04-04-2011, 06:43 18
(04-04-2011, 02:42 14)Linda Eva Ha scritto: .teoricamente: ma chi si sogna di farne solo una questione di scelta, la scelta si pone se insorgono problematiche o un'effettiva necessità!!!!
Però allattare o no, è ANCHE una questione di scelta. Perché naturalità quanto si vuole, ma le donne non sono animali, e sono dotate del libero arbitrio. Le donne non sono passive nell'allattamento.
Va bene addossare i pochi allattamenti alla disinformazione, al marketing scorretto, alla scarsa preparazione di parte del personale sanitario... tutte cose vere e sacrosante... però chi vuole allattare riesce ad allattare comunque. Per lo meno nel 2011, dove la possibilità di raggiungere informazioni diverse da quella dell'ostetrica che dà il latte artificiale perché dopo 2 giorni non è ancora arrivata la montata.
Altrimenti non si spiegano casi di donne con pargoli che vomitano il sangue delle ragadi e riescono a risolvere il problema e altre che abbandonano. O chi continua ad allattare con la mastite e chi smette. E c'è pure chi toglie l'aggiunta quando non serve più e chi la tiene. E casi del genere sono infiniti.
E capisco il farsi prendere dal panico e dallo scoramento se il problema è un figlio che cresce poco o non cresce. E anche lì ogni donna reagisce a modo suo e in base alle risorse (emotive, familiari, fisiche, culturali) a cui può attingere
E' vero che le variabili che influiscono sulla buona riuscita dell'allattamento sono tantissime, ma anche la volontà della madre ha un suo peso non indifferente, secondo me.
Penso che tutte le donne che hanno allattato hanno incontrato delle difficoltà lungo il percorso. Allattare non è questione di fortuna ma, per una donna sana, di volontà, tenacia, coraggio e pazienza.
Il mio allattamento è stato all'inizio molto ma molto doloroso. Ho allattato e pianto per un mese e mezzo e avevamo sempre il panico che la bimba, nata di 2,5 kg, non crescesse. Ho tolto l'aggiunta. Tra l'altro venivo anche da una gravidanza tormentata da contrazioni dolorose e spaventose; facendo la somma tra il dolore della gravidanza e dell'allattamento piuttosto ripartorisco. Ma dopo un anno sono felicissima dei sacrifici fatti all'inizio. Ogni sorriso che mi fa quando sta al seno e tutte le volte che mi guarda come se mi dicesse grazie mi ripagano di tutte le lacrime e so che ho fatto la scelta giusta. E ancora mi commuovo dopo la poppata intensa del rientro a casa dal lavoro.
Ho riletto dopo mesi il post di Wonderland. L'avevo letto durante la gravidanza e mi era sembrato un concentrato di buonsenso. A posteriori non la penso più così. Penso che i sacrifici valgano la pena. Penso che sentirsi costrette è normale, più che normale. Ma basta un po' di creatività. La maternità è creativa, no? Usciamo dagli schemi. L'allattamento richiude in casa? E perché mai? Basta portarsi dietro il poppante. Se è difficile uscire di casa al 4 piano senza ascensore con il passeggino, basta trovare mezzi alternativi di trasporto.
E vorrei dire alle mamme spaventate dall'impegno e dalla mancanza di libertà che, alla fine, l'allattamento è un impegno a termine. Non dura per tutta la vita. E cambia con il tempo.
Finisco lo sproloquio perché tita chiama. Grazie dell'opportunità di esprimere questi miei pensieri
N. 12/03/2010
E. 03/03/2013