30-12-2011, 01:02 01
Intanto mi piace che in questa discussione il verbo "ravanare" la faccia da padrone..
Allora vediamo se riesco a spiegare il mio punto di vista (a Linda Eva, nemmeno io ce l'ho con te )
Innanzitutto mi fido ciecamente dell'autosvezzamento, però forse vedo sfumature un pò diverse, soprattutto sulla questione del proporre e richiedere.. perchè io propongo spesso cibo a mia figlia.
Io ho considerato due fasi, all'inizio dello svezzamento (o autosvezzamento) per me è stato più un prendere confidenza col cibo, scoprire gusti, consistenze, eventualmente diminuire/eliminare alcune poppate.. insomma iniziare a mangiare. In quella fase lei era a tavola con noi, e se volevo mangiasse mangiavo sempre anche io, come esempio, per esempio mi preparavo una merenda, o mangiavo un frutto a metà mattina. In questo periodo non avrei mai ravanato nel frigo, c'era il latte sempre e comunque e se mangiava era un "di più".
Questa fase per noi è durata molto poco, a 9-10 mesi mia figlia mangiava tanto, mangiava di tutto e aveva già eliminato molte poppate (aveva lasciato colazione e pre-nanna, più una notturna, che ora ha tolto)
Dopo questa fase le sue abitudini alimentari si sono consolidate. Insomma so più o meno quando ha fame, all'incirca quanto mangia, quali sono i suoi gusti. Ci sono ovviamente variazioni, ci sono cose nuove che continua ad assaggiare, ci sono giorni in cui mangia quanto me mentre altre volte passa la cena a travasare acqua da un bicchiere all'altro, però c'è una certa routine. Ecco io ora propongo eccome. So che lei a metà pomeriggio di solito ha fame e io le propongo un frutto o altro, anche se io non mangio, idem in altri momenti in cui penso che sia noiosa perchè ha fame, io propongo, poi magari lei rifiuta. Magari sbaglio, ma lei non sa chiedere, non parla ancora, saranno 10 giorni che ha imparato a dire "acca" (acqua), non può certo dirmi "mamma ho fame, mi daresti una banana". Ecco sempre in questa fase io non vedo nulla di male nel "ravanamento" in casi particolari. Il mio senso è, conosco mia figlia, so che di solito mangia, se la metto a tavola e non mangia nulla di quello che propongo, può essere che abbia in realtà fame ma quello che c'è in tavola proprio non le va, oppure non ha proprio fame. Insomma conoscendo mia figlia io le propongo qualcosaltro, perchè è una cosa che avviene molto raramente (onestamente penso sarà forse capitato 3-4 volte), se avessi un figlio che so che si impunta ogni sera per volere una cosa diversa, allora non lo asseconderei.
Io ho visto l'autosvezzamento anche come una semplificazione e come un togliere imposizioni sul cibo, e a me il discorso "o mangi questo o salti", che faceva la nonna di daniele, mi sembra una imposizione sul cibo. Il discorso che non salta proprio nulla, perchè tanto c'è il latte, dipende dalle abitudini che si sono instaurate, nel caso nostro il latte a orario pasti non c'è più (nel senso che non lo richiede più) da ormai 6 mesi, cioè da quando ne ha 9-10, quindi mi sembrerebbe molto innaturale, a questo punto e per noi, integrarle il pasto con il latte.
Ecco il discorso di mettere l'alternativa già in tavola coperta mi sembra un pò un girarci intorno.. se ho in mente che non le può piacere qualcosa di nuovo che propongo e so di avere in alternativa del formaggio o del prosciutto, che sia in frigo o già in tavola coperto da un piatto, non mi sembra una gran differenza..
Tutto questo con nessuna ansia, ci sono veramente sere in cui passa il tempo a travasare acqua in due bicchieri e di solito penso che se non mangia, ha già mangiato o mangerà..
Allora vediamo se riesco a spiegare il mio punto di vista (a Linda Eva, nemmeno io ce l'ho con te )
Innanzitutto mi fido ciecamente dell'autosvezzamento, però forse vedo sfumature un pò diverse, soprattutto sulla questione del proporre e richiedere.. perchè io propongo spesso cibo a mia figlia.
Io ho considerato due fasi, all'inizio dello svezzamento (o autosvezzamento) per me è stato più un prendere confidenza col cibo, scoprire gusti, consistenze, eventualmente diminuire/eliminare alcune poppate.. insomma iniziare a mangiare. In quella fase lei era a tavola con noi, e se volevo mangiasse mangiavo sempre anche io, come esempio, per esempio mi preparavo una merenda, o mangiavo un frutto a metà mattina. In questo periodo non avrei mai ravanato nel frigo, c'era il latte sempre e comunque e se mangiava era un "di più".
Questa fase per noi è durata molto poco, a 9-10 mesi mia figlia mangiava tanto, mangiava di tutto e aveva già eliminato molte poppate (aveva lasciato colazione e pre-nanna, più una notturna, che ora ha tolto)
Dopo questa fase le sue abitudini alimentari si sono consolidate. Insomma so più o meno quando ha fame, all'incirca quanto mangia, quali sono i suoi gusti. Ci sono ovviamente variazioni, ci sono cose nuove che continua ad assaggiare, ci sono giorni in cui mangia quanto me mentre altre volte passa la cena a travasare acqua da un bicchiere all'altro, però c'è una certa routine. Ecco io ora propongo eccome. So che lei a metà pomeriggio di solito ha fame e io le propongo un frutto o altro, anche se io non mangio, idem in altri momenti in cui penso che sia noiosa perchè ha fame, io propongo, poi magari lei rifiuta. Magari sbaglio, ma lei non sa chiedere, non parla ancora, saranno 10 giorni che ha imparato a dire "acca" (acqua), non può certo dirmi "mamma ho fame, mi daresti una banana". Ecco sempre in questa fase io non vedo nulla di male nel "ravanamento" in casi particolari. Il mio senso è, conosco mia figlia, so che di solito mangia, se la metto a tavola e non mangia nulla di quello che propongo, può essere che abbia in realtà fame ma quello che c'è in tavola proprio non le va, oppure non ha proprio fame. Insomma conoscendo mia figlia io le propongo qualcosaltro, perchè è una cosa che avviene molto raramente (onestamente penso sarà forse capitato 3-4 volte), se avessi un figlio che so che si impunta ogni sera per volere una cosa diversa, allora non lo asseconderei.
Io ho visto l'autosvezzamento anche come una semplificazione e come un togliere imposizioni sul cibo, e a me il discorso "o mangi questo o salti", che faceva la nonna di daniele, mi sembra una imposizione sul cibo. Il discorso che non salta proprio nulla, perchè tanto c'è il latte, dipende dalle abitudini che si sono instaurate, nel caso nostro il latte a orario pasti non c'è più (nel senso che non lo richiede più) da ormai 6 mesi, cioè da quando ne ha 9-10, quindi mi sembrerebbe molto innaturale, a questo punto e per noi, integrarle il pasto con il latte.
Ecco il discorso di mettere l'alternativa già in tavola coperta mi sembra un pò un girarci intorno.. se ho in mente che non le può piacere qualcosa di nuovo che propongo e so di avere in alternativa del formaggio o del prosciutto, che sia in frigo o già in tavola coperto da un piatto, non mi sembra una gran differenza..
Tutto questo con nessuna ansia, ci sono veramente sere in cui passa il tempo a travasare acqua in due bicchieri e di solito penso che se non mangia, ha già mangiato o mangerà..
Sofia 9/9/10
Olivia 6/7/13