26-10-2011, 09:07 09
(25-10-2011, 11:18 23)Linda Eva Ha scritto: Sono continuamente alla ricerca di un equilibrio fra il volere aiutare i
Il bambino vede la madre (e pian piano le persone care di famiglia) come un'estensione di sÉ a lungo. Da noi e con noi imparano a riconoscere ed esprimere i loro sentimenti....o no?
Io credo che il bravo sia la parola giusta per fare da specchio a un un'emozione precisa: la soddisfazione. E non dovrebbe essere la soddisfazione dell'adulto, ma quella che l'adulto legge sul viso e nel corpo del bambino. Se X fa un lavoro e me lo mostra per un motivo qualunque, cercherò di fare da specchio a quel motivo. Ma se mi mostra l lavoro con un particolare tremolio della voce in cui c'è tutta la sua soddisfazione perché non confermargliela? Se lo sta già dicendo da solo/a "bravo!". E può essere per l'impegno che ci ha messo o per il risultato, ma la soddisfazione è un'emozione come le altre. Se ci preoccupiamo di dare parole alla rabbia, alla tristezza... perché non dare parole anche alla soddisfazione?
Le parole valgono per la loro pertinenza alla situazione. Non credo ci siano parole da non pronunciare mai con i bambini.
E siccome la pupa ancora dorme scrivo anche due riflessioni sul condizionamento.
Non credo che tutti i condizionamenti siano da rinnegare.
Prendiamo la cintura di sicurezza. Istintivamente un essere umano si ribella a essere legato. IL fatto che noi accettiamo di essere legati è perché il nostro comportamento istintivo è stato condizionato dal fatto che, nel caso dell'automobile, essere legati ci salva la vita.
Siamo anche condizionati a girare in auto tenendo la destra e a fermarci con il rosso. Una cosa terribilmente conformista.
Quando ci sentiamo aggrediti senza possibilità d fuga, istintivamente diventiamo violenti. E per fortuna, se no non saremmo sopravvissuti nella preistoria ( anche dopo). Cercate di aspirare il naso chiuso di un lattante e avrete l'esempio di un simile atteggiamento violento. Cercare modi non violenti di reagire all'aggressione è un condizionamento, utile alla sopravvivenza del gruppo, ma condizinamento. E' lo stesso un condizionamento, opposto e terribile, quello di chi resta passivo a subire l'aggressione: pensiamo alle donne maltrattate per anni, che non reagiscono perché "non si fa".
Per cui, non è che il condizonamento sia un male assoluto. Ognuno saprà per cosa vale la pena di condizionare i propri figli e per cosa no. Eper alcune cose saranno condizionati comunque, se no il gruppo umano non andrebbe avanti.
N. 12/03/2010
E. 03/03/2013