12-02-2014, 05:37 17
Avevo già scritto, en passant e in calce a un mio vecchio post, su quest'argomento, ma ora sento l'esigenza di aprire una nuova discussione, e mi scuso per essere ripetitiva con quanti mi hanno già risposto (che ringrazio).
Mi sono iscritta al forum quest'estate perchè mi interressavano i principi dell'autosvezzamento e, pur non essendo convinta al 100% di intraprendere questo percorso con mio figlio, mi piacevano le idee di fondo: volevo evitare tutto quanto è connesso con lo svezzamento tradizionale come l'obbligo di finire tutto, il "teatrino", il rapporto passivo col cibo, soprattutto l'ansia di veder finire le cose. Tutto questo perché vengo da più o meno 10 anni di miei disturbi alimentari che non mi hanno lasciato serena nel rapporto col cibo, e quindi prima di iniziare temevo qualche scivolata: la paura che "si lasciasse morire di fame", per quanto assurda, è sempre lì.
A distanza di 7 mesi dall'inizio delo svezzamento posso dire che non ce l'ho fatta. Non tanto per il fatto che il bimbo ancora preferisce le cremine, guarda con sospetto tutto quanto ha sulla tavola, non ha voglia di prendere l'iniziativa nè tantomeno sperimentare col cibo alla bocca. Quello può passare. Non ce l'ho fatta perchè si è innescato in famiglia precisamente quel giro di obblighi - ricatti - forzature che nessuno tollera più: il bimbo appena vede un cucchiaino inizia a piagnucolare; io perdo la pazienza sistematicamente e, fedele al "a tavola tutti insieme" (e a che pro, poi, a questo punto?),col dar da mangiare a lui che è sempre una lotta, faccio dei pasti confusi, in cui alla fine non so nè quanto nè cosa ho mangiato io. Un quadro desolante...
So bene di aver descritto come NON si fa, e so anche di aver già chiesto aiuto, ma siate comprensivi lo stesso...purtroppo sono un osso duro, e a mia volta il cibo è un osso duro per me. In questo momento sono a pezzi perchè mi rendo conto che è colpa mia se succede così, sto rovinando a mio figlio un'esperienza fondamentale..come fare?
Mi sono iscritta al forum quest'estate perchè mi interressavano i principi dell'autosvezzamento e, pur non essendo convinta al 100% di intraprendere questo percorso con mio figlio, mi piacevano le idee di fondo: volevo evitare tutto quanto è connesso con lo svezzamento tradizionale come l'obbligo di finire tutto, il "teatrino", il rapporto passivo col cibo, soprattutto l'ansia di veder finire le cose. Tutto questo perché vengo da più o meno 10 anni di miei disturbi alimentari che non mi hanno lasciato serena nel rapporto col cibo, e quindi prima di iniziare temevo qualche scivolata: la paura che "si lasciasse morire di fame", per quanto assurda, è sempre lì.
A distanza di 7 mesi dall'inizio delo svezzamento posso dire che non ce l'ho fatta. Non tanto per il fatto che il bimbo ancora preferisce le cremine, guarda con sospetto tutto quanto ha sulla tavola, non ha voglia di prendere l'iniziativa nè tantomeno sperimentare col cibo alla bocca. Quello può passare. Non ce l'ho fatta perchè si è innescato in famiglia precisamente quel giro di obblighi - ricatti - forzature che nessuno tollera più: il bimbo appena vede un cucchiaino inizia a piagnucolare; io perdo la pazienza sistematicamente e, fedele al "a tavola tutti insieme" (e a che pro, poi, a questo punto?),col dar da mangiare a lui che è sempre una lotta, faccio dei pasti confusi, in cui alla fine non so nè quanto nè cosa ho mangiato io. Un quadro desolante...
So bene di aver descritto come NON si fa, e so anche di aver già chiesto aiuto, ma siate comprensivi lo stesso...purtroppo sono un osso duro, e a mia volta il cibo è un osso duro per me. In questo momento sono a pezzi perchè mi rendo conto che è colpa mia se succede così, sto rovinando a mio figlio un'esperienza fondamentale..come fare?