Ho letto il 3d tutto d'un fiato e mi è venuta voglia di raccontarvi anche la mia storia, perchè credo sia esemplare di come un allattamento possa essere fatto fallire senza motivo ma possa anche essere salvato se la mamma ha la giusta consapevolezza e determinazione e sufficiente supporto...
Questa storia inizia la tarda mattinata di sabato 29 gennaio, finalmente tra poco andremo a casa!
Sono contenta: Anna si attacca e ieri sera ha preso 5 g di colostro, considerando che è nata da 48h scarse e quanto poco abbiamo potuto stare abbracciate mi sembra un ottimo risultato. Nel dubbio, visto l'andazzo in Ospedale e il non-supporto offerto, già ieri ho contattato Ivana, l'ostetrica del corso preparto, che offre supporto all'allattamento e abbiamo preso appuntamento già per martedì... ancora non lo so, ma quella telefonata fatta nel primo giorno di vita di mia figlia ci salverà
Andiamo a parlare con la pediatra, che ci dice che dobbiamo assolutamente partire con le aggiunte.
Mi sento crollare il mondo addosso: perchè? Anna ha avuto un calo minimo (5%), è serena e vispa, non ha nemmeno una vaga sfumatura di giallino, sta benissimo, perchè???
La tipa sorride paternalisticamente e con pazienza mi spiega che dato che non ho ancora avuto la montata non ci sono alternative.
Io:"Ma ha perso così poco... non possiamo darci tempo fino al controllo di martedi? Mancano solo 3 giorni, magari la montata mi arriva..."
Lei:"senza aggiunta la bambina perderà altri 100 g al giorno e martedi la dovrò ricoverare per nutrirla con le flebo, e le verrà l'ittero che come sa può causare gravi danni cerebrali" (vi giuro che ci ha detto proprio così )
Io: "Ma così la montata non mi arriverà mai, se la attacco ogni 3 ore come succederà se le do l'aggiunta il seno non sarà stimolato a sufficienza"
Lei: "Attaccarla più spesso le farebbe solo venire le ragadi, e allora sì che dovrebbe interrompere l'allattamento (ah si???), il seno impiega ore per ricostituire il latte, quindi se l'attacca prima semplicemente la bimba non troverà nulla. Lei invece la deve attaccare 5 minuti per parte,di più no, che è inutile e diseducativo, e poi propone l'aggiunta”
Non insisto oltre, ormai è chiaro che ho a che fare con un’analfabeta dell’allattamento, mentre torniamo in camera dico ad Ale: “Io aggiunte non gliene do”. Ma lui non è d’accordo, le parole della tipa l’hanno terrorizzato (chissà come mai…) e ne ho la dimensione appena arrivati in camera: io gli parlo ma lui non mi ascolta, si china sulla culla di Anna, la abbraccia (si, la culla con Anna dentro) e sta lì alcuni minuti… Poi mi dice che non metterà a rischio la salute di nostra figlia per niente al mondo, e che se il medico dice così, così lui vuole fare, perché le mie “teorie” saranno anche suffragate dall’OMS, ma la tipa è un medico e sta parlando di nostra figlia, non di un generico neonato.
Non può finire così: senza il supporto di Ale non ce la faremo mai, ma se non trovo una soluzione il nostro allattamento è già finito.
Torno dalla tipa, voglio vederci chiaro. Le chiedo di nuovo spiegazioni, come mai ci ordina l’aggiunta con un calo così limitato? Lei mi risponde che il calo così limitato è dovuto al fatto che l’aggiunta è stata già data. Mi ri-crolla il mondo addosso: avevo chiesto di non dare nulla, come mai è stata presa questa decisione senza nemmeno informarmi? Lei sale in cattedra e mi dice che io non sono un medico e l’ospedale deve pensare al bene dei bambini, e che di fronte ad un bambino che urla dalla fame come potevano non dargli nulla? Non faccio in tempo a dirle che avevo chiesto che mi fosse portata ogni volta che piangeva che un’ostetrica si avvicina e le dice: “Dottoressa, in realtà a questa bimba non sono state date aggiunte, l’altra notte era la prima e non ne diamo, e stanotte ha dormito sempre”… Controlliamo sul diario del nido ed in effetti non sono registrate aggiunte (ma a me il dubbio rimane…). Io aggiungo: “Dottoressa, mi sta però descrivendo una bambina che non è la mia: è tranquilla e serena e non piange quasi mai!”
Sapete cosa mi ha risposto? “Ecco, i bambini che hanno fame non piangono!”
Se non ci fosse in ballo la vita di mia figlia, troverei la cosa quasi comica…
Ma ho saputo abbastanza: torno da Ale, gli racconto com’è andata e così anche lui si convince che abbiamo avuto a che fare con una perfetta idiota, che voleva avere ragione a tutti i costi e che (soprattutto) non aveva idea di chi fosse la bimba di cui stava parlando.
Decidiamo di tenere sotto controllo il peso e di dare le aggiutne non ad ogni pasto ma solo se vedremo che resta con la fame e/o se perderà troppo.
Purtroppo però l’ansia per quello che ci è stato detto rimane, Anna la percepisce e inizia ad avere difficoltà ad attaccarsi. Domenica il latte arriva ma la bimba non ne beneficia quasi per nulla, non riesce a prendere in bocca il seno, si arrabbia tantissimo e poi crolla esausta… è una pena, e decidiamo in 2 occasioni di darle un po’ di latte artificiale (ma con la siringa e facendole ciucciare il mio mignolo, come suggerito ne “L’Arte dell’Allattamento Materno”). Sono giorni di lacrime e angoscia
iamo d’accordo per fortuna, riusciamo a prendere insieme tutte le decisioni, e Ale
non mi fa mai mancare il suo sostegno, lasciando sempre a me l'ltima parola.
Lunedi Ale va ad affittare un tiralatte e io inizio a tirarmelo, almeno le daremo il mio… piano piano la situazione sembra migliorare: dopo tanti tentativi e pianti e urla disperate Anna riesce ad attaccarsi, anche se a fatica e per poco tempo, ma è un inizio, e sembra non restare con la fame, i pannolini sporcati sono più o meno quelli regolamentari… il peso, dopo un calo iniziale, sembra tenere abbastanza.
Martedi mattina nuovo controllo in ospedale: la bimba è uno splendore, colorito bellissimo (lo esclama l’ostetrica appena la vede), tono muscolare ok, bella vispa, tutto a posto, manca solo il peso… quanto ha detto? La pediatra (un’altra, per fortuna) non vuole crederci, ma i numeri sono impietosi: Anna ha perso il 12% del peso che aveva alla nascita. La bimba sta bene, ci rassicura, ma così non si può andare avanti: DEVE fare 6-7 pasti al giorno da 30 g almeno ciascuno, quindi l’aggiunta non si può evitare. La dottoressa si rende conto che le istruzioni che ci sta dando potrebbero compromettere l’allattamento al seno e capisce, ci assicura, quello che stiamo provando per esserci passata anche lei, qualche anno fa, in quello che fu il Natale più brutto della sua vita (e l’ostetrica le fa eco, anche lei ha a suo tempo dovuto accettare l’amara realtà: “Pensi, signora:un’ostetrica che non può allattare!”).
Le parole delle due gentili signore chissà perché non mi consolano affatto, sono preoccupata per il peso, ma il fatto che Anna stia bene mi conforta, e sono sempre più determinata a non lasciarmi sopraffare dalle nefaste conseguenze del ricovero in un ospedale Nemico dei Bambini.
Mi sento stranamente più serena: prova ne è il fatto che, tornati a casa, Anna si attacca con meno difficoltà del solito. Ale invece è sempre più inquieto, non riusciamo a formulare un piano d’azione condiviso… per fortuna nel pomeriggio dobbiamo vedere Ivana, qundi decidiamo di rimandare tutto a dopo l’incontro.
E Ivana ci salva: innanzi tutto mi presta un DAS per le eventuali aggiunte, poi mi guarda il seno e mi rassicura: il latte c’è, dobbiamo solo far sì che Anna si attacchi, poi la piccoletta si sveglia e decidiamo di fare una prova per capire qual è il problema… ed è presto chiaro che il problema sono io ;-)
…o meglio il mio capezzolo largo e poco sporgente, al punto che la micro boccuccia di Anna non sempre riesce a fare presa: Ivana tira fuori da un cassetto un pacchetto di paracapezzoli mam, che proviamo subito… Anna si attacca all’istante e non si stacca più per i 90 minuti successivi, a parte un paio di cambi tetta che le imponiamo per ovvi motivi
Torniamo a casa molto alleggeriti: se fosse necessario non avrei niente in contrario a dare aggiunte ora che ho il DAS, ma se continua ad attaccarsi così probabilmente non servirà, e anche Ale concorda su questo.
E infatti, Anna prenderà 10 g quel giorno e il successivo, 30 giovedi e venerdi e addirittura 60 sabato… e il venerdi successivo, esattamente a 15gg dalla nascita, avrà recuperato TUUTTO il calo…solo col mio latte.
Questo è stato l’inizio, sembrava la fine, poi ci sono state un po' di ragadi, qualche ingorgo, tutte cose superate comunque, grazie alla nostra determinazione, al supporto ricevuto… e ai 2 mesi di riposo forzato pre-parto, che mi hanno consentito di “farmi una cultura” sull’argomento, e di fare la differenza…
PS. dopo circa 2 mesi abbiamo finalmente salutato anche i paracapezzoli