COS'È L'AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
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autosvezzamento per tutti


Primi giorni di asilo!
#1

Ciao a tutti, é da un po'che non scrivo, ma dopo una lunga pausa italiana con pochissimo internet, sono rientrata a Dubai da una settimana.
E domenica é stato il primo giorno di asilo di Giulietto.

Ho scelto una nursery Montessori (che comunque non lo é al 100%), che prevede un inserimento super graduale (in tre giorno ho provato a lasciarlo solo 20 minuti...durante i quali ha strillato come un pazzo poverino, quindi staró con lui finché non sarà tranquillo, provando a lasciarlo solo 10-15 min per volta, ogni giorno un po'di piú).

Ma veniamo al dunque: Giulietto, al contrario degli altri bimbi (tutti stranieri) é super "indisciplinato". Nel senso che limitando i no che gli diciamo all'indispensabile, fa un sacco di cose che in classe non sono permesse. Qualche esempio: nascondersi sotto la lavagna, strisciare la seggiolina per terra, salire sui piccoli tavoli (lui purtroppo é un arrampicatore...). All'ora della merenda (che non danno loro, quindi non é uguale per tutti), lui abituato con l'As ad avere curiosità e ad assaggiare tutto, vuole il cibo degli altri...e anziché stare seduto gira a chiedere (o rubare) pezzi di merenda degli altri bimbi con tanto di "mmmm buono"...

Lo so che é giusto che impari le regole dell'asilo, ma penso che per l'educazione e le scelte che ho fatto farà molta piú fatica degli altri.
Non so, forse sono solo paranoie, perché comunque il distacco é duro anche per me, ma é un dato di fatto che sia molto molto piú difficile degli altri bambini.
Avete esperienze simili? In fondo forse cerco solo un po'di conforto, anche perché sono solo Giulietto e un altro bimbo a strillare se la mamma esce...
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#2

MMhh non so se è la stessa cosa, perchè la mia all'asilo ci va da quando ha 4 mesi. Però quando è con noi è esattamente come Giulio (anche lei una arrampicatrice nata..), ma all'asilo è molto più "disciplinata". Noi frequentiamo un microasilo, quindi le regole sono comunque abbastanza rilassate, però noto la differenza. Quindi magari a Giulio serve solo un pò di tempo per capire la differenza. Poi alcune cose secondo me sono innate.. tipo il cercare il cibo degli altri (che è ovviamente sempre più buono..). Anche da noi portiamo la merenda, ma poi le maestre cercano di dividere (nel possibile). Tipo se ognuno porta un frutto diverso, tagliano tutto a fette, così ognuno può avere un pò di tutto..

001_wub Sofia 9/9/10
Olivia 6/7/13 001_wub
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#3

In che lingua gli parlano le educatrici?
Vedrai che si abituerà alle regole dell'asilo se gli vengono spiegate con calma e col sorriso.
A casa si può fare in un modo mentre all'asilo si è in un contesto sociale che prevede il rispetto delle cose degli altri.
Per il fatto di arrampicare non so, la Piccola non lo ha mai fatto!
Pian piano comincerà a giocare e si ambienterà.
Io l'ho lasciata dopo una settimana per un paio di ore al mattino. Rientro a casa.
Poi l'ho lasciata anche per il pranzo. Rientro a casa.
Poi alla terza settimana l'ho lasciata per la nanna. Rientro a casa alle 16.
Noteria qualche cambiamento in lui e forse qualche regressione (apparente). Sorridi e coccolalo (ma so che lo stai già facendo!).
Io ho dovuto reinserire la scorsa settimana, è stata più dura che l'ambientamento dello scorso anno...

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#4

Le educatrici gli parlano in inglese, e lui dopo 2 mesi di Italia non capisce un tubo povero piccolo. Infatti sarà piú lento l'inserimento anche per questo. Oggi sono rimasta di nuovo con lui tutto il tempo, perché era nervoso (non ha dormito molto bene stanotte). Mi stanno venendo un sacco di dubbi però: se continuo a rimanere lí lui prende l'asilo come un posto in cui stare con la mamma. In piú l'impostazione di queste nursery é anglosassone....comunque molto rigida rispetto alla nostra cultura e alla mia educazione in particolare. Insomma, Giulietto sta incontrando parecchie difficoltà e io sono un po'demoralizzata. Alla fine per scelte che ho fatto io, lui ha piú difficoltà degli altri bimbi...Oggi sono davvero in crisi. Domani comunque l'insegnante mi ha consigliato di andare presto, subito alle 8, quando ci sono solo un paio di bimbi e lei puó dedicarsi in maniera esclusiva a Giulietto che deve trovare un punto di riferimento in lei o nelle altre 2 educatrici. Vedremo....
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#5

Tranquilla, io ho lasciato la piccola a 18 mesi all'asilo e mi sono fatta tanti di quei pianti!!
Eppure è stata una buona scelta, ed io dovevo lavorare.
Ogni scelta comporta delle conseguenze. Dagli fiducia e parlagli tanto.
A 22 mesi capiscono tantissime cose.
Buona fortuna.

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#6

ciao, non credo che le difficoltà di adattamento che sta incontrando tuo figlio possano essere riconducibili all'AS o all'educazione, nel senso che non credo che sia stato educato in modi stravaganti. molte famiglie scelgono di fare AS, oppure allattamento prolungato, oppure coosleeping, ma non possiamo dire quante siano, perchè a non tutti piace parlare delle loro scelte... io credo molto semplicemente che c'è chi si adatta presto alle situazioni nuove (oppure così può sembrare un forte autocontrollo a 2 anni) e chi con più difficoltà: si tratta, in sostanza, di un contesto nuovo, persone (grandi e piccole) finora sconosciute, può esserci un pò di ansia, dell'insicurezza, che può portare il bambino a provare emozioni forti che non riesce a gestire.
può darsi, infine, che a tuo figlio, essendo così "libero", indipendente, sicuro di sè, tutte queste norme, tutte insieme, possano costringerlo, e quindi si ribella... è importante che capisca che a scuola ci si comporta così, e a casa si può essere più liberi... ma questa sarà una tappa che avverrà a tempo debito.
io gli darei tempo, non mi preoccuperei troppo se lui è più vivace degli altri, anzi magari una classe assortita può essere più stimolante. sicuramente per imparare le regole ci vuole tempo, però abbiamo imparato tutti, più o meno.
A.
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#7

Grazie ragazze, domani provo a portarlo presto e a vedere se con meno bimbi e piú attenzione da parte dell'educatrice si trova meglio. Vi tengo aggiornate! Buonanotte
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#8

Oggi é andata decisamente meglio. E' stato ben 2 ore da solo, piangendo un po', ma non troppo. A casa poi era sereno e sorridente. Domani e dopodomani (qui il we é venerdí e sabato) pausa ovviamente, e domenica vedremo...
Intanto vi giro questo articoletto del Corriere, proprio sull'inserimento all'asilo, che trovo davvero terribile...chi non sa nulla di rapporo madre-figli e psicologia infantile dovrebbe tacere.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/i...#more-5863
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#9

E il bello è quando sottolinea che il regalo più grande che possiamo fare ai nostri figli è l'indipendenza, lasciando sottintendere che le mamme più premurose non desiderano la stessa cosa.
Io ragiono in maniera totalmente opposta all'autrice dell'articolo e sono per un inserimento super graduale, eppure desidero che mia figlia sia autonoma.
Sono fermamente convinta che soddisfando i bisogni della mia piccola e facendole fare il "pieno di mamma" lei prima o poi acquisirà la sicurezza necessaria per seguire la sua strada da sola. Non la lascerò mai piangere tra le braccia di una sconosciuta pensando che andarmene sia la soluzione migliore.
Se un giorno dovrò farlo sarà proprio perché non avrò alternative, altrimenti mia figlia starà con la sua mamma, com'é giusto che sia.
Si è piccoli una volta sola nella vita, non capisco questo accanimento nel voler vedere i figli 'grandi' e indipendenti da subito.
Comunque Elis sono contenta che l'inserimento del tuo piccolo stia migliorando, speriamo continui cosi...
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#10

Proprio ieri parlando con dei vicini è venuta fuori questa storia che vi vengo a raccontare.
I miei vicini hanno: Lui 96 anni, Lei un pò meno. Sono arzillissimi, soprattutto lei, anche se un pò sordi.
Dunque, ai loro tempi di gioventù, quando facevano i contadini, c'erano due bambini del paese, due fratellini, che stavano sempre con Lui in giro per le campagne. Non avendo asili per far palestre nè per socializzare, i bambini erano allo stato brado, liberi come il vento.
Arrivò il primo giorno di scuola, e la maestra comprese subito che era come cercare di domare due cavalli selvatici. Allora, quando vedeva che scalcettavano, li faceva uscire: si facevano una galoppata e poi tornavano in classe, più rilassati e attenti.
Questa storia mi ha fatto molto riflettere. Se capitasse oggi, verrebbe imputata la colpa all'educazione troppo morbida dei genitori, al lettone, al seno... verrebbe diagnosticato un deficit di apprendimento o un'iperattività, verrebbero convocati psicologi e operatori sociali. Questa maestrina di campagna, pur con i molti limiti che ci saranno stati allora rispetto ad oggi, con osservazione, empatia e intelligenza risolse tutto, senza clamore, accontentando tutti.
A.
Ho letto l'articolo del Corriere e non ho capito una cosa: ma quanti primi anni di materna si sono fatti sti bambini? L'anno scorso primo anno a Milano in una scuola italiana, quest'anno sempre a Milano, sempre il primo anno, in una scuola inglese???? Come mai hanno ripetuto il primo anno, adesso bocciano anche alla materna? Comunque va bè dai, sono opinioni. Ricordiamoci di:
1) non farci confondere e ragionare con il nostro cuore e la nostra testa, e
2) il nido, e la materna, sono soprattutto per i bimbi che hanno i genitori che lavorano (o almeno una volta era così, adesso sembra quasi che anche la meterna sia diventata scuola dell'obbligo - almeno morale - dove un bambino dovrebbe andare a prescindere) e di conseguenza ogni intoppo, ogni pianto, ogni rallentamento, comunque è d'intralcio al lavoro, il che è gravissimo, in una società che misura il benessere con il pil. Se poi l'intoppo se lo sorbetta la madre, apriti cielo! L'anacronismo per antonomasia!
A.
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