18-02-2012, 02:21 02
Bè, sono stupita... ho scoperto grazie a questo thread come si chiamava quella "cosa" che mi succedeva da piccola... Sono andata a leggere la definizione di spasmo affettivo su (santo) Wikipedia ed eccolo là...
Cecilia, non so se ti sia utile, ma ti posso raccontare i miei ricordi di bambina che però, chiaramente, si limitano a quelli che credo siano stati gli ultimi episodi, intorno ai 6 anni. Ricordo che semplicemente piangevo così forte che mi si bloccava il respiro, vedevo tutto nero e poi mi risvegliavo o per terra dopo poco (quanto non so) o nel momento stesso in cui cadevo giù. Infatti mi ricordo bene quando capitò il giorno del mio compleanno, credo che fosse quello della prima elementare, quindi compievo 7 anni. Mi ricordo che mi sono vergognata di farmi vedere dai compagni di scuola che erano alla festicciola...
Mi ritrovo perfettamente con la descrizione che ho letto: rabbia, delusione, frustrazione, sensazione di non poter fare niente altro che disperarsi.
Come dicevo sopra, mia mamma (o le sorelle, se ci si trovavano loro) mi metteva in bocca due dita per trattenermi la lingua come (credo) le avesse detto il dottore (non c'era il pediatra all'epoca), e mi ricordo la sua faccia spaventata e piena di apprensione quando riaprivo gli occhi.
Per altro io odiavo sta cosa delle dita, non si poteva piangere in pace che ti vedevi arrivare sti siluri in men che non si dica
neanche svenire in pace, si poteva
Mi sbaglierò, ma credo che sia una manifestazione di grande sensibilità agli eventi esterni.
Quando ti dicono "ignoralo", però, forse (e dico forse) si riferiscono al fatto che in casi come questo c'è poco da consolare: accade e basta. A parte che comunque non credo siano eventi pericolosi, ma il rischio che si corre cercando di interferire in qualche maniera, anche con la migliore delle intenzioni, può non far altro che allungare la crisi o renderla più violenta.
Cecilia, non so se ti sia utile, ma ti posso raccontare i miei ricordi di bambina che però, chiaramente, si limitano a quelli che credo siano stati gli ultimi episodi, intorno ai 6 anni. Ricordo che semplicemente piangevo così forte che mi si bloccava il respiro, vedevo tutto nero e poi mi risvegliavo o per terra dopo poco (quanto non so) o nel momento stesso in cui cadevo giù. Infatti mi ricordo bene quando capitò il giorno del mio compleanno, credo che fosse quello della prima elementare, quindi compievo 7 anni. Mi ricordo che mi sono vergognata di farmi vedere dai compagni di scuola che erano alla festicciola...
Mi ritrovo perfettamente con la descrizione che ho letto: rabbia, delusione, frustrazione, sensazione di non poter fare niente altro che disperarsi.
Come dicevo sopra, mia mamma (o le sorelle, se ci si trovavano loro) mi metteva in bocca due dita per trattenermi la lingua come (credo) le avesse detto il dottore (non c'era il pediatra all'epoca), e mi ricordo la sua faccia spaventata e piena di apprensione quando riaprivo gli occhi.
Per altro io odiavo sta cosa delle dita, non si poteva piangere in pace che ti vedevi arrivare sti siluri in men che non si dica
neanche svenire in pace, si poteva
Mi sbaglierò, ma credo che sia una manifestazione di grande sensibilità agli eventi esterni.
Quando ti dicono "ignoralo", però, forse (e dico forse) si riferiscono al fatto che in casi come questo c'è poco da consolare: accade e basta. A parte che comunque non credo siano eventi pericolosi, ma il rischio che si corre cercando di interferire in qualche maniera, anche con la migliore delle intenzioni, può non far altro che allungare la crisi o renderla più violenta.