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Tagli sicuri: cosa sono e a cosa servono

Video sui tagli sicuri
Il video

Come mai sono così reticente a parlare di tagli sicuri? In questo articolo vi voglio far vedere perché, anche se possono essere utili, secondo me è potenzialmente fuorviante parlare di tagli “sicuri” e di cibi dati “in sicurezza”.

Ma perché, cosa c’è che non va con i tagli sicuri?

Niente in linea di principio; se uno vuole avere qualche indicazione su come mettere a disposizione il cibo al proprio figlio, va benissimo. Ma pensiamo un attimo a cosa vuole dire questa frase “taglio sicuro”. Io personalmente ho gravi problemi con la parola “sicuro”. Per quanto mi riguarda in questa vita ci sono soltanto due cose che sono effettivamente sicure: tasse e morte. Per tutto il resto navighiamo nell’incertezza. Parlando di tagli sicuri ecco che invece passa il messaggio che se io taglio il cibo x in modo y, seguendo determinate prescrizioni, sto al sicuro e non succederà niente.

Quante volte ho letto sui social,

“sto cominciando a far assaggiare il cibo a mio figlio, ma, intendiamoci, tutto tagliato in sicurezza”

o frasi simili, dove si sottintende che se fai così non corri rischi, mentre se fai in altro modo è come giocare alla roulette russa. Questo è chiaramente assurdo. Innanzitutto va sottolineato che dietro questi “tagli sicuri” non c’è chissà quale ricerca, non sono linee guida, non sono concordate da chissà chi, ma semplicemente sono espressione del buon senso da parte di alcuni che hanno esaminato dei cibi e si sono chiesti, “come faccio a diminuire il rischio di soffocamento?” e hanno creato delle infografiche simili a quella che vedete mentre parlo, e che è stata pubblicata con l’alto patrocinio del ministero della salute. Ma non facciamo l’errore di considerare tutto ciò al pari di un teorema di matematica. Ad esempio, io non sono affatto d’accordo con alcune cose. Prendi ad esempio il kiwi… i kiwi maturi sono morbidissimi e davvero non presentano problemi. Invece quelli duri sembrano quasi delle mele, per cui non ha senso parlare di kiwi in termini assoluti. Prendete la carrellata di cibi “sicuri” che vedete come un qualcosa che serve a darvi un’idea, niente di più.

Il rischio c’è sempre! Dire che stai facendo le cose “in sicurezza” può potenzialmente far passare il messaggio che allora puoi lasciare che il bambino mangi da solo mentre tu fai qualcos’altro, cosa che, converrete tutti, è sbagliatissima.
È poi possibile che risolvi, almeno in teoria, un problema, ma magari ne crei un altro senza rendertene conto. Questo l’ho visto giorni fa quando mi hanno fatto leggere la storia di un bambino che mangiava delle mandorle che ha poi inalato e gli sono sono finite nei polmoni. Al momento stava bene, ma con il passare delle ore respirava con difficoltà ed è dovuto andare in ospedale dove l’hanno operato. Poi per fortuna è finito tutto quanto bene. Ora mi direte, ma quel genitore è impazzito a dare le mandorle al bambino? Non lo sai che le mandorle non si danno? Forse non aveva fatto i tagli sicuri? Non so dire, però se vedete l’immagine che hanno pubblicato sul giornale vedete che i pezzi di mandorla che sono stati inalati erano piccoli, quindi il bambino comunque aveva masticato bene o la mandorla era stata rotta in pezzi piccoli. Eppure gli sono andati a finire nei polmoni. Per fortuna, che l’inalazione finisca in modo così drammatico è un evento raro, ma che il cibo venga inalato no. Ad esempio, sapete qual’è il cibo che viene inalato più spesso dai bambini? È il latte. Quindi vedete bene, che per quanto uno possa tagliare i cibi in sicurezza, non può davvero mai stare tranquillo, o meglio, i rischi ci sono sempre.

Questo non è l’unico caso di cibi piccoli che danno problemi. Tantissimi genitori hanno visto come ad esempio se danno al proprio figlio un qualche cosa di molto piccolo pensando che sia più facile da gestire, tipico esempio è la sabbiolina, i bambini fanno immediatamente dei conati come se stessero soffocando. Questo invece è semplicemente, o dovrei dire probabilmente una reazione al fatto che il bambino si aspetta qualche cosa di liquido e invece in fondo la bocca si trova a sorpresa qualcosa di grumoso che gli fa scattare il riflesso di estrusione e fa il conato. Questo per dire che ci sono tantissime problematiche, tantissime situazioni da prendere in considerazione e diverse soluzioni da proporre a seconda dei problemi del singolo bambino. Ad esempio, un bambino può gestire bene il cibo solido, ma trovarsi a disagio con cose più liquide, o viceversa.

Esempi di tagli sicuri
I “tagli sicuri” secondo il ministero della salute

Quindi, come la mettiamo con i tagli sicuri? Avere un’idea di come tagliare il cibo va benissimo per carità non ho nessun problema, ma non facciamo passare il messaggio che se fai così hai risolto tutti i problemi e sei “al sicuro” perché non si aiuta nessuno. Per quanto mi riguarda basta veramente guardare un paio di immagini per darti un’idea, poi ragioni per categorie e ti chiedi questo cibo è morbido o duro e decidi come e se tagliarlo. Insomma, uno si regola. Il buon senso aiuta ed è il buon senso che bisognerebbe cercare di far sviluppare nei genitori. Il buon senso è lì, usiamolo invece di dare schemi e calendari che fanno sì clic e generano condivisioni, ma non fanno altro che deresponsabilizzarti. Per dire, nella carrellata di cibi sicuri che state vedendo mentre parlo, avrete notato alcune cose che fanno… sorridere, eppure la lista ha la benedizione del ministero… Una cosa è dire che stiamo cercando di far atterrare una astronave su una cometa a 500 milioni di chilometri dalla terra, un’altra è sapere come tagliare un pomodorino per nostro figlio.

Però ho notato come quella dei tagli sicuri stia diventando quasi un’industria. Adesso ci sono nuove tabelle, tabelle divise per età (come se i bambini fossero tutti uguali). C’è anche chi organizza corsi (e questa sì che è un’opportunità di business considerando che anche a me chiedono spesso se li faccio – e no, non ne faccio). Avevamo il calendario introduzione di alimenti. Quello abbiamo detto che non andava bene, ma ora abbiamo il calendario per i tagli sicuri. Insomma, sembra proprio che come se uno si libera da uno schema, da un calendario, da una ricettina, ecco che un altro viene introdotto immediatamente; non riusciamo a farne a meno. QUESTO è il vero problema!

Quindi che cosa dobbiamo fare con i tagli? Le regole sono molte poche e ne ho parlato già tante volte: alimenti duri quali potrebbero essere ad esempio caramelle o mandorle intere è meglio evitarli; alimenti che sono morbidi ma magari hanno una pelle dura e sono tondeggianti tipo ad esempio i pomodorini o le ciliegie o le olive, li tagliamo in due o li tagliamo in quattro seconda della dimensione e delle preferenze; alimenti lunghi quali i wurstel, se vi piacciono, o le salsicce li tagliamo per lungo ed evitiamo il taglio tondeggiante. Alimenti duri e difficili da rompere come ad esempio le mele o le carote crude li evitiamo perché sono di una consistenza oggettivamente difficile da gestire; le mele lo possiamo tagliare a fettine sottili o le lasciamo magari intere per poterle grattare con le gengive o gli incisivi se ci sono. Nell’insalata a foglia togliamo la foglia che magari si appiccica al palato e tagliamo le coste. Ai fagiolini togliamo il filetto, se c’è. La carne la faremo tenera e sfilacciabile, come il coscio di pollo, la carne tritata, lo spezzatino… Facciamo attenzione ad alimenti che fanno la “palla” come ad esempio può succedere con alcuni tipi di mollica di pane e con il prosciutto crudo se è un pezzo troppo grande. Come vedete sono tutte cose di buon senso e che facciamo comunque.

Per quanto riguarda i cibi di tutti i giorni vediamo se il cibo è schiacciabile con la lingua contro il palato. Se la risposta è sì allora quello è un cibo per il quale possiamo essere abbastanza sicuri. Poi se è particolarmente grande lo tagliamo a pezzi più piccoli, non è un gran problema.
Vi rimando al video che ho fatto e dove parlo di tutte queste cose un pochino più in dettaglio; lo trovate linkato in alto e in descrizione; ma davvero serve di vedere immagini di come si tagliano le pesche e il pollo e il pesce, magari divisi per varietà e livelli di maturazione o cottura? E se non trovate l’esempio con la pesca nettarina che fate, la eliminate dal menù?

Piuttosto, assicuriamoci che il bambino quando mangia sia concentrato su quello che fa.

  • Niente imboccamenti a tradimento,
  • niente giostrine o teatrini,
  • niente forzature.

Queste sono le cose DAVVERO rischiose. Puoi avere tutti i tagli sicuri di questo mondo, ma se ipnotizzi tuo figlio con la televisione mentre mangia…
Quello che vale la pena di studiare sono le manovre di disostruzione. Ci sono i corsi organizzati dalla Croce Rossa o anche da altri, che sono normalmente gratuiti e durano un pomeriggio. La manovra di disostruzione effettivamente va insegnata perché uno non lo sa, uno non nasce imparato, e serve sempre saperla perché tutti i bambini si mettono in bocca tutto quello che trovano per terra, e più è piccolo, più è pericoloso… più è buono, e questo lo sanno tutti i genitori. Per cui sicuramente fare il corso di disostruzione è una buona idea per tutti i genitori, ma anche per i nonni e anche per chi i figli non li ha. Chi lo sa, magari ti trovi al ristorante e a un commensale un boccone va di traverso e tu gli puoi salvare la vita.

Ciao e alla prossima.

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