire quando verrà il momento di essere autonomo nel dormire o in altre cose della vita
[/quote]
Sull'autoconsolazione non e' sempre detto: Giorgia dorme con noi da quando e' nata (in ospedale con me e poi nel lettone), e si succhia il pollice :-)
Mai essere troppo categorici sui bambini :-).
Comunque a noi piace moltissimo dormire con lei, e poi si sveglia per ciucciare almeno tre volte a notte, e io non ce la farei fisicamente ad alzarmi....
Come episodio: a 16 mesi e' stato gravemente malato e ricoverato in ospedale. Dopo una bella convalescenza la mia pediatra mi proponeva di non portarlo piu' al nido (quasi ce lo "vietava", dicendo "non possiamo permetterci che questo bambino si ammali di nuovo"). D'altrocanto io stavo sclerando tra l'organizzazione delle nonne, il lavoro, la preoccupazione. E Daniele la sera faceva "l'appello": mettendolo a letto diceva: "giovanni c'e', Maria c'e', Kiki c'e'". Mi sembrava che cercasse di farci capire che gli mancavano i suoi amici del nido. Cosi' abbiamo deciso di rischiare e riportarlo, che la sua salute mentale valesse come quella fisica. A due anni incontrava i suoi amici e si illuminava, erano tutti un abbraccio.
Ora con Giorgia le motivazioni della scelta del nido sono un po' in secondo piano: con un secondo figlio sono molto piu' rafforzata nelle mie scelte "alternative" e i nonni sanno che non hanno molto gioco. Entrambe le nonne pero' sono molto sull'educazione tramite divieto che non condivido (Giorgia nel suo AS sta anche assaggiano le foglie di ficus benjamin :-)).
Come seconda poi e' costantemente a contatto con bambini, il fratello, i suoi amici, e vive gia' il non essere l'unica in casa e il perno dell'universo :-).
Ha una babysitter abbastanza tranquilla, e avolte l'alterniamo con le nonne.
Il nido sarebbe economicamente piu' conveniente, forse logisticamente piu' un casino. E non so se ce la faccio psicologicamente, a riaffrontare un inverno di raffreddore perenne e rantolo continuo (come con daniele, che pero' da allora non si ammala quasi nemmeno se lo paghiamo :-))....
Non so bene cosa fare.
non ci sentiamo pronti nè io nè tantomeno suo papà che ha una bambinite acuta di primo livello
il fatto è che leggevo su UPPA che il 90% dei bimbi del mondo dorme con i genitori per diverso tempo e che questa è la sistemazione più naturale anche nel periodo dell'ansia da abbandono (periodo naturale che la selezione naturale ha dato a tutti i cuccioli di mammiferi che in tal modo esplorano il mondo ma stando sempre vicini alla mamma e quindi rimanendo protetti)
che è la nostra società che a un certo punto, così come ha sviluppato delle teorie mediche (o filosofiche) strane su come svolgere lo svezzamento, ha anche sviluppato delle teorie filosofiche (o politiche?) su come far dormire i bimbi da soli
tant'è che i bimbi che dormono in camera con i genitori non hanno bisogno del ciuccio, dell'orsacchiotto, della copertina di linus, che sono oggetti di autoconsolazione
insomma... ieri mi sono spulciata un po' di articoli sulla nanna e ho deciso che come Riki mi ha fatto capire che era giunto il momento di cominciare ad essere autonomo nel mangiare (strada che sarà ancora lunga) allo stesso modo mi farà capire quando verrà il momento di essere autonomo nel dormire o in altre cose della vita
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Sull'autoconsolazione non e' sempre detto: Giorgia dorme con noi da quando e' nata (in ospedale con me e poi nel lettone), e si succhia il pollice :-)
Mai essere troppo categorici sui bambini :-).
Comunque a noi piace moltissimo dormire con lei, e poi si sveglia per ciucciare almeno tre volte a notte, e io non ce la farei fisicamente ad alzarmi....
Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)