07-02-2012, 02:45 14
Doverosa premessa: nessun problema con il mio compagno!
Mi chiedevo. Ma com'è che i papà finalmente cominciano ad occuparsi attivamente nel loro nuovo ruolo ma non riescono a capire comunque che per questioni che natura ha predisposto nel corso dei millenni, stanno "un gradino sotto" alla mamma?
Voglio dire che è oggettivo che nei primi anni il rapporto mamma/bambino sia quello predominante. E' una questione di dipendenza. Per il bambino la mamma è fondamentale. Parlo ovviamente di situazioni standard in cui ci sia mamma, papà e figlio.
Il papà acquisisce la considerazione del figlio man mano che passa il tempo e il loro legame si costruisce.
Trovo meraviglioso che i papà partecipino della gravidanza e della nascita e delle cose che possono fare: cambi, bagnetti, coccole e via discorrendo. Mi piace che spesso godano, anche attraverso la loro compagna, di tutte le informazioni sull'argomento che una volta erano precluse alla famiglia. Libri e internet e soprattutto gli studi recenti danno moltissimo materiale e conoscenze alle nuove famiglie.
Ma com'è che non sanno distinguere quali sono le cose su cui possono avere peso e quelle su cui non possono averne?
Ci sono cose che si possono mediare e cose di cui si può discutere ma non si può prescindere dal riconoscere il diritto alla felicità della mamma.
Una decisione presa per la famiglia che rende infelice la mamma rende infelice poi tutta la famiglia.
Esempio classico: nostro figlio deve stare con mia madre. Ma mamma e nuora non si sopportano e così la mamma diventa triste e nervosa, il bambino lo percepisce, il clima è teso.
Esempio classico n.2: la mamma vorrebbe autosvezzare ma il papà è contrario. La mamma applica controvoglia il sistema "posologico", il bambino si rifiuta e tutti vivono in un clima teso.
Perché a volte devono intromettersi in cose che non hanno una spiegazione, che sono dettate da intuito, istinto o fattori emozionali nel legame mamma-bambino. Perché a volte fanno prevalere il loro pragmatismo e la loro razionalità in cose che, invece, di razionalità non sanno che farsene?
Io ho pensato che nel passato i padri erano fuori dal contesto familiare e si presentavano per decretare se i figli dovessero o meno studiare...(sto generalizzando eh...)
Poi le madri sono diventate più consapevoli, i loro ruoli nella società sono cresciuti e si trovano "affiancate" nel mondo ai padri.
Adesso finalmente i padri si riconoscono come tali. Questo è fantastico, ma mica possono prevalere sulla natura delle cose. Come se volessero intromettersi nel rapporto madre-bambino. Magari nel futuro le cose cambieranno, ma perchè forzare la mano rendendo spiacevoli momenti magici come quelli con protagonisti i bimbi piccoli?
ah...chiaramente ci sono anche papà perfetti! Ma sono così perfetti che non è nemmeno necessario parlarne!!!
Mi chiedevo. Ma com'è che i papà finalmente cominciano ad occuparsi attivamente nel loro nuovo ruolo ma non riescono a capire comunque che per questioni che natura ha predisposto nel corso dei millenni, stanno "un gradino sotto" alla mamma?
Voglio dire che è oggettivo che nei primi anni il rapporto mamma/bambino sia quello predominante. E' una questione di dipendenza. Per il bambino la mamma è fondamentale. Parlo ovviamente di situazioni standard in cui ci sia mamma, papà e figlio.
Il papà acquisisce la considerazione del figlio man mano che passa il tempo e il loro legame si costruisce.
Trovo meraviglioso che i papà partecipino della gravidanza e della nascita e delle cose che possono fare: cambi, bagnetti, coccole e via discorrendo. Mi piace che spesso godano, anche attraverso la loro compagna, di tutte le informazioni sull'argomento che una volta erano precluse alla famiglia. Libri e internet e soprattutto gli studi recenti danno moltissimo materiale e conoscenze alle nuove famiglie.
Ma com'è che non sanno distinguere quali sono le cose su cui possono avere peso e quelle su cui non possono averne?
Ci sono cose che si possono mediare e cose di cui si può discutere ma non si può prescindere dal riconoscere il diritto alla felicità della mamma.
Una decisione presa per la famiglia che rende infelice la mamma rende infelice poi tutta la famiglia.
Esempio classico: nostro figlio deve stare con mia madre. Ma mamma e nuora non si sopportano e così la mamma diventa triste e nervosa, il bambino lo percepisce, il clima è teso.
Esempio classico n.2: la mamma vorrebbe autosvezzare ma il papà è contrario. La mamma applica controvoglia il sistema "posologico", il bambino si rifiuta e tutti vivono in un clima teso.
Perché a volte devono intromettersi in cose che non hanno una spiegazione, che sono dettate da intuito, istinto o fattori emozionali nel legame mamma-bambino. Perché a volte fanno prevalere il loro pragmatismo e la loro razionalità in cose che, invece, di razionalità non sanno che farsene?
Io ho pensato che nel passato i padri erano fuori dal contesto familiare e si presentavano per decretare se i figli dovessero o meno studiare...(sto generalizzando eh...)
Poi le madri sono diventate più consapevoli, i loro ruoli nella società sono cresciuti e si trovano "affiancate" nel mondo ai padri.
Adesso finalmente i padri si riconoscono come tali. Questo è fantastico, ma mica possono prevalere sulla natura delle cose. Come se volessero intromettersi nel rapporto madre-bambino. Magari nel futuro le cose cambieranno, ma perchè forzare la mano rendendo spiacevoli momenti magici come quelli con protagonisti i bimbi piccoli?
ah...chiaramente ci sono anche papà perfetti! Ma sono così perfetti che non è nemmeno necessario parlarne!!!