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È meglio cominciare lo svezzamento a pranzo o cena? Domande e risposte.

svezzamento pranzo cena
Foto di Gail. Licenza C.C.

“È meglio cominciare lo svezzamento a pranzo o cena?”

A scanso di equivoci e in caso non abbiate tempo di leggere questo breve articolo, dico subito che questa domanda non ha alcun senso.

Però, prima di chiudere questa pagina dandomi del matto consentimi di spiegare il perché…

Una domanda del genere presuppone che, almeno per alcune cose, il bambino compirà dei progressi in giorni e orari stabiliti – proprio come, ad esempio, quando andrà a scuola, imparerà a scrivere durante l’orario scolastico.

Tuttavia, ti chiederesti se è meglio che il tuo bambino cominci a camminare appena alzato o prima di andare a letto? O che cominci a parlare alle 4 del pomeriggio del 15 agosto? Chiaramente no. Ma perché no? Perché il bambino segue una propria tempistica che lo porta a fare certi progressi/regressi quando lui ritiene più opportuno e di solito per motivi che a noi sfuggono completamente.
Chiedersi se lo svezzamento si comincia a pranzo o a cena è lo stesso genere di domanda.

È meglio cominciare lo svezzamento a pranzo o cena? Domande e risposte. – pranzo o cena
Si comincia a pranzo o cena? Il video

Mangiare è una di quelle cose che fanno parte dello sviluppo di ognuno di noi e non devono essere apprese, ma accadono naturalmente un po’ per istinto – il desiderio di mangiare cose diverse dal latte – e un po’ per imitazione – le maniere a tavola, i cibi a cui siamo abituati, ecc.

Il bambino comincia quando è pronto, e l’essere pronto lo può mostrare un giorno all’ora di colazione, il giorno dopo a quella di pranzo e quello dopo ancora a cena, o una qualsiasi combinazione delle tre… non lo possiamo sapere.

Cominciare a mangiare i solidi non è come imparare a scrivere.

“Dici bene, ma io come faccio ad organizzarmi? Mica posso improvvisare l’inizio svezzamento!”

mi chiederai già in preda all’ansia…

Se permetti rispondo con un altro domanda: “che tipo di organizzazione serve?” Tutto quello che c’è da fare, specialmente a inizio svezzamento, è semplicemente mettersi a tavola assieme e vedere cosa vuole fare il bambino; il latte, materno o artificiale, prosegue come al solito. Pensare di dare delle scadenze al bambino (del tipo, “oggi introduciamo il pranzo, tra una settimana cominciamo con la cena”) è del tutto inutile e controproducente.

È inutile perché il bambino può non condividere la nostra attenzione al calendario.
È controproducente perché potrebbe innestare tutta una serie di lotte intorno alla tavola che non portano mai nulla di buono.

Un po’ come quando il genitore decide che il bambino deve dormire dalle 2 alle 4 del pomeriggio, o che da oggi in poi deve dormire tutta la notte, o che la settimana prossima comincerà a camminare (a questo proposito vi consiglio di leggere l’articolo su cosa fare quando è ora di far camminare il bambino).

Diciamocela tutta, qui stiamo parlando di genitori che desiderano sostituire una poppata con il pranzo o la cena per cui hanno bisogno di un calendario che gli dica quando fare l’una e l’altra cosa. Però se partiamo dal presupposto che
1) il latte rimane l’alimento principale del bambino fino a verso l’anno (assumendo che il bambino voglia così), e
2) quando parliamo di cibo solido intendiamo alimentazione complementare, ovvero in più al latte, così com’è normale che sia,
allora vedete che questo genere di domande – pranzo o cena? – non ha veramente alcun senso.

Ma io devo tornare a lavoro, che faccio?

Questo è tutto un altro discorso. Se uno ha una determinata necessità, per cui non può allattare il bambino per tante ore, e il bambino non prende il biberon, allora si dovranno cercare delle alternative. Ma questo è un bisogno dettato dalla necessità di quella famiglia e si dovranno organizzare in maniera soddisfacente per loro. Non ne consegue che tutti debbano introdurre il pranzo o la cena secondo un determinato calendario.

“Sì, va bene… io però ho bisogno di indicazioni. Cosa devo fare di preciso?”

Non serve proporre niente, né fare alcunché di particolare. Un bambino che si AUTOsvezza non è un bambino che dall’oggi al domani fa un pasto completo, ma è un bambino che, una leccatina oggi e un morsetto domani, comincerà piano piano a mangiare (quello che c’è in tavola). Ad esempio, per quanto riguarda tutti i progressi che ha fatto dalla nascita (e anche prima) fino adesso, al massimo hai controllato che non cadesse da un precipizio e lo stesso farai in futuro quando inizierà a parlare, camminare, correre, andare in bici, ecc. Per il mangiare è lo stesso… tu, genitore, sei lo spettatore, non il regista, mentre il bambino segue quello che è il SUO sviluppo naturale.

Ricorda, il bambino si svezza da sé, non sei tu a svezzarlo! (A questo proposito leggi l’articolo sul significato di “autosvezzamento” e quello sulle differenze tra lo svezzamento tradizionale e l’autosvezzamento.)
Per questo parlare di scadenze, alimentari o altro, non ha alcun senso. Quando il bambino è pronto è pronto, ma l’essere pronto non capita secondo i NOSTRI desideri, ma è un processo più o meno graduale.

Ma io vedo che chi mi sta intorno non fa così. Loro hanno scadenze e si trovano bene così.

Contenti loro, e soprattutto contenti i loro bambini, contenti tutti. È fuor di dubbio che ci sono (molti/tanti?) bambini a cui non importa che gli venga imposta una calendarizzazione dell’alimentazione più o meno ferrea, e sono contenti di fare quello che viene loro chiesto (PER IL MOMENTO…). Ma anche se così, c’è un vantaggio a dover decidere noi quando il bambino deve cominciare a mangiare e cosa? L’unico che mi viene in mente è quello di dare al genitore l’illusione di controllo sulle attività del bambino. Considera sempre che la nostra decisione unilaterale, per quanto benintenzionata, potrebbe essere sbagliata.

Interessante poi che questo controllo si limita solo all’alimentazione: anche il genitore più fissato non riuscirà a controllare quando il bambino comincerà a gattonare, camminare, parlare, ecc. Però il cibo sembra essere l’eccezione No. 1 alla regola e se non tiene questo aspetto sotto controllo teme che succederà la fine del mondo. Mangiare diventa così un po’ come fare i compiti a casa, per continuare con l’analogia scolastica, con il genitore che sta lì a controllare che venga eseguito tutto quello che è stato assegnato.

Va bene, allora comincio lo svezzamento con la cena?

Ma parlo arabo? NON-LO-SO quando sia meglio cominciare, né so con cosa cominci. Voi semplicemente mettetevi a tavola, chiaramente se il bambino non dorme, guarda quello che lui ti suggerisce e agisci di conseguenza.

Ad esempio:
Il bambino vuole dare una ciucciata agli spaghetti alla bottarga che stai mangiando? Ottimo.
Vuole sentire di cosa sanno le patate ripassate con il finocchio che hai nel piatto? Perfetto.
Non vuole niente e invece chiede di scendere per andare a giocare? Super.

Ma così non mangerà mai…

Scommettiamo? 😀

E ora raccontami, quando ha iniziato TUO figlio, a pranzo o cena?
Lasciate tante testimonianze, così aiuterete anche i più dubbiosi a convincersi che, sì, i bambini iniziano quando lo dicono loro!
Ciao e alla prossima!

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12 risposte

  1. Ciao! Il mio bimbo ha cominciato da una settimana ad autisvezzarsi…ed è voracissimo! Io mi aspettavo piccoli assaggi, o che qualche volta non gli interessasse neppure. Invece sia a pranzo che a cena vuole mangiare anche lui 🙂 è troppo? Le cose grandi come focaccia, pane, fusilli ecc le gestisce bene da solo. Le cose più piccoline no, si arrabbia perché gli sfuggono allora lo aiuto con il mio dito e non smette mai di spalancare la bocca. Certo non sono grandi quantità ma a volte ho paura di esagerare. Sbaglio? Scusate la domanda probabilmente stupida ma all’inizio si ha sempre paura di sbagliare. Grazie!

  2. Dovrei iniziare questo percorso di autosvezzamento… mi chiedevo ma posso dare da subito frutta di ogni tipo come fragole e ciliege o iniziare con banane ,mele, pere ecc…??? Formaggi quali posso dare freschi come ricotta e mozzarella o stagionati??? Il pesce quale può assaggiare??? Azzurro, crostacei e che cottura se bollita a vapore…
    Grazie!!!

  3. Salve io sto tentando di provare l’autosvezzamento con la mia seconda figlia di 7 mesi e le sto facendo assaggiare un pò di tutto quello che mangiamo perché mi guarda sempre mentre mangio e mi mette le mani nel piatto…però non so come fare quando fra una settimana dovrò tornare a lavoro perché io l’allatto ancora esclusivamente e quindi se non ci sono io chi starà con lei (padre,nonni ecc.) come farà dato che fa solo micro assaggini?premetto che lavorerò 6 ore inizialmente però sono comunque tante per una bimba che ancora mangia dal seno…il pediatra mi ha consigliato di iniziare con le pappe come avevo fatto con l’altro figlio

    1. Anonima,
      difficile risponderti… una volta che non ci sarai le dinamiche saranno molto diverse, per cui è più facile che sia più disposta a mangiare con il papà o i nonni.
      C’è sempre la possibilità di fare scorta di latte (assumendo che lo voglia dal biberon o dalla tazza).
      Inoltre, ci sono anche le ore per l’allattamento, quelle le hai prese? Non so se hai la possibilità di tornare a casa a metà giornata.
      L’unico consiglio che ti posso dare è di assicurarti di allattarla prima di uscire e… navigare a vista cercando di interpretare i desideri della bimba. Vedrai che è molto più semplice di quanto non pensi 😀

  4. Ma mi chiedo…se il bimbo,in questo caso bimba,a tavola non chiede nulla? Oltretutto dal seggiolone di certo non riesce a prendere le cose dalla tavola…faccio male a proporle qualcosa sul vassoio anche se lei osserva,è incuriosita ma non chiede? Poi però si diverte a manipolare e qualche volta (poche) mette le manine in bocca e gradisce . Lei ha nove mesi anche se in realtà sono un po’ meno…

    1. Certo che va bene. Quello da evitare è aspettarsi che mangi una quantità X di cibo. Tu mangi e le metti a disposizione qualche boccone… Piano piano comincerà anche lei a mangiare più “seriamente” i solidi.

    1. Ciao,
      mio figlio ha 8 mesi e si sta autosvezzando con successo da circa due.
      Il concetto della non programmazione è chiarissimo, ma come si fa quando gli orari non combaciano?
      Quando lui cenerà con noi dovremo anticipare l’orario (le 20:30/21 non vanno proprio bene per un piccolino che alle 19 già inizia a strizzarsi gli occhi no?)
      E allora come fare? Come decidere quando metterlo a tavola anche a cena, ritardando le sue ninne e anticipando i nostri orari?
      Grazie! 🙂

      1. Tuo figlio va a letto alle 7?? Le mie se andavano a letto alle 10-11-12 era grasso che colava 😀
        Comunque, perché non cena on voi sin d’ora? Anticipa un pochino la cena, cambia un pochino il pisolino pomeridiano, insomma… vedi un po’ come vi potete gestire. Davvero non c’è motivo di aspettare. Poi le cose si aggiustano da sole in breve tempo.

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