16-07-2016, 05:39 17
Ciao, tornerei all'argomento nido.
Anche io, prima del parto, pensavo di tornare al lavoro dopo qualche mese dalla nascita del pupo (6, 9, 12? Boh...).
Poi non ce l'ho fatta.
Ho scelto di restare con lui fino ai tre anni circa.
Ovviamente avevo la fortuna di poterlo fare, dal punto di vista economico.
Sono contenta della scelta, anche considerato che per qualche mese ho DOVUTO fare un lavoro e lasciare 4 h al giorno il pupo dai miei intorno all'anno di età (4 h al giorno non continuative, dormiva comunque con me sia la mattina sia il pomeriggio ).
Ma questa cosa la vivo ancora molto male, nonostante mia mamma abbia sempre cercato di trattarlo come io volevo fosse trattato (molta dolcezza, no cibo obbligato, no video, tanta libertà, aiutarlo ad essere autonomo...).
I bimbi , concordo con mariam, fino ai tre anni non socializzano.
Al massimo si abituano alla presenza degli altri bimbi, se non hanno la fortuna di incontrarne spesso.
E questo lo dico perché il mio qui non ne vede molti (pochi bimbi in paese, no cugini primi, altri cuginetti vivono lontani e li si vede giusto alle feste comandate) e questa cosa inizia un po' a preoccuparmi.
Spesso i contatti con gli altri bimbi sono difficili, quelli (in genere più grandi) iniziano subito a dirgli "no! Non si fa!" qss cosa lui, povero, stia facendo! Devono essere molto sgridati, ma il mio ci resta malissimo... Mestolino e , se particolarmente stanco, pianto inconsolabile...
Insomma, se ci fossero ludoteche con altri bimbi in cui io potessi stare con lui lo porterei subito, ma da queste parti non c'è proprio nulla...
Ma al nido non voglio portarlo, almeno ancora per un po'.
Non è ancora in grado di raccontare quello che gli succede, anche se parla bene.
Concordo con Celeste che questo è uno dei motivi per cui non vorrei lasciarlo in una struttura.
Se vuoi un libro sull'argomento "sempre con lui" di Isabelle Fox tratta delle ripercussioni sui bimbi del cambio della figura di riferimento in età preverbale.
Non sempre le fonti citate sono studi scientifici, ma si sa che x questa materia è davvero difficile farne...
Molte sono testimonianze di pediatri o psicanalisti sulla base delle loro esperienze.
Diciamo che il mio istinto già pendeva per "con mamma almeno fino ai tre", in questo libro ho trovato le conferme che cercavo...
Critica: troppo centrato sulla realtà americana.
Ultima cosa, la testimonianza di un conoscente che lavora come psicanalista in una struttura in cui curano anche molti bimbi e ragazzi.
Mi diceva che quasi sempre i disturbi degli adulti e dei ragazzi avevano origine dalla precoce separazione dalla madre per metterli al nido.
Non che tutti i bimbi che vanno al nido da adulti avranno bisogno dello psicanalista, ma che il nido è un importante fattore di rischio.
Però non so se ci sia nel mondo degli psicanalisti un dibattito in merito al nido, io ho solo questa testimonianza, che magari è minoritaria.
Mi fermo perché ho scritto un papiro... L'argomento però è caldo.
Anche io, prima del parto, pensavo di tornare al lavoro dopo qualche mese dalla nascita del pupo (6, 9, 12? Boh...).
Poi non ce l'ho fatta.
Ho scelto di restare con lui fino ai tre anni circa.
Ovviamente avevo la fortuna di poterlo fare, dal punto di vista economico.
Sono contenta della scelta, anche considerato che per qualche mese ho DOVUTO fare un lavoro e lasciare 4 h al giorno il pupo dai miei intorno all'anno di età (4 h al giorno non continuative, dormiva comunque con me sia la mattina sia il pomeriggio ).
Ma questa cosa la vivo ancora molto male, nonostante mia mamma abbia sempre cercato di trattarlo come io volevo fosse trattato (molta dolcezza, no cibo obbligato, no video, tanta libertà, aiutarlo ad essere autonomo...).
I bimbi , concordo con mariam, fino ai tre anni non socializzano.
Al massimo si abituano alla presenza degli altri bimbi, se non hanno la fortuna di incontrarne spesso.
E questo lo dico perché il mio qui non ne vede molti (pochi bimbi in paese, no cugini primi, altri cuginetti vivono lontani e li si vede giusto alle feste comandate) e questa cosa inizia un po' a preoccuparmi.
Spesso i contatti con gli altri bimbi sono difficili, quelli (in genere più grandi) iniziano subito a dirgli "no! Non si fa!" qss cosa lui, povero, stia facendo! Devono essere molto sgridati, ma il mio ci resta malissimo... Mestolino e , se particolarmente stanco, pianto inconsolabile...
Insomma, se ci fossero ludoteche con altri bimbi in cui io potessi stare con lui lo porterei subito, ma da queste parti non c'è proprio nulla...
Ma al nido non voglio portarlo, almeno ancora per un po'.
Non è ancora in grado di raccontare quello che gli succede, anche se parla bene.
Concordo con Celeste che questo è uno dei motivi per cui non vorrei lasciarlo in una struttura.
Se vuoi un libro sull'argomento "sempre con lui" di Isabelle Fox tratta delle ripercussioni sui bimbi del cambio della figura di riferimento in età preverbale.
Non sempre le fonti citate sono studi scientifici, ma si sa che x questa materia è davvero difficile farne...
Molte sono testimonianze di pediatri o psicanalisti sulla base delle loro esperienze.
Diciamo che il mio istinto già pendeva per "con mamma almeno fino ai tre", in questo libro ho trovato le conferme che cercavo...
Critica: troppo centrato sulla realtà americana.
Ultima cosa, la testimonianza di un conoscente che lavora come psicanalista in una struttura in cui curano anche molti bimbi e ragazzi.
Mi diceva che quasi sempre i disturbi degli adulti e dei ragazzi avevano origine dalla precoce separazione dalla madre per metterli al nido.
Non che tutti i bimbi che vanno al nido da adulti avranno bisogno dello psicanalista, ma che il nido è un importante fattore di rischio.
Però non so se ci sia nel mondo degli psicanalisti un dibattito in merito al nido, io ho solo questa testimonianza, che magari è minoritaria.
Mi fermo perché ho scritto un papiro... L'argomento però è caldo.
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pasticcino: 1/4/14