Cerca
Close this search box.

L’integrazione di fluoro: a cosa serve e quando serve

L'integrazione di fluoro: a cosa serve e quando serve – fluoro
Foto di Silvia Navarro da Pixabay

Le risposte che cerchiamo dai medici non dovrebbero rappresentare mai le loro opinioni ma la voce della loro coscienza sulla base della migliore e più solida scienza di cui al momento si dispone. L’ “opinione dell’esperto” sta a zero se non è supportata dalle evidenze della ricerca scientifica.

Fluoro sì o no?

L’integrazione di fluoro serve? Domandarselo però è come chiedersi “antibiotici sì o no?”: quando servono, fanno bene; quando non ne abbiamo bisogno, fanno male. In medicina vale il concetto che ciò che non è necessario è in realtà dannoso.

Il fluoro è un farmaco, già riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno di quelli essenziali per l’essere umano e può fare la differenze tra non avere e avere carie. In alcuni casi e in alcuni modi è utile, in altri no e quindi può risultare dannoso, come ogni farmaco. Per semplicità parliamo di fluoro anche se in realtà è lo ione fluoruro che conta.

Il fluoro è un elemento naturale presente nella terra e nelle rocce dei vulcani, nell’acqua del mare e nell’acqua dolce. Alcune piante ne sono molto ricche, per esempio il tè.

Fluoro assunto per via orale (ovvero NON quello del dentifricio)

Il fluoro che assumiamo con le bevande (l’acqua soprattutto), il cibo o, a volte, le gocce o le compresse che ci prescrive il medico finisce in tutto il corpo, non ha effetto sui denti che abbiamo in bocca, ma invece partecipa alla formazione dei denti che ancora devono nascere. Quindi, il fluoro in gocce o compresse non è necessario per tutta la popolazione.

Se nell’acqua che beviamo ce n’è a sufficienza non serve prendere le gocce o le compresse, altrimenti può essere indicato (sotto valutazione del medico).

I momenti in cui si prescrive sono la gravidanza (dal terzo mese), l’allattamento (alla madre o al bambino) e fino ai 3 anni (a volte fino ai 6 anni). Oltre queste età non si prescrive. Se e quanto lo può solo stabilire il medico (ginecologo, pediatra o dentista) e sempre secondariamente al sapere quanto ce n’è nell’acqua che beve la mamma e/o il bambino; senza questo dato nessuno può prescriverlo acriticamente. Le ASL raccolgono localmente questo dato, tutto sta poi nel fatto se questa comunicazione passi e sia recepita/richiesta dai medici.

Le concentrazioni di fluoro nell’acqua al di sotto delle quali si prescrive l’integrazione sono 0,3 e 0,6 ppm (parti per milione) ovvero 0,3-0,6 mg per litro di soluzione (acqua); all’interno di questo range ci si comporta in modo diverso. Di sicuro, quando è maggiore di 0,6 ppm si consiglia di non fare niente.

Bere acqua in bottiglia non cambia le cose: bisogna discuterne con il medico.

Darlo quando non ce n’è bisogno (soprattutto nei casi in cui sia naturalmente presente nell’acqua in grande quantità) può essere pericoloso e troppo fluoro finisce per indebolire i denti (e le ossa) invece che rinforzarli. Si parla in questi casi di “fluorosi”, cioè di una alterata mineralizzazione del dente che può apparire come macchie bianche o brune o piccoli “affossamenti” della superficie del dente. Teniamo presente che non tutte le macchie e i difetti dei denti sono da imputare al fluoro ma esistono anche altre condizioni e malattie che li determinano e spesso ci portano a fare confusione.

Ovviamente, poi vale il principio della libera scelta del genitore; dovere del medico è informarlo correttamente.

Il fluoro del dentifricio

Una cosa completamente diversa è il fluoro che andiamo a mettere direttamente sui denti che già sono in bocca e che non finisce, quindi, in tutto il corpo.

Il modo migliore per applicarlo è con il dentifricio, ma esistono anche altri prodotti, in genere nelle mani del dentista o dell’igienista dentale, quali gel, vernici o altro.

Questo fluoro ha l’effetto di uccidere i batteri della carie, di rinforzare i denti sani e di riparare lo smalto di quelli già un po’ corrosi dalla carie.

Oggi sappiamo che se nel mondo occidentale la carie si è dimezzata negli ultimi decenni lo si deve al miglioramento delle condizioni socio economiche e all’introduzione del fluoro nei dentifrici.

Si comincia dai 3 anni con un dentifricio contenente 500 parti per milione di fluoro (ppm, come deve esser scritto sulla confezione) fino ai 6 anni; dai 6 anni in su si usa un dentifricio con 1000 ppm.

Di dentifricio ne basta una minima quantità (tanto per un adulto che per un bambino), pari alle dimensioni di una lenticchia. In questo modo non ne resterà a sufficienza per “mangiarlo”.

Il dentifricio per i bambini dovrebbe avere un sapore non troppo “accattivante” – la frutta è fatta per essere mangiata a tavola e non nel tubetto – proprio per non invogliarli a mangiarlo (ma le multinazionali spesso non se lo ricordano). Inoltre, dovrebbe essere tenuto fuori dalla portata dei bambini: ricordiamo che il fluoro è un farmaco anche se, purtroppo, i dentifrici sono normati e tassati come prodotti cosmetici – e anche per questo in commercio esistono dentifrici poco utili a prevenire la carie, senza fluoro o con concentrazioni non adatte all’età.

Il motivo migliore per usare un dentifricio è il fluoro che contiene e questo lo rende irrinunciabile.

Quando il bambino impara a sputare si può raccomandare (anche agli adulti) di non sciacquarsi a fondo la bocca dopo aver spazzolato i denti ma semplicemente di sputare la schiuma. In questo modo una minima quantità di fluoro rimarrà a contatto con i denti per più tempo, proteggendoli e rinforzandoli.

Per finire

Salute vuol dire prima di tutto sapere chi siamo e che cosa facciamo; i farmaci possono restituirci un po’ di salute quando l’abbiamo perduta, ma non commettiamo mai l’errore di delegargli interamente la nostra salute. Il fluoro nel dentifricio è irrinunciabile, ma fondamentale resterà sempre l’alimentazione.

——–

Approfondimenti e una panoramica più ampia sulla cura dei denti dei bambini sono disponibili in Mamma che denti! L'integrazione di fluoro: a cosa serve e quando serve – fluoro(link affiliato)

ISCRIVITI e ricevi SUBITO
in OMAGGIO
la NUOVA EDIZIONE dell’ebook,
“E SE SI STROZZA?”

IN PIÙ IMPARA
QUELLO CHE C’È DA SAPERE CON IL
MINICORSO

COS’È L’AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
Con oltre 140 ricette per TUTTA la famiglia

65 risposte

  1. ok ma alla fine fa più male darlo o non darlo? (mi riferisco a gocce e compresse perchè se ho ben capito quello del dentifricio è effettivamente utile) non mi so regolare… per ora non do nulla (come non do le vitamine d) ma ho paura di sbagliare!

  2. Basta metterne una lenticchia (come da indicazioni). Ci sono comunque i dentifrici insapore (o quasi). Molto meglio di quelli alla menta che a me hanno sempre fatto schifo 🙂 /A.

  3. A mia figlia do il fluoro dalla nascita e fino ai 3 anni (consigliato dal pediatra della Mangiagalli) non va bene????

  4. Diciamo che si in Italia si facesse anche la benché minima profilassi dentale sarebbe un bel passo avanti. Invece non si fa NULLA. Quelli sì che sarebbero soldi spesi bene per TUTTA la popolazione. Il fluoro è un problema secondario. Tuttavia essendo un farmaco, bisogna fare attenzione perché non va (non) preso a vanvera. /A.

  5. la mia idea e’ che dietro a tt ci sono una marea di soldi…che si tratti del fluoro.. dei vaccini o latte e prodotti x bambini.. poi.. idea mia ovvio..

  6. FeDe Loricchio, ho dato un’occhiata molto veloce al link. Quello che dicono è per molto versi condivisibile, ma appena leggo dei complotti (in questo caso) delle case farmaceutiche mi viene immediatamente da chiudere la pagina 🙂 /Andrea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ISCRIVITI E RICEVI IN OMAGGIO LA NUOVA EDIZIONE DELL’EBOOK:
“E se si strozza?”

IN PIÙ IMPARA QUELLO CHE C’È DA SAPERE CON IL MINICORSO
SULL’AUTOSVEZZAMENTO!