Ahhhh ... finalmente non mi sento sola nell'impossibilità a tenere ferma la mia cucciola sul fasciatoio! ma in un modo o nell'altro, riusciamo a gestirci. Al massimo, se proprio esagera, se ho fretta, se sono nervosa, le butto lì un "stai ferma!" un pò incavolato, e lei più o meno si calma e mi lascia fare, al massimo si lamenta un pò.
Sulla rabbia, ecco, c'è tanto da dire. Prima della gravidanza non mi arrabbiavo mai. Complici gli ormoni bast...di, il tempo contato, il non avere più un secondo per sé fuori dal lavoro (benedetto sia), adesso qualche volta mi arrabbio.
Condivido molto quello che scriveva Valina:
quote:
"1 - è davvero una cosa per cui arrabbiarsi? In fin dei conti anche se porta i suoi giochi dove non mi piace ma poi li rimette a posto, chissenefrega. Se mi tira indietro il piumone dopo che l'ho sistemato che importa, ci posso dormire ugualemnte.
Se invece è una cosa per cui dovrei arrabbiarmi lo dico, puro e semplice. Però non lascio strascichi. Mi arrabbio e mi passa."
"2 - mi capita di sbottare perché sono stanca o nervosa? Riconosco lo sbaglio ad alta voce e chiedo scusa. I bambini imparano anche che il mondo non è perfetto, si cerca di fare del proprio meglio.
"3 - sono libera di decidere. Ho la facoltà di scegliere se arrabbiarmi oppure no. Siccome voglio insegnare a lasciare spazio per gli altri, devo lasciargli spazio! Se le cose sono diverse da come le vorrei, pace. (basta che non mi si smonti la casa, saccheggi il frigorifero e si giochi con i miei gomitoli).
"Se decidi che vuoi essere migliore puoi cominciare ad esserlo. Sii contenta di essere migliorata, anche se poco. Esercizio lento e profondo dà migliori risultati di una full immersion finta di calma momentanea!"
Punto 3 e conclusione: Ho seguito questo cammino già da ragazzina, questi meccanismi sono miei da 30 anni, e il fatto, a volte, di arrabbiarmi in maniera subitanea mi ha sconvolta. Ma poi mi sono fatta una ragione: alla fine, la rabbia è un'emozione forte, non sempre si può dire con calma britannica "sono arrabbiata", qualche volta bisogna anche esprimere la rabbia come tale.
Ma veramente arrabbiarsi è una colpa? No, non credo che lo sia. Quello che è colpa è lasciarsi portare dalla rabbia ad insultare, aggredire, ferire i sentimenti altrui con parole ingiuste o avventate. Quello che è imperdonabile è far credere ad un bambino che la rabbia del genitore è "colpa" sua, che il genitore non lo ama più perché è cattivo. Il bambino vittima di questa forma di ricatto affettivo passa la sua vita a cercare di compiacere il genitore per non essere sgridato, per ottenere finalmente un gesto d'affetto che gli viene concesso come un "lusso" che si deve meritare, o a sfidarlo come un'autorità ostile, e alla fine pensa sempre di non essere degno d'amore se non ubbidisce.
Ma il semplice motto di emozione-rabbia, emozione MIA scaturita da un fatto, da una circostanza, dall'essere stanca e provata, non ha nulla di così distruttivo. Anzi, se il bimbo sa che comunque l'amore e la tenerezza della mamma e del papà sono una costante, che sono illimitate, senza sé e senza ma, può capire molto bene e non essere eccessivamente colpito. Una volta la mia dolce adorata cucciola è anche molto chiaramente venuta a CONSOLARMI.
Punto n.1: vale la pena arrabbiarsi? 99% delle volte, no. Partiamo dall'idea che quello che conta più di ogni altra cosa, per un bambino, è l'esempio. Se ad un bambino insegni che si deve controllare mentre tu per la minima contrarietà alzi la voce e inveisci senza il minimo riguardo per i sentimenti altrui, o fai passare per priorità sempre quello che vuoi tu, cosa crederà? Che l’autocontrollo sia una cosa per sottomessi, e che quando sarà grande e grosso, o quando potrà gridare più forte lui, allora potrà imporsi e non si dovrà più controllare. Invece di acquisire il controllo di sé e la disciplina come una forza sua. E quindi, nella maggior parte dei casi, vado di autocontrollo. E comunque, non uso MAI la rabbia come strumento di disciplina.
Se fai credere ad un bambino che non c'è verso di farsi capire/ascoltare senza gridare, minacciare, arrabbiarsi, avrai una persona che non sarà capace di chiedere gentilmente, ma si proteggerà sempre con qualche forma di aggressione, sperando sia solo verbale. Essere gentili non è mai una perdita di tempo, è un modo di comunicazione infinitamente più efficace dello sgridare, inveire e minacciare. Quando vieni aggredito o umiliato, nella maggior parte dei casi la comprensione di quello che ti si dice passa in secondo piano.
Punto n.2: la rabbia è un'emozione, un momento mio. Semmai, un segnale di allarme. Capita, e la mia cucciola sa che anch'io sono un essere umano, e come si arrabbia lei, mi arrabbio anch'io - anche se molto meno e meno spesso di lei
. Quelle rare volte in cui alzo la voce, la mia cucciola mi si butta subito in braccio, stringendomi le braccia al collo: Come la maggior parte dei bimbi, si spaventa molto, perché ha una paura folle di perdere la protezione e l'amore di mamma e papà. Allora la stringo forte, teneramente, e le dico schiettamente, sinceramente: "amore mio, mi hai fatto arrabbiare".
Ovviamente, senza dirgli "è COLPA TUA, sei una nullità, una bimba cattivo". Questo serve solo ad umiliare e a riempire di sensi di colpa, di paura e di anti-autostima. No. Mi sono arrabbiata, è colpa MIA, ho perso la calma, è colpa MIA, ma è perché ci tengo tanto a questo o quest'altro, perché mi sono spaventata, perché sono stanca, e tu hai fatto questo o quello che non va bene per questo o quel motivo. Fatto concreto, non accusa contro la sua personcina in quanto tale.
Anche la mia piccola ha i suoi moti di rabbia, quand'è contrariata piange, si butta in terra affranta, o batte i piedi saltellando e strillando, qualche volta mi "picchia" (odia più di qualunque cosa sentirsi impotente, quando la mano altrui è in grado di toglierle dalle dita la cosa che tiene, o di sollevarla di peso, insomma, di privarla dall'autonomia di movimento: allora questa mano nemica viene respinta con stizza. ma come biasimarla?) Non sono tanto della scuola che vorrebbe proibire qualsiasi reazione al bambino contro l'autorità... Ovviamente, la rimprovero, ma più che altro la trattengo parlandole e dicendole che non è necessario andare su tutte le furie.
Se non riesce a fare qualcosa, non si arrabbia più di tanto, al massimo emette un lamentino, che è il suo modo di chiedere aiuto (ancora non parla molto). e le se dice di no, allora si, protesta, ma riceve consolazione senza che si ceda al "capriccio" (lo metto tra virgolette, perché secondo me è una accezione tipicamente adulta, una nostra valutazione della "razionalità" della richiesta del piccolo).