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Perché fidarsi del pediatra – e com’è fatto il pediatra che tutti vorremmo

Pochi giorni fa scritto un articolo dove dicevo perché, almeno in alcuni casi, non bisogna necessariamente prendere per vero quello che ci dice il pediatra; prima di continuare vi consiglio di leggerlo, lo trovate qui – in basso nella lista di link utili c’è in versione video – poi proseguite la lettura di questo. Oggi voglio parlare del perché è possibile fidarsi del pediatra.

Perché fidarsi del pediatra?

L’altro giorno mi è capitato di leggere un articolo, che trovate linkato in fondo, che poneva una domanda a mio avviso molto importante che mi ha fatto riflettere: guardate questa immagine.

Perché fidarsi del pediatra - e com'è fatto il pediatra che tutti vorremmo – pediatra
Plutone (?!)

Questo è Plutone; è stato fotografato il 13 luglio 2015 dalla sonda New Horizon che gli è passata vicino per studiarlo. La domanda è:

ci credete che questo sia effettivamente Plutone? Che una sonda abbia attraversato distanze siderali per raggiungerlo e sia stata capace di trasmettere le foto che ha scattato sulla terra?

Queste non sono domande a trabocchetto, ma semplicemente vogliono sottolineare il fatto che su Plutone non ci siamo stati, né abbiamo partecipato al programma che ha mandato questa sonda nello spazio. Quindi alla fine dei conti ci fidiamo di chi ci ha dato questa notizia, in questo caso la NASA. Abbiamo fiducia in loro. Ci crediamo.

Quella che state leggendo è la trascrizione del video (che trovate qui) uscito l’altro giorno sul canale YouTube.
Non dimenticate di iscrivervi al canale YouTube di Autosvezzamento.it cliccando qui, e di cliccare sulla campanella per assicurarvi di ricevere una notifica quando viene pubblicato un nuovo video.

“Perché bisogna credere al pediatra” è una domanda a cui è difficile rispondere, specialmente qui su autosvezzamento.it. Come fai a distinguere quando fidarsi e quando no? Il problema è che l’autosvezzamento fa parte del mondo, così detto, della naturalità. In soldoni la naturalità è una maniera di vedere il mondo e noi stessi, e di relazionarci con i nostri figli in modo – diciamo – immediato, meno artificiale, più attento ai bisogni dell’altro; insomma… più naturale. Difficile criticare un atteggiamento di questo genere, anzi è proprio il modo di pensare che cerco, nel mio piccolo, di promuovere. Il problema è che in questa naturalità ci sono tante cose, situate su piani diversi, che vengono mescolate e che si confondono tra di loro. Per fare solo ALCUNI esempi si parte dal tenere il bambino in fascia, all’allattamento e alla crescita in generale, per poi passare all’avvicinamento al cibo solido ovvero l’autosvezzamento. Inoltre si incoraggia un approccio verso la medicina tipo slow medicine, dove si dà particolare attenzione al paziente, e ai suoi bisogni e perplessità, dove si cerca di non sovramedicalizzare. Difficile criticare questo approccio…

Fidarsi del pediatra - video
Per vedere il video, clicca sull’immagine

Però poi nella naturalità serpeggia, neanche in modo tanto nascosto, una sfiducia verso la medicina e di chi la pratica, e così si sfocia nel campo delle medicine alternative, l’omeopatia viene subito in mente – uno dei pregi degli omeopati che spesso viene decantato è proprio che ti ascoltano – per poi arrivare a un atteggiamento scettico verso i vaccini e finire con un antivaccinismo aperto. Tutte queste sono facce di una stessa medaglia, ed questo è il motivo per il quale il termine “naturale” a me non piace e provo a non utilizzarlo in quanto è stato ormai fatto proprio da quelle che chiamerei delle frange estremiste per non parlare di chi poi ha fatto della naturalità il proprio business model.

L’identificazione dell’autosvezzamento all’interno del mondo della “naturalità” è molto evidente, ad esempio, nella pagina Facebook di auto svezzamento.it dove la percentuale di donne che allattano è estremamente elevata e di gran lunga superiore alla media nazionale; il numero di bambini portati in fascia, che in giro si vedono molto, ma molto raramente, è elevato, così come non può sorprendere il numero di genitori che cercano un approccio alla genitorialità più, chiamiamolo, “istintivo”. Però non può neanche sorprendere che in tanti cerchino il pediatra omeopata o che in tanti mettano in dubbio la validità dei vaccini. Questo è venuto fuori, come se ci fosse bisogno di una prova, tempo fa durante una discussione che era legata ai vaccini – campo minato per eccellenza. Nonostante il post che avevo condiviso – scritto dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco – parlasse della confusione presente sulle proposte di variazione della legislazione vigente, la discussione nei commenti, neanche a dirlo, è stata imperniata quasi esclusivamente sull’utilità dei vaccini. Un commento era particolarmente interessante; lo parafraso leggermente per rendere più chiaro il contesto. Il commento dice:

Ho trovato quantomeno stridente l’approccio leggero di Andrea a proposito (dei vaccini per i quali a suo dire bisognerebbe seguire i dettami delle autorità), rispetto a quello anti-sistema sullo svezzamento. se tutti noi, qui, avessimo ragionato così, non avremmo mai lasciato che i nostri figli si autosvezzassero!“ (Punto esclamativo!)

Qui casca l’asino… ovvero mi si è fatto notare come questo mio atteggiamento di fiducia verso gli istituti che se ne occupano, se si parla, ad esempio, di vaccini, sia in contraddizione a quanto di solito predico ovvero di non ascoltare necessariamente il pediatra – SE si parla di alimentazione complementare, puntualizzo. L’autosvezzamento è visto come cosa antisistema. Poi chi ha lasciato il commento conclude con un amaro “non c’è nulla di nuovo sotto il sole” per dimostrare la delusione che ha provato quando autosvezzamento.it si è rivelato per quello che è, ovvero un sostenitore della scienza mainstream. (E permettetemi di aggiungere, meno male!!)

A mio avviso per cercare di superare questo problema (ovvero quando credere al pediatra e quando no) bisogna dimenticarsi della parola “naturale” o “naturalità” e sostituirla con “fisiologico”. Invece di chiederci cos’è “naturale” chiediamoci cos’è e cosa non è “fisiologico”.

fiiològico agg. [dal lat. tardo physiologĭcus, gr. tardo ϕυσιολογικός «proprio delle ricerche sulla natura»] (pl. m. –ci). – Che è proprio del funzionamento sano di un organismo o di un organo (in contrapp. a patologico)
(dalla Treccani)

Per prima cosa ci sono le scelte personali, ad esempio se voglio usare i pannolini lavabili o la fascia; non credo che in questo senso si possa parlare di fisiologico o non fisiologico, ma di scelte che uno fa secondo le proprie convinzioni. Se invece parliamo della crescita di un bambino sano, questa è fisiologia, così come sono fisiologici gli infiniti risvegli notturni. Anche il passaggio verso i solidi è normale e fisiologico, così come lo sono le 100 tappe della crescita dei bambini: stare seduti, stare in piedi, camminare, parlare, ecc. Poi si parla di cose non fisiologiche ma possibilmente patologiche (definizione?) ovvero di medicina, di malattie, cure, prevenzione delle malattie, ecc. Il problema nasce quando nel contesto della “naturalità” cominciamo a chiederci se la medicina sia veramente effettiva, parliamo di come ne percepiamo il funzionamento e l’utilità e la cosa ci porta poi a parlare di medicine alternative fino arrivare, tra le altre cose, all’antivaccinismo.

patològico [agg. (pl.m. -ci) Der. di patologia “studio delle malattie”, estens. “condizione non normale”
(dalla Treccani)

Queste tre categorie, scelte personali, fisiologia e patologia, sono su piani completamente diversi. Non si può mettere sullo stesso piano, come fanno in tanti, anche se inconsciamente, portare un bambino in fascia e portarlo dall’omeopata. Sono scelte di ordine di grandezza diversissimo, anche se nella nostra testa fanno parte di questa “naturalità”.

Se invece usiamo il termine fisiologico ecco che tutto diventa più semplice, anche se bisogna riconoscere che alle volte i confini tra fisiologico e patologico non sono poi così chiari. Abbiamo davvero bisogno di un pediatra che ci dica che se possiamo usare la fascia? Al massimo abbiamo bisogno di un pediatra che ci rassicuri dicendoci che i risvegli del bambino sono fisiologici, normali, e che bisogna portare pazienza in attesa che passino. Non abbiamo di certo bisogno di un pediatra che ci faccia vivere i risvegli del bambino, che sono già difficoltosi di loro, come un problema da risolvere, come una malattia o come se fossero colpa nostra.

Lo stesso dicasi per l’alimentazione: abbiamo davvero bisogno di un pediatra che ci dica che l’alimentazione del bambino debba essere calendarizzata come quando si prende un antibiotico? No, perché il passaggio che il bambino compie dal latte verso i solidi è un passaggio fisiologico che tutti fanno naturalmente. Invece abbiamo bisogno di un pediatra che ci dica quando prendere un antibiotico, quando prendere una qualunque medicina, di come curare o, se possibile, prevenire una malattia. Di questo abbiamo certamente bisogno.

Il pediatra dei nostri sogni

in sostanza abbiamo bisogno di un pediatra che si occupi di medicina; abbiamo bisogno di un pediatra che ci ascolti e che chiarisca i nostri dubbi; abbiamo bisogno di un pediatra che ci accompagni non che ci dia lezioni; che ci aiuti a diventare genitori migliori e non provi a sostituirsi ai genitori stessi.

È per questo che dico che il pediatra spesso e volentieri è causa del suo male perché si vuole sostituire, o viene fatto sostituire, al ruolo del genitore così immischiandosi di cose sulle quali sa poco o niente o sulle quali può avere così un’opinione generica, ma certo non può dare un parere informato.

Intendiamoci, anche se provo a fare un discorso generale, la colpa non è solo del pediatra singolo, e di certo non tutti i pediatri fanno questi errori. A mio avviso la maggior parte delle colpe le ha il Ministero che da decenni non è stato in grado di produrre un qualche documento coerente, sensato ed effettivamente utile sia ai genitori che alla categoria dei pediatri di famiglia, ma invece produce cose, specialmente nel campo dell’alimentazione complementare, che si contraddicono l’un l’altra. Non parliamo poi di alcune associazioni di pediatri che di nuovo non si capisce bene quale sia il loro compito.

Insomma la situazione è complessa e molto confusa, e il genitore giustamente non sa bene come comportarsi.

Per cui tornando alla domanda che ho fatto all’inizio, questa è davvero una foto di Plutone? Per quanto sembri incredibile che una notizia così possa essere vera, la risposta è sì, perché chi l’ha diffusa, ovvero la NASA è affidabile e non c’è motivo di non credergli.

E se il pediatra ci dice qualcosa concernente la medicina, gli crediamo o no? Direi che la risposta debba essere necessariamente sì, considerando che non c’è una vera alternativa. Se non ci fidiamo del pediatra per queste cose, con chi lo sostituiamo? Ricordiamo che la medicina alternativa per definizione non funziona perché se funzionasse si chiamerebbe… medicina.

Di sicuro aiuta se sappiamo distinguere il fisiologico dal patologico e magari, se necessario, lo ricordiamo anche al pediatra. Se riusciamo a fare questo passo, le cose miglioreranno di molto. E badate bene, questo non equivale a dire al pediatra come fare il suo lavoro, ma al massimo gli stiamo ricordando qual è il NOSTRO lavoro di genitori. Se poi siamo in dubbio perché non siamo sicuri se si sta parlando di cose fisiologiche o patologiche, il consiglio che vi do è che, per non sapere né leggere né scrivere, date retta o pediatra; nel complesso ci guadagnerete. Se poi si parla di alimentazione complementare o di qualcosa di collegato ad essa, potete sempre chiedere a me che se non altro vi posso aiutare a formulare le domande GIUSTE da porre al pediatra così da potervi chiarire (tutti) le idee.

E voi… di chi vi fidate? A chi credete quando si parla della crescita dei vostri figli? Raccontatemelo nei commenti.

Ciao e alla prossima.


Ecco alcuni link utili e delle risorse che vi consiglio di leggere.

  1. Video dove spiego perché ci si può fidare di Andrea Re, perfetto sconosciuto trovato su internet e ultima ruota del carro, nel campo dell’alimentazione complementare –>> https://www.youtube.com/watch?v=LavUaUPAgHo
  2. Articolo che parla di scienza e credere –>> https://www.wired.it/scienza/medicina/2018/08/15/fiducia-scienza/
  3. Sull’omeopatia –>> http://medbunker.blogspot.com/2012/06/guida-illustrata-allomeopatia.html (ne trovate molti in questo blog, tutti letture obbligatorie)
    –>> http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/09/12/non-toccate-l’omeopatia-e-la-multinazionale-boiron/
  4. Dulcis in fundo, qui trovate le foto di Plutone –>> https://www.nasa.gov/feature/new-horizons-top-10-pluto-pics

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0 risposte

  1. Mi sto avvicinando al mondo dell’alimentazione complementare in punta di piedi, perché come te sono un ingegnere ( ci andrà l’apostrofo perché sono donna? Boh! ) e tendo di solito a seguire dati e programmini ben definiti e schematizzati, ma da quando sono mamma ( quasi 5 mesi) i miei programmini sono andati a farsi benedire e per fortuna sto seguendo un approccio molto istintivo ( a partire dall’allattamento al seno).
    Ho deciso di comprare il tuo libro e informarmi, perché come dici tu, non mi tornano molto gli schemi applicati a un argomento così personale come l’alimentazione.
    Ora che ho visto che citi Salvo Di Grazia e Bressanini ( i miei capisaldi di informazione) sono stata del tutto convinta 🙂
    Ora aspetto solo che mi arrivi il tuo libro e via, inizieremo il percorso in tutta scioltezza!

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