COS'È L'AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
Con oltre 140 ricette per TUTTA la famiglia


autosvezzamento per tutti


assolutamente da leggere!
#11


...bellissimo racconto!!!!Em0400Em0400Em0400
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#12

condivido, stupendo!!! ora ordino il libro Smile

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#13

Ecco questo è il racconto che potete leggere nel libro della Negri sui miei primi sedici mesi di allattamento con Emma, visto che però lei è stata poi allattata per più del doppio (38 mesi), immagino che dovrò fare al più presto un piccolo aggiornamento IdeaIdeaIdeaIdea


DOVEROSA PREMESSA: Prima della nascita di Emma ero un'altra persona rispetto a quella che sono adesso, avevo voluto tanto questa figlia, ma forse non ero ben cosciente del cambiamento che il diventar mamma avrebbe prodotto nella mia persona. Guardavo agli amici con figli e alle volte li criticavo molto, non comprendendo come potessero annullarsi nei loro figli e rinunciare alle cose extra famiglia (cinema, teatro, cene fuori, palestra...), così mi dicevo che anche dopo esser diventata mamma avrei voluto apportare i minimi cambiamenti possibili alla mia vita. Mi dicevo anche che avrei cercato il più possibile di abituare i miei figli ai miei ritmi (quasi che i miei fossero più importanti dei loro...) e poi mi sarei sforzata di fare in modo che fossero bravi bambini che al ristorante non si sarebbero mai mossi dalle proprie sedie e che comunque non avessero mai fatto in giro le scenate che spesso vedevo fare agli altri bambini (quasi che la colpa di esse fosse di quei malcapitati genitori incapaci di educare...). Molto critica ero poi nei confronti di quelle coppie di amici che tenevano i figli del lettone, sta cosa addirittura mi scandalizzava. SULL'ALLATTAMENTO ERO IGNORANTISSIMA e pensavo che se non fossi stata una delle fortunatissime che riuscivano ad avere latte (quasi che il latte arrivasse per intercessione divina!) sarebbe stato lo stesso, tanto i bimbi col bibe crescevano altrettanto bene. A questo proposito devo dire che non avevo avuto esperienze dirette con persone che allattavano al seno per un periodo sufficientemente lungo (diciamo oltre i tre mesi...) e avevo al massimo avuto amiche che avevano sofferto di crisi postparto da cui erano uscite passando da un allattamento misto a un allattamento totalmente artificiale.
Questo era il PRIMA, poi c'è stato il DOPO, cioè sono rimasta incinta. A questo punto il cambiamento della mia persona aveva iniziato il suo corso, visto che diventavo giorno per giorno sempre meno categorica e più aperta alle svariate possibilità di un futuro non ancora ben delineato. Inizio ad informarmi su varie tematiche della genitorialità anche se più che altro acquistavo quelle riviste da futura mamma che raccontano molte castronerie e di certo sono al servizio delle ditte che acquistano gli spazi pubblicitari. Un giorno incontro una mia amica, incinta come me, solo avanti di un mesetto, che mi dice di esser già stata a comprare i reggiseni da allattamento. Io la guardo allibita e le dico: "Ma come fai ad esser certa che poi ti verrà il latte e allatterai tua figlia?" e lei: "GUARDA ALE CHE TUTTE LE DONNE HANNO IL LATTE!!!". Quelle parole mi hanno aperto un mondo e così nell'ultimo periodo della gravidanza ho cercato di informarmi meglio sull'allattamento, quanto meno cercando informazioni nel web.
Un mesetto prima del parto inizio il CORSO PREPARTO ORGANIZZATO DAL MIO OSPEDALE. A questo proposito posso dire che più che altro mi è servito a conoscer future mammine come me e a confrontare le mie e le loro paure, perchè non è che a quello ho appreso chissà quali grandi verità. La ginecologa che si occupava della parte più propriamente ostetrica del parto fu piuttosto in gamba, ma il pediatra fece del vero e proprio terrorismo psicologico su di noi mammine alla prima esperienza parlandoci dei necessari controlli medici appena successivi alla nascita (e che alle volte giustificavano il portare il neonato dalla madre dopo ore...) e delle norme di igiene che avremmo dovuto tenere con i nostri bambini. Ricordo soprattutto tre cose delle sue lezioni: SE AVESSIMO AVUTO ANIMALI DOMESTICI AVREMMO DOVUTO ALLONTANARLI (e giù a raccontare di bambini sbranati dal cane di casa o sgraffiati dal gattino diventato improvvisamente aggressivo e gelosissimo...), NON AVREMMO MAI DOVUTO DARE IL CIUCCIO AI NOSTRI BIMBI (ma non per una possibile interferenza con l'allattamento, lui infatti parlava di motivazioni igieniche, di dipendenza del bambino da questo oggetto che oltre a crear crescendo problemi alla bocca avrebbe anche potuto dare conseguenze psicologiche, visto che il bambino poi si sarebbe vergognato di usare il ciuccio ma non sarebbe comunque riuscito a farne a meno...) e MAI MAI E POI MAI AVREMMO DOVUTO FARLI VENIRE NEL LETTONE (perchè c'erano bambini che eran morti soffocati e c'erano anche coppie per le quali la mancanza di intimità era diventata causa di separazione...). Sull'allattamento ricordo che disse che ci augurava che ognuna di noi riuscisse ad allattare al seno (non ci spiegò comunque come fare per favorire sta cosa...) visto che i latti adattati erano comunque qualitativamente inferiori al latte materno e corrispondevano soltanto per il contenuto di acqua, non ci saremmo dovute spaventare dalle volte che inizialmente il bambino ci avrebbe richiesto di poppare (anche 10-12) visto che dopo il primo mese di assestamento poi la situazione sarebbe migliorata e il nostro bimbo avrebbe iniziato a saltare la poppata della notte soprattutto se iniziavamo ad essere metodiche con gli orari di uscite, bagnetto ecc... (mi vien da sorridere adesso se penso a questo visto che mia figlia Emma, sedici mesi, ha avuto stanotte un solo risveglio, ed è praticamente la prima o seconda volte nella sua vita!!!!). Ah ricordo anche che ci disse che all'inizio dell'allattamento avremmo dovuto attaccare il bimbo ad entrambi i seni (per favorire stimolare entrambi) e poi usare un solo seno a poppata, solo che nello specifico ci disse pure che i bimbi di solito svuotano un seno in una decina di minuti (la maggior parte pure in meno tempo...) quindi era inutile star lì ore con il seno al vento.... ECCO CHE DUNQUE AL CORSO PREPARTO COMPRESI CHE L'ALLATTAMENTO A RICHIESTA ERA A RICHIESTA PER MODO DI DIRE, INSOMMA DELLE REGOLE CI VOLEVANO.... ma passiamo oltre.
Emma nasce il primo novembre 2006 alle 13.14 dopo un travaglio di circa dodici ore, in sala parto mi danno immediatamente la piccola e me la appoggiano sul seno (anche se nessuno mi dice di attaccarla), poi la lavano e la vestono e me la riportano una mezzor'etta più tardi quando sono nella mia camera. Nel mio ospedale (Barga, Lucca) che è un centro nascita molto piccolo, non c'è il rooming in nè totale nè parziale per problemi strutturali, comunque c'è totale libertà di accesso al nido (sia per la mamma che per i papà) e a parte che si possono andare a prenderli da noi e allattarli sia lì, in un'apposito salottino, che in camera, te li portano spesso sia durante il giorno che la notte. EMMA MI VIENE PORTATA QUINDI POCO DOPO IL PARTO E LASCIATA SUBITO UN PAIO DI ORE. L'infermiera che me la porta mi dice di attaccarla al seno e se ne va. Io non sapevo neppure come tenerla in braccio mia figlia, figuraratevi se sapevo attaccarla al seno!!! Comincio un pò a sbirciare le mie compagne di stanza e vedo che i loro figli poppano felici, Emma invece pare giocherellare col capezzolo e invece che succhiare sonnecchia. Quando l'infermiera la torna a riprendere le dico che non si attacca bene e lei mi fa: "Il primo giorno non hanno fame e dormono e basta, tu tienila al capezzolo e non ti preoccupare...." IO INVECE MI PREOCCUPO E ANCHE NELLE VOLTE SUCCESSIE CHE LA BIMBA è CON ME ME LA PASSO DA UN SENO ALL'ALTRO CHIEDENDOMI SE FACCIO BENE MA SONO TOTALMENTE INSICURA... nel frattempo continuo a sbirciare le altre mamme quasi di soppiatto e mi rendo conto che Emma non fa come gli altri bimbi, poi vedo che uno dei capezzoli è un pò rientrato e mi faccio mille paturnie. Il giorno successivo entro un pò in crisi e invece che aspettare che mi portino la bimba vado direttamente al nido da lei, QUELLA è LA MIA FORTUNA, Lì INCONTRO IL MIO ANGELO: è una delle vecchie infermiere del nido, si chiama Bice, capisce subito che sono un pò in crisi e mi chiede gentilmente cosa sia successo. Io mi metto a piangere e le dico che i seni son vuoti, Emma non si attacca e che uno dei miei capezzoli è rientrato. Lei mi fa un sorriso e mi dice di sedermi che mi avrebbe aiutato lei. Innanzitutto non si è mai visto un seno che non faccia latte e poi col seno che mi ritrovavo io di certo non avrei avuto problemi, anche quello del capezzolo era un non problema visto che aveva aiutato ad allattare anche mamme coi capezzoli molto più rientrati dei miei. E' vero Emma non si attaccava bene, ma lei era lì per questo. Innanzitutto mi corregge la posizione con cui tenevo la bambina, poi le avvicina la nuca al mio seno, cerca di strizzarmelo.... QUALCHE TENTATIVO E POI SENTO UNA MAGICA NUOVA SENSAZIONE COME DI SOTTOVUOTO.... EMMA STAVA CIUCCIANDO!!!!!!! Le volte successive che me la portano in camera sono io a chiedere all'infermiera di turno ad aiutarmi ad attaccarla perchè da sola non riesco, il problema maggiore rimane il seno sinistro che non riesce ad uscir fuori bene. Una mia amica mi parla dell'esistenza di paracapezzoli e ne parlo a un'ostetrica che mi dice che sarebbe meglio non usarli ma se proprio senza non riesco potrei anche comprarli. Me li faccio portare da Mario, adesso so che ho un pò rischiato di mandare a pallino il mio allattamento usandoli, ma i quel momento mi parevano essere l'unica alternativa alle infermiere che evidentemente dopo la dimissione non potevano essere a casa con me ad aiutarmi. Il giorno della dimissione sono un pò giù di corda, mi viene in mente di non riuscire ad essere una buona mamma, continuo ad aver paura che Emma non riesca ad attaccarsi bene, non mi piacciono quei paracapezzoli ma non vedo come non usarli... Mario è felicissimo di riportarci a casa e io invece avrei solo voglia di piangere. Arriviamo a casa, palloncini per le scale, la casa piena di fiori, scoppio a piangere ma più che la commozione è il panico che mi atterrisce. Si mette a piangere anche Emma, oddio Mario, devo allattarla!!!! Passami i paracapezzoli!!! Non li troviamo, rivoltiamo tutto il borsone mille volte e capiamo che sono rimasti all'ospedale. Mario riparte all'istante mentre io cerco di calmare Emma non riuscendoci visto che divincola la testolina ma non prende il capezzolo in bocca. Mario ritorna alla velocità della luce (per fortuna l'ospedale dista solo 6 km) e col "magico paracapezzolo" Emma inizia a ciucciare e si calma. Verso sera arriva mia suocera che vorrebbe insegnarmi a far tutto, come cambiare il pannolino a mia figlia, come farle fare il ruttino, addirittura mi intima di non parlare quando allatto (lei che a suo figlio ha sempre dato solo latte artificiale voleva farmi da maestrina!) e mi chiede se mi son procurata del latte in polvere nel caso il mio mi andasse via.... capisco di essere al limite della sopportazione e sbotto di brutto visto che ho come l'impressione di essere giudicata da una commissione che deve darmi il nulla osta come mamma... QUELLO SCATTO D'IRA è LA MIA SALVEZZA: CAPISCO IN QUELL'ISTANTE CHE NON DEVO RENDER CONTO A NESSUNO SE NON A MIA FIGLIA E DEVO FARE QUEL CHE MI DICE IL MIO CUORE DI MAMMA.
Il primo giorno dalla mia dimissione dall'ospedale è il mio unico giorno di crisi post parto, la notte è lunghissima ed Emma piange tantissimo (ma d'altronde lei deve abituarsi a noi e noi a lei), ma l'indomani mattina mi sento rinata, mi lavo i capelli e mi dico che sarò un'ottima mamma.
Dopo pochi giorni riesco ad allattare Emma senza paracapezzoli (non escludo che essi siano stati una sorta di rimedio con effetto placebo, un modo per farmi acquisire sicurezza in me stessa) e ne sono felicissima. ALLATTARE MIA FIGLIA è UN Pò COME ESSERE ANCORA INCINTA, SIAMO UN TUTT'UNO, LEI è TUTTO PER ME ED IO SONO TUTTO PER LEI, LA SIMBIOSI è TOTALE.
I primi mesi sono piuttosto rilassanti, la bimba poppa ogni tre-quattro ore e la notte fa al massimo due poppate, attorno ai cinque mesi inizia però a risvegliarsi più spesso a causa della dentizione (alle volte anche 15 risvegli!!) così DALLA CULLA PASSA DIRETTAMENTE AL LETTONE, inizialmente mi sento quasi in colpa per questo, quasi fosse un ripiego dettato dalla mia pigrizia, ma poi capisco che è un bisogno di entrambe, anzi, di tutti e tre visto che anche il padre è ben felice di avere Emma in mezzo a noi.
A sei mesi si inzia lo svezzamento, progressivamente introduco i vari alimenti, Emma mangia tutto ad eccezione della pastina (uso quindi solo semolino e creme di cereali), anche se non si disamora al seno, anzi, mano a mano che si va avanti lo richiede sempre più. IO NON MI FACCIO SCRUPOLI AD ATTACCARLA PRIMA, DURANTE E DOPO I PASTI. Alle volte mi chiedo fino a quando vorrò allattarla e mi dico di voler arrivare almeno all'anno.
I mesi passano ed attorno agli undici mesi, in concomitanza con l'eruzione dei primi molari, Emma inizia a rifiutare quasi totalmente il cibo solido. Inizialmente mi ci stresso e faccio veri e propri teatrini per cercare di farla mangiare, ma poi comprendo che devo seguire i suoi tempi come ho fatto finora, SOSPENDO LE PAPPE VISTO CHE PROBABILMENTE LE SON VENUTE A NOIA, ED INIZIO A DARLE TUTTO CIò CHE MANGIAMO ANCHE NOI. Alle volte qualcosa spilucca, alle volte (rarissime) fa incredibili exploit mangiandosi magari una sogliola intera, ma alle volte, il più delle volte, non mangia niente e poppa e basta. Non dico che questa cosa mi lasci totalmente tranquilla, ma nonostante le numerose pressioni attorno a me di persone che mi dicono che la colpa è tutta dell'allattamento, che fino a che non le tolgo il mio latte lei non vorrà mai mangiare, io continuo per la mia strada FERMAMENTE CONVINTA DI VOLER ALLATTARE EMMA FINO A CHE ENTRAMBE LO VORREMO. Tra l'altro allattarla adesso che ha sedici mesi mi risulta anche più piacevole che quando era neonatina, visto che ha una maggiore coscienza di quel che le sto offrendo. Ormai si serve da sola, mi scopre il seno ed esclama "Paaap-paaa!!!" facendomi gli occhi dolci. Non ho comunque l'impressione di averla resa dipendente da me con la storia dell'allattamento, la vedo infatti molto sicura in se stessa e me lo confermano anche le tate del nido. Quando non è con me non mi cerca anche se quando ci ritroviamo è bellissimo e concederci una bella poppata mi sembra il minimo che possiamo regalarci....

Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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#14

Bella storia Alessia!!! Complimenti!!!

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#15

Sto proprio leggendo il libro in questi giorni! Fabio (complice il papà!!) me lo ha regalato (forse è un messaggio sublimnale??) è davvero bello e mi serve davvero molto: la persona che conosco che ha allattato di più in famiglia è mia cognata, ha però allattato solo fino all'anno, noi siamo a 15 mesi e 1/2 ormai e comincio a sentirmi dire da molti: ma gli da ancora il latte?? L'altro ieri mia mamma mi ha chiesto "quando hai intenzione di toglierglielo?"... vabbeh... no comment.
Un libro che consiglio è "Sempre con lui" di Elena Balsamo, è bellissimo.

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#16

"Sempre con lui" non è della Balsamo ma di Isabelle Fox (pubblicato dal Leone Verde), forse ti sbagli con "Sono qui con te", che hai ragione, è meraviglioso!!!

Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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#17

anche io non riesco ad immaginare di dire un giorno ad Irene, che ora ha tredici mesi, che ho deciso "unilateralmente" di interrompere quei momenti che la accompagnano verso il sonno tutti i pomeriggi e le sere e le notti.... normalmente è solo per addormentarsi che chiede la tetta, però su quei momenti non ci sono mediazioni: quasi mai il papà riesce a metterla a dormire in mia assenza e a volte mi preoccupa saperla così condizionata dalla mia presenza...l'unica alternativa è il sonno da dondolio dell'automobile o del passeggino...
ormai non mi disturba più (potere della rassegnazione...) svegliarmi la notte per aiutarla a riaddormentarsi ma vorrei vederla più capace di andare verso il sonno tra le braccia del papà o della maestra del nido (infatti andiamo a prenderla prima del sonnellino)...
non pensate che con il passare del tempo l'associazione tetta/sonno si radicalizzi?
ho prenotato ieri il libro di paola negri, e attendo di leggerlo con impazienza, ma mi piacerebbe sapere come sono le vostre esperienze nella logica del maturare insieme ai nostri bambini il tempo e il modo della fine del'allattamento, senza nessuna fretta, perchè so già quanto mi mancherà questo periodo quando sarà alle spalle...
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#18

ora sono in preparazione cena, ma quando ho un attimo ti parlo volentieri di questo.

baci

Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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#19

(19-11-2010, 08:19 20)Sonia Ha scritto:  anche io non riesco ad immaginare di dire un giorno ad Irene, che ora ha tredici mesi, che ho deciso "unilateralmente" di interrompere quei momenti che la accompagnano verso il sonno tutti i pomeriggi e le sere e le notti.... normalmente è solo per addormentarsi che chiede la tetta, però su quei momenti non ci sono mediazioni: quasi mai il papà riesce a metterla a dormire in mia assenza e a volte mi preoccupa saperla così condizionata dalla mia presenza...l'unica alternativa è il sonno da dondolio dell'automobile o del passeggino...
ormai non mi disturba più (potere della rassegnazione...) svegliarmi la notte per aiutarla a riaddormentarsi ma vorrei vederla più capace di andare verso il sonno tra le braccia del papà o della maestra del nido (infatti andiamo a prenderla prima del sonnellino)...
non pensate che con il passare del tempo l'associazione tetta/sonno si radicalizzi?
ho prenotato ieri il libro di paola negri, e attendo di leggerlo con impazienza, ma mi piacerebbe sapere come sono le vostre esperienze nella logica del maturare insieme ai nostri bambini il tempo e il modo della fine del'allattamento, senza nessuna fretta, perchè so già quanto mi mancherà questo periodo quando sarà alle spalle...

Ma sei sicura che non riesca assolutamente a dormire senza di te? Mi spiego meglio: mia figlia Emma all'età della tua iniziò a frequentare il nido, prima di quel momento si era addormentata sempre e solo con me e con la tetta. La mandavo mezza giornata, mi sarebbe tornato comodo mandarla il pomeriggio ma per il discorso del sonnellino inizialmente la mandai la mattina, ebbene... dopo qualche giorno feci per andarla a prendere e mi dissero che... stava dormendo! Ma come, mi dissi, come può essersi addormentata senza di me? E invece l'aveva fatto, si era messa nel lettino esattamente come gli altri bimbi (considera che lei il lettino manco lo conosceva visto che a casa dormiva nel lettone) e dopo una ninna nanna cantata dalla tata ed un po' di carezze aveva chiuso gli occhi e si era addormentata. La cosa si è ripetuta per qualche giorno (evidentemente al nido si stancava di più che a casa e sentiva il bisogno di quel sonnellino di fine mattina che aveva abolito da un po'), al che ho poi deciso che al nido iniziavo a mandarcela di pomeriggio :-)))
Chiaramente a casa ha sempre continuato a dormire con me e con la mia tetta, ma all'occorrenza (non solo al nido ma anche le rare volte che si trovava da mia suocera) riusciva a trovare metodi di addormentamento alternativi.
Dici poi che ti pare impossibile in questo momento pensare ad una decisione unilaterale circa l'allattamento di tua figlia e mi sembra normalissimo, però ti assicuro che andando avanti le variabili in gioco possono anche essere altre, ovvero se anche può essere che una decisione unilaterale da parte della madre non venga presa (io ad esempio non l'ho presa e mia figlia si è poi autosvezzata a tre anni quando ero incinta del fratello), con un bimbo più grande alcune "mediazioni" possono essere fatte e ad esempio si può cominciare a porre dei paletti o delle regole (non mi piace molto il termine ma mi auguro che sia chiaro ciò che voglio dire): si può dire adesso no, facciamolo più tardi, facciamolo solo in determinate situazioni, facciamolo di giorno, facciamolo di notte, facciamolo solo per un tot tempo, facciamolo soltanto se siamo io e te... un bimbo più grande riesce a comprendere molto meglio di un bimbo piccolo e riesce a venire incontro meglio a quelle che possono essere le esigenze della mamma. Non dimentichiamoci che l'allattamento è un rapporto a due e se è vero che il primo anno è una cosa talmente "vitale" per la crescita del bambino che magari la mamma si "sacrifica" senza batter ciglio (anche questo è un termine che non mi piace, ma il senso è che come dici tu la mamma si rassegna alle esigenze di suo figlio), andando avanti, per il fatto che da una parte il latte non è più alimento prevalente e dall'altra il bambino capisce molte più cose, ecco che normalmente si riesce a fargli accettare mediazioni nel caso in cui la situazione non risulti più piacevole per la mamma
Come ho ripetuto più volte in questi giorni che ho iniziato a scrivere in questo forum io ho avuto una splendida esperienza di allattamento, un'esperienza che ha dato tanto a me e a mia figlia e si è basata sul reciproco rispetto. Spero tanto che anche l'allattamento del fratello, sei mesi e mezzo adesso, si attui con le medesime modalità.
Notte

Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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#20

bellissimo libro!!
l'ho appena finito, mi ritrovo in tutto quello che dice!!!
bellissima la tua storia Alessia!!!

Sto allattando Anita da 15 mesi e non sento l'esigenza di smettere!!
Si addormenta solo con me ma una sera (la prima dopo la sua nascita) di pochi giorni fa sono uscita con le amiche e quando sono tornata il babbo ce l'aveva fatta!!! Anita dormiva!!
era stanchissima, lui ha penato un po', ma alla fine lei è crollata...

io credo che i bambini abbiano mille risorse e forse a volte siamo noi a credere che non possano farcela!!!

per Sonia: leggi il libro, è molto rassicurante!!

ps. Anita negli ultimi giorni prende il latte come quando aveva 6 mesi...

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Ultimo messaggio da giulieee
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