(21-11-2012, 12:04 00)alessimdon Ha scritto: Io, da "controllatrice" quoto arkadian: secondo me devi delegare molto alla competenza del bambino. E poi è una scuola di pensiero: devi farlo perché tu sei l'adulto ed è tuo ruolo far mangiare "bene" il tuo bambino. Almeno è quelli che hanno obiettato a me. Insieme al fatto che le cose non si possono mangiare senza denti. Che nessuno ti spiega il riflesso finto-strozzo, nessuno ti spiega delle competenze-segnale e così via. Per la maggior parte delle persone i bambini non sono competenti e ci devi pensare tu.
Certo, se non si sa che sono competenti è ovvio che ci devi pensare tu.
Però, anche se sai che lo è, non è che lo lasci in propria balia.
E non credo che nessuna di noi creda che non sia compito di noi adulti CONTROLLARE il bambino e FARLO MANGIARE BENE.
Noi sappiamo che le competenze dei bambini sono in crescita continua e vanno agevolate, non frustrate e 'sfruttate' nel senso di cogliere i momenti felici verso sallti di livello spontanei.
Ma dalla mia esperienza su questo riesci anche a discutere con gli 'altri' e trovare un punto d'incontro.
Ma lo scarto lo fa molto il 'buon senso', il loro.
Ne fanno, come noi, una questione di RISPETTO della loro natura e dei loro tempi.
Io , qui, sento spesso contrapporre il 'Buon Senso' (appannaggio nostro) al 'Senso Comune' (il loro) come se essere 'fuori dal comune' fosse già di per sé garanzia di qualità.
(come se quello che va contromano in autostrada fosse lodevole perché 'non viaggia come tutti gli altri).
Questo, secondo me, è spia di una sorta di spirito elitario, al punto che si vorrebbe quasi che restasse di nicchia per potersi sentire fuori dal gregge, migliori della media.
Invece, ci scontriamo contro un mondo a cui tutto quello che fa parte dell'AS (e ci metto pure l'aspetto Allattamento in complementarietà e/o prolungato) suona 'meno rispettoso' del bambino a favore della 'comodità' di non fare doppie cucine e doppi orari ai pasti.
Ci dovremmo forse chiedere più cos'è che non capiamo noi in AS del mondo dello 'svezzamento', di coloro su cui fa presa il TuttoRegolineRicetteTabelleFrullatiPediatraiuto.
Cos'è che non va nella nostra modalità di trasmettere la nostra esperienza AS?
Mi sono sentita stimolata da una serie di interventi nel blog sulla comunicazione in fatto di Allattamento al seno.
E un fatto accadutomi ieri mi ha fatto riflettere su come ne parlo io.
Premetto che in casi come ieri ac stato casuale nel discorso, altre volte è più in tema e, ovviamente, sto meno sulla difensiva.
Ieri mi sono fermata in un negozio di scarpe dove ne comprai un paio una sola voltapiù di 10 anni fa. Avevo portato il piccolo a fare il tampone, e fermandomi non ricordo come mi è venuto un riferimento al fatto che sta scemando il suo allattamento. Prima che mi dicesse, come fanno spesso:
'Ma sì, tanto ormai il latte che prende è acqua, o ma dai ce l'hai ancora?! 8-O
ho messo le mani avanti dicendo che 'si è svezzato mangiando le nostre cose e a forza di non stimolare il seno il latte sta finendo'.
Pronta a sorrisini e occhi sgranati per l'irresponsabili (mia).
Perché mi sono giustificata?
In realtà mi viene spontaneo evitare di far passare un messaggio sbagliato.
Beh. Quella risponde:
"Ah, con me sfondi una porta aperta. Io sono una nipote di Piermarini!"
ahahahhhh ci sono rimasta 1 ora a parlarci!
/ot
Ma il punto è che a volte metto in chiaro qualcosa cercando di prevenire le obiezioni prima ancora che arrivino perché mi ferisce sentirmi dare, gentilmente e sotto-sotto, dell'ignorante, disattenta e mal informata che mette in pericolo la salute o lo sviluppo relazionale di mio figlio per suoerficialità, incuria o ingenuità.
Così come mi ferisce veder sottovalutato il mio impegno per e verso di lui.
Però credo che questo sia la stessa identica cosa che prova chi ha seguito una strada esattamente opposta alla mia, e, loro, anche con il conforto di quello che giudicano il 'mondo scientifico che passa loro attraverso il pediatra', l'ospedale, manuali vari, e il buon senso di una volta. Nonne, madri, zie che ci hanno cresciuto splendidi figli, spesso noi compresi!
Ai loro occhi ben informati (non solo quelli di chi fa così perché così fan tutti) proteggere i propri bambini vale quanto vale per noi.
Rispettarli significa prodigarsi per la loro salute e il loro benessere, come per noi.
Fare qualche sacrificio per i nostri figli è un gesto d'amore (come per noi) e quale disturbo comporta preparargli un brodino in più, o affrontare il dolore del distacco dal seno, quando il beneficio che se ne trae è la sua 'crescita armonica'?
Io vorrei che pensassimo un po' a questo piuttosto che prendere queste 'obiezioni' come frutto d'ignoranza, superficialità o massificazione. Queste persone spesso ne sanno quanto o più di noi di alimentazione.
Che non sono portate al 'rispetto del bambino', non lo credo.
I presupposti sono diversi, per loro siamo noi che non vogliamo prenderci cura dei cuccioli come 'si deve', come è buono per loro.
Per questo, per esempio, io evito sempre di parlare di 'semplicità', di praticità, dell'AS.
Sentir dire da una madre che le tabelle complicano la vita, se sai per certo* che è così che si salvaguarda la salute di tuo figllio, suona come superficiale ed egoistico.
* Testi, manuali, riviste, pediatri, siti, e coscienza popolare lo ripetono e lo difendono, e obiettare che non sono scientifici, vale poco.
Chi siamo noi per confutare, giustamente, ciò che afferma la maggioranza dei pediatri, che sono gli esperti dei nostri figli?
E il fatto che siano la maggioranza non influisce poco, e sentire che persino nella famiglia del pediatra LP c'è chi resta fedele all'usanza corrente mi ha colpita.
E torno al mio ot.
Da ciò che ho capito persino in casa il 'vate' ha i suoi detrattori (in città lo sapevo già) segno che ciò che chiamiamo spesso 'BUON SENSO' in realtà, così ovvio non è.
E posso testimoniarlo anche.
Per me, prima dei problemi alimentari del mio primo figlio:
-il fatto che il suo stomaco fosse 'delicato' e che dovesse 'imparare a digerire' era una questione di buon senso;
-che passare dal latte liquido al cibo in pezzi richiedesse una fase di passaggio intermedia era buon senso
-che se un bambino ha preso il latte, dopo non ha abbastanza fame per mangiare la sua pappa appariva ovvio
-che il bambino preferisca il latte alle pappe, noi sappiamo che non e' un ostacolo, il gioco d'imitarci gli farà scoprire gioiosamente qualcosa di nuovo, ma se pensi invece che il latte non gli basta più e i nostri cibi gli nuocciono, diventa buon senso cercare di trainarlo/forzarlo un po' per il suo bene.
Insomma, anche gli Altri, come noi, farebbero qualunque cosa per il bene di un figlio.
Quello che fanno lo fanno per amore e con amore.
E il buon senso è un concetto molto opinabile e soggettivo.
Il Rispetto dei tempi, dei bisogni e della salute del bambino sono fuori discussione, quel che si discute sono i criteri per rilevarli e valutarli.
Secondo me molte volte ce ne dimentichiamo.