12-12-2012, 08:04 20
.....ecco, fortunatamente è finita bene, non era così. Ma io l'ho provato sabato pomeriggio, un' angoscia piena di terrore.
5 o 6 minuti, credo, ma mi hanno segnata.
La sera e domenica, ero una persona ancora sotto shock e in un certo senso, forse lo sono ancora.
(l'ho già raccontato, ma voglio condividerlo anche con voi)
In quei lunghissimi minuti mi sono trasformata da ironica, a preoccupata, a spaventata, a terrorizzata e, in fine, disperata....
Non sto esagerando.
Mi era capitato altre volte di perdere momentaneamente di vista un mio figlio.
Una volta la scorsa estate ero arrivata alla fase di passaggio fra la preoccupazione e lo spavento.
Ma stavolta l'ultimo minuto avevo perso completamente le speranze di ritrovarlo......o di trovarlo vivo.
Un minuto circa e poi un grandissimo sollievo.
Ma quel minuto sono stata una madre che ha perso, in qualunque senso si intenda, suo figlio.
Eravamo in una struttura per bambini dove organizzano anche feste, nuovo, spazioso con gonfiabili e area imbottita per giochi liberi. Accanto, tutto a vista, area ristoro dove avevamo pranzato. Eravamo 6 adulti e 6 bambini più i tiitolari e un figlio loro.
Dopo pranzo, dopo un po' di relax, al momento di andarcene abbiamo crcato Tarta che non si trovava.
Sicura si fosse nascosto l'ho cercato in ogni angolo, poi preoccupata ho preteso di entrare in cucina e nel magazzino.
Ovviamente nel frattempo ci eravamo concentrati tutti sulla ricerca: chi setacciava i gonfiabili, i percorsi e i vari nascondigli, chi dragava il fondo della vasca delle palline, chi il giardino esterno (recintato), chi il parcheggio antistante deserto e in aperta campagna.
Non c'era. Ho chiesto che guardassero in mezzo all'erba alta sul confine pensando avesse potuto sentirsi male (e inorridivo al pensiero).
Poi terrorizzata ho ordinato a mio marito di pretendere di guardare nei portabagagli delle uniche due auto non nostre nel parcheggio. Ho iniziato a urlare, alla fine, a squarciagola il suo nome fuori e dentro mentre iniziavo a perdere la ragione.
Alla fine ho ceduto.
Mi sono accasciata a terra con i pensieri più orribili che mi annebbiavano la mente.
Fortunatamente, a quel punto, il nostro amico ha ripercorso il groviglio dei gonfiabili strisciandovi direttamente come un bambino......e l'ha trovato. Perfettamente mimetizzato con lo spigolo interno di un nascondiglio cubico.
Spaventato perché il gioco si era evoluto in tanta agitazione.
Lui voleva restare a giocare con il cugino....e io avrei pure potuto morire.
Mio marito ha smaltito mantenendo un po' di contegno.
Gli zii erano increduli ma col cellulare in mano per chiamare la polizia.
A voi è mai capitato qualcosa di simile?
5 o 6 minuti, credo, ma mi hanno segnata.
La sera e domenica, ero una persona ancora sotto shock e in un certo senso, forse lo sono ancora.
(l'ho già raccontato, ma voglio condividerlo anche con voi)
In quei lunghissimi minuti mi sono trasformata da ironica, a preoccupata, a spaventata, a terrorizzata e, in fine, disperata....
Non sto esagerando.
Mi era capitato altre volte di perdere momentaneamente di vista un mio figlio.
Una volta la scorsa estate ero arrivata alla fase di passaggio fra la preoccupazione e lo spavento.
Ma stavolta l'ultimo minuto avevo perso completamente le speranze di ritrovarlo......o di trovarlo vivo.
Un minuto circa e poi un grandissimo sollievo.
Ma quel minuto sono stata una madre che ha perso, in qualunque senso si intenda, suo figlio.
Eravamo in una struttura per bambini dove organizzano anche feste, nuovo, spazioso con gonfiabili e area imbottita per giochi liberi. Accanto, tutto a vista, area ristoro dove avevamo pranzato. Eravamo 6 adulti e 6 bambini più i tiitolari e un figlio loro.
Dopo pranzo, dopo un po' di relax, al momento di andarcene abbiamo crcato Tarta che non si trovava.
Sicura si fosse nascosto l'ho cercato in ogni angolo, poi preoccupata ho preteso di entrare in cucina e nel magazzino.
Ovviamente nel frattempo ci eravamo concentrati tutti sulla ricerca: chi setacciava i gonfiabili, i percorsi e i vari nascondigli, chi dragava il fondo della vasca delle palline, chi il giardino esterno (recintato), chi il parcheggio antistante deserto e in aperta campagna.
Non c'era. Ho chiesto che guardassero in mezzo all'erba alta sul confine pensando avesse potuto sentirsi male (e inorridivo al pensiero).
Poi terrorizzata ho ordinato a mio marito di pretendere di guardare nei portabagagli delle uniche due auto non nostre nel parcheggio. Ho iniziato a urlare, alla fine, a squarciagola il suo nome fuori e dentro mentre iniziavo a perdere la ragione.
Alla fine ho ceduto.
Mi sono accasciata a terra con i pensieri più orribili che mi annebbiavano la mente.
Fortunatamente, a quel punto, il nostro amico ha ripercorso il groviglio dei gonfiabili strisciandovi direttamente come un bambino......e l'ha trovato. Perfettamente mimetizzato con lo spigolo interno di un nascondiglio cubico.
Spaventato perché il gioco si era evoluto in tanta agitazione.
Lui voleva restare a giocare con il cugino....e io avrei pure potuto morire.
Mio marito ha smaltito mantenendo un po' di contegno.
Gli zii erano increduli ma col cellulare in mano per chiamare la polizia.
A voi è mai capitato qualcosa di simile?
2/10/2007 Tartarughino
27/6/2010 Torello