Lo stupidario dell’allattamento (e non solo)

Lo stupidario dell'allattamento

Oggi vi propongo una storia vera e ve la riporto così come l’ho ricevuta. In quanti ci si riconosceranno? A giudicare da quello che leggo sulla pagina Facebook, in tanti!

Se avete storie da aggiungere allo stupidario dell’allattamento, mandatemele!

Premessa

Ammetto che in gravidanza avevo preso sottogamba l’argomento allattamento perché davo per scontato che il bambino sapesse già cosa fare (il bambino sì, ma non la mamma) e avevo sottovalutato la fragilità emotiva che mi avrebbe colpito dopo il parto. Mi sono resa conto, con il bimbo in braccio, di essere totalmente impreparata. Dopo il primo mese un po’ vacillante in cui una miriade di consigli discordanti da professionisti del settore avevano contribuito alla mia confusione, ai miei errori, alla mia crisi e al pericolo di far naufragare un allattamento già avviato ho deciso di far da me ed informarmi per bene sul tema.

Girando in internet ho trovato il numero della Leche League (mi ricordo ancora quella telefonata di un’ora seduta sul letto fra pianti e singhiozzi con una fantastica consulente che mi rispondeva dalla villeggiatura. Era agosto). Era tutto ok. Mio figlio era ok ed io ero ok. Non c’era niente di rotto o non funzionante, solo qualche lacuna da riempire. Ho eliminato di punto in bianco le aggiunte e mi sono fatta giorni, settimane e mesi interi a letto con mio figlio attaccato al seno a fare nient’altro che allattare e studiare il manuale della LLL. Ho letto libri su libri, partecipato ad incontri, chiesto e parlato tanto. E allatto tutt’ora felicemente (il bimbo ha quasi 15 mesi).

È un gesto stupendo, intimo e un legame tenero e speciale. A volte penso che se mi fossi lasciata convincere dai consigli “esperti” avrei perso tutto questo. E mi rendo conto quanto sia fondamentale la consapevolezza e la preparazione.

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Il mio campionario di “perle di saggezza”… (ovvero lo stupidario 😀 )

Ostetrica al corso pre-parto del consultorio e io prendevo anche gli appunti mentre parlava!:
– “Vi consiglio di comprare un paio di quei brik di latte artificiale già pronto perché tanto non vi verrà il latte in ospedale e a casa nei primi giorni entrerete in crisi. Senza star lì a dannarvi dategli il biberon e via…”

– “Non accarezzate e non toccate il bambino mentre lo allattate perché si infastidisce e poi non poppa più.”

– “Ci sono gruppi di sostegno all’allattamento al seno se volete. Ma sono dei fanatici che pretendono di farvi allattare a tutti i costi anche se non avete latte”.

– “A qualcuna di voi potrebbe capitare la sfortuna di avere uno di quei bambini che si attacca poco e spesso. È stressante. Pensate che ci sono bambini che si attaccano anche ogni ora!” e il mio bimbo era proprio così. Nei primi giorni cercavo di rifilargli quell’odioso latte in brik nonostante dall’ospedale mi avessero dimessa con la nota “allattamento ben avviato” e nessun’altra spiegazione. Quelle parole mi avevano indotto in errore pensando che il mio bimbo non fosse “normale”. All’epoca ero davvero ingenua.

Pediatra al corso post-parto:
– “Che bella fascia! È un bel modo per tenere il bimbo al sicuro. Ma ora è arrivato il momento di staccarsi da lui e abituarlo a fare a meno della presenza costante della mamma.” Detta quando mio figlio aveva 20 giorni.

– “È consigliabile allattare a richiesta ma non va bene allattare troppo spesso. Bisogna dare il tempo al bambino di digerire. Quindi aspettate almeno un’oretta fra una poppata e l’altra. Se il bimbo piange consolatelo e aspettate l’ora della poppata. Potreste rovinargli lo stomachino delicato.” E questo geniale consiglio mi ha procurato numerosi ingorghi.

– “Vi consiglio un bellissimo libro che si chiama ‘Io mi svezzo da solo’. Ci sono degli ottimi spunti.” Peccato che quando il mio bimbo aveva quattro mesi mi ha consigliato omogeneizzati e pappe frullate che ormai era arrivata l’ora di svezzarlo… temo che non l’avesse nemmeno aperto quel libro…

– “Dopo i primi giorni i bambini vanno separati dalla madre perché così imparano l’autonomia. Se non avete altre stanze in cui mettere il bimbo sistemate un paravento intorno alla culla così il bimbo può avere la sua intimità.”

Pediatra di base alla visita dei 7 giorni dopo aver chiesto consigli sull’allattamento:
“Ma guardi. Io non ne so nulla di allattamento. Deve chiedere a chi è più competente. Chieda all’ostetrica del consultorio.” (Non una stupidata, NdR)

Ostetrica del consultorio, dopo la doppia pesata:
“Non ha preso nemmeno un grammo di latte. È chiaro che non hai il latte. Senti come piange forte, sta morendo di fame. Devi correre subito in farmacia a prendere questa marca qui di latte in polvere (era scritta nel libretto sanitario del piccolo). Non vorrai mica farlo morire di fame?” Peccato che la bilancia avesse le pile scariche e non segnava il peso giusto!

Pediatra di base al telefono parlando di un sospetto reflusso:
“Per risolvere il reflusso deve interrompere l’allattamento e dare il latte artificiale antireflusso”, ed è stata l’unica cosa che mio figlio vomitava regolarmente.

Pediatra di base al telefono parlando della cacca verde fluo di mio figlio:
“Signora non deve mangiare zucchine o verdura verde.”
“Guardi che non ho mangiato verdura verde.”
“Beh, in ogni caso interrompa l’allattamento.” Peccato che la cacca verde era causata dall’antibiotico inutilmente prescritto al mio bimbo di due mesi senza integrazione di fermenti.

Pediatra di base alla visita dei 6 mesi:
“Bene ora può eliminare una poppata per sostituirla con il brodino anche se penso che non lo gradirà perché non sa di nulla. Al limite ci metta sopra del parmigiano.” Un classico.

Illustre psicologo al termine di un incontro per mamme, durante il quale allattavo mio figlio (di 6 mesi):
“Ho notato che lei ha tenuto per troppo tempo suo figlio al seno. Si rende conto che quando rientrerà a lavoro gli creerà un trauma? È bene che lo abitui fin da ora a fare a meno del suo contatto. Lei è troppo presente.” Ma che bella idea! Per evitargli un trauma a 9 mesi perché non anticiparglielo a 6? Geniale…

Pediatra di base alla visita dei 12 mesi mentre mi illustra un depliant della famosa marca arancione con un menu settimanale tipo:

“Adesso può iniziare a variare l’alimentazione di suo figlio e cominciare ad introdurre dei cibi solidi. Vede, qui c’è scritto che può iniziare a dare i legumi, l’uovo e il latte.”
“Ma guardi che mio figlio mangia di tutto da mesi ormai.”
“Ah si? Ovviamente adeguatamente frullato.”
“No no mangia quello che mangio io come lo mangio io.”
La sua faccia: Blink

“E che latte gli sta dando ora?”
“Il mio!”
“Ma come il suo? È grande ormai per il suo latte ha bisogno di qualcosa di alternativo. Gli dà mai dei latti alternativi?”
“Beh quando ne ha voglia assaggia volentieri il latte di soia o quello di riso.”
Di nuovo la faccia: Blink

“No. Io direi che ora gli può dare il latte di crescita numero 2 e togliere il seno”, ed armeggia dentro il mobiletto da cui estrae due brik della marca blu. Scaduti. Ma perché, pur avendo ammesso la sua ignoranza in fatto di allattamento e nutrizione si ostina a dare consigli? Non potrebbe occuparsi solo di eventuali patologie ed affini?

Certe cose non si possono inventare… aggiungo alcuni stralci di una mail che ho ricevuto (il grassetto è mio):

Sono una madre di una bambina di 3 mesi circa , allattata esclusivamente al seno.
Ieri con la pediatra che mi ha consigliato di iniziare già a 4mesi uno svezzamento progressivo. Dovrei iniziare con 30gr di omogenizzato di pera o mela prima della poppata delle12 e poi dopo 10giorni fare lo stesso intorno alle 20.
Mi consigliava questo perché la bimba accetta solo il mio seno, non vuole ciuccio ne’ biberon e il rischio è che a 6 mesi non voglia proprio un cucchiaino in bocca. Da un lato capisco il suo punto di vista, ma dall’altro lato penso che sia davvero presto iniziare lo svezzamento a 4 mesi.

Di tutto il messaggio la cosa più importante – e peggiore – è verso la fine, quanto leggiamo che questa “pediatra” è riuscita a far sentire SBAGLIATA la madre che fa una cosa naturalissima come allattare la figlia la quale, non essendo stupida, il ciuccio e il biberon li rispedisce al mittente. E invece questa “pediatra” cosa fa? Le dice che è SBAGLIATO e che bisogna correre ai ripari, altrimenti c’è il rischio che a 6 mesi il cucchiaino non lo voglia proprio (come se questo potesse essere un problema…) E LA MADRE COMINCIA A CREDERCI!!

Io certe volte davvero dispero…

E voi?
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293 risposte

  1. Incredibile la lista di assurdita’ che riescono a dire i cosiddetti esperti! meno male che ho sempre fatto di testa mia e ho allattato felicemente i miei due bambini e fra qualche mese allattero’anche il terzo/a !! ^__^

  2. c’è sia da ridere che da piangere leggendo l’articolo, io mi ritengo non fortunata ma di più, se mio figlio è stato allattato al seno è solo grazie a un ostetrica del consultorio che a una settimana di vita mi ha accolto, rassicurato e aiutato…anchio sono una mamma a cui in h è stato “consigliato” il ciuccio e il L.A. perchè era sempre attaccato e non cresceva…ora che aspetto il secondo mi ritengo ancora più fortunata perchè mi sento pronta..se avessi mollato con il primo con i lsecondo non ci avrei manco provato!!

  3. Per Fortuna l’ostetrica del mio corso pre parto non ha detto queste castronerie.. anzi è disponibilissima ad intervenire qualora in ospedale l’allattamento non sia stato ben avviato

  4. Beh secondo me il fatto che il pediatra abbia apertamente ammesso di non saperne una mazza di allattamento e di rivolgersi ad un’ostetrica non è una stupidata, anzi! Di solito il pediatra non sa una mazza di allattamento ma dà consigli controproducenti… benvenga questa uscita!
     

    1.  @Corinna Non credo che Helianthus lo intendesse come stupidata… magari ci metto una noticina così è più chiaro (però l’informazione serve per quello che viene dopo)

      1.  @andrea_  @Corinna  
        Si, non lo intendevo come stupidata ma come premessa al seguito. Anzi, con il senno di poi ho apprezzato l’onestà del pediatra. Tutto sommato mi rendo conto che proprio quella sua ammissione mi ha fatto aprire gli occhi e decidere di informarmi per conto mio su allattamento e nutrizione evitando così di  affidare le sorti di mio figlio ad altri. Quello che invece stride alquanto è che nonostante quest’outing continui a darmi consigli in merito aumentando l’insistenza con il passare del tempo. Ultima chicca? L’altro giorno visita per una febbre altina (mio figlio di quasi 15 mesi), gli applica il sacchettino per raccogliere le urine e mi dice di farlo bere:
        “Ha portato il biberon?”
        “No, non ci serve”
        “Come no? E come beve?”
        “Con il bicchiere”
        “Ma è troppo piccolo, come può farcela? Beh.. le dò un cucchiaino così lo aiuta ad assumere liquidi”
        “Al limite gli dò il mio latte” dico io, pensando di tagliare corto
        “Ma beve ancora il suo latte? Guardi che non è nutriente, è necessario dare il latte di crescita”
        “Senta, mio figlio non lo gradisce. Temo che lo trovi troppo dolce.” (in realtà non lo ha mai assaggiato).
        Bevendo solo il mio latte in pochi minuti ha riempito il sacchettino.
        Ho l’amara sensazione che questo pediatra non “veda” davvero i bambini al di là dei colpetti sul torace e lo stick per le urine. E’ solo un passacarte per certificati e documenti. E lo dico con sincero dispiacere perché penso al rapporto con il medico come ad un rapporto di fiducia e rispetto reciproco.

        1.  @Helianthus  “È necessario dare il latte di crescita”, hahahaha
          Ecco perché c’era tanta mortalità infantile in passato… non c’era il latte di crescita  😀

  5. io invece vorrei aggiungere che neanche il bambino i primi giorni sa cosa fare. si deve imparare in 2. il mio primo figlio ci metteva tantissimo ad attaccarsi i primi tempi, non sapeva come fare e dove, e io meno di lui, oltre al fatto che i dolori erano forti e ogni volta mettergli quel capezzolo in bocca era un a prova alla “mai dire banzai”. quindi io avevo paura, lui non sapeva dove attaccarsi, piangevamo tutti e due e io mi sentivo una madre inetta perchè mio figlio aveva fame e io non riuscivo a farlo mangiare. poi avevo troppo latte, la mastite, ero molto debole e spaventata, dolori fortissimi che non accennavano a passare. a casa mamma e suocera non facevano altro che confondermi le idee, ovviamente in buona fede, per fortuna ho trovato ostetriche ed infermiere molto brave al consultorio,e il mio pediatra anche mi ha sempre sostenuta smentendo tutte le dicerie delle nonne del tipo “lo vizi”, “lascialo digerire”, “ha mal di pancia se lo allatti è peggio” (invece lui aveva solo fame), “se gli dai la tetta ogni volta che piange associa il pianto al seno” (la vita di un neonato è fatta di poche cose: seno, cacca, pianto. se non associa queste fra loro, cos’altro dovrebbe associare?), “ma tu così non farai altro che allattare tutto il giorno” (come se mi si prospettassi davanti un’intera vita di allattamento a richiesta… in realtà quel periodo dura al massimo 2 mesi, e come se una mamma con un bimbo di pochi giorni che non allatta invece avesse tanto tempo libero…). comunque la persona decisiva che mi ha fatto capire che dovevo tapparmi le orecchie è stata un’infermiera che mi ha detto: “allattare è una scelta, se scegli di allattare devi sapere che è un lavorone, devi farti aiutare perchè non potrai fare altro, se lo fai devi farlo al 100%, altrimenti dagli pure il biberon. comunque se tieni duro poi vedrai che sarà tutto più facile”. è proprio questo il punto, deve essere una scelta. nel momento in cui scegli di farlo e ti senti sostenuta in questo da chi ti sta intorno, ne sei consapevole e trovi la forza di andare avanti non ostante le grosse difficoltà. se una donna non se la sente però non bisogna farle il lavaggio del cervello, farla sentire in colpa, parlare di latte artificiale come del veleno che farà diventare suo figlio obeso e malaticcio. credo che i professionisti che ruotano intorno all’allattamento e ai neonati dovrebbero, oltre che evitare di dire le corbellerie che hai scritto in questo post, anche capire la psicologia di chi hanno davanti. ci sono donne a cui serve incoraggiamento e con cui vale la pena insistere, e donne con le quali insistendo troppo si rischia di avere effetti devastanti. e rendere l’allattamento una scelta significa anche uniformare i servizi di supporto alla maternità in modo che tutte le donne siano davvero messe in condizione di scegliere, tante invece optano per l’artificiale semplicemente perchè non hanno avuto sufficiente aiuto o sufficienti informazioni. tante altre non riescono o non vogliono per tanti motivi e farle venire i sensi di colpa per questo non è giusto.

    1.  @CosmicMummy1976 In realta’ e’ parzialmente vero: un neonato, senza “interferenze sbagliate” saprebbe cosa fare, (breast crawling docet), come qualunque cucciolo completamente indifeso la cui sopravvivenza e’ legata al saperlo. Il problema e’ che ci sono alcuni piu’ “sensibili” alle interferenze che si incasinano. La mia “mordeva” dal primo giorno in ospedale, poi io ero “attrezzata” di strumenti vari e abbiamo imparato a risolverlo/conviverci.

    2.  @CosmicMummy1976  cito: ‘…”allattare è una scelta, se scegli di allattare devi sapere che è un lavorone, devi farti aiutare perchè non potrai fare altro, se lo fai devi farlo al 100%, altrimenti dagli pure il biberon. comunque se tieni duro poi vedrai che sarà tutto più facile”. è proprio questo il punto, deve essere una scelta.’
       
      Non so quanto sia d’accordo con questa affermazione… diciamo che per effettuare una scelta consapevole devi essere informata, quindi direi che tutto si riconduce (come al solito) alla qualità dell’informazione che si riceve.
       
      Il problema di fondo(anche se suona incredibile) è che l’allattamento oggigiorno non è un processo compreso particolarmente bene. Cos’è normale e cosa non lo è quando allatti? Non è mica così lampante… Finché il bambino si attacca e cresce come un vitello, va tutto bene, ma dov’è la linea di demarcazione passata la quale bisogna effettivamente preoccuparsi? Io non lo so e non saprei se nessuno si sia pronunciato in materia.
      Un bambino che piange (tanto) è un bambino normale, per cui la madre che si lamenta va informata in merito. il bambino che si attacca male e ciuccia poco è normale? Boh… presumo che dipende da cosa si intenda per “ciuccia male”. Un bambino che cresce poco nel primo mese è normale?” Ariboh…E così via.
       
      Quello che so è che l’industria ha speso fior di quattrini per convincerci che il LA è una necessità/comodità irrinunciabile e per spiegarci come NON funziona l’allattamento, mentre la ricerca e lo stato hanno investito poco e niente per spiegarci effettivamente come funzioni.
       
      Di sicuro LA e LM non sono su un livello paritario (cosa che tu sembri implicare nel tuo intervento), in quanto il LA è un surrogato (basta vedere come le formulazioni continuino ad essere “migliorate”); inoltre in letteratura i rischi associati al non allattamento sono ben documentati, ma non se ne parla praticamente mai.
      http://www.autosvezzamento.it/rischi_associati_al_non_allattamento/
      Fin tanto che l’informazione non viene data davvero a tutto tondo e usando il vocabolario giusto sarà impossibile fare una scelta informata. Invece rimarremo ancorati al fatto che il LA è la norma e il LM un qualcosa in più.
      Dopo tutto tu stessa dici: “i professionisti che ruotano intorno all’allattamento e ai neonati dovrebbero… capire la psicologia di chi hanno davanti.”
      Sì, ma come la mettiamo con i professionisti che ruotano intorno al LA (i quali sono ben più numerosi e con fondi incomparabilmente superiori) i quali della psicologia di chi hanno davanti non si interessano minimamente?

      1.  @andrea_ secondo me il discorso “è una scelta quindi agisci di conseguenza” (in sintesi è questo il significato) era un modo per spronarmi, io ero lì disperata perchè da una parte soffrivo le pene dell’infermo ogni volta che mio figlio doveva mangiare, avevo quintali di latte ma il bambino non cresceva, la prima settimana, e in più come se non bastasse dovevo sorbirmi madre e suocera che mi dicevano che se piangeva non dovevo attaccarlo, che dovevo attaccarlo ogni 3 ore ecc. ecc. credo che le intenzioni fossero di svegliarmi, di dirmi che è normale fare la mucca carolina (a quale mamma che abbia allattato a richiesta non è stato detto? e non vi dava fastidio?), è normale che ciucci tanto, è normale non avere tempo per fare altro, è normale che il seno faccia male ma poi passa, è normale essere stanche, è normale chiedere collaborazione ai familiari, è normale non riuscire a preparare la cena, ma è una scelta che ho fatto io e devo andare fino in fondo perchè in fondo alla fine raccoglierò i frutti. e così è stato. la settimana successiva il bambino aveva preso 500 g, e io ero molto più serena (anche se posso dire di aver superato tutti i dolori e le difficoltà dopo il primo mese e mezzo). insomma secondo me essere consapevoli che è una cosa che ho deciso io e che è giusto che io faccia così perchè è quello che ho scelto io e nessun altro deve permettersi di mettere bocca, altrimenti se non me la sento ci sono altre possibilità (assolutamente legittime), è qualcosa che ti incoraggia e ti permette davvero di mandare tutti i criticoni a quel paese, oltre che a buttare via orologi e magari anche ridimensionare le proprie aspettative su quella che sarà la vita delle prime settimane di maternità. io se non avessi avuto quella conversazione non so se avrei allattato, forse non avrebbe avuto lo stesso effetto per tutte. a dimostrazione del fatto che chi sostiene le neomamme deve essere anche un po’ psicologo e capire qual’è il metodo migliore per fare presa, incoraggiare e rassicurare la donna che ha davanti. 

      2.  @andrea_ “Sì, ma come la mettiamo con i professionisti che ruotano intorno al LA (i quali sono ben più numerosi e con fondi incomparabilmente superiori) i quali della psicologia di chi hanno davanti non si interessano minimamente?” quelli sono semplicemente disonesti. non li metto sullo stesso piano, dico solo che una mamma può avere tanti motivi per non allattare (es farmaci) e direi che può avere colpe ben peggiori di questa.

        1.  @CosmicMummy1976  @andrea_ Io invece direi che non c’e’ nessun tipo di colpa nel non voler allattare.
          Il problema sono le madri che vogliono allattare e i cui allattamenti sono fatti fallire dagli operatori che dicono cavolate come quelle di heliantus. Ho appena “salvato” una mamma a cui in ospedale volevano far smettere di allattare perche’ doveva prendere dei farmaci (antibiotici e antiffiammatori). Ne abbiamo parlato per caso e le ho detto: chiama prima  il mario negri a milano. Lo ha fatto, e’ andata in ospedala “armata” di elenco di farmaci compatibili e allatta ancora. Pero’ perche’ le devo dire io una cosa, che oltretutto non sono nemmeno un operatore sanitario, e in uno dei piu’ grandi ospedali del suditalia le dicono le cavolate? Operatore sanitario, non sai una cosa? Chiama chi e’ piu’ esperto di te, eccheccavolo!!

  6. Fantastico!!! Ho riso (da pediatra di base…) a crepapelle. Grazie a Helianthus e mi scuso per la categoria. Credo che lo farò leggere alle mie neomamme “in crisi”. Grazie!!!

    1.  @manuelamusetti pero’ almeno la prima volta e’ stato onesto… E’ il dopo che lascia a desiderare… Comunque le ostetriche coi campioncini potrebbero essere denunciate, o almeno segnalate al’ibfan.

  7. …gulp…ma sarebbero da denunciare…cmq purtroppo è la norma….io ho fatto come te..ovvero di testa mia…a 14 mesi allatto ancora, è autosvezzato da quando ha 7 mesi e non ho mai avuto problemi…certo però che penso invece a tutte quelle mamme che si lasciano convincere…che tristezza..quanta ignoranza c’è in giro! 

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