05-09-2010, 11:23 23
ABSTRACT
Questo position paper (documento programmatico) sull’alimentazione complementare riassume i dati concernenti gli effetti sulla salute dell’alimentazione complementari e si concentra su bambini sani residenti in Europa. Dopo aver esaminato le correnti conoscenze e metodologie, abbiamo formulato queste conclusioni: l’allattamento esclusivo al seno per circa 6 mesi è l’obiettivo a cui è giusto aspirare. L’alimentazione complementare (cioè, i cibi solidi e liquidi diversi sia dal latte materno che dall’artificiale e di proseguimento) non dovrebbe essere introdotta prima di 17 settimane e non oltre le 26. Non ci sono prove scientifiche convincenti che evitare o lritardare 'introduzione di cibi potenzialmente allergenici, come pesce e uova, riduca le allergie, sia in bambini considerati a maggior rischio per lo sviluppo di allergie che in quelli non considerati a particolare rischio. Durante il periodo dell’alimentazione complementare, > 90% del fabbisogno di ferro di un neonato allattato al seno deve essere soddisfatta dall’alimentazione complementare, che dovrebbe fornire sufficienti quantità di ferro biodisponibile. Il latte vaccino è una scadente fonte di ferro e non dovrebbe essere utilizzato come bevanda principale prima di 12 mesi, anche se in piccole quantità può essere aggiunto agli alimenti complementari. È prudente evitare l'introduzione di glutine sia precoce (<4 mesi) che tardiva (>7 mesi), e di introdurre gradualmente glutine, mentre il bambino è ancora allattato al seno, in quanto ciò può ridurre il rischio di celiachia, diabete mellito di tipo 1 e allergia al frumento. Lattanti e ai bambini che ricevono una dieta vegetariana dovrebbe ricevere una quantità sufficiente (~500 ml) di latte materno o artificiale e i prodotti lattiero-caseari. Lattanti e bambini piccoli non dovrebbero essere alimentati con una dieta vegana. JPGN 46:99-110, 2008.
SITUAZIONE AL MOMENTO (2007)
Le cifre provenienti da diversi paesi europei indicano un'ampia variazione dell’età nella quale avviene l’introduzione dell’alimentazione complementare. Diversi paesi si discostano notevolmente con le raccomandazioni correnti dell'OMS che consiglia di introdurre l'alimentazione complementare solo a partire dal settimo mese. Ad esempio, il 34% delle madri in Italia ha riferito di aver introdotto alimenti complementari prima dei 4 mesi (5), in Germania, il 16% lo ha fatto entro i 3 mesi (6), mentre il sondaggio UK 2005 Infant Feeding Survey dice che nel 2005 nel Regno Unito il 51% dei bambini ha ricevuto alimenti complementari prima dei 4 mesi (7). Inoltre in alcuni paesi è possible che le madri ritardino l'avvio dell’alimentazione complementare per troppo tempo. Uno studio ha mostrato che circa il 20% delle madri tedesche pensavano che l’allattamento esclusivo al seno dovesse continuare per> 6 mesi (E. Sievers, comunicazione personale, 2007). È probabile che fattori culturali ed economici nonché segnali tra madre e figlio siano responsabili per le variazioni in metodologia tra i vari paesi e all'interno dei paesi stessi. Ad esempio, l'introduzione anticipata di alimenti complementari nei neonati britannici è stata associata al latte artificiale (in media due settimane prima che nei neonati allattati al seno), all’età pù bassa delle madri e al fatto che le madri fumino (8).
Scusate, la traduzione è fatta un po' così.
Mano mano inserisco gli altri pezzi.
Questo position paper (documento programmatico) sull’alimentazione complementare riassume i dati concernenti gli effetti sulla salute dell’alimentazione complementari e si concentra su bambini sani residenti in Europa. Dopo aver esaminato le correnti conoscenze e metodologie, abbiamo formulato queste conclusioni: l’allattamento esclusivo al seno per circa 6 mesi è l’obiettivo a cui è giusto aspirare. L’alimentazione complementare (cioè, i cibi solidi e liquidi diversi sia dal latte materno che dall’artificiale e di proseguimento) non dovrebbe essere introdotta prima di 17 settimane e non oltre le 26. Non ci sono prove scientifiche convincenti che evitare o lritardare 'introduzione di cibi potenzialmente allergenici, come pesce e uova, riduca le allergie, sia in bambini considerati a maggior rischio per lo sviluppo di allergie che in quelli non considerati a particolare rischio. Durante il periodo dell’alimentazione complementare, > 90% del fabbisogno di ferro di un neonato allattato al seno deve essere soddisfatta dall’alimentazione complementare, che dovrebbe fornire sufficienti quantità di ferro biodisponibile. Il latte vaccino è una scadente fonte di ferro e non dovrebbe essere utilizzato come bevanda principale prima di 12 mesi, anche se in piccole quantità può essere aggiunto agli alimenti complementari. È prudente evitare l'introduzione di glutine sia precoce (<4 mesi) che tardiva (>7 mesi), e di introdurre gradualmente glutine, mentre il bambino è ancora allattato al seno, in quanto ciò può ridurre il rischio di celiachia, diabete mellito di tipo 1 e allergia al frumento. Lattanti e ai bambini che ricevono una dieta vegetariana dovrebbe ricevere una quantità sufficiente (~500 ml) di latte materno o artificiale e i prodotti lattiero-caseari. Lattanti e bambini piccoli non dovrebbero essere alimentati con una dieta vegana. JPGN 46:99-110, 2008.
SITUAZIONE AL MOMENTO (2007)
Le cifre provenienti da diversi paesi europei indicano un'ampia variazione dell’età nella quale avviene l’introduzione dell’alimentazione complementare. Diversi paesi si discostano notevolmente con le raccomandazioni correnti dell'OMS che consiglia di introdurre l'alimentazione complementare solo a partire dal settimo mese. Ad esempio, il 34% delle madri in Italia ha riferito di aver introdotto alimenti complementari prima dei 4 mesi (5), in Germania, il 16% lo ha fatto entro i 3 mesi (6), mentre il sondaggio UK 2005 Infant Feeding Survey dice che nel 2005 nel Regno Unito il 51% dei bambini ha ricevuto alimenti complementari prima dei 4 mesi (7). Inoltre in alcuni paesi è possible che le madri ritardino l'avvio dell’alimentazione complementare per troppo tempo. Uno studio ha mostrato che circa il 20% delle madri tedesche pensavano che l’allattamento esclusivo al seno dovesse continuare per> 6 mesi (E. Sievers, comunicazione personale, 2007). È probabile che fattori culturali ed economici nonché segnali tra madre e figlio siano responsabili per le variazioni in metodologia tra i vari paesi e all'interno dei paesi stessi. Ad esempio, l'introduzione anticipata di alimenti complementari nei neonati britannici è stata associata al latte artificiale (in media due settimane prima che nei neonati allattati al seno), all’età pù bassa delle madri e al fatto che le madri fumino (8).
Scusate, la traduzione è fatta un po' così.
Mano mano inserisco gli altri pezzi.