20-07-2016, 10:31 22
Una sola cosa, che forse non mi sono spiegata bene..
Io non ho mai cucinato qualcosa apposta
x lui o di diverso x lui. Semplicemente, se devo cucinare, io tengo conto di chi pranza con me.. se mio marito, mia madre, un'amica.. figuriamoci mio figlio!! a questo aggiungi che io e Leo normalmente siamo soli a tavola perché richi lavora sia a pranzo che a cena quindi il menu lo penso x me e lui.. non x me soltanto. Questo significa che se cucinavo zucchine e patate in padella, invece che farle a triangolini come ero abituata, li facevo a bastoncini così Leo li poteva prendere da solo.. la pasta
con i broccoli stavo attenta a lasciare qualche alberello più grande x lui e x un po' ho evitato zuppe o cose troppo piccole perché non amava essere imboccato, e non avrebbe assaggiato nulla! ogni tanto ci riprovavo finché poi ha deciso di assaggiare, oppure spalmavo i passati sul pane.. Insomma facevo i miei piatti pensando al modo per renderli accessibili anche a lui.
Altra cosa.. Leo non è mai stato tipo e non è tuttora tipo da buttarsi nel mio piatto.. anzi è piuttosto diffidente verso le cose nuove anche se molto curioso e a volte ha bisogno di un'imbeccata.. poi assaggia, gli piace e continua a chiedere! oppure decide che no! quella cosa proprio no!!
Poi prima voleva fare tutto solo e non accettava nulla dalle mie mani, ora è il contrario e qualsiasi cosa prende finisce x terra o spalmata sul tavolo, sui vestiti o riposta tipo scorta x i tempi duri nell'angolo del seggiolone!!
Di fatto scegliendo cosa cucinare e mettere in tavola hai già scelto x lui/lei, quindi mettergli un pezzo di verdura o di altro su un piattino o sul vassoio del seggiolone, non rende il tutto meno as..è semplicemente agevolare, aiutare, guidare. Se avessi aspettato che Leo mi rubasse le cose dal piatto o che mi chiedesse esplicitamente una cosa piuttosto che un'altra, probabilmente non avrebbe assaggiato ancora nulla, mentre adesso mangia di gusto. l'importante è la condivisione della tavola e non forzare a mangiare se il piccolo non vuole. Mostrargli o porgergli il cibo non è insistenza o forzatura.
Come dici Ponce ogni bambino è a se e sarà la tua piccola a farti capire la sua
modalità. L'as è condivisione ma anche ascolto e capacità di accompagnare la tua piccola in questo percorso di conoscenza.
Niente è legge.. il bello di questo modo di guidare i propri figli nel mondo del cibo è proprio che ognuno ha il suo
modo e che non ci sono prescrizioni o tabelle.
Ciao!!
Io non ho mai cucinato qualcosa apposta
x lui o di diverso x lui. Semplicemente, se devo cucinare, io tengo conto di chi pranza con me.. se mio marito, mia madre, un'amica.. figuriamoci mio figlio!! a questo aggiungi che io e Leo normalmente siamo soli a tavola perché richi lavora sia a pranzo che a cena quindi il menu lo penso x me e lui.. non x me soltanto. Questo significa che se cucinavo zucchine e patate in padella, invece che farle a triangolini come ero abituata, li facevo a bastoncini così Leo li poteva prendere da solo.. la pasta
con i broccoli stavo attenta a lasciare qualche alberello più grande x lui e x un po' ho evitato zuppe o cose troppo piccole perché non amava essere imboccato, e non avrebbe assaggiato nulla! ogni tanto ci riprovavo finché poi ha deciso di assaggiare, oppure spalmavo i passati sul pane.. Insomma facevo i miei piatti pensando al modo per renderli accessibili anche a lui.
Altra cosa.. Leo non è mai stato tipo e non è tuttora tipo da buttarsi nel mio piatto.. anzi è piuttosto diffidente verso le cose nuove anche se molto curioso e a volte ha bisogno di un'imbeccata.. poi assaggia, gli piace e continua a chiedere! oppure decide che no! quella cosa proprio no!!
Poi prima voleva fare tutto solo e non accettava nulla dalle mie mani, ora è il contrario e qualsiasi cosa prende finisce x terra o spalmata sul tavolo, sui vestiti o riposta tipo scorta x i tempi duri nell'angolo del seggiolone!!
Di fatto scegliendo cosa cucinare e mettere in tavola hai già scelto x lui/lei, quindi mettergli un pezzo di verdura o di altro su un piattino o sul vassoio del seggiolone, non rende il tutto meno as..è semplicemente agevolare, aiutare, guidare. Se avessi aspettato che Leo mi rubasse le cose dal piatto o che mi chiedesse esplicitamente una cosa piuttosto che un'altra, probabilmente non avrebbe assaggiato ancora nulla, mentre adesso mangia di gusto. l'importante è la condivisione della tavola e non forzare a mangiare se il piccolo non vuole. Mostrargli o porgergli il cibo non è insistenza o forzatura.
Come dici Ponce ogni bambino è a se e sarà la tua piccola a farti capire la sua
modalità. L'as è condivisione ma anche ascolto e capacità di accompagnare la tua piccola in questo percorso di conoscenza.
Niente è legge.. il bello di questo modo di guidare i propri figli nel mondo del cibo è proprio che ognuno ha il suo
modo e che non ci sono prescrizioni o tabelle.
Ciao!!
*magia*