23-11-2012, 11:09 11
Provo a rispondere a tutte in ordine sparso.
Se ogni volta che Domenico in un momento di nervosismo ha messo qualcosa in disordine, io mi fossi messa là a muso duro a fargli rimettere tutto apposto, non ne saremmo più usciti. Sarebbbe finito in tragedia, con un urla nel cuore della notte. Probabilmente sto sbagliando tutto, ma quando fa così, lo rimprovero e poi tolgo tutto io, e ci concentriamo su cosa ha combinato. Se Domenico gioca allegro e spensierato e tira fuori tutti i giochi, e lì che gli chiedo di aiutarmi a sistemare. E lui lo fa. Lo faccio per una questione di sanità mentale di tutta la famiglia e perchè ho l'impressione che abbia il mio carattere: se lo obbligassi a rimettere tutto in ordine quando gli girano, il suo nervosismo, il suo malumore si sposterebbero su quello, invece io voglio che resti concentrato sul rimprovero, cha abbia ben presente che ha fatto una cosa "grave".
Poi è vero che ci sono cose che fa istintivamente, come lanciare la roba e lo fa, ha il permesso di farlo: lanciamo palline, pupazzi gli ho anche regalato un omino col paracadute che più lo scagli con violenza, meglio è. Quand'era più piccino buttava la roba da mangiare a terra, tanta disperazione poi mi sono rassegnata; ora su questo ha un bel paletto, perchè ha quasi due anni e capisce tutta una serie di cose. I dvd di mamma e papà (ma anche suoi) per esempio li può toccare, gli piacciono le copertine, gli piace rimetterli in ordine. Tuttavia è una piccola responsabilità, nel senso: se io ti do il permesso di toccare una cosa non tua, la devi trattare con cura e rispetto. Lo fa, ma quando è incavolato e vuol fare incavolare anche me, sa che tasti premere, per cui lancia dvd.
E' questo il punto, lui impara dalle esperienze, sa cosa può fare e cosa scatenerebbe le nostre ire funeste, non mi odiate per quello che sto per dire, ma lo fa di proposito. Ieri finita la cena non voleva la frutta, voleva la tetta, gli dico di sì ma che prima volevo mangiare una pera quindi doveva aspettare; per circa cinque minuti siamo in un delirio di "tetta tetta... mamma tetta! TETTA TETTA TETATETTATETTA!!!!!!!"- ed io a ripetergli che sicuramente, ma dopo la pera. Ad un certo punto, mi guarda e mi chiede l'ultima fetta di pera, gliela do... e la lancia per terra... cosa avrei dovuto fare? Vede che mi rabbuio in volto (immaginatemi tipo Ken il guerriero) e mi fa "Scusa mamma pera giù. Tetta?".
Distinguiamo tra, gioco e mentre gioco prendo una polaroid di mamma (colleziono polaroid) e la spatacco a terra, mamma si arrabbia- io mi mortifico e le chiedo scusa; da faccio una cosa che so già che farà arrabbiare mamma o papà, ma durerà poco perchè poi tanto chiedo scusa. Io temo che stiamo imboccando quest'ultima strada. Ho conosciuto adulti così e li ho odiati.
Ieri sera sono arrivate le scuse, ma non le ho accettate subito, la sua disperazione nasceva non da questo, ma... indovinate? LA TETTA! Mi sento una tetta, mi sto chiedendo come sarebbe stato il nostro rapporto se non lo avessi allattato. Perchè, particolare che m'ero scordata, quando c'è tutta la tiritera di guaio- rimprovero- scusa, poi c'è la richiesta della tetta, probabilmente vuole la conferma che tra noi le cose vanno bene, che ci siamo riappacificati. Ma io mi sento una tetta.
Scusate lo sfogo, ci riflettevo da po' di giorni e l'ho osservato, queste le mie considerazioni.
Se ogni volta che Domenico in un momento di nervosismo ha messo qualcosa in disordine, io mi fossi messa là a muso duro a fargli rimettere tutto apposto, non ne saremmo più usciti. Sarebbbe finito in tragedia, con un urla nel cuore della notte. Probabilmente sto sbagliando tutto, ma quando fa così, lo rimprovero e poi tolgo tutto io, e ci concentriamo su cosa ha combinato. Se Domenico gioca allegro e spensierato e tira fuori tutti i giochi, e lì che gli chiedo di aiutarmi a sistemare. E lui lo fa. Lo faccio per una questione di sanità mentale di tutta la famiglia e perchè ho l'impressione che abbia il mio carattere: se lo obbligassi a rimettere tutto in ordine quando gli girano, il suo nervosismo, il suo malumore si sposterebbero su quello, invece io voglio che resti concentrato sul rimprovero, cha abbia ben presente che ha fatto una cosa "grave".
Poi è vero che ci sono cose che fa istintivamente, come lanciare la roba e lo fa, ha il permesso di farlo: lanciamo palline, pupazzi gli ho anche regalato un omino col paracadute che più lo scagli con violenza, meglio è. Quand'era più piccino buttava la roba da mangiare a terra, tanta disperazione poi mi sono rassegnata; ora su questo ha un bel paletto, perchè ha quasi due anni e capisce tutta una serie di cose. I dvd di mamma e papà (ma anche suoi) per esempio li può toccare, gli piacciono le copertine, gli piace rimetterli in ordine. Tuttavia è una piccola responsabilità, nel senso: se io ti do il permesso di toccare una cosa non tua, la devi trattare con cura e rispetto. Lo fa, ma quando è incavolato e vuol fare incavolare anche me, sa che tasti premere, per cui lancia dvd.
E' questo il punto, lui impara dalle esperienze, sa cosa può fare e cosa scatenerebbe le nostre ire funeste, non mi odiate per quello che sto per dire, ma lo fa di proposito. Ieri finita la cena non voleva la frutta, voleva la tetta, gli dico di sì ma che prima volevo mangiare una pera quindi doveva aspettare; per circa cinque minuti siamo in un delirio di "tetta tetta... mamma tetta! TETTA TETTA TETATETTATETTA!!!!!!!"- ed io a ripetergli che sicuramente, ma dopo la pera. Ad un certo punto, mi guarda e mi chiede l'ultima fetta di pera, gliela do... e la lancia per terra... cosa avrei dovuto fare? Vede che mi rabbuio in volto (immaginatemi tipo Ken il guerriero) e mi fa "Scusa mamma pera giù. Tetta?".
Distinguiamo tra, gioco e mentre gioco prendo una polaroid di mamma (colleziono polaroid) e la spatacco a terra, mamma si arrabbia- io mi mortifico e le chiedo scusa; da faccio una cosa che so già che farà arrabbiare mamma o papà, ma durerà poco perchè poi tanto chiedo scusa. Io temo che stiamo imboccando quest'ultima strada. Ho conosciuto adulti così e li ho odiati.
Ieri sera sono arrivate le scuse, ma non le ho accettate subito, la sua disperazione nasceva non da questo, ma... indovinate? LA TETTA! Mi sento una tetta, mi sto chiedendo come sarebbe stato il nostro rapporto se non lo avessi allattato. Perchè, particolare che m'ero scordata, quando c'è tutta la tiritera di guaio- rimprovero- scusa, poi c'è la richiesta della tetta, probabilmente vuole la conferma che tra noi le cose vanno bene, che ci siamo riappacificati. Ma io mi sento una tetta.
Scusate lo sfogo, ci riflettevo da po' di giorni e l'ho osservato, queste le mie considerazioni.