18-02-2012, 11:08 23
@ Cancy:
anch'io la pensavo esattamente come te, anche perché sono stata e sono una lettrice vorace, nonostante mi sia dedicata poi ai diabolici media!
e mi immaginavo di avere tanti bambini precoci lettori immersi in splendidi libri illustrati...
poi mi ha fatto riflettere una conferenza sulla pedagogia dei media, appunto, dove - a parte l'ovvia considerazione che anche il libro è un mezzo di comunicazione - si diceva che il libro è un'attività spiccatamente razionale e concettuale. Richiede per esempio:
- di aver appreso che c'è un verso nello sfogliare le pagine
- di aver appreso a interpretare le illustrazioni
- di elaborare concetti e idee e pensieri e immagini dell'autore e di farsene una propria rappresentazione mentale.
E immagini e formato del libro sono, per così dire, una forte e precisa indicazione, oltre che ovviamente le parole usate.
Tutte attività che non sono proprie di un bambino molto piccolo la cui conoscenza del mondo si attua con i sensi e nella percezione e non con il pensiero logico (sia esso scientifico o umanistico).
Il bambino ha un limite solo in se stesso e nei genitori, ma il mondo è suo, gli appartiene senza barriere (neanche cartacee) ed entra in lui.
E di fatti un bambino il libro lo morde, lo ciuccia, lo gira e lo strappa.
Benissimo così!! E' un oggetto del mondo, che conosce e che riconosce, ma non è ancora il libro di un bambino della materna che ascolta una fiaba o di uno scolaro appassionato che non sente più niente quando legge.
E per appassionarlo al libro c'è tutta la vita!
Giovanni poi ha i suoi libriccini, ma non glieli leggo indicandogli tutte le figure e simili. Ormai li ho imparati a memoria e glieli "interpreto" come una filastrocca... ma anche qui è importante stare insieme e se una mamma o un papà leggono con il bimbo fanno bene a essere se stessi. Quello che è importante, come diceva anche Lea83, è fare con buon senso e poi se non è il modo "migliore" è sempre una modalità che viene dal cuore del genitore.
Chi poi sceglie consapevolmente di togliere di mezzo la tv & company dalla vita del bambino finché è piccolo o di limitarla fa benissimo, perché appunto avrà tutta la vita per appassionarsi anche ai media e a quello che c'è di buono in loro.
@ rossanalib:
Grazie per avermi rievocato tanti ricordi e tanti testi!
Sarebbe troppo lungo "ribattere" punto per punto.
Vorrei solo dire che la catarsi è propria anche del mezzo.
Perché, come dice il caro vecchio Mc Luhan, "il mezzo è il messaggio".
Smetto qui, se no mi infervoro troppo!
E sì, sono appassionata!! Ciao!!
anch'io la pensavo esattamente come te, anche perché sono stata e sono una lettrice vorace, nonostante mi sia dedicata poi ai diabolici media!
e mi immaginavo di avere tanti bambini precoci lettori immersi in splendidi libri illustrati...
poi mi ha fatto riflettere una conferenza sulla pedagogia dei media, appunto, dove - a parte l'ovvia considerazione che anche il libro è un mezzo di comunicazione - si diceva che il libro è un'attività spiccatamente razionale e concettuale. Richiede per esempio:
- di aver appreso che c'è un verso nello sfogliare le pagine
- di aver appreso a interpretare le illustrazioni
- di elaborare concetti e idee e pensieri e immagini dell'autore e di farsene una propria rappresentazione mentale.
E immagini e formato del libro sono, per così dire, una forte e precisa indicazione, oltre che ovviamente le parole usate.
Tutte attività che non sono proprie di un bambino molto piccolo la cui conoscenza del mondo si attua con i sensi e nella percezione e non con il pensiero logico (sia esso scientifico o umanistico).
Il bambino ha un limite solo in se stesso e nei genitori, ma il mondo è suo, gli appartiene senza barriere (neanche cartacee) ed entra in lui.
E di fatti un bambino il libro lo morde, lo ciuccia, lo gira e lo strappa.
Benissimo così!! E' un oggetto del mondo, che conosce e che riconosce, ma non è ancora il libro di un bambino della materna che ascolta una fiaba o di uno scolaro appassionato che non sente più niente quando legge.
E per appassionarlo al libro c'è tutta la vita!
Giovanni poi ha i suoi libriccini, ma non glieli leggo indicandogli tutte le figure e simili. Ormai li ho imparati a memoria e glieli "interpreto" come una filastrocca... ma anche qui è importante stare insieme e se una mamma o un papà leggono con il bimbo fanno bene a essere se stessi. Quello che è importante, come diceva anche Lea83, è fare con buon senso e poi se non è il modo "migliore" è sempre una modalità che viene dal cuore del genitore.
Chi poi sceglie consapevolmente di togliere di mezzo la tv & company dalla vita del bambino finché è piccolo o di limitarla fa benissimo, perché appunto avrà tutta la vita per appassionarsi anche ai media e a quello che c'è di buono in loro.
@ rossanalib:
Grazie per avermi rievocato tanti ricordi e tanti testi!
Sarebbe troppo lungo "ribattere" punto per punto.
Vorrei solo dire che la catarsi è propria anche del mezzo.
Perché, come dice il caro vecchio Mc Luhan, "il mezzo è il messaggio".
Smetto qui, se no mi infervoro troppo!
E sì, sono appassionata!! Ciao!!