Una testimonianza che non tutte le mamme hanno il latte.
Sono sì passati diversi anni, ma alcune ferite sono ancora aperte.
Eccomi qua, covo questo post da mesi e sapevo che quando sarebbe stato il momento sarebbe inevitabilmente uscito fuori per quello che è: un urlo, un misto di dolore e di frustrazione, un ribollire di emozioni parzialmente distorte dal tempo.
Ma come mai proprio adesso? È che mi sono trovata a rileggere la discussione che racconta prima la speranza, poi le sofferenze ed infine la ritrovata serenità di un allattamento andato male.
Una storia come un miriade di altre, insomma.
Nei giorni passati c’è stata questa ricorrenza, se così si può chiamare. Anche l’allattamento della seconda figlia era andato a rotoli; un’altro allattamento fallito.
Un anno da quando mi sono dovuta rassegnare all’evidenza dei fatti: no, non tutte le mamme hanno il latte, e io sono una di queste.
Un anno da quando sono dovuta arrivare ai termini con me stessa: se fossi nata in un’altra epoca o in un altro luogo, le mie figlie, con buona probabilità, non sarebbero sopravvissute.
Avevo un’esperienza negativa alle spalle, ma ci avevo voluto riprovare, più forte e più convinta di prima, certa che ci fosse una possibilità anche per me… Ma non e’ stato così.
Chissà come mai certe cose sono così ancestrali, così profonde, così animali, così fortemente connesse al concetto di sopravvivenza che sembrano più difficili da digerire di un naso con la gobba…
A distanza di un anno, sono molto serena, oserei dire felice di come sono andate le cose, in fondo, perché diciamocelo… io non sono il tipo da abnegarsi per il prossimo, anche se questo prossimo è mia figlia, e sì… mi viene un po’ da ridere se ci penso col senno di poi a quanto abbiamo patito. Eppure è bastato rileggere quel pezzo di forum per ripiombare, come stesse accadendo ora, in quel buco nero fatto di visite all’ospedale, di “ci pesiamo far 3 giorni”, di “io ci credo che sta stavolta funzionando” e di speranza.
E allora scrivo questo post è lo dedico a tutte le madri che avrebbero voluto allattare ma non hanno potuto.
A quelle che ci hanno provato tanto, ma a cui è andata male.
A quelle a cui si continuava a dire “Forza che ce la puoi fare! Tutte le mamme hanno il latte!” e ci hanno creduto.
A quelle che adesso ci ridono su, perché è ovvio che non è stata colpa loro e i problemi veri nella vita sono ben altri; perché c’è sempre qualcuno che dice loro che avrebbero potuto provare questo e provare quello, insomma… che non ci hanno provato abbastanza.
Questo post lo dedico a tutte quelle “menomate”, come hanno chiamato me, che la natura ha creato difettose, ma che sono passate anche sopra a questo, che per fortuna per noi al giorno d’oggi è un problema facilmente superabile. E poi ho tanti di quei difetti fisici che figurati se mi spavento per così poco :)!
Lo dedico a chi come me vorrebbe urlare ogni volta che percepisce la promozione come accanimento, come tante volte traspare dalle buone – per carità – intenzioni di chi – giustamente – vuole sostenere l’allattamento, ma… ma fare contente tutte non si può.
E forse siamo ipersensibili noi.
A chi come me si strapperebbe i capelli quando sente per l’ennesima volta dire che quelle che non hanno il latte o ne hanno troppo poco sono una piccolissima minoranza, capendo che ancora una volta ci si dimentica che questa minoranza ESISTE ed e’ stufa di sentirsi trattare come… una minoranza. Cioè DIMENTICATA e relegata allo status di “capricciosa stranezza”.
No, non tutte le mamme hanno il latte.
Quante sono le donne che non hanno latte a sufficienza per far sopravvivere (non dico per ingrassare!) i propri figli? Qualcuno le ha mai contate? Siamo sicuri che siano così poche? No, dico davvero… se qualcuno ne sa qualcosa mi faccia sapere, per favore.
O vogliamo solo credere che siano “solo” il 3% delle donne? Ma anche fosse… il 3% vi pare poco?
Qualcuno ha indagato in maniera approfondita sulle cause? O a chi non riesce ad allattare si para davanti solo il solito, seppur sacrosanto, discorso della posizione corretta e di tutti gli altri crismi dell’allattamento destinando questa minoranza a giorni o settimane di sofferenza per tentare di recuperare uno stato che in verità recuperabile non è?
“Dai! Insisti! Provaci ancora! Hai provato il DAS? Fatti vedere da una consulente! Vedrai che ce la potete fare!”.
Ma dove sta il gesto naturale? Dove sta la spontaneità? Si può davvero parlare di allattamento recuperato quando di usano due tubicini attaccati con lo scotch che escono fuori dalla botticella del Sanbernardo. O è piuttosto accanimento? Per cosa? Per CHI?
Sono contenta se ha aiutato qualcuna a stare meglio, ma non fa per me, no, grazie.
È innaturale tanto quanto un biberon.
Smettetela di dirci che tanto siamo poche e ricordatevi che esistiamo aiutandoci a rendere questo dolore meno forte.
Come? Iniziando a menzionare le eccezioni invece che nasconderle nel dimenticatoio.
Quello che voglio dire è che sembra che le uniche cause per cui oggi molte donne non riescono ad allattare siano legate alla mancanza di supporto sanitario adeguato, a scarsa informazione ecc. Tutte cose verissime, certamente, ma non è SOLO questo e ho la netta sensazione che in questo turbine per promuove l’allattamento al seno ci si stia dimenticando di chi DAVVERO non può allattare per questioni OGGETTIVE.
Queste donne vengono sottoposte alla doppia tortura di un allattamento fallito e del mancato riconoscimento del loro status di “difettose” (non prendetela come un insulto, è una maniera per dire che le cose non funzionano benissimo come dovrebbero, tal quale ad altre peculiarità fisiche che ognuno di noi ha) e checché se ne dica a voce – probabilmente perché siamo ipersensibili noi visto che ci sentiamo “mancate” – il messaggio di chi promuove l’allattamento materno sembra sempre suonare come “se avessi incontrato me invece di quegli incapaci adesso allatteresti felicemente!“.
Ma non è sempre così!
Non sempre è questione di informazione e supporto, e l’aiuto più grande che si può ricevere in questi casi è che chi di dovere riconosca l’oggettività della situazione. Chi ha un problema fisico oggettivo andrebbe sostenuto non verso il perpetrare un tentativo destinato a cadere nel vuoto ma verso il riconoscimento del difetto e l’eventuale aiuto psicologico se necessario.
Ci sono analisi per capire se si è carenti di prolattina? Facciamole prima di torturarci per un mese! Ci sono altre maniere – a me sconosciute – per mettere un punto invece di 3 sofferenti puntini? Usiamole!
Se c’è una battaglia da fare che riguarda l’allattamento beh… ecco, questa è la mia.
Questo sito e chi lo popola, lo sapete perché s’è dimostrato in più occasioni, è profondamente a favore dell’allattamento e quello che sto dicendo in nessun modo mette in dubbio questa posizione.
E sapete qual è il bello di tutto ciò? È che con tutto il patimento, le febbri, i pianti, le ansie, le litigate, gli antibiotici… io lo rifarei. Se avessi un terzo figlio rifarei il calvario. Ma non per farmi del male, eh, quello lo eviterei volentieri… ma perché sono convinta che sia doveroso almeno provarci, e soprattutto che quel poco di colostro e di latte che possiamo dare i nostri bambini se lo meritano.
E poi se non ci avessi provato non avrei mai potuto fregiarmi dell’ambitissimo titolo di ciuccio umano che così fieramente porto 🙂 Una mamma buona sola a fare da ciuccio… ma tu guarda che roba si deve sentire!
Non tutte le mamme hanno il latte!
Qual è la vostra testimonianza? Raccontatecelo nei commenti.
Ricordate sempre che le vostre storie aiuteranno i genitori che verranno dopo di voi!
Assistenza sull’allattamento la potete trovare ad esempio, nel sito de La Leche League.
108 risposte
Da mamma che allatta al seno e che ti puó assicurare che non l’é venuto per nulla spontaneo, ne semplice, ne naturale, ti posso solo dire, Gloria, che ammiro ogni mamma che per lo meno ci ha provato, e mi dispiace davvero tanto questo senso di impotenza e fragilitá che lascia il non esserci riuscite… Per questo confido nella solidarietá tra mamme, che spesso anche io non sono riuscita ad avere, PERCHE’ NON SONO PERFETTA, ma ho voluto migliorarmi e insieme ad altre mamme abbiamo un gruppo di auto aiuto, che promuove sì il LM, ma non tralascia chi per diversi motivi è passato al LA, infatti abbiamo tra di noi mamme che lo danno e lo fanno pure a richiesta! Ma ti/vi invito a pensare alle diverse cause che potrebbero essere legate a questa mancata capacitá di nutrire (che secondo me possono essere davvero tante, e sul fronte psicologico gioca molto lo stress e l’ansia), e a chiedere a gran voce, se davvero ci teniamo a che questi meccanismi cambino, che vengano effettuati studi seri. Concordiamo peró su un fatto, ti chiedo Gloria, che come dice Alessandra B., c’è un problema di COMUNICAZIONE molto grande, che fa apparire l’allattamento come IDILLIACO ma, per non scoraggiare nessuna, non ti dicono quanto sia DIFFICILE e FATICOSO! E invece dovrebbe essere chiaro, che nulla nella vita é semplice e regalato, che praticamente tutto si ottiene (oppure no) con fatica, e che ció che a mio avviso confonde é questo: ci si aspetta che tutto sia PERFETTO, SEMPLICE, e possibilmente INDOLORE…. naaaaaaa.
Grazie Marisel. Il mio punto e’ proprio questo, sai… vorrei, nel mio piccolissimo, che le acque si smuovessero. Vorrei che se studi, ce ne sono, venissero a galla (io non li conosco) e se non ci sono… beh, si capisce 🙂
Allatatmento idilliaco o tortura? Ne’ l’uno ne’ l’altro, ma la percezione che se ne ha credo che dipenda moltissimo dall'”imprinting” che si riceve e dall’ambiente (fisico o virtuale) che frequentiamo. Per me era chiaro non fosse un idillio, ed ero pronta alle fatiche.
MariselCasis Beh, indolore può esserlo, semplice anche, se si è fortunate, ‘perfetto’, non esiste. Idilliaco, dipende veramente da ogni donna. Bisogna vedere quanto semplice e indolore ciascuna esige che sia. Faticoso, rompiballe, OK. Temporaneamente doloroso, OK, e lì ci vuole tutta l’assistenza del caso. Vivere con il dubbio che il tuo bimbo non stia mangiando nulla per qualche giorno, finché non è in pericolo la sua salute, OK. Ma puntare il dito contro una mamma perché ad un certo punto ha detto ‘basta lacrime’, non ha senso.
Come in tutto, ci vuole equilibrio. credo anche che l’assistenza non deve essere volta, né al ‘chissenefrega, tanto c’è LA’, né all’allattamento materno ad ogni costo, ma semplicemente al sostegno e alla comprensione della donna-mamma come persona, all’analisi oggettiva del problema che può avere. Ecco, attenzione alla singola persona, non alla ‘funzione mamma’, meno che mai ad una funzione idealizzata. Attenzione, attenzione vera, non soluzioni da manuale.
Siamo noi ad essere donne, ad essere mamme, non è la donna o mamma una cosa definita che noi dobbiamo essere.
alexaleaia MariselCasis totalmente d’accordo, ma non soffermarti/vi troppo sulle singole parole di ció che ho scritto, perché talvolta si vuole solo dare senso aun pensiero senza scrivere dei temi… e mi riferivo per lo + a che ci siamo abituati (tutti, uomini, donne, mamme, bimbi) a che ci venga detto, su tutti i fronti, che c’è sempre un modo + facile, + veloce, meno doloroso, ecc… fatto sta che concordo con te, e aggiungo che per me il primo mese di allattamento è stato faticoso, ma al 4º, che era stato ben avviato e tutto, giuro che stavo per buttare via la spugna dalla fatica… ma ora, me lo godo e ne sono felice.
Ciao Gloria ogni volta che leggo post come il tuo, più che condivisibile, penso che il problema sia sempre il solito… non si tratta di capire se una mamma ha il latte o meno sennò si collude con la mancanza di informazione ma si tratta di un problema di COMUNICAZIONE. Finchè certe informazioni vengono date in maniera tale da suscitare reazioni come la tua significa che abbiamo sbagliato qualcosa nel modo in cui le abbiamo date. Perchè OGNI donna, ogni persona è importante anche se è 1 su un milione e va rispettata sia per le scelte che per i suoi vissuti. E’ anche vero però che mai come sull’allattamento vengono suscitate reazioni come la tua, mentre per altri argomenti questo non succede. Il discorso sarebbe lungo ma qui mi premeva dire che a monte il problema NON è a mio parere se la donna ha o non ha il latte ma è un problema di comunicazione in merito ad un argomento che smuove sentimenti profondi in un momento del ciclo di vita unico nella vita di una donna diventata mamma e come tale andrebbe affrontato… un abbraccio
AlessandraBortolotti sono fondamentalmente d’accordo. Il problema di fondo però è che per comunicare le informazioni giuste ci vuole la conoscenza, ma a quanto ne so io, questa conoscenza manca.
Ad esempio, guardando il nostro caso, quando dire che si è raggiunto un punto critico? Quando si dice che si sta mettendo in pericolo il bambino (lasciando stare per il momento la sanità mentale della madre)? Quanto può non crescere un bambino? Come si fa a decidere che il latte c’è (e a sufficienza), ma è l’attacco il problema?
Al momento, se sei fortunato e ti capita la persona giusta al momento giusto tutto si aggiusta, ma se ciò non accade… arriva il post:)
A posteriori (ma anche a priori) posso dire che l’assistenza che abbiamo ottenuto non è stata la migliore possibile (anche se non saprei come migliorarla), ma se non c’è una chiara descrizione di come dovrebbero funzionare le cose e di cosa si dovrebbe fare per migliorarle, sei in sostanza in balia della dea bendata e del taumaturgo che ti capita sotto mano.
Non c’era latte? Boh… vallo a sapere dove fosse il problema, ma il fatto che non si sappia e non si possa davvero diagnosticare dimostra come il tutto possa risultare potenzialmente molto frustrante.
E se invece si potesse ma nessuno te lo fa presente?Da indagare. Io credo che sia proprio cosi’.
(Il supporto nel nostro caso c’e’ stato, non ideale magari, ma c’e’ stato)
Gloria, metti anche che fai un bell’esame del sangue per cercare la prolattina (non ho idea se basti un esame del sangue per valutarne la concentrazione, ma facciamo di sì), non è che tu produci QUEL valore di prolattina, tu produci quantitativi diversi di prolattina a secondo di quanto spesso il tuo bambino succhia (la suzione stimola le terminazioni nervose che mandano il messaggio all’ipofisi di produrre prolattina), a seconda dei momenti della giornata, a seconda di come stai tu, è un valore in continua evoluzione. Oltre al fatto direi molto importante, che l’allattamento non è solo questione di prolattina.
Ne so davvero poco, ma da quel che ho capito uno puo’ almeno capire se parte gia’ con la prolattina bassa (e mi pare che esistano medicinali che la stimolano, ma non vorrei dire una fesseria piu’ grossa di me o incentivare l’uso di queste cose!).
Comunque impegno per il; futuro: approfondire l’argomento.
Sì, ci sono due principi attivi per cui esistono prove di efficacia e sono utili per chi soffre di ipogalattia. Sono principi attivi che servono per altro, ma tra gli effetti collaterali hanno la stimolazione della prolattina. Da assumere dietro prescrizione medica, solo in caso di ipogalattia, ovvero dopo aver messo in atto tutti gli accorgimenti necessari per far partire la produzione senza ricorrere a farmaci 🙂
Sto studiando: il libro esce il primo marzo 🙂
“Da assumere dietro prescrizione medica, solo in caso di ipogalattia, ovvero dopo aver messo in atto tutti gli accorgimenti necessari per far partire la produzione senza ricorrere a farmaci”
Ottimo! Esattamente quello che volevo esprimere nel post. Se questo accadesse davvero sarebbe una gran bella cosa. (A me non non l’ha mai proposto o suggerito nessuno…)
Sono d’accordo, l’argomento smuove montagne intere, e’ incredibile quanto riesca a toccare in profondita’…
Ma io credo pero’ che sia proprio questione di cominciare ad ammettere l’evidenza dei fatti quando i fatti sono evidenti, favorendo questa evidenza con la ricerca (le analisi, gli studi) per non continuare ad accanirsi su le (poche?) donne a cui si potrebbero risparmiare settimane di pene e di illusorie speranze.
Mi dispiace, ma per me e’ profondamente riduttivo continuare a dire che chi ha avuto problemi di poco latte e’ o mal informata o mal supportata. Non e’ sempre cosi’. Nella maggior parte dei casi, ma non sempre. Ed e’ questo numero ridotto di persone che io vorrei venisse estratta dal dimenticatoio e aiutata concretamente a non trascinarsi inutilmente e farsi male.
Gloria che bel post. Su questo argomento uscirà un libro tra qualche mese. E’ un argomento di cui si deve proprio parlare. 🙂
Un abbraccio
giorgia
Grazie Gioria… Tienimi aggiornata 🙂
Gloria, un fortissimo abbraccio per il tuo coraggio, il tuo dolore e la tua rabbia.
Hai ben ragione di protestare contro il ‘dimenticatoio’ nel qualse si vorrebbe far cadere chi, effettivamente, non ha latte. Si vorrebbe far credere che la ‘vera donna’ deve essere programmata per natura per tutte le funzioni materne, che ‘la vera mamma’ non può avere difficoltà, e invece non è vero. Il corpo non è perfetto. La natura non è perfetta. Non è neanche lontanamente vero che se si fa secondo natura fila tutto liscio (stesso discorso per il parto, bella bella l’idea del parto tutto natura e tradizione in casa, senza i ‘metalli’ della sala parto odiosamente medicalizzata, ma si dimentica come fino a poco più di 50 anni fa la causa di morte in assoluto più frequente fosse, appunto, il parto…)
E hip hip Hurray per tutto quello che la civiltà ci procura e che ci permette di sostentare i nostri figli senza doverci torturare oltre misura, mantenendo tutto il contatto e l’intimità che sono il vero ‘essere mamma’. E guai, guai a dire che chi dà al proprio cucciolo il biberon è ‘meno mamma’. Per un paio di millenni, la maggior parte delle madri non ci pensava minimamente, ad allattare, facevano allattare ad una nutrice, e solo i più ricchi tenevano a casa bimbo e nutrice, il più mandavano via il neonato in campagna per diversi anni.
Oramai vige un tale clima di sfiducia, una tale diffusa certezza della disonestà altrui, che ci siamo convinti che tutto quello che è LA, alimenti per bimbi, medicine, ecc. ecc. sia per forza frutto di perverse manovre consumistiche con le quali si avvelenano i bambini pur di fare soldi, perdendo totalmente di vista il fatto che possano essere state iniziative prese in buona fede per colmare un bisogno, curare malattie, rendere più agevole la vita.
Come ho scritto in uno dei forum a cui fai riferimento, allattare sarà anche in parte un dovere, ma non assoluto, il dovere di nutrire tuo figlio lo puoi anche assolvere diversamente, per n. motivi, perché il “meglio” non è il solo latte, ci sono anche la serenità e la dolcezza. La sofferenza e il sacrificio non è che facciano oltremodo bene. Per quanto sia convinta che allattare al seno sia meglio, se si riesce, lo sono altrettanto che ciascuna abbia il suo limite, e che va rispettato, senza alcun senso di colpa. Provarci, si, torturarsi, sia fisicamente che emozionalmente, no.
Mi sono fatta dire ‘Ammazza quano sei francese’ (lo prendo ovviamente come un complimento), e sotto tale bandiera aggiungerò un piccolo commento in puro stile femminista transalpino: Alle donne fregano sempre facendo credere loro che sono indispensabili, e con questo giustificano ogni sacrificio, anzi, se una donna non si sacrifica, non è veramente donna. Baggianate! Propaganda mensognera e manipolazione basata su sensi di colpa forgiati apposta. Non dico che bisogna essere egoiste e pensare solo ai nostri comodi, lungi da me (al massimo riesco a depilarmi le gambe una volta al trimestre, e ancora, ritagliando sul sonno, dal parrucchiere solo quando la situazione diventa disperata, shopping, palestra e affini, manco ci posso pensare) , ma una sana tutela della nostra individualità e del nostro benessere è un prezioso insegnamento anche per le nostre figlie, e per i maschietti idem.
alexaleaia
se per ‘ammazza come sei francese’ intendi me…sì, era decisamente un complimento!
@valina si si, proprio tu! Grazie!
alexaleaia pfiuuu! a volte ho paura che non si comprenda il mio modo di esprimermi!
@valina no no, non ti prioccupare, chiarissima sei
Gloria, ti mando un forte abbraccio! Hai perfettamente ragione, anche io come te penso che non tutte quelle che non allattano lo fanno perchè si arrendono o perchè non sono informate….nella maggior parte dei casi è così ma nel tuo davvero no. Ti ho seguita un anno fa, so che ci hai provato e che ci hai provato davvero…sei forte, sei una grande…ti stimo molto e davvero mi fa piacere che tu lo sappia! 😉
Lotta… grazie, ti mando un bonifico o va bene un assegno? ;-DCavolate a parte, non credo di meritarmi tanto, ma grazie di cuore.
Gloria_ 😉
mi spiace tantissimo Gloria, io spero di non fare parte di quel 3% e apprezzo chi come te e come le altre ci ha provato e insistito senza rinunciare alla prima difficoltà, perchè spesso è vero quello che dicono sul modo di attaccarlo, sulla presenza di ragadi, ingorghi, etc…però se non va, non va…
e mi domando anche: ma appunto, con tutti gli studi che fanno, non c’è un cavolo di prelievo del sangue che possa rilevare una carenza di prolattina che spieghi questo?
detto ciò, incrociamo le dita, fra una decina di giorni, forse più, forse meno, quando Valentina deciderà di venire al mondo, vedrò cosa succede… 🙂 un abbraccio.
vorrei aggiungere, a difesa di chi dice che allattare è naturale, che “tutte” hanno il latte, etc…è giusto che dicano così, perché ci si è troppo adeguati all’idea che neonato sia associato a biberon. io stessa lo associavo quasi matematicamente vedendolo anche nei film e in tv…. l’insistere sul tasto “tutte le mamme hanno il latte” si rende necessario contro le insicurezze che la società ci ha instillato…che poi ci siano le talebane dell’allattamento, questo è un altro discorso. una ragazza che frequenta il mio forum e in questi giorni ha avuto difficoltà per una mastite, si è sentita triste ed incapace, ma noi del forum siamo state invece tutte solidali e vicine nel dirle che anche nel LA non c’è proprio niente di male, l’importante è essere serene…passati poi i dolori della mastite grazie all’antibiotico ci si è rimessa con impegno ed ha contattato una consulente della Leche League. l’importante è non smettere di lottare, e arrendersi solo se effettivamente il latte sembra non esserci.
LauraGargiulo Certo! mai arrendersi alle immagini tutte fatte, quali che siano.
LauraGargiulo scusa ma perchè ha usato il LA per la mastite? è proprio con la mastite che bisogna insistere con il LM, visto che viene da un intasamento….io ne ho avute due!
LauraFracassi eheh vai a capire…tipico caso di disinformazione. anche io avevo letto proprio che bisogna insistere per svuotare il seno per bene…ma sta integrando con il LA perchè dice che esce poco latte… dovrebbero fare a tutte un corso di allattamento durante i giorni di degenza in ospedale 😀
Hai ragione Laura, e come ha scritto qualcun’altro si tratta di contro-contro-riforma in un certo senso.
Auspico solo che si ripeta la lezione del “tutte le mamme hanno il latte, dallo a richiesta e verifica l’attacco” un po’ meno in maniera automatica, ricordandosi che l’eccezione esiste sempre.
sarà che per me è una ferita troppo fresca, il mio bimbo ha quasi tre mesi e dopo due mesi di allattamento misto lui non vuole più attaccarsi…. C’è rabbia, frustrazione…sentimenti che ti pervadono quando quel magnifico sogno che pensi sia l’allattamento svanisce. Sentirsi una specie di macchina che non funziona, una mamma meno mamma delle altre….che giochi strani che fa la nostra testa! Dopo una campagna antiallattamento dei decenni scorsi, assolutamente da condannare, adesso si è creato una specie di accanimento verso il latte materno, pozione miracolosa che previene da qualsiasi malattia. Fermo restando che il latte materno è l’alimento migliore che esiste perchè è la natura che ha scelto che così fosse, si dovrebbe pensare anche a quelle mamme che pur mettendocela tutta non ce la fanno e dire loro: Vabbè, non importa! Anzichè dire che qualcosa da fare c’è! Ho consultato una consulente epr la’llattamento online, e mi ha risposto con una mail ricca di informazioni generiche, facendomi sperare che con la buona volontà ce l’avrei fatta…ma così non è stato. Fa male, troppo male….
Condivido pienamente quello che hai scritto. Anche io ho avuto lo stesso problema, latte scarsissimo nonostante massima informazione e tentativi di ogni tipo. Aggiungo però che secondo me non è detto che tutte noi, che non siamo riuscite a farlo, abbiamo un problema di tipo fisico. Nell’allattamento il fattore psicologico è fondamentale e allora troppa stanchezza, troppo stress, troppe pressioni, interne (da sestesse) ed esterne, un particolare contesto, influiscono sulla produzione. Sono incinta del mio secondo figlio e sicuramente riproverò ad allattare, ma stavolta, se non riuscirò, sicuramente non ricadrò in depressione.
Allora in bocca al lupo Silvia 🙂
Ehi, Gloria!Che meraviglia il tuo sfogo…Ti scrivo perché sono anch’io parte di quel 3% che non haallattato il proprio pargolo per “un problema fisico”. Nove mesi di gravidanzapassati ad attendere, tra le 1000 cose, la beatitudine dell’allattamento, ilmio bambino ed io, vicini come nessuno, io che divento il suo cibo, lui chevive di me. Avevo leggiucchiato qualcosa, ma ero stra-convinta che tuttosarebbe andato benissimo.Peccato poi… Tantecause esterne, un seno “non proprio fatto per allattare”… L’accanimento mioprima che degli altri sul dargli la tetta: paracapezzoli, modellatori,tiralatte…. Poi il biberon, il LA, il ciuccio (no, non sono stata buona nemmenoa fare da ciuccio)… E giusto per alleggerire i miei sensi di colpa, una belladermatite del piccolo legata probabilmente al LA (svanita con latte di asina ecapra, più brave di me a far latte…per non parlare che anche la soia, lemandorle, l’avena mi battono… :/ )E ora?? Ho un bimbo di un anno, sanissimo, guarito dalladermatite col latte giusto, cresciuto sano e forte con l’AS, sorridente,sereno, socievole, che sa farmi capire quando ha fame e quando non ne ha più,che mangia di tutto (verdure e frutta in primis) e prende il ciuccio per lananna… Sono fiera di lui, innamorata persa, abbiamo un rapporto splendido, contutti gli alti e bassi sani di una relazione normale.Mi spiace tantissimo e ancora mi riattrista non averglipotuto dare il mio latte per più di tre mesi… ma il contatto pelle a pelle loabbiamo mantenuto, sia io che il babbo (e il babbo la tetta non ce l’avrebbeavuta…), anche dandogli il biberon…Per ora organizzo per mamme e papà incontri sull’allattamentocon consulenti e mi impegno perché non passi un messaggio “talebano”, ma solola bellezza di un gesto che per alcune è naturale, per altre no. E quelle percui non lo è, sono mamme buone tanto quanto le altre.PS: per il secondo, il terzo e tutti i figli che verranno ciproverò ancora e ancora e ancora… Perché ce lo meritiamo.
Grazie FamigliaFelice! Anche io ho una tredicimesenne che corre e chiede “maggio” (formaggio! voglio mangiare!) e sinceramente non aver allattato non mi manca… forse non era per me e il destino ha preso alla fin fine la decisione migliore per me. Voglio solo un po’ giustizia (dice lei sfoderando la spada mentre parte la sigla del Tulipano nero ;-DDD)
Eccomi. Difettosa al primo figlio. Accanimento, per mia volontà. Seno, biberon apposito, tiralatte. Das.
Non ce l’abbiamo fatta lo stesso. MA (e ce lo metto), a differenza di tante che han mollato il colpo alla primissima difficoltà (e che giuro, tutt’ora mi fan venire una rabbia in corpo che non ti dico), so di averci provato. Di averle tentate tutte. So che non potevo fare nient’altro. So che non potevo incontrare nessun altro (mi han vista, per varie cose, tre ostetriche diverse).
E sì, adesso che aspetto il secondo (essì), ho tutta l’intenzione di riprovarci, sapendo quello che so! E sperando che sia stato un caso…ma molto più preparata all’idea che forse faccio parte di quella minoranza e non con l’illusione di ‘tutte le donne allattano, basta solo attaccare il pupo’.