15-10-2017, 06:20 18
Ok, credo di aver detto tutto.
Credo che questo sarà l'ultimo post (o no?)
Mi sono affezionata molto a questo diario. Un giorno lo stamperò e lo conserverò e magari lo leggerò a Leonardo quando sarà grande.
Il suo scopo era raccontare, condividere un percorso di crescita di mio figlio e di crescita mia come mamma, un percorso che è stato tortuoso e non primo di scoraggiamenti e battute di arresto ma anche pieno di grande gioia, soddisfazioni, ottimismo e fiducia.
Vorrei dire a tutte le mamme che per caso leggeranno queste pagine - semmai qualcuna lo farà - quello che ho imparato io in questo anno e mezzo. Lo capisco nella sua interezza solo ora.
1) L'allattamento è una grande risorsa. Ho iniziato ad allattare mio figlio naturalmente ma prima che nascesse avevo un'idea un po' naif di cosa significasse allattare. Pensavo che sarebbe stato un percorso di pochi mesi, invece è durato due anni e oltre, pensavo che fosse più semplice ma non è stato difficile capire come doveva essere, semplicemente lasciandomi andare al mio istinto anche se con mille dubbi. Allattare mi ha dato grande libertà, libertà di movimento, libertà di non preoccuparmi di nulla se non godermi mio figlio, libertà di sapere che c'era tutto quello di cui aveva bisogno: cibo, coccole e anche cura.
2) Lo svezzamento è un passaggio graduale, qualsiasi tipo di svezzamento si faccia. E soprattutto è un passaggio che richiede che il bambino sia disponibile, pronto a fare - e non solo fisicamente. Ogni bambino è diverso, ogni bambino è pronto al momento giusto. Anche alle mamme che non faranno autosvezzamento ma opteranno per lo svezzamento tradizionale mi sento di dire di osservare il bambino, capire quanto sia pronto a passare ad altro dal latte materno o artificiale che sia. Lasciate che siano loro a indicarvi quando sono pronti.
3) Lo svezzamento non significa passare da tutto latte a niente latte dall'oggi al domani. E non intendo soltanto che si va a sostituire gradualmente una poppata alla volta col cibo solido che sia. Intendo che oggi mangio del cibo solido, domani no, rivoglio la tetta e poi rivoglio il cibo solido e poi non lo voglio più e così via.
4) I bambini non mangeranno "come adulti" - sempre che si possa usare questa espressione - per molto tempo. I bambini non mangeranno come pensiamo che dovrebbero mangiare per molto tempo, anche perché non abbiamo la più pallida idea di come debba in realtà mangiare un bambino. Mamme con bambini di 7 mesi, mamme con bambini di 10 mesi, mamme con bambini di 18 mesi, mamme con bambini di 24 mesi che vi chiedete disperate perché i vostri bambini non mangiano: pazientate! L'ho provato sulla mia pelle! Ogni bimbo imparerà a mangiare e apprezzerà il cibo in maniera diversa e con i suoi tempi. Il mio ci ha messo 24/25 mesi.
5) I bambini con il cibo giocano. Sì, giocano, è qualcosa di nuovo e come tutte le cose nuove imparano ad esplorarle gradualmente anche attraverso il gioco, i lanci, i pasticci. Se siete amanti dell'ordine e della pulizia maniacale, ve lo dico subito, mettetevi l'anima in pace, prendete un seggiolone o alza sedia che si pulisce velocemente, rivestite il pavimento con stracci o fogli di giornale che riducano l'impegno delle pulizie dopo. Usate super bavaglioni con le maniche e ciotole di plastica che non si rompano facilmente - ma può esser anche una buona occasione per disfarsi del servizio della nonna ereditato che non usate mai e che non vi piace per niente. :-)
6) I bambini mangiano con le mani. Eh sì, anche a due anni. Per loro è spesso più comodo così e non lasciatevi convincere da chi vi dice che "sono indietro" (vedi maestre dell'asilo o simili) perché non è così. A volte tornano a mangiare con le mani anche quando sanno benissimo mangiare con la forchetta e il cucchiaio. Keep calm and carry on! Adulti che mangiano con le mani, a meno che non stiano gustando una succulenta coscia di pollo, non se ne vede in giro.
7) I bambini vanno a fasi. Proprio quando pensi che abbia preso il via, il bambino smette di nuovo di mangiare. Oppure, le fasi possono essere semplicemente la fissazione per un solo tipo di alimento. Anche qui, calma e sangue freddo. Continuate a proporre tutto e quando meno ve l'aspettate dal mangiare solo pasta, ad esempio, tornerà a mangiare anche il resto.
Qual è allora la strada più giusta da seguire?
Quella dell'esperienza condivisa. Mangiare sempre insieme - se si può. Non è soltanto questione di cibo, è anche questione di abitudine e routine (le famose routine che tanti e tanti libri di puericultura non smettono mai di osannare!): se siamo abituati a mangiare insieme viene anche più naturale restare a tavola quando si mangia e non voler per forza scendere dal seggiolone o dalla sedia (ma rassegnatevi, anche quel momento poi arriva, ma sarà più facile da gestire).
Mangiare le stesse cose. Non ha senso fare menu alternativi solo per bambini. Si può stare attenti alle consistenze, questo sì, per dar modo al bambino di iniziare a prendere confidenza con la sua manualità e col cibo, ma poi basta. Anche perché, come dice il vecchio adagio: "l'erba del vicino è sempre più verde", il bimbo vi lancerà la sua roba e pescherà dal vostro piatto, provare per credere! (e questo lo farà anche quando mangerete esattamente la stessa cosa). Può essere una occasione per rivedere i propri menu, la propria dieta e magari imparare qualche ricetta nuova. Io, per esempio, con Leonardo sono diventata più esperta nella cucina del pesce che prima consumavo meno.
Quindi coraggio a tutte! ci si può fare, ci si fa ed è bellissimo.
Buon autosvezzamento a tutti!
Credo che questo sarà l'ultimo post (o no?)
Mi sono affezionata molto a questo diario. Un giorno lo stamperò e lo conserverò e magari lo leggerò a Leonardo quando sarà grande.
Il suo scopo era raccontare, condividere un percorso di crescita di mio figlio e di crescita mia come mamma, un percorso che è stato tortuoso e non primo di scoraggiamenti e battute di arresto ma anche pieno di grande gioia, soddisfazioni, ottimismo e fiducia.
Vorrei dire a tutte le mamme che per caso leggeranno queste pagine - semmai qualcuna lo farà - quello che ho imparato io in questo anno e mezzo. Lo capisco nella sua interezza solo ora.
1) L'allattamento è una grande risorsa. Ho iniziato ad allattare mio figlio naturalmente ma prima che nascesse avevo un'idea un po' naif di cosa significasse allattare. Pensavo che sarebbe stato un percorso di pochi mesi, invece è durato due anni e oltre, pensavo che fosse più semplice ma non è stato difficile capire come doveva essere, semplicemente lasciandomi andare al mio istinto anche se con mille dubbi. Allattare mi ha dato grande libertà, libertà di movimento, libertà di non preoccuparmi di nulla se non godermi mio figlio, libertà di sapere che c'era tutto quello di cui aveva bisogno: cibo, coccole e anche cura.
2) Lo svezzamento è un passaggio graduale, qualsiasi tipo di svezzamento si faccia. E soprattutto è un passaggio che richiede che il bambino sia disponibile, pronto a fare - e non solo fisicamente. Ogni bambino è diverso, ogni bambino è pronto al momento giusto. Anche alle mamme che non faranno autosvezzamento ma opteranno per lo svezzamento tradizionale mi sento di dire di osservare il bambino, capire quanto sia pronto a passare ad altro dal latte materno o artificiale che sia. Lasciate che siano loro a indicarvi quando sono pronti.
3) Lo svezzamento non significa passare da tutto latte a niente latte dall'oggi al domani. E non intendo soltanto che si va a sostituire gradualmente una poppata alla volta col cibo solido che sia. Intendo che oggi mangio del cibo solido, domani no, rivoglio la tetta e poi rivoglio il cibo solido e poi non lo voglio più e così via.
4) I bambini non mangeranno "come adulti" - sempre che si possa usare questa espressione - per molto tempo. I bambini non mangeranno come pensiamo che dovrebbero mangiare per molto tempo, anche perché non abbiamo la più pallida idea di come debba in realtà mangiare un bambino. Mamme con bambini di 7 mesi, mamme con bambini di 10 mesi, mamme con bambini di 18 mesi, mamme con bambini di 24 mesi che vi chiedete disperate perché i vostri bambini non mangiano: pazientate! L'ho provato sulla mia pelle! Ogni bimbo imparerà a mangiare e apprezzerà il cibo in maniera diversa e con i suoi tempi. Il mio ci ha messo 24/25 mesi.
5) I bambini con il cibo giocano. Sì, giocano, è qualcosa di nuovo e come tutte le cose nuove imparano ad esplorarle gradualmente anche attraverso il gioco, i lanci, i pasticci. Se siete amanti dell'ordine e della pulizia maniacale, ve lo dico subito, mettetevi l'anima in pace, prendete un seggiolone o alza sedia che si pulisce velocemente, rivestite il pavimento con stracci o fogli di giornale che riducano l'impegno delle pulizie dopo. Usate super bavaglioni con le maniche e ciotole di plastica che non si rompano facilmente - ma può esser anche una buona occasione per disfarsi del servizio della nonna ereditato che non usate mai e che non vi piace per niente. :-)
6) I bambini mangiano con le mani. Eh sì, anche a due anni. Per loro è spesso più comodo così e non lasciatevi convincere da chi vi dice che "sono indietro" (vedi maestre dell'asilo o simili) perché non è così. A volte tornano a mangiare con le mani anche quando sanno benissimo mangiare con la forchetta e il cucchiaio. Keep calm and carry on! Adulti che mangiano con le mani, a meno che non stiano gustando una succulenta coscia di pollo, non se ne vede in giro.
7) I bambini vanno a fasi. Proprio quando pensi che abbia preso il via, il bambino smette di nuovo di mangiare. Oppure, le fasi possono essere semplicemente la fissazione per un solo tipo di alimento. Anche qui, calma e sangue freddo. Continuate a proporre tutto e quando meno ve l'aspettate dal mangiare solo pasta, ad esempio, tornerà a mangiare anche il resto.
Qual è allora la strada più giusta da seguire?
Quella dell'esperienza condivisa. Mangiare sempre insieme - se si può. Non è soltanto questione di cibo, è anche questione di abitudine e routine (le famose routine che tanti e tanti libri di puericultura non smettono mai di osannare!): se siamo abituati a mangiare insieme viene anche più naturale restare a tavola quando si mangia e non voler per forza scendere dal seggiolone o dalla sedia (ma rassegnatevi, anche quel momento poi arriva, ma sarà più facile da gestire).
Mangiare le stesse cose. Non ha senso fare menu alternativi solo per bambini. Si può stare attenti alle consistenze, questo sì, per dar modo al bambino di iniziare a prendere confidenza con la sua manualità e col cibo, ma poi basta. Anche perché, come dice il vecchio adagio: "l'erba del vicino è sempre più verde", il bimbo vi lancerà la sua roba e pescherà dal vostro piatto, provare per credere! (e questo lo farà anche quando mangerete esattamente la stessa cosa). Può essere una occasione per rivedere i propri menu, la propria dieta e magari imparare qualche ricetta nuova. Io, per esempio, con Leonardo sono diventata più esperta nella cucina del pesce che prima consumavo meno.
Quindi coraggio a tutte! ci si può fare, ci si fa ed è bellissimo.
Buon autosvezzamento a tutti!