aleberto ma quello di cui parli tu non è la lode! nell'esempio di tua madre all'incontro con i professori o di tuo marito che dovrebbe mostrarti solidarietà ed empatia quello che cerchi, quello che tu stessa riconosci di aver bisogno non è la lode ma "l'interessamento" degli altri verso di te! ed è comprensibilissimo! infatti è proprio quello che kohn vuole ottenere: non lode ma interessamento da parte del genitore! è quello che ci fa sentire considerati e incentivati!
kohn usa anche un termine (in inglese) per definirlo....ora non mi viene! cmq la differenza è sottile ma c'è. In questo libro è anche vero che trovaimo delle parziali esagerazioni, ma pensate alla società americana dove kohn vive. quindi è anche vero che il contesto americano è fortemente incentrato sulle lodi e sui premi per ogni minima cosa.
una cosa che cmq ha un po' cambiato certi miei punti di vista da quando sono diventata madre è fare una sorta di autoanalisi, e a quanto vedo anche voi altre non ne siete uscite immuni!
io ormai spesse volte mi trovo là a rimuginare sulla mia infanzia, sull'educazione ricevuta, sul rapporto con i miei genitori, e devo dire che certe volte non è facile superare certe cose del nostro vissuto.
poi mi viene in mente un pensiero per rikierikki. hai raccontato del gioco della torre con gli anelli. ti vorrei dare un suggerimento: prendi il gioco, ti metti vicino a tuo figlio gli fai vedere come funziona (sfili gli anelli e li rinfili in ordine, lentamente, senza parlare, quasi esagerando i gesti
) poi gli lasci il gioco, può succedere che lui non sia interessato in quel momento e lasci perdere, lo levi. se invece mostra interesse glielo lasci e ti allontani un po'. non dici nulla e lo lasci esercitarsi fino a quando non si stufa. ogni tanto vedrai che mostrerà interesse per quel gioco (o materiale!) e di nuvo lo lascerai giocare in piena autonomia. lo puoi aiutare o fargli vedere di nuovo come funziona solo se lui chiede il tuo aiuto, altrimenti non intervenire mai. vedrai che nel giro di poco tempo riuscirà da solo a mettere gli anelli nel giusto ordine!
è proprio quello che è successo a noi recentemente con la torre di cubi. sono dieci cubi di grandezza decrescente da impilare uno sull'altro per formare una torre (la famosa torre rosa della Montessori!). mio marito si ostinava più volte ad intervenire, aiutandolo, o dicendoli questo sì questo no, questo è più grande questo è più piccolo ecc...una sera rientra a casa ad ora di cena e ci trova in salotto con Francesco davanti alla torre che sta mettendo l'ultimo cubetto e io intenta a farmi i fatti miei sul divano. subito mi chiede:" ma l'ha fatta Francesco? tutta da solo?" e io:" certo! come puoi vedere lui non ha bisogno di nessun aiuto, ha solo bisogno di esercitarsi più volte per perfezionarsi!"
mi viene sempre in mente l'esempio che fa la Montessori: se uno vi spiega come si suona il pianoforte, vi spiega perfettamente come mettere la mano, le dita...vi fa vedere come si fa...ecco questo vuol dire che poi sapete suonarlo anche voi? no di certo! per imparare avete solo bisogno di esercitarvi, di fare bene, di sbagliare, di fare bene di nuovo, di sbagliare di nuovo..ma è solo con l'esercito che riuscirete ad acquisire pienamente la padronanza dello strumento e le vostre mani impareranno a coordinarsi perfettamente!