Il seguente articolo sulla retina anti-soffoco per i bambini in età di svezzamento è comparso per la prima volta su UPPA nel 2011 e successivamente sul loro sito. Ultimamente però è diventato più difficile reperirlo, quanto meno in forma intera. Per renderlo più disponibile (e facilitarmi il compito di linkarlo ogni volta che qualcuno mi chiede cosa ne pensiamo della “retina antisoffoco”) lo ripubblico qui integralmente con il permesso di UPPA.
Chiaramente non va inteso come una critica a chi usa l’attrezzo in questione, ma vuol far riflettere su come sia facile far leva sulle nostre paure di genitori e come questa paura venga continuamente non solo sfruttata, ma abilmente alimentata dai produttori dell’ultimo prodotto “mai più senza”.
Per chi vuole saperne di più sullo svezzamento in generale, c’è lo speciale svezzamento che UPPA ha pubblicato tempo fa e che potete trovare qui.
Altrimenti non dimenticate che c’è la newsletter di autosvezzamento.it con il minicorso, le ricette, ecc. Vi potete iscrivere qui (sì, è gratis…).
Un ciuccio per non soffocare mangiando, cioè per succhiare il cibo attraverso un filtro
Fobia di non riuscire a scendere dal pullman quando è pieno
Paura di passare sopra le griglie dei marciapiedi
Paura del soffocamento da cibo?
Molti gruppi di facebook prendono in giro le nostre piccole fobie, clicchiamo “mi piace”, sorridendo perché siamo consapevoli dell’assurdità di certe ansie. Ma sulla paura del soffocamento da cibo, c’è chi ci conta, proprio nel senso di “far di conto”.
Da qualche tempo è possibile acquistare “il ciuccio anti-soffoco”, una sorta di succhiotto che consente di dare al bambino dei cibi solidi ben avvolti in una garza. Quando l’ho visto l’ho osservato incuriosita, cosa sarà mai quella retina moscia? Poi ho capito! Di fronte all’idea spaventosa del proprio piccino che soffoca cosa vuoi che siano quei 15 euro da aggiungere alla spesa! Oddio, 15… credevo anche meno. Così, reduce dall’esperienza dei giochini mordicchiosi finto-ghiacciolo “perfetti per la dentizione” (che mio figlio non si è minimamente filato) decido di lasciarlo lì. Passa il tempo, e di quell’oggetto non sento la mancanza. Il mio bimbo intanto si ciuccia il pan biscotto, “gruncia” la frutta, prende i pezzetti di banana. Ormai ha quasi un anno e assaggia felice ogni cosa. Se gli proponessi ora la frutta sotto rete probabilmente non la riconoscerebbe neppure.
Il rischio che un bimbo possa strozzarsi col cibo in effetti c’è, ed è proprio per questo che è bene impari a mangiare correttamente. Ma come potrà farlo col cibo imprigionato? Non incontrerà i famigerati pezzi (troppo) grossi, ma neppure quelli medi e piccoli, qualsiasi consistenza sarà alterata dalla retina in un unico malloppo da smandibolare come un chewing gum per far uscire il sapore. Non imparerà a regolarsi e neppure potrà toccare il cibo, ma così è ancora meglio, di sicuro ci sarà qualche giochino per fargli sapere, in totale sicurezza, che il pane è ruvido, la pera è succosa, la mela è croccante, in separata sede e con tanto di vocina meccanica.
O forse abbiamo travisato: quando ci hanno spiegato che il ciuccio antisoffoco è “utile per far abituare il bambino al cibo solido” intendevano “al cibo solido avvolto nella rete”, abilità utilissima per assaporare un bell’arrosto senza togliere la rete elastica o nel caso vogliate lessare il sacchetto di patate direttamente com’è e mangiarle attraverso la confezione. Scommetto che a nessuno è venuta l’acquolina in bocca.
Paura e bugie
Il ciuccio antisoffoco viene pubblicizzato come oggetto “ideato da un medico che stava per perdere un figlio per un pezzo di cibo”. Chi sarà questo medico? Nel sito (non più attivo) di quello che si suppone l’originale americano, risulta nato dall’idea di un padre che ha rischiato di perdere un figlio a causa di un biscottino per la dentizione.
Il prodotto è sul mercato da 8 anni e stando a questo sito, molto old style (la mela rossa rotante è di certo quella di Biancaneve), ha avuto successo ma non ho trovato indicazioni che l’inventore sia medico. Nella catalogazione brevetti l’inventore risulta un certo Berry Donald P. Sr. (la cui prima “invenzione” è datata 1993). Anche qua nessuna indicazione che sia un medico. Ma allora, ci prendono in giro? Che incidenti del genere capitino a un medico è certo di sicuro impatto: “Se è successo a un medico, figurati a noi comuni genitori!” e il ciuccio anti soffoco risulta un eroico salvatore. Ma la paura è sempre una pessima consigliera, specie quando è accompagnata dalle bugie.
Aggiungo solo che la retina antisoffoco, credo, più venduta in Italia viene consigliata dai 10 mesi in poi. Mi chiedo, ma non è un po’ tardi se devi aspettare i 10 mesi? Almeno la versione americana è consigliata dai 5 mesi…
Inoltre questa retina anti-soffoco non costa più €15, ma circa €8, quindi davvero è un di quei gadget “mai più senza” 🙂
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