[Adri]

Provo a raccontarvi il mio, se il nanetto mi lascia il tempo...

Ore 20 di giovedì 10 dicembre (dpp 12 dicembre): visita dal ginecologo, collo dell'utero accorciato e previo al dito, nessuna contrazione preparatoria.
Rientrando in auto (ospedale a 25 km da casa, in 12 ore faremo avanti indietro cinque volte!), comincio a sentire qualcosa... Rido con mio marito, sarà la suggestione...
Andiamo a letto, non riesco a chiudere occhio... Comincio a guardare l'orologio: le fitte arrivano ogni 5-6 minuti. Sveglio mio marito e verso l'una torniamo all'ospedale.
L'ostetrica mi visita, mi attacca il monitoraggio poi, con un sorrisetto di commiserazione, sentenzia: "Sono solo contrazioncine preparatorie, è inutile che si fermi in ospedale, potrebbero volerci giorni prima che cominci il travaglio".
Sono ormai passate le 4 e ci rimettiamo in macchina, rifacciamo i nostri 25 km e torniamo a letto...
Io continuo a sentire stilettate alla schiena e presto non riesco più a stare sdraiata: comincio a sperimentare tutte le posizioni suggerite al corso, carponi, seduta sulla sedia, accovacciata...
Tutto questo pensando sempre si tratti di contrazioncine preparatorie e domandandomi come siano quelle vere: inizio a vacillare nella mia convinzione di non avvalermi dell'epidurale...
Arrivano le 7, mio marito decide di non andare a lavorare mentre io sostengo che è inutile, se alle 4 era tutto fermo chissà quanto ci vorrà ancora...
Comincio ad avere perdite di sangue vivo, alle 8:30 decidiamo di ritornare al PS; mentre cerco di prepararmi, concordiamo la strategia per non farci mandare via di nuovo: "esageriamo l'entità delle perdite" "facciamo notare che non abitiamo vicini..."
Quest'ennesimo viaggio in auto è la parte più dura: ogni sobbalzo è una tortura, scongiuro mio marito di andare piano, non riesco a stare in nessuna posizione... Al PS mio marito mi lascia all'ingresso, deve andare a parcheggiare: mi rifiuto di portare la borsa, l'abbandono vicino ad un'ambulanza e entro; la sala d'aspetto è piena, appena si libera lo sportello dell'accettazione non guardo in faccia nessuno e mi precipito, fregandomene della fila
L'ostetrica mi visita: sono dilatata di 8 cm... Che gioia! Allora sono già "quelle vere"!
Di corsa in sala parto, mio marito non c'è ancora e io devo GIA' spingere...
Fortunatamente arriva mio marito, scelgo lo sgabello olandese e in 3 spinte, alle 10:11, Damiano è fuori, nessuna lacerazione... Io sono letteralmente svuotata, riesco solo a pensare "E' finita, è finita..."
Ma c'è qualcosa che non va: il cucciolo non piange... Lo portano via in fretta e furia, ordino a mio marito, stravolto e inerte, "Vai con lui!" Lo rianimano nella stanza accanto, io tendo le orecchie in attesa del pianto che, dopo un tempo interminabile, finalmente arriva, alto, liberatorio...
Dopo l'espulsione della placenta, mi accompagnano a vederlo: ricordo solo la tristezza di vederlo su un piano d'acciaio e le sue mani grandissime...
Completamente inebetita, non ho la presenza di spirito di chiedere di prenderlo in braccio, di tenerlo con me almeno 5 minuti... E' il mio più grande rimpianto...
Lo portano via, lo rivedo 2 ore dopo nella culla termica, e posso prenderlo in braccio solo alle 4 del pomeriggio...
Insomma: un travaglio e un parto bellissimo, ma non ho vissuto i suoi primi preziosissimi minuti...