La voglia di scrivere a proposito dello svezzamento dei bambini che prendono latte artificiale nasce dal fatto che leggo spesso qui e là che sono ancora in tanti (troppi) a suggerire che il bambino allattato con latte artificiale debba fare uno svezzamento anticipato.
È da un po’ che rimugino su questo post e ho fatto fatica a comporre qualcosa che mi soddisfacesse davvero perché di base tutto mi sembra così palese che trovo difficile argomentare con qualcosa che vada oltre a un misero “è ovvio!”.
Siccome il bambino prende il biberon, allora è bene cominciare lo svezzamento un po’ prima, facciamo ai 4 mesi, signora mia, così ci togliamo di mezzo il prima possibile ‘sto latte artificiale che puzza e costa un botto. E poi è o non è “artificiale”? Allora via, per carità, che si sa che lo producono solo per fare i soldi e meglio se lo togliamo e iniziamo con le pappe, così gli inizia a dare anche un po’ di latte di mucca che quello almeno è naturale.
Del fatto che dare latte vaccino come sostituto del latte materno non sia una buona idea ne abbiamo già parlato, e non aggiungerò altro. Invece mi voglio concentrare sull’altra porzione di frase: “iniziamo con le pappe”.
Spesso vedo tanta fretta di eliminare il latte artificiale dalla vita del bambino, quasi che il latte artificiale fosse un veleno malefico da cui scappare a gambe levate. Ma io, che obbietto a gran voce, vi chiedo: perché? Quale sarebbe la causa di tanta fretta? Chi mi sa giustificare con oggettività un consiglio di questo tipo?
Anche le linee guida non fanno distinzione tra latte artificiale e materno ai fini di quando sia meglio iniziare lo svezzamento, come abbiamo già sottolineato in diverse occasioni.
I bambini che prendono latte artificiale non sono lattanti di serie B e hanno diritto a uno svezzamento rispettoso dei loro tempi tanto quanto ce l’hanno quelli allattati al seno.
Se il latte materno non è disponibile, non è in alcun modo necessario ricorrere ad uno svezzamento precoce per togliersi di torno il latte artificiale. Se fino a quel momento il latte artificiale ha nutrito, fatto sopravvivere e crescere il nostro bambino, non c’è alcun motivo di sacrificare i tempi del bambino stesso e il suo sereno avvicinamento ai solidi affrettando un processo che, con il biberon, si può svolgere nella stessa identica maniera che con l’allattamento al seno.
Il latte artificiale non è brutto e cattivo a priori, ma nasce con uno scopo e svolge la sua attività in maniera più che discreta. Il problema è semmai nell’uso che se ne fa, ma queste sono un altro paio di maniche e la lotta contro il suo abuso, a scapito dell’allattamento al seno, non va confusa con una guerra aprioristica che non tiene conto del soggetto di tutto questo – il bambino – e finisce per sacrificare proprio il suo benessere.
Che si segua l’autosvezzamento o si faccia svezzamento “tradizionale” non fa differenza alcuna: sappiamo che lo svezzamento è un processo non lineare, non prevedibile e fatto di alti e bassi, che può instaurarsi con facilità e in tempi brevi o richiedere molti mesi. Sono tantissimi i bambini che non sono pronti a sostituire completamente il latte anche ben oltre l’anno di età, figuriamoci a 4 mesi!
Se il bambino non è pronto a effettuare il passaggio verso l’alimentazione solida o non è pronto ad abbandonare il latte, l’alternativa qual è? Forzarlo a mangiare i solidi e insistere per fargli compiere un passo che non vuole compiere? Per non parlare dell’ansia da prestazione e da mancato raggiungimento di obiettivi poco realistici da parte di chi se ne prende cura.
Prendiamocela comoda, piuttosto! 😀
Anticipare lo svezzamento, magari anche a 4 mesi, e l’idea di finirlo il prima possibile non sono obiettivi da perseguire, ma da far dimenticare.
Quindi niente lattanti di serie A e di serie B, ma svezzamento libero e felice per tutti!
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