(20-04-2013, 09:14 21)BeaG Ha scritto: (20-04-2013, 08:29 20)elisa0911 Ha scritto: quello che non mi è piaciuto è stato non trovare collaborazione e chiarezza da parte delle asl e del pediatra che ci segue.
Quoto.
L'argomento è molto delicato e non voglio entrare in discussioni accese però posso testimoniare in modo diretto (capitato a me ripetutamente e con medici diversi) ed indiretto (capitato a miei parenti ed amici con gli stessi medici e con parecchi altri) che sull'argomento ho trovato totale chiusura e richiesta di uniformarsi ciecamente e senza discussioni.
Il vaccino s'ha da fare e punto.
Se chiedi sei malfidata e ti guardano storto come si fa con un pericoloso sovversivo.
Ho chiesto di vedere il bugiardino e scrivere sul mio certificato il numero di lotto e mi è stato risposto che non serve, che lo tengono loro, che non posso far perdere loro tempo, che sono d'intralcio al loro lavoro, che voglio creare problemi, che sono malfidata...
Ho chiesto di visitare la bambina prima dell'inoculazione per verificare il suo stato di buona salute, apriti cielo.
Ho chiesto informazioni sui possibili rischi e mi è stato risposto: NESSUNO! Che voglio dire, uno può anche essere vaccinista convinto ma una risposta del genere, detta da un medico in gamba tra l'altro, di cui per tutte le altre cose ho la massima stima, è solo la dimostrazione che l'intento sia quello di tenere fuori i genitori dalle informazioni, dalle scelte, dalle decisioni.
La richiesta che mi è stata fatta da tutti è stata quella di uniformarmi, senza rompere, alle decisioni prese da chi ne saprebbe più di me. Io invece sono abituata ad andare a fondo delle questioni, a chiedere, a leggere, a cercare di capire.
Una dottoressa della asl mi ha tampinato mesi anche per telefono perchè non vaccinavo contro MPR, in modo aggressivo e terroristico, senza mai rispondere ad una, che fosse una, delle mie domande circostanziate. La risposta era sempre e solo che dovevo farlo perchè lo diceva lei, che mi dovevo fidare e basta, che ero un pericolo per mia figlia (potrebbe morire di morbillo lo saaaaa?????) e per l'intera società (quelli come lei sono la causa delle epidemie!), che se qualcuno "in alto" stabilisce di fare i vaccini, il bravo cittadino lo fa e sta zitto.
Io non ho certezze, sono semplicemente, come tutti noi, alla ricerca del bene dei nostri figli, consapevole che qualunque scelta porti con sè una parte di rischio e una parte di beneficio. Il punto è decidere quale rischio correre.
Ma se davanti a me trovo un muro di risposte uniformi e categoriche che non lasciano spazio alla discussione, al confronto e neppure all'evidenza, la mia confusione aumenta e aumenta anche il timore che dietro ci sia qualcosa che ha poco a che fare col bene dei miei figli.
E con questa paura addosso, aumenta anche il rischio di fare scelte sbagliate, perchè la paura non è mai una buona consigliera.
Quoto totalmente, perchè è stato esattamente l'atteggiamento che i pediatri dell'ASL hanno tenuto con me.
Temo che il problema, come al solito, stia in questo: siccome l'obiettivo è quello di creare la cd. "immunità di gregge", se un elemento del gregge decide che non vuole più esserlo, e vuole più informazioni per poter fare una scelta consapevole, viene mazzoliato a destra e sinistra. Peraltro, noto che l'informazione sarebbe DOVEROSA in relazione alle vaccinazioni cd. "facoltative": se devo scegliere, devo sapere a cosa vado incontro, anzi, a cosa va incontro il MINORE di cui io ho la tutela legale, e non lo Stato.
Ciò premesso, trovo che la scelta di vaccinare a poco a poco - come consiglia il medico americano dell'articolo sull'HP - sia, a lume di naso, una cosa saggia. Se possibile, visto che se scegliessi di vaccinare all'ASL per il solo morbillo, la risposta sarebbe che hanno solo l'MPR...
Aggiungo. In questi giorni avrei voluto fare vaccinare mio figlio per il meningococco: spulciando su internet, vengo a sapere della storia del ritiro del vaccino in Francia, del ritiro ritardato in Italia e di tutti gli annessi e connessi (ovvero: somministrazione dei lotti del vaccino ritirato in alcune ASL di Roma e della Calabria). Il mio pediatra, interpellato, mi sconsiglia di fare per ora il meningococco e di procedere, invece, con il Prevenar 13, che non abbiamo fatto contemporaneamente all'esavalente. Pertanto vado all'ASL, gli faccio il Prevenar tra gli insulti dei medici ("Lei è in ritardo con il calendario, Lei è un'irresponsabile, suo figlio va pure all'asilo, e se morirà di morbillo o di meningite sarà colpa sua" e vi risparmio il resto del terrorismo) e, gentilmente e sommessamente, chiedo quali fossero le notizie aggiornate sulla somministrazione del vaccino antimeningite. Nessuna risposta. Nessuno sapeva niente (o diceva niente). Ignoranza? Omertà? Fatto è che in tutti e due i casi, mio figlio, nelle mani loro non ce lo metto.