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PATATA & CAROTA, Studio Pediatrico Associato

PATATA E CAROTA

Studio Pediatrico Associato

ovvero

Tutto quello che avete voluto sapere sullo svezzamento e….

sarebbe stato meglio che non aveste saputo mai

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Patata e carota, svezzamento all'italiana

– Buongiorno signora Candida, si accomodi pure.

– Buongiorno dottor Patata.

– Allora, come mai la rivedo così presto?

– Ah, è un disastro dottore. Il bambino non ne vuole sapere di mangiare la pappina. Io ho fatto tutto quello che mi ha detto, guardi, ma proprio non ci si riesce. Arriva al punto che serra la bocca, gira la testa e non cambia idea neanche con le minacce. Si contorce, sbraccia di qua di e là, rovescia il piatto, sputacchia da tutte le parti, che si ritrovano stelline per tutta la stanza e io alla fine ne sono piena fin nei capelli, che mi sembro uscita da una comica delle torte in faccia. E lui sa che fa dottor Patata? Lui ride, ride che lo strozzerei. Oh Dio che mi fa dire! Guardi.., guardi sono proprio disperata.

– Su, su signora Candida. Non la prenda così. Adesso ne riparliamo con calma e vedrà che risolveremo tutto. Lei però deve aver fiducia, e seguire alla lettera tutte le mie prescrizioni. Lasci che le spieghi una cosa; svezzare un bambino di quattro mesi non è cosa semplice. Prima dell’avvento della moderna pediatria nessuno non si era mai azzardato a farlo. Anni e anni di esperimenti ci sono voluti e li stiamo ancora facendo. Abbiamo dovuto superare allergie, intolleranze, e non sa quanto altro. La ricettina della pappina del bambino, con la pastina e la cremina e le verdurine e il formaggino e il biscottino, patata e carota, e tutto il resto, ad un occhio profano può sembrare tutto scontato, ma non lo è affatto e i suoi guai signora ne sono la dimostrazione.

Ma pensi solo alla difficoltà di raggiungere il perfetto equilibrio nutrizionale tra tanti alimenti diversi, ognuno con la sua specifica composizione. Per esempio, lo sapeva che cinquanta grammi di carne contengono tante proteine quanto un litro di latte materno? No, vero? Capisce ora perché insistevo tanto che rispettaste esattamente la formulazione della pappina e che il bambino mangiasse fino all’ultimo grammo della sua pappina? Basta un piccolo errore di preparazione o che rifiuti qualcosa e tutta la dieta sballa.

– Ma dottore, io ho fatto tutto quello che mi ha consigliato. Ho comprato il bilancino di precisione, le pipette graduate, i guanti a perdere. Sono riuscita a trovare anche il parmigiano desalificato, il biscottino granulare solidificato solubile ricompattabile e il liofilizzato di omogeneizzato di carne di mucca savia. Patata e carota provengono solo da coltivazioni di montagna. Ho sempre preparato tutto al milligrammo. Ieri poi, su consiglio del dottor Carota, ho schierato tutta la famiglia intorno al seggiolone e ho cominciato con “un cucchiaino per mamma, amm! uno per papà, amm!” e così via, ma a cinque avevo esaurito familiari e colf e sono passata ad altro.

Prima gli ho fatto saltare i cucchiaini in bocca mostrandogli un cavalluccio, “salta cavalluccio, salta cavalluccio, gnamm!”, poi con un cangurino, e così via. Finito lo zoo abbiamo fatto volare gli aeroplanini mentre il nonno faceva il clown da una parte, la nonna agitava sonaglini dall’altra, il padre lo cinturava per le braccia e la colf cambiava continuamente il canale televisivo per distrarlo ulteriormente. Tutto filava liscio, lo stavamo fregando in pieno. Dopo solo un’ora aveva appena ingoiato l’ultimo missile terra-aria. Un attimo dopo, mi sento male solo a ricordarlo, cavallucci, cangurini e tutta l’arca di Noè naufragata sul piatto. Sono scoppiata a piangere, disperata.

– Non faccia così signora Candida. È solo questione di tempo, massimo due o tre mesi. Sono difficoltà che tutte le mamme incontrano. E come potrebbe essere diversamente. Ormai sappiamo benissimo che bisogna tener conto anche degli aspetti psicologici della questione. Un bambino così piccolo è ancora attaccato alla suzione, non sa mica che il suo vero interesse, che poi è anche il nostro, è quello di lanciarsi, con cautela però, sulle nuove strade tracciate dalla scienza dello Svezzamento.

patata svezzamento

– Ma dottor Patata, non sarà che magari il bambino non è ancora pronto. Io vedo che proprio non mostra alcun interesse per quello che gli offro. D’altra parte non ha ancora un dente, non prova nemmeno a masticare, lo devo sorreggere da tutte le parti per farlo mangiare. Io ho avuto dei cagnolini e vedevo che a un certo punto il cibo se lo cercavano da soli. Guardavano la mamma e la imitavano. Non sarà che…

– Signora Candida! Ma che dice! È inammissibile, come gli animali! Ma solo il fatto che lo fanno gli animali le deve suggerire che è sbagliato. Gli esseri umani sono o non sono al gradino più alto della scala evolutiva? Saranno più intelligenti delle bestie, no? Non potremo mica aver fatto coglionate per cinquant’anni! E poi, signora, le bestie mangiano di tutto, si rubano il cibo, si ammazzano fra di loro, si accoppiano con chi capita. Come può pensare che noi umani si faccia qualcosa allo stesso livello delle bestie!

(Di Lucio Piermarini, autore del celeberrimo “Io mi svezzo da solo“, e pubblicato qui per gentile concessione dell’autore)

Se poi volete leggere le ultimissime da questo studio pediatrico rinomato, vi consiglio di leggere i suggerimenti per insegnare a camminare a vostro figlio!

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69 risposte

  1. L’ho riproposto per uno scopo ben preciso… monitora il blog tra domani e venerdì… /A.

  2. Dopo mi vado a leggere il pezzo… comunque io avevo preso il biscotto granulare per la prima bimba perche ‘se la sera le metti il biscotto nel bibe vedrai come ti dorme poi’. Ovviamente la pupa non ha mai dormito tutta la notte, ha schifato completamente il pappone, e il biscotto l’ho dato a mia sorella che l’ha usato per fare la base del cheesecake 🙂

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