COS'È L'AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
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autosvezzamento per tutti


manifestare la rabbia
#41

(12-09-2012, 09:25 09)StellaLuna Ha scritto:  Ma non pretendere la perfezione perché quella non esiste Wink

Winnicot sosteneva l'importanza di una madre SUFFICIENTEMENTE buona, ne scarsa ne tanto meno ottima. parole sante!!!!

Mamma di Pietro nato a luglio 2011
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#42

(12-09-2012, 09:25 09)StellaLuna Ha scritto:  No ascolta Michy, forse hai frainteso un po' le mie parole...

No no, vai tranquilla!!! 001_smile Non ho frainteso, ho solo espresso, cogliendo questo post, "turbe" mie che mi porto dentro da 6 anni a questa parte.. sono evolute, cresciute, diminuite, ma ci sono costantemente nella mia insoddisfazione di come ho iniziato la mia carriera materna! E la rabbia è compresa nelle turbe, ma mica è l'unica!

Credo anche io che non esista la mamma perfetta (anche perchè i bimbi sono diversi e quello che può risultare perfetto per uno magari è da rielaborare per l'altro) ma sono in questo forum perchè colgo una naturalezza nel capire i bimbi, i loro atteggiamenti e le loro motivazioni, che vorrei aver avuto prima... e magari ora cerco di rubarne un po'! Blush


Alessandro 28/07/2006
Viola 19/12/2011
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#43

Ciao a tutte, eccomi di ritorno, un pò sfasata dal fuso orario ...
Io credo che la rabbia sia una cosa naturale, non bisogna colpevolizzarci per quella, bisogna solo imparare a gestirla sotto 2 aspetti:
il primo, proprio ed interiore: la rabbia è "acida", corrode, non possiamo arrabbiarci per tutto e qualsiasi cosa, per qualsiasi cosa che non sia esattamente ed immediatamente quello che vogliamo, tutto quello che non ci soddisfa, tutto quello che è diverso dal previsto, dobbiamo dare margine alla vita, agli altri, alle imperfezioni, alle emozioni. Non solo le madri non possono (anzi NON DEVONO) essere perfette, ma non si può pretendere che nessuno o che il mondo in generale siano perfetti.
La seconda, sono gli altri. La rabbia fa dire cose che possono ferire, o le lagne possono stancare o indisporre le persone, che già hanno i propri problemi. Bisogna si, saper esprimersi e ricevere consolazione, ma anche saper misurare le espressioni delle proprie emozioni, non tagliare la relazione con il mondo e le persone per sfogarsi e/o annegarsi nel proprio dispiacere. Ci sono persone per cui il dispiacere prende le proporzioni di un oceano nel quale scompare tutto, restano solo più loro come centro di un mondo di dolore - e ciò anche per sciocchezze! I bambini piccoli sono un pò così, è normale, ma sta a noi insegnare loro, prima, a non far del male a se stessi (battere la testa, picchiarsi, ecc.), e poi a relativizzare e razionalizzare e arginare le proprie emozioni.
Il mio motto: le emozioni positive devono esprimersi a tutto spiano perché fanno solo bene (non sono troppo d'accordo con chi dice che vanno tenute per se perché rendono gli altri invidiosi e astiosi, per esperienza so che non è vero, pur di osservare un minimo sacrosanto di tatto). Le emozioni negative vanno riconosciute, abbracciate, consolate, e ricondotte amichevolmente alla porta, possibilmente con discrezione.

In generale sono molto in sintonia con quanto scrive Jesper Juul sulla espressione schietta e sincera di quanto si prova e/o si vuole, con affermazione dell"io". Io sono arrabbiato perché ... Io vorrei questo ... A me piace o non piace questo o quest'altro, come a te bimbo piace o non piace qualcosa. Io sono contento e felice perché ... (mica dobbiamo sempre e solo esprimerci sulle cose negative!). Schietti e sinceri, esprimendosi in maniera educata e gentile, nella misura del possibile, e viene fuori un mix molto soddisfacente per tutti!

Ieri notte (in piena crisi da separazione post-vacanza), la mia dolce cucciola si è messa a piangere sconsolata. L'ho appoggiata sul suo cuscino dei giochi in salone (dove la metto anche sempre quando vedo che è molto arrabbiata e rischia di farsi male contorcendosi ecc.), e le ho fatto ascoltare il bimbo che piange da un suo libretto parlante. Lei ne è affascinata, dice sempre "bimbo piange, cara cara" e gli fa le carezze per consolarlo (anche nell'aereo, dove c'era a pochi sedili da noi una bimba che piangeva disperata, voleva subito andare da lei a farle la cara per consolarla). Si è fermata instantaneamente, riconoscendo l'emozione, e si è fatta consolare, riaddormentandosi poi in braccio a me.
Ho letto anche un giorno che, quando si è stressati e arrabbiati, fa bene ascoltare una musica che rispecchi questa emozione (i.e. rock aggressivo o simile), e POI passare gradualmente a musica dolce e rilassante. Credo sia più o meno lo stesso principio: non negare l'emozione, ma riconoscerla, darle il suo nome, comprenderla, e poi gentilmente allontanarla.
Ci sono immagini di questo processo molto belle nell'approccio new age (vedi "Mani di Luce" di B.A.Brennan).

Che ne dite?

Ale e Cucciola (1/1/11)
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#44

(10-09-2012, 06:35 06)StellaLuna Ha scritto:  Io non penso sia un errore incoraggiare il bimbo a gestire il proprio istinto, e secondo me lo si può aiutare proprio parlandogli e spiegandogli la situazione, come mi pare appunto che tu faccia.
Come ho letto più volte qui nel forum la classica frase "capisco che ora sei arrabbiato perché bla bla bla ma se dai una manata alla porta rischi solo di farti male, stai tranquillo che risolviamo tutto con un po' di calma, bla bla bla..." credo sia una risposta valida nei momenti di rabbia dei bimbi.
Ovvio che non sempre usciranno le parole giuste, a volte anche alla mamma gireranno i 5 minuti e avrà meno pazienza, però io non sono nemmeno dell'idea di lasciar sbottare il bimbo con manate e calci giustificandolo con un "deve sfogarsi".
Ok, dovrà pure sfogarsi, ma io mamma ti aiuto a incanalare il tuo istinto, e provo a farlo anche se sei piccolo.
Come dire, la via di mezzo è la strada giusta: certamente dire "È impazzito? Non si fa!" non porta a nulla se non a colpevolizzarlo per un gesto ancora naruralmente istintivo per lui, ma aiutarlo ad essere meno 'fisico' penso sia una cosa fattibile sin da piccini.
Ad esempio, io io notato che con la mia cucciola a volte funziona giocare al "gioco della calma".
Cioè quando è nervosa le chiedo "com'è la calma, te lo ricordi?" e inspiro ed espiro, facendo faccine buffe.
Lei mi osserva incuriosita e poi inspira ed espira anche lei più volte. E tutto poi finisce in una risata.
Per quanto riguarda le origini del tuo 'sopportare sempre e comunque' beh... dall'esempio che riporti certo tuo papà non credo ti abbia aiutata molto a manifestare la tua rabbia, probabilmente perché nemmeno lui sapeva come fare.
Io ricordo ad esempio una frase che mio nonno mi disse quando ero piccina, e cioè: "io nella mia vita cerco il più possibile di andare d'accordo con tutti perché in questo modo sono io il primo a stare bene".
E quando io gli chiesi " ma nonno come fai? Ci saranno pure persone che ti fanno arrabbiare no?" lui rispose "si, ma io provo a parlarci, e se vedo che non ci capiamo faccio spallucce e mi lascio scivolare addosso quel che dicono. Ma non mi piace rimanere arrabbiato perché il malessere che ne deriva logora me per primo".
Ecco, questo per me è esempio di pura saggezza, che forse si raggiunge solo con l'età, e quindi con l'esperienza.
Però ricordo che questo suo pensiero mi aveva colpito sin da piccola (avrò avuto circa 8 anni) e quando mi ritrovo arrabbiata e musona ci penso spesso. Il semino è stato buttato anni fa, e lo sento dentro di me anche quando sono incavolata nera. Prima o poi si schiuderà e sboccerà una splendida piantina... Smile

StellaLuna, a parte che tuo nonno avrei voluto averlo io (... Io purtroppo niente nonni... Sad) ti ringrazio, hai colpito nel segno. Anche io cerco di incanalare la rabbia di giuggino oltre la prima istintualità (manate, testate) e devo ammettere che le cose vanno sempre più migliorando, mi sembra proprio che il messaggio "ho capito la tua rabbia, è un sentimento legittimo..." sia arrivato forte e chiaro! siamo passati da manifestazioni violente a semi-violente, del tipo sbattere la testa molto più cautamente e guardare la mia reazione, e spesso (evviva!!!!) a un semplice lancio di un oggetto accaso ma piano, e senza aspettarsi nessuna reazione da parte mia...prima mi sembrava quasi volesse provocare anche la mia reazione, quindi lanciava consapevolmente e poi mi guardava con gli occhietti luccicanti, come a dire "ora mamma mi sgrida e allora posso arrabbiarmi ancora di più e piangere e urlare ancora più forte"...
Mi convinco sempre piu, grazie soprattutto ai bellissimi commenti che avete scritto, che la rabbia è una brutta bestia, è come un vortice che travolge tutto, e saperla incanalare è forse uno dei più grandi insegnamenti che possiamo lasciare ai nostri bimbi.
Ignorarla (cosa che va per la maggiore, specie in questa fase di terrible two, sento sempre l'esperto di turno consigliare di ignorare il "capriccio") oppure ridicolizzarla o ancora peggio reprimerla (come pare mi abbiano inculcato i miei) crea profonde incrostazioni sul cuore...
Il tuo gioco della calma mi riprometto di provarlo con giuggino! fantastico!
(12-09-2012, 11:40 11)Alexandra Ha scritto:  Credo sia più o meno lo stesso principio: non negare l'emozione, ma riconoscerla, darle il suo nome, comprenderla, e poi gentilmente allontanarla.
Che ne dite?

Che questa frase me la devo stampare bene in mente!!!!! Smile


[Immagine: age.png]



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#45

Io pure.....ma perché riesco a farlo fare ai miei figli mentre io soccombo?
Mah..........
Forse, se chi mi è vicino cercasse di farlo con me...
La fase che ci manca condividere di questa frase è quella del COMPRENDERLA, comprendere le mie ragioni (non per forza essere d'accordo).
In una parola: 'empatia'!

Nb. Mi aggancio così al post sui 'nervi'.
(10-09-2012, 06:35 06)StellaLuna Ha scritto:  Il semino è stato buttato anni fa, e lo sento dentro di me anche quando sono incavolata nera. Prima o poi si schiuderà e sboccerà una splendida piantina... Smile

e tu lo hai seminato in me.............spero per lo sbocciare della mia piantina.
Grazie!
:love:

Em0200 2/10/2007 Tartarughino
Em3600 27/6/2010 Torello
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