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io ho capito, è il concetto del genitore amico e del genitore genitore, anche i miei erano così. Il problema è stabilire i momenti, nel senso che poi si rischia di non giocare con i propri figli, come hanno fatto i miei con me, per non perdere credibilità. Io vedo mio marito con i bambini, i suoi genitori... i miei non hanno mai fatto così con me eppure i miei bimbi rispettano tutte le figure allo stesso modo. Sarà anche carattere, nn so, mi rendo conto di non saper giocare. Questo è un mio grosso limite per es. e a volte mi rendo conto che innesca dei conflitti.
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Chiudi gli occhi e fatti guidare dai bambini. Giocare è più facile di quanto sembri. Loro sono grandi maestri, puoi farlo anche solo dieci minuti, scegli un gioco che a lui o lei piace e che potresti affrontare senza sentirti stordita (io ho delle difficoltà con il carrello della spesa tutto rosa che è un ammore ma ci sto lavorando!) e fai quello che fanno loro. Potresti scoprire come questo per loro rappresenti un grosso SI' e come saranno felici di accondiscendere a certe tue richieste dopo! I tuoi no acquisiranno un valore maggiore!
Devi solo provare per qualche volta (una sola non vale!) e vedere se qualcosa succede.
Il genitore è amico per forza di cose, è il migliore amico che un bambino possa avere, per sempre. La complicità è fondamentale. Il genitore genitore avrà magari tutto il rispetto del mondo ma non le confidenze che gli permetteranno di poter capire i propri figi adolescenti.
La verità, mi dicevano sempre, sta nel mezzo. Insieme alla virtù!