(20-08-2012, 11:19 23)Valina Ha scritto: (tipo che papà mi ha detto che lui e la piccola si stavano rimbambendo davanti alla tivù e così gli ho suggerito di fare la pasta - cosa che a lui piace - e secondo me ci sta seriamente pensando)
Non c'erano più uovaaaa in frigooo!!!!
(e allora abbiamo fatto l'esperimento con quella specie di farinata slurposa che poi ci metti burro e zucchero, solo che non è venuto gran bene... ma la piccola mescolaaaavaaa... metteva farina e mescolaaavaaaaa....)
(21-08-2012, 10:55 10)giulieee Ha scritto: Capisco il vostro punto di vista e ripeto che secondo me il vero problema è proprio la condivisione dei pasti.
Quanto al resto...non dimentichiamoci che anche fumare è una forma di nevrosi (quanti fumano qui?) e sicuramente più nociva della fissazione della pulizia. Ma provate a portare di forza un fumatore dallo psicologo... sono sicura che tornerà a casa con un paio di stecche di marlboro rosse morbide.
Ah, per quello ci sono le sigarette elettroniche che funzionano abbestia!
(21-08-2012, 10:55 10)giulieee Ha scritto: Altre nevrosi: shopping compulsivo, bulimia e anoressia, ipocondria, fobie varie (insetti, agorafobia, claustrofobia...etc, etc). Ne siamo tutti esenti?
Fammi entrare in un negozio di batterie e te lo faccio vedere io lo shopping compulsivo. A livelli professionali. Olimpici.
(21-08-2012, 10:55 10)giulieee Ha scritto: Altra cosa è la depressione che è una malattia e va curata (in tempo). E che danneggia molto sia chi la vive che chi sta intorno.
Heliantus ha fatto una scelta, sicuro, l'AS. Ma prima di questo ha scelto di tenere e amare il suo bimbo anche se non "programmato". E prima ancora ha scelto di amare il suo compagno, pregi e difetti, compresi. E se va a mangiare dalla mamma che problema c'è? Io, quando gli orari fra me, Mario e mio marito non coincidevano, avrei pagato perchè mangiasse dalla mamma! Meglio che cucinare due volte o fargli mangiare sbobba riscaldata o doversi alzare in piena pennica per tenergli compagnia o, peggio, lasciarlo solo al pasto....
Ehm.... cioè.... ANCHE NO.
Non esiste proprio che vai dalla mamma perchè non vuoi mangiare con tuo figlio.
Scusa la crudezza, ma non mi viene diversamente.
Vai dalla mamma se ci sono necessità specifiche, tipo chessò... famiglia al mare > son solo in casa > qualche volta vado dai miei così li vedo e a casa non mi faccio sbattimenti. Oppure non ho tempo, qualche volta, di stare a far da mangiare (nel qual caso per me c'è McD!!! Hahah!)
Ma se vai dalla mamma a mangiare per consapevole volontà di allontanarti dal momento del pasto di tuo figlio, ecco... tralascio gli sproloqui e dico che secondo me c'è un serio problema.
Va bene che poi è orgoglioso del figlio, che in qualche modo "ci prova", ma l'eclissarsi in quei momenti è da un lato troppo facile, per lui, e dall'altro deleterio per il figlio.
E non sono comunque mica troppo sicuro che poi quando avrà 3 o 4 anni allora gli sarà più facile e resterà a casa. A parte che il danno è fatto, l'imprintig glielo hai dato... ma il problema non sta *nel bimbo*, ma *nel padre*.
Il momento del pasto è COMUNE. Deve esserlo. E' così da sempre. A meno che non voglia fare l'eremita, che allora però starebbe sulla cima di qualche monte come il nonno di Heidi.
Da qualche parte in quel coacervo di st****te che è facebook ho letto una roba tipo: "se hai una chiara idea di come vuoi che i tuoi figli diventino da grandi, devi iniziare a comportarti tu in quel modo e da subito". Come a dire chiaramente che sei l'esempio che loro seguono, senza se e senza ma.
Ergo: se il marito di Helianthus vuol pulire tutto ovunque, faccia anche. Secondo me è esagerato, ma vabbè... pace.
Ma se continua a scomparire nel momento dei pasti, addirittura andando da sua madre, otterrà un figlio che sarà cresciuto con un certo deficit paterno (noto anche il fatto che quando stanno assieme fuori pasto comunque non è così interagente), e che probabilmente a sua volta tenderà ad avere le stesse limitazioni da grande.
Il momento del pasto, oggi, è forse uno dei pochi momenti in cui si sta tutti assieme, come Famiglia. Togli quello ed hai tolto almeno il 50% della presenza.
Oltre a perderti dei momenti per sempre (io talvolta osservo la mia piccola che fa(ceva) delle schifezze immonde col cibo, che a me stesso davano un po' fastidio, ma ho sempre trovato più interessante vedere cosa fa, come lo fa, come cambia nel tempo, come cresce nel rapportarsi con noi e col cibo stesso) fai mancare il riferimento al bimbo, ma facendolo in un modo che non è solo "assenza", bensì anche sempre "insegnamento" di qualcosa di... io direi distorto.
Un conto facessi per esempio il camionista, che sto in giro tutta settimana e sono a casa solo il week-end. Il bimbo lo capisce perchè quando ci sono, *ci sono*.
Ben diverso è eclissarsi sistematicamente in quei momenti. Il bimbo lo comprende tanto quanto, e lo prende come insegnamento.
Riguardo al suggerimento di consultare un professionista, cioè uno psicologo, io personalmente caldeggio assai.
Vero che se uno non riconosce i propri problemi è inutile che ci vada.
Vero anche che non ci si deve mica per forza andare da soli.
Esistono gli psicologi per le coppie. E questo secondo me è anche un problema di coppia, che il bimbo evidenzia enormemente.
Se è uno bravo... sa mettere le parole giuste al posto giusto, e chissà che non si sblocchi qualcosa.
(21-08-2012, 11:12 11)Helianthus Ha scritto: Ne ho parlato con lui, ho chiesto perché questo evitamento ai pasti. Non mi risponde. Non mi sa rispondere.
Traduzione = sa benissimo che ha quel problema, non intende affrontarlo e non risponde perchè non trova scuse plausibili per sostenere che non sia un problema.
Perchè l'unica risposta plausibile sarebbe: "ok, affrontiamolo assieme".
(21-08-2012, 11:43 23)cancy Ha scritto: Probabilmente "non sa rispondere" è la risposta più facile.Rispondere per davvero implicherebbe una presa di coscienza dolorosa e l'inizio di una strada impervia
Ecco. Appunto.