A sentire tanti pediatri e genitori, il latte di crescita, o latte 3, è essenziale per la crescita dei nostri figli, ma siamo sicuri che invece non siamo semplicemente rimasti abbagliati dall’industria e dai bisogni indotti che crea così abilmente? In altre parole, il latte di crescita serve davvero?
Questo articolo è una trascrizione/ampliamento di una storia che ho fatto su Instagram, ma dato che questa piattaforma non consente i link, allora ripropongo il testo qui con tutti i riferimenti, approfittando dello spazio per spiegare meglio alcuni punti, per chi vuole approfondire.
Ciao a tutti,
per Andrea Risponde oggi voglio esaminare brevemente l’annosa questione,
il latte di crescita serve?
La risposta breve è
NO!
Ma se mio figlio prende ancora molto latte a 1 anno?
Se si rischia di eccedere con il latte vaccino, allora si può continuare tranquillamente con il latte 1 o il 2.
Notate però che è difficile quantificare quanto latte vaccino sia “troppo latte vaccino“.
A seconda delle linee guida che leggete, le quantità variano da 1 tazza a 3 tazze al giorno.
A proposito di questo punto potete leggere ad esempio:
questo sito governativo australiano che dice che 2 tazze al giorno coprono il fabbisogno di calcio giornaliero.
Questo sito americano consiglia 2-3 tazze al giorno.
Il Ministero della salute britannico (NHS) dice che bisogna assumerne almeno 350ml al giorno.
Le linee guida europee affermano che per un bambino non allattato al seno dopo i 12 mesi si raccomandano 200-400 ml/die di latte vaccino intero non diluito se altri cibi di derivazione animale sono inclusi nella dieta, 300-500 ml/die se non lo sono.
Insomma, potete scegliere le quantità che volete…
Ma vediamo con degli esempi cosa dicono alcuni enti italiani e internazionali sull’utilizzo del latte di crescita.
Il ministero della salute non si pronuncia e dice semplicemente che
… sono disponibili i cosiddetti “latti di crescita”, proposti per bambini da 1 a 3 anni la cui composizione ad oggi non ha delle prescrizioni specifiche a livello europeo. In altre parole, lo possono fare come vogliono.
Invece il ministero della salute britannico (NHS) afferma che:
I latti di crescita sono commercializzati come alternativa al latte intero vaccino per bambini di età superiore a 1 anno, ma non ci sono prove che suggeriscano che questi prodotti forniscano benefici nutrizionali aggiuntivi.
L’EFSA già nel 2013 diceva che
[Il latte di crescita] non è più efficace nel mettere a disposizione nutrienti di altri alimenti che costituiscono la normale dieta dei bambini piccoli.
L’ESPGHAN concede che:
Anche se i latti di crescita possono essere utili per aumentare in casi specifici l’assunzione di nutrienti quali ferro o vitamina D, non ci sono evidenze che dimostrino come un loro utilizzo di routine per bambini tra 1 e 3 anni sia utile.
OMS e UNICEF denunciano inoltre come questi prodotti vengano usati per pubblicizzarne altri e dicono:
L’analisi del marketing mostra una gamma crescente di prodotti offerti in tutti i paesi, in particolare i latti di proseguimento (fase 2), ma anche per bambini tra 1-2 anni (fase 3) e di 2+ anni (fase 4).
L’ampliamento del portafoglio di prodotti disponibili è una strategia di marketing comune per aumentare le vendite ed eludere il Codice [che vieta la pubblicità al latte 1].
Vi consiglio di leggere il documento linkato (lo so, è in inglese) in quanto è molto interessante e in un linguaggio semplice spiega molte cose di come funziona il mondo della pubblicità nel campo dei sostituti del latte materno, in quanto ricordiamoci, è SEMPRE una questione di soldi, di fatti ci ricordano che:
Le aziende di latte artificiale utilizzano una miriade di canali, sia di massa che altamente personalizzato – per massimizzare il numero di donne che raggiungono e il numero di volte che li raggiungono. In alcune situazioni, questo ammonta
a un flusso costante di marketing che raggiunge donne in gravidanza e mamme in spazi pubblici e privati.
A questo aggiungo che probabilmente l’esistenza di prodotti quali latte 3 o 4 non serve necessariamente a far aumentare le vendite di quel prodotto – anche se questo è un effetto collaterale positivo dal punto di vista dell’industria – ma ad assicurare che il brand sia sempre presente nella mente delle donne, anche quando sono giovani e sono ben lontane dall’avere figli, così quando arriverà il momento giusto “sapranno” cosa fare.
Da notare che se cercate in rete troverete molti “enti pediatrici” che avallano l’utilizzo del latte di crescita.
In questi case controllate SEMPRE se l’ente in questione ha collegamenti con l’industria e qual è la loro posizione su latte formulato e baby food.
Qui non metto link in quanto non voglio certo far loro pubblicità, ma di esempi ce ne sono tantissimi (a partire dal pediatra o che ci consiglia la marca di latte artificiale o dall’ospedale che dimette la mamma con il fatidico “foglietto”.
Quindi, nonostante le promesse che fanno sulla confezione
impariamo a lasciare questi prodotti sullo scaffale, anche se consigliati da “esperti”.
in quanto NON ci servono!
Ciao e alla prossima!