07-07-2014, 03:57 15
Scusate il ritardo... è da parecchio che voglio rispondere. Vediamo se ci riesco ora.
PERÒ... quello che tu dici sottintende l'ineluttabilità del condizionamento di cui parlavo prima contro cui l'unica arma che abbiamo a disposizione, tu sostieni, sia fornire un esempio alternativo a casa.
C'è sicuramente del vero in quello che dici, ma tutto ciò a mio avviso sopravvaluta il ruolo del genitore come modello da seguire (e non da rigettare a priori che probabilmente avverrà successivamente).
Pensandoci durante questi ultimi giorni mi sono reso conto come il rendersi conto di essere maschi/femmine è qualcosa che viene fuori con prepotenza verso i tre anni (lo vedo chiaramente al nostro asilo dove i bambini di 2 anni sono in una classe diversa e molto più asessuata), e al quel punto l'indottrinamento a cui i genitori hanno sottoposto il bambino, ma soprattutto guardando quello che fanno i coetanei, prende il sopravvento.
L'esempio fornito dal genitore "anticonformista" viene sopravvalutato perché il genitore è uno, mentre (a mio avviso), il gruppo, formato dalla televisione, dai compagni di asilo, dalla gente per la strada, rappresenta l'astrazione di cosa voglia dire essere maschio/femmina. L'esempio del singolo è meno importante.
Ad esempio, come mi è stato fatto notare l'altro giorno, in Peppa Pig si capisce il sesso del personaggio adulto perché le donne hanno il rossetto, le ciglia e un vestito lungo e questa è molto vicino all'ideale di "donna" che ha BM, come ha fatto presente l'altro giorno... Il particolare delle ciglia lo diceva da un po', ma mi era sfuggito il riferimento erudito a Peppa Pig. Di fatti il massimo del divertimento per BM negli ultimi giorni quando è stata dalla nonna è stato di mettersi il lucida labbra (con C. che la seguiva a ruota come al solito), cosa che faceva con monotona regolarità.
Per questo motivo dire che un bambino di 3 anni, libero di scegliere il gioco che preferisce quando lo porti in un negozio, quando sceglie quello rosa/azzurro conformemente al proprio sesso lo fa in piena libertà è una stupidaggine bella e buona. Quello che vedi non è un qualcosa di innato, ma è semplicemente il frutto della catechizzazione avvenuta DALLA NASCITA, dopo tutto quale genitore vuole che il proprio bambino venga scambiato per uno del sesso opposto?
Quello che vedo è che una volta che il (mio) bambino ha capito di che sesso è, ha un desiderio molto forte di conformarsi al modello di mascolinità/femminilità che ha interiorizzato negli anni precedenti e che gli deriva dalle informazioni che gli sono state fornite. Questo schema diventa prevalente, per cui le scelte che fa non sono certamente dettate dalla libertà. Dopo tutto, come dargli torto al bambino se il modello che vede da sempre è sempre il medesimo? Certamente lo sanno bene i produttori di giocattoli i quali sfruttano il sorgere della consapevolezza del proprio sesso mettendo in risalto determinati dettagli e caratteristiche che possono essere facilmente assorbite. Questo lo vedo chiaramente nelle pubblicità... se nel mezzo di Peppa Pig o di Barbapapà, cartoni animati rivolti a un pubblico molto giovane, vedo una pubblicità con bambini preadolescenti un motivo ci deve pur essere...
No... Nel nostro caso quello di vestirsi da principessa era un ordine e non sono state fornite alternative.
(24-06-2014, 06:10 18)Alexandra Ha scritto: ark, non è per caso che sei semplicemente affetto da sindrome del papà mediterraneo che muore all'idea che le proprie bambine un giorno scatenino l'ormone ad un maschietto brufoloso indossando vesti leggiadre? tipo "incatenata al termosifone fino a 30 anni" o "la voglio lesbica e con amiche dalle mamme gnocche"?Onestamente non credo... non vedo così in là. Ci preoccuperemo di quello tra qualche tempo (e comunque ho due conventi di clausura in stand by, uno di carmelitane e uno di clarisse...)
(24-06-2014, 06:10 18)Alexandra Ha scritto: Allora ti dò subito il rimedio: fregatene dei vestitini rosa, quelli non hanno mai impedito ad una ragazza di essere intelligente, indipendente, forte e totalmente affrancata da qualsiasi modello di genere.Mi sembra che il modello di genere ce lo abbia, eccome...
(24-06-2014, 06:10 18)Alexandra Ha scritto: La strategie vincente è la seguente:Come puoi immaginare questa parte del tuo intervento è subito diventata popolarissima presso certe frange a me vicine...
- prima di tutto, tratta sua mamma come una principessa, ma sul serio. bacia la terra sotto i suoi piedi, preparale la colazione la mattina con succo d'arancia premuto a mano, dille che è bella, agisci immediatamente in suo aiuto se la vedi stanca, massaggiale i piedi, coccolala, parlale con somma educazione (non formale, del cuore), e contemporaneamente riconosci il suo valore professionale ed intellettuale, valorizza quello che fa fuori da casa, parla con lei di cose interessanti, bref, definisci nella tua relazione di coppia il minimo sindacale di quello che tua figlia deve aspettare da un uomo - mettendo la sbarra altissimissima: e questa è la cosa che funziona meglio di tutte...
- secondo, autosvezzamento in tutti i campi, dai valore alla sua volontà, al suo sentire, sopra tutto quello che può essere luogo comune o "così fanno tutti" - ovviamente nei limiti dell'educazione e della convicenza civile, ma facendo sì che sarà sempre abituata a non seguire ciecamente quello che fanno gli altri. Però questo implica che devi rispettare la sua scelta anche se va sui cosi rosa da principessa;
- terzo, riconosci le sue vere qualità, le sue vere inclinazioni, e coltivale con amore: così sarà meno incline a rifugiarsi in qualità standard e/o di paccotiglia.
PERÒ... quello che tu dici sottintende l'ineluttabilità del condizionamento di cui parlavo prima contro cui l'unica arma che abbiamo a disposizione, tu sostieni, sia fornire un esempio alternativo a casa.
C'è sicuramente del vero in quello che dici, ma tutto ciò a mio avviso sopravvaluta il ruolo del genitore come modello da seguire (e non da rigettare a priori che probabilmente avverrà successivamente).
Pensandoci durante questi ultimi giorni mi sono reso conto come il rendersi conto di essere maschi/femmine è qualcosa che viene fuori con prepotenza verso i tre anni (lo vedo chiaramente al nostro asilo dove i bambini di 2 anni sono in una classe diversa e molto più asessuata), e al quel punto l'indottrinamento a cui i genitori hanno sottoposto il bambino, ma soprattutto guardando quello che fanno i coetanei, prende il sopravvento.
L'esempio fornito dal genitore "anticonformista" viene sopravvalutato perché il genitore è uno, mentre (a mio avviso), il gruppo, formato dalla televisione, dai compagni di asilo, dalla gente per la strada, rappresenta l'astrazione di cosa voglia dire essere maschio/femmina. L'esempio del singolo è meno importante.
Ad esempio, come mi è stato fatto notare l'altro giorno, in Peppa Pig si capisce il sesso del personaggio adulto perché le donne hanno il rossetto, le ciglia e un vestito lungo e questa è molto vicino all'ideale di "donna" che ha BM, come ha fatto presente l'altro giorno... Il particolare delle ciglia lo diceva da un po', ma mi era sfuggito il riferimento erudito a Peppa Pig. Di fatti il massimo del divertimento per BM negli ultimi giorni quando è stata dalla nonna è stato di mettersi il lucida labbra (con C. che la seguiva a ruota come al solito), cosa che faceva con monotona regolarità.
Per questo motivo dire che un bambino di 3 anni, libero di scegliere il gioco che preferisce quando lo porti in un negozio, quando sceglie quello rosa/azzurro conformemente al proprio sesso lo fa in piena libertà è una stupidaggine bella e buona. Quello che vedi non è un qualcosa di innato, ma è semplicemente il frutto della catechizzazione avvenuta DALLA NASCITA, dopo tutto quale genitore vuole che il proprio bambino venga scambiato per uno del sesso opposto?
Quello che vedo è che una volta che il (mio) bambino ha capito di che sesso è, ha un desiderio molto forte di conformarsi al modello di mascolinità/femminilità che ha interiorizzato negli anni precedenti e che gli deriva dalle informazioni che gli sono state fornite. Questo schema diventa prevalente, per cui le scelte che fa non sono certamente dettate dalla libertà. Dopo tutto, come dargli torto al bambino se il modello che vede da sempre è sempre il medesimo? Certamente lo sanno bene i produttori di giocattoli i quali sfruttano il sorgere della consapevolezza del proprio sesso mettendo in risalto determinati dettagli e caratteristiche che possono essere facilmente assorbite. Questo lo vedo chiaramente nelle pubblicità... se nel mezzo di Peppa Pig o di Barbapapà, cartoni animati rivolti a un pubblico molto giovane, vedo una pubblicità con bambini preadolescenti un motivo ci deve pur essere...
(24-06-2014, 04:25 16)laura1 Ha scritto: Scusate ma alla bambina io questione é stato chiesto se vuole vestirsi da principessa o da pirata??
No... Nel nostro caso quello di vestirsi da principessa era un ordine e non sono state fornite alternative.
(01-07-2014, 12:59 12)Alexandra Ha scritto: Ormai già dalla generazione di mia nonna il modello femminile sottomesso e decerebrato è stato preso a calci, e intendo proseguire su questa via con mia figlia.A casa tua sono sicuro che sia così, ma certamente non fuori casa.
(01-07-2014, 12:59 12)Alexandra Ha scritto: Ciò senza minimamente togliere nulla alla parte divertente, decorativa e seduttiva della femminilità, vestitini frù frù inclusi, ma vissuto nel pieno rispetto di se stesse.A me questa pare una totale contraddizione in termini in quanto fornisci ai vestiti fru fru una dote intrinseca che certamente non hanno e neghi al contempo al bambino maschio di essere "divertente, decorativo e seduttivo"
BM 06-09
C (ex PA) 20-10-11