08-06-2012, 06:34 18
Alexandra, sei la transalpina che preferisco.
Sei riuscita ad esprimere un concetto che per me risultava essere intricato da esporre.
Proprio così, mi sento.
Il fatto di essere maestro io un po' lo subisco. Sono molto orgogliosa di come sono diventata, e non potrei essere come sono ora se non avessi sbagliato tanto prima. Se tornassi indietro probabilmente rifarei gli stessi sbagli, perché è anche a causa loro se oggi posso sentirmi bene con me stessa. Al tempo stesso non voglio, appunto, che mia figlia "prenda" di me certe cose perché deve crescere libera. Perciò desidero essere solo la mamma, come un mammifero che insegna come cacciare il cibo, come scampare ad un agguato, scavarsi una tana ecc. Ok, glielo insegno, ma spero che poi queste cose la attraversino e ne venga fuori un suo unico e distinguibile essere.
Per le risposte, Namor, ci vorrebbe una infinità e qui non è il caso.
Lascio solo alcuni appunti:
Anche i miei vengono dallo stesso periodo, ma sono diametralemnte opposti. Infatti i tuoi hanno "subito" una educazione, mente i miei hanno "goduto" di una educazione. E si vede ancora in noi, ma spero vivamente che nelle nostre figlie si veda solo il "godimento". Tu e tuo fratello cercate di essere molto diversi dai vostri genitori, io, invece, cerco di somigliare loro (chiaro, nel limite dei difetti che ognuno ha!)
Non ho capito bene cosa intendi con il mio "vedere le cose in modo indipendente".
Comunque un conto è partecipare (vedi: essere partecipe di qualcosa) un conto è ingerire (vedi: un verbo riflessivo che intende l'intromettersi, portare sè stesso in qualche faccenda senza essere richiesto). E non dire che non è così perché ne abbiamo parlato parecchio e la loro ingerenza è stata stabilita da tempo. Vedi proprio un paio di settimane fa quando sono entrati senza chiedertelo nel tuo negozio chiuso. Loro farebbero volentieri lo stesso con casa nostra e con la nostra famiglia. Nessuno li ha mai tenuti lontani dal partecipare, solo che questo non corrisponde a quello che loro vorrebbero e che noi non potremmo comunque assecondare. Io non voglio rieducarli, mi basta che stiano al loro posto!!
Sulla questione "mamma" al posto di "nonna" te lo ripeto. E' patologico. Lo ricordi che mi disse di "sentirsi come se avesse partorito lei", che "io sono felice SOLO quando sono con la piccola"... ma vabbeh, lo so che non ci riesci proprio a vederla.
Appunto, l'hai subita, e questo la dice lunga...
Sei riuscita ad esprimere un concetto che per me risultava essere intricato da esporre.
Proprio così, mi sento.
Il fatto di essere maestro io un po' lo subisco. Sono molto orgogliosa di come sono diventata, e non potrei essere come sono ora se non avessi sbagliato tanto prima. Se tornassi indietro probabilmente rifarei gli stessi sbagli, perché è anche a causa loro se oggi posso sentirmi bene con me stessa. Al tempo stesso non voglio, appunto, che mia figlia "prenda" di me certe cose perché deve crescere libera. Perciò desidero essere solo la mamma, come un mammifero che insegna come cacciare il cibo, come scampare ad un agguato, scavarsi una tana ecc. Ok, glielo insegno, ma spero che poi queste cose la attraversino e ne venga fuori un suo unico e distinguibile essere.
Per le risposte, Namor, ci vorrebbe una infinità e qui non è il caso.
Lascio solo alcuni appunti:
(07-06-2012, 07:05 19)Namor Ha scritto: Per i nonni... eh, che ci vuoi fare, con loro è diverso. Vengono da un periodo appena successivo alle bacchettate sulle mani a scuola, al "finisci quello che hai sul piatto!" ed a tante altre amenità che oggi noi qui aborriamo, giustamente.
...
C'è poi anche quell'entusiasmo direi ovvio dell'avere finalmente un nipote, quindi rivivere in qualche modo l'esperienza del gestire un bimbo, e sono evidentemente meno attenti sulle ingerenze che il loro comportamento può generare.
Anche i miei vengono dallo stesso periodo, ma sono diametralemnte opposti. Infatti i tuoi hanno "subito" una educazione, mente i miei hanno "goduto" di una educazione. E si vede ancora in noi, ma spero vivamente che nelle nostre figlie si veda solo il "godimento". Tu e tuo fratello cercate di essere molto diversi dai vostri genitori, io, invece, cerco di somigliare loro (chiaro, nel limite dei difetti che ognuno ha!)
(07-06-2012, 07:05 19)Namor Ha scritto: Poi sul discorso ingerenze... tu hai un modo di vedere le cose estremamente indipendente.
I nonni paterni di tua figlia NO. Non sono mai stati così. Per loro è naturale partecipare come per me lo è averceli intorno.
Ho dovuto IO cambiare un bel po', per rispettare la tua visione delle cose (e perchè comunque ok, la condivido anche, sebbene non sia così integralista come tendi ad esserlo tu), e questo implica un processo di rieducazione dei nonni che non sempre è facile, tanto meno efficace.
Poi se a questo aggiungiamo il fatto che sei estremamente scottata dalla nonna paterna - questione che io continuo a sostenere anche frutto di molte incomprensioni - ecco che diventi estremamente irritabile su ogni cosa riguardi il rapporto nonni/figli.
Non ho capito bene cosa intendi con il mio "vedere le cose in modo indipendente".
Comunque un conto è partecipare (vedi: essere partecipe di qualcosa) un conto è ingerire (vedi: un verbo riflessivo che intende l'intromettersi, portare sè stesso in qualche faccenda senza essere richiesto). E non dire che non è così perché ne abbiamo parlato parecchio e la loro ingerenza è stata stabilita da tempo. Vedi proprio un paio di settimane fa quando sono entrati senza chiedertelo nel tuo negozio chiuso. Loro farebbero volentieri lo stesso con casa nostra e con la nostra famiglia. Nessuno li ha mai tenuti lontani dal partecipare, solo che questo non corrisponde a quello che loro vorrebbero e che noi non potremmo comunque assecondare. Io non voglio rieducarli, mi basta che stiano al loro posto!!
Sulla questione "mamma" al posto di "nonna" te lo ripeto. E' patologico. Lo ricordi che mi disse di "sentirsi come se avesse partorito lei", che "io sono felice SOLO quando sono con la piccola"... ma vabbeh, lo so che non ci riesci proprio a vederla.
(07-06-2012, 07:05 19)Namor Ha scritto:(20-05-2012, 09:49 21)Valina Ha scritto: [quote='Namor' pid='36013' dateline='1336578825']Sì, infatti. Ma quella storia comunque non fu esattamente come la dici ora. Cioè io pensavo che era il papà ed aveva ragione, ma nel contempo lo odiavo anche un po' e certo non ho gradito il dover accettare l'imposizione. L'ho subita, non condivisa, quella cosa.
Il mio compagno mi disse che quando suo papà lo chiuse in cantina perché non voleva mangiare quello che aveva nel piatto pensò che se faceva così aveva ragione. Esattamente come il bambino di cui parli che giustifica mamma e papà, e probabilmente se lo fa è perché è da mo' che gli viene imposto questo modo di pensare! E forse anche una donna che giustifica il marito o il fidanzato che la mena, è abituata a pensare che se le prende è perché le merita. E la dice lunga su come purtroppo sia cresciuta. Ma questo meriterebbe una discussione a parte.
Appunto, l'hai subita, e questo la dice lunga...