In questi giorni molte testate, tra cui la BBC, hanno riportato la notizia di uno studio appena pubblicato dove si afferma che un’introduzione precoce di un ben noto allergene, le noccioline, diminuisce la probabilità di diventarne allergici di oltre l’80%.
Lo stesso team aveva già rilevato come i bambini ebrei in Israele abbiano una percentuale circa di 10 volte inferiore di sviluppare allergie alle noccioline rispetto ai bambini ebrei nel Regno Unito i quali vengono esposti alle noccioline più tardi. (La mediana del consumo di proteine provenienti dalle noccioline in bambini israeliani tra gli 8 e i 14 mesi è di 7,1 g al mese, mentre è pari a 0 g nel Regno Unito.)
In questo studio 640 bambini con forme di atopia gravi, allergia all’uovo o entrambe sono stati suddivisi a random in due gruppi di cui il primo continuava ad evitare le noccioline, mentre il secondo le consumava. I partecipanti all’inizio dello studio avevano dai 4 agli 11 mesi e sono stati seguiti fino ai 5 anni.
Lo studio ha indicato che per ogni 100 bambini che non venivano esposti alle noccioline, 14 avrebbero sviluppato un’allergia prima dei 5 anni. Tuttavia nel gruppo di bambini a cui venivano fatte mangiare da subito, questa percentuale è scesa fino a 2 casi di allergia per 100 bambini, un calo dell’86%.
Anche i bambini che all’inizio dello studio stavano già diventando sensibili alle noccioline hanno tratto beneficio da questo processo di de-sensibilizzazione in quanto il tasso di allergie è sceso dal 35% all’11%.
Chiaramente questo è solo UNO studio e bisogna attendere che venga confermato dalla pubblicazione di altri studi di natura simile. Tuttavia, come afferma il New England Journal of Medicine, che ha pubblicato l’articolo che ho citato, la gravità del problema legato all’aumento di allergie da noccioline in America e la mole delle evidenze su come invertire questo trend sono tali che non ci si deve sorprendere se verranno emesse presto delle nuove linee guida in materia.
Al momento le linee guida nel Regno Unito dicono quanto segue:
- Le noccioline sono considerate sicure in gravidanza
- Se non ci sono casi in famiglia di allergia o eczema, allora burro di noccioline e altri tipi di noccioline tritate sono OK dopo i 6 mesi del bambino.
- I bambini non dovrebbero mangiare una nocciolina intera prima dei 5 anni per il pericolo di soffocamento.
In ogni caso al momento il consiglio è sempre quello che, specialmente nei casi più a rischio, bisogna agire sotto il controllo del medico.
Noi intanto, dato che non siamo grandi mangiatori di noccioline, aspettiamo che aumentino gli studi anche sugli altri alimenti “a rischio”, quali il latte vaccino, le uova, la soia, il frumento e il pesce. In letteratura c’è già parecchio e anche noi ne abbiamo già parlato, come in questo articolo dove si è discusso se vale davvero la pena di ritardare l’introduzione di certi alimenti.
16 risposte
per me è un ragionamento che non sta né in cielo né in terra.
Leggi qui:
http://www.autosvezzamento.it/introduzione-nuovi-alimenti-svezzamento/
A questo proposito vi vorrei chiedere cosa pensate di un pediatra che consiglia lo svezzamento tradizionale ma a partire dai quattro mesi e mezzo così da inserire tutti i cibi (o meglio, quelli classici) entro i sei mesi. Anche qui la motivazione era ridurre il rischio di allergie…
Grazie! Il tempo (l’osservazione!) continuerà a dare risposte!!
Irene Carleo, vallo a sapere. Considera comunque che
1) si parla sempre di rischio e non di certezza di contrarre o meno allergie
2) percentualmente noi mangiamo molti pochi cibi rispetto a quelli che ci sono a disposizione nel mondo, ma non è che siamo allergici alle novità (o magari sì, ma di solito quello è un altro discorso 😀 )
Tipo Riccardo a 5 anni non mangia ancora crostacei e molluschi e non x un mio tabù!
Sicuramente è anche un modo più naturale per i genitori…quello che mi chiedo è se quindi i bambini saranno tendenzialm degli allergici a ciò che non vogliono mangiare perché non piace
GiorgioIngrande ChiaraPonza, dei fattori che forse scatenano le allergie se n’è parlato molto brevemente nell’articolo linkato dove si dice che l’alimentazione ‘ certamente solo uno dei possibili.
Sull’inquinamento c’è da dire che oggigiorno è molto più basso di quello di 20-30 anni fa, per non parlare di 50-100 anni fa quando tutto andava a carbone e le città più densamente popolate erano tutte nere per le ceneri che andavano dappertutto.
Sul dover giudicare caso per caso siamo tutti d’accordo, ma questo vale solo per casi speciali a rischio. La posizione predefinita per la grande maggioranza della popolazione invece dovrebbe essere quella descritta nel pezzo di UPPA. /Andrea
Per me la questione allergie dipende dall’inquinamento ormai non ci si scappa. Questa è solo l’ultima moda del momento e come vanno introdotti gli alimenti dipende da bambino a bambino
Ma sempre e solo da quando il suo organismo è pronto ad assumere cibi in poi (orientativamente circa 6 mesi compiti e comunque osservando i segnali).
Lo dico perché poi ci sono i soliti pediatri comandini che invece ne fanno ignorantemente un nuovo alibi per lo svezzamento precoce! !!!!
La letteratura, come comunque già riportato da Andrea, c’è già, per cui non ha senso aspettare.