26-10-2010, 10:02 22
Ciao a tutti,
sono Chiara, mamma di Giorgia di 8 mesi e mezzo, allattata (ancora oggi prevalentemente, ad eccezione del pranzo) al seno.
Mi sono avvicinata all'autosvezzamento per volontà della mia piccina, prima ancora di considerarlo seriamente come un vero e proprio approccio al cibo e soprattutto all'ascolto della mia creatura. Purtroppo non sono stata in grado di capire da subito come interpretare i suoi digiuni, il rifiuto della pappa, un paio di vomitate, così gli ultimi due mesi sono stati davvero difficili oltre che per lei anche per me, sia dal punti di vista fisico che emotivo. Mi snervavo con mille domande su dove avessi sbagliato (è abbastanza diffusa l'idea che dietro ad un difficile rapporto col cibo vi sia una difficile relazione madre-figlio/a), su quali suoi messaggi non avessi compreso, se le avessi provocato inavvertitamente qualche trauma, sul perchè non fossi in grado di sintonizzarmi sulla lunghezza d'onda della mia piccola... Ma ora tutto è superato e mi sembra così lontano: è bastato infatti lasciarmi dietro le idee dei pediatri, ed ascoltare Giorgia, dar seguito alla sua curiosità, darle modo di provare a fare la grande, ad essere grande quale è, perchè possa davvero sentire che siamo sulla strada giusta... Certo non siamo "arrivati", Giorgia mangia non tanto e ancora più o meno sempre le stesse 2/3 cose, ma guarda, "chiede", assaggia di tutto e sono certa che non mancherà molto al momento in cui anche noi potremo compilare una diario alimentare piuttosto vario!
Quello che però resta è il senso di colpa per non averla capita e per non aver vissuto bene io e non aver fatto vivere bene a lei e a un po' tutta la mia famiglia questo ultimo periodo sempre assieme prima del rientro al lavoro (ricomicerò dopo-domani!). Si parla tanto di saper ascoltare se stessi e il proprio piccino, come ho fatto io a non aver ascoltato la voce del cuore (voglio credere che c'era e che io non la comprendessi) e ad intestardirmi affinchè la mia piccina si comportasse "come tutti i bambini normali"? Sì perchè sarà pure l'erba del vicino, ma le mamme che ho conosciuto ai corsi pre e post-partum o dell'AIMI hanno tutti bimbe/i che non hanno avuto alcun problema di svezzamento, anzi mangiano un sacco fin dai 6 mesi, e quasi tutte hanno i figli che dormono tutta notte nel loro lettino... Eppure...
E qui arriviamo al secondo punto, al famigerato lettone. Giorgia non ha mai dormito tante ore di fila, a parte una splendida parentesi tra i 2 e i 5 mesi in cui si svegliava 1 volta sola (o 2 al massimo) solo per poppare, ma ora la situazione è davvero ostica. A parte vari libri sul diventare genitori e/o saggi di pedagogia, sul tema sonno ho letto di tutto un po' da prima che nascesse (ancora mia mamma mi rinfaccia che non ho fatto una notte intera fino a 5anni e 9 mesi, immaginate che nervo scoperto che è questo tema per me!), dal "Fate la nanna" di Estivill, al "Besame Mucho" di Gonzales, al dolcissimo "Fai la nanna senza lacrime" di Pentley, e articoli e forum online, giornali etc. Eppure il dubbio mi attanaglia ancora: lettone o non lettone? O meglio, dentro di me (egoisticamente, lo riconosco) sarei già per lettino o quanto meno "lettone ma non per anni", ma allora come si fa? Il lettone è presente nella sua accezione più dolce da parecchi mesi: la prima poppata della giornata era sempre lì dal 5 mese (e magari mi si dirà "ecco l'errore"), dove poi ci appisolavamo assieme e giocavamo per un dolce risveglio (anche perchè Giorgia spesso si svegliava attorno alle 6 ed era dura non trovare qualche esacomotage per stare sì assieme ma quanto meno sdraiate). Ma dal 6 mese (da quando ha iniziato a rifiutare le pappe ed hanno iniziato a prepararsi i dentini) anche il sonno è andato a pallino, iniziando a svegliarsi parecchie volte per notte... Se però prima era ancora per mal di pancia (si addormentava solo dopo aver emesso aria dal pancino) o per mangiare (e crollava al seno dopo pochissimo dal termine delle sue vigorose poppate), ora... Non lo so più! Certo ha ancora mal di pancia a volte, altre a fame, ma altre ancora? Ha bisogno di me? E in che modo? Ormai a volte la metto nel lettone attorno alle 2 o le 3, dopo la poppata, ma sempre più spesso si sveglia ed è inquieta prima...
Ed anche qui mi sento in colpa. Perchè se "adorassi dormire assieme" problemi non ci sarebbero (adoravo e adoro allattare e alternative non sono state neanche mai prese in considerazione), ma la verità è che non sono comoda e soprattutto ho paura che la cosa possa protrarsi per parecchio tempo. Perchè non riesco a pensare con gioia di andare avanti per tanti mesi o anni addirittura e intimamente non vorrei altro che si addormentasse e dormisse tutta notte (salvo poppata) nel suo lettino.
E allora, che fare? Come vivere questo periodo (soprattutto considerando che da un paio di settimane sta andando al nido?). Non è che il lettone è un "punto del non ritorno"?
Mi piacerebbe avere l'opinione di qualcuno ha superato questa fase e che abbia vissuto i miei stessi dubbi, e/o che abbia fatto un percorso analogo. Quanto meno ciò mi aiuterebbe a vedere l'erba di qualche altro vicino che magari è di una "sfumatura di verde diversa", come la mia...
sono Chiara, mamma di Giorgia di 8 mesi e mezzo, allattata (ancora oggi prevalentemente, ad eccezione del pranzo) al seno.
Mi sono avvicinata all'autosvezzamento per volontà della mia piccina, prima ancora di considerarlo seriamente come un vero e proprio approccio al cibo e soprattutto all'ascolto della mia creatura. Purtroppo non sono stata in grado di capire da subito come interpretare i suoi digiuni, il rifiuto della pappa, un paio di vomitate, così gli ultimi due mesi sono stati davvero difficili oltre che per lei anche per me, sia dal punti di vista fisico che emotivo. Mi snervavo con mille domande su dove avessi sbagliato (è abbastanza diffusa l'idea che dietro ad un difficile rapporto col cibo vi sia una difficile relazione madre-figlio/a), su quali suoi messaggi non avessi compreso, se le avessi provocato inavvertitamente qualche trauma, sul perchè non fossi in grado di sintonizzarmi sulla lunghezza d'onda della mia piccola... Ma ora tutto è superato e mi sembra così lontano: è bastato infatti lasciarmi dietro le idee dei pediatri, ed ascoltare Giorgia, dar seguito alla sua curiosità, darle modo di provare a fare la grande, ad essere grande quale è, perchè possa davvero sentire che siamo sulla strada giusta... Certo non siamo "arrivati", Giorgia mangia non tanto e ancora più o meno sempre le stesse 2/3 cose, ma guarda, "chiede", assaggia di tutto e sono certa che non mancherà molto al momento in cui anche noi potremo compilare una diario alimentare piuttosto vario!
Quello che però resta è il senso di colpa per non averla capita e per non aver vissuto bene io e non aver fatto vivere bene a lei e a un po' tutta la mia famiglia questo ultimo periodo sempre assieme prima del rientro al lavoro (ricomicerò dopo-domani!). Si parla tanto di saper ascoltare se stessi e il proprio piccino, come ho fatto io a non aver ascoltato la voce del cuore (voglio credere che c'era e che io non la comprendessi) e ad intestardirmi affinchè la mia piccina si comportasse "come tutti i bambini normali"? Sì perchè sarà pure l'erba del vicino, ma le mamme che ho conosciuto ai corsi pre e post-partum o dell'AIMI hanno tutti bimbe/i che non hanno avuto alcun problema di svezzamento, anzi mangiano un sacco fin dai 6 mesi, e quasi tutte hanno i figli che dormono tutta notte nel loro lettino... Eppure...
E qui arriviamo al secondo punto, al famigerato lettone. Giorgia non ha mai dormito tante ore di fila, a parte una splendida parentesi tra i 2 e i 5 mesi in cui si svegliava 1 volta sola (o 2 al massimo) solo per poppare, ma ora la situazione è davvero ostica. A parte vari libri sul diventare genitori e/o saggi di pedagogia, sul tema sonno ho letto di tutto un po' da prima che nascesse (ancora mia mamma mi rinfaccia che non ho fatto una notte intera fino a 5anni e 9 mesi, immaginate che nervo scoperto che è questo tema per me!), dal "Fate la nanna" di Estivill, al "Besame Mucho" di Gonzales, al dolcissimo "Fai la nanna senza lacrime" di Pentley, e articoli e forum online, giornali etc. Eppure il dubbio mi attanaglia ancora: lettone o non lettone? O meglio, dentro di me (egoisticamente, lo riconosco) sarei già per lettino o quanto meno "lettone ma non per anni", ma allora come si fa? Il lettone è presente nella sua accezione più dolce da parecchi mesi: la prima poppata della giornata era sempre lì dal 5 mese (e magari mi si dirà "ecco l'errore"), dove poi ci appisolavamo assieme e giocavamo per un dolce risveglio (anche perchè Giorgia spesso si svegliava attorno alle 6 ed era dura non trovare qualche esacomotage per stare sì assieme ma quanto meno sdraiate). Ma dal 6 mese (da quando ha iniziato a rifiutare le pappe ed hanno iniziato a prepararsi i dentini) anche il sonno è andato a pallino, iniziando a svegliarsi parecchie volte per notte... Se però prima era ancora per mal di pancia (si addormentava solo dopo aver emesso aria dal pancino) o per mangiare (e crollava al seno dopo pochissimo dal termine delle sue vigorose poppate), ora... Non lo so più! Certo ha ancora mal di pancia a volte, altre a fame, ma altre ancora? Ha bisogno di me? E in che modo? Ormai a volte la metto nel lettone attorno alle 2 o le 3, dopo la poppata, ma sempre più spesso si sveglia ed è inquieta prima...
Ed anche qui mi sento in colpa. Perchè se "adorassi dormire assieme" problemi non ci sarebbero (adoravo e adoro allattare e alternative non sono state neanche mai prese in considerazione), ma la verità è che non sono comoda e soprattutto ho paura che la cosa possa protrarsi per parecchio tempo. Perchè non riesco a pensare con gioia di andare avanti per tanti mesi o anni addirittura e intimamente non vorrei altro che si addormentasse e dormisse tutta notte (salvo poppata) nel suo lettino.
E allora, che fare? Come vivere questo periodo (soprattutto considerando che da un paio di settimane sta andando al nido?). Non è che il lettone è un "punto del non ritorno"?
Mi piacerebbe avere l'opinione di qualcuno ha superato questa fase e che abbia vissuto i miei stessi dubbi, e/o che abbia fatto un percorso analogo. Quanto meno ciò mi aiuterebbe a vedere l'erba di qualche altro vicino che magari è di una "sfumatura di verde diversa", come la mia...