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noi, dopo un periodo iniziale di aumento risvegli, siamo andati calando..
bisognerebbe pero' capire perche' si sveglia cosi' di frequente..
ho conosciuto persone che col metodo hogg si son trovate benissimo, come sempre bisogna seguire i segnali del bambino per capire se sia la strada giusta..
be', in bocca al lupo!
Padellina
26 9 2011
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AHAHAHAHH!
Che mondo curioso che viviamo!
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Ciao, ogni tanto torno a far capolino.
Io ho avuto due bambini diversi tra loro in merito al sogno e ho fatto le due esperienze, ma questo dolce dormire non mi piace neanche un po'.
Approfondendo la lettura del suo sito ho trovato diverse "chicche", questa frase secondo me riassume un po' l'idea di fondo, ed è proprio quello con cui non mi trovo d'accordo:
"Educare il bambino al sonno è come educarlo al cibo, a partire dallo svezzamento. Non è il bambino a fare questo passo da solo, siete voi genitori che sapete quando il bambino è pronto per mangiare cibi solidi, cosa dargli e come. Così come l’educazione alla cura personale, all’igiene, alle regole, ecc…"
A posto, abbiamo capito tutto
Solidarietà a chi non riesce a riposare...
Beatrice + Grande(2001) + Piccola(2008)
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BeaG, non avevo letto approfonditamente il sito, così quello che citi mi era sfuggito totalmente.
La frase però non deve sorprendere, dopo tutto se si parla di un "metodo" non può certo dire che lascia fare al bambino, ecc. ecc.
Ripeto, quello delle madri in crisi con bambini piccoli è un bel business...
BM 06-09
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Ho ancora fresco l'intervento di Giulia nel blog e mi sorge un dubbio.Nelle società ad alto contatto (cioè quelle non industrializzate e dove allattamento a richiesta etc sono normali) hanno le stesse problematiche per quanto riguarda il sonno?
Ale 17/07/2010
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Non lo so, ma quello che è sicuro è che noi, nel nostro mondo, abbiamo un approccio "efficientista": il bambino, non produttivo (se non come consumatore), deve stare fuori dai piedi e non disturbare mentre i genitori producono. Totalmente trasparente su quel punto Françoise Dolto, che assegna al padre ("capo") il ruolo di dire al bambino "tu adesso vai nella tua camera, anche se non dormi non fa niente, io voglio stare tranquillo con la mamma".
... adesso ... OK al fatto che anche i genitori abbiano il diritto di stare insieme, e che il bimbo debba imparare piano piano a capire che la mamma non è solo tutta sua, ma per me questo spirito di "metter via" il bimbo è qualcosa che impatta emotivamente in modo molto forte, anche se spesso inconsciamente.
Ale e Cucciola (1/1/11)
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(31-07-2012, 09:32 09)cancy Ha scritto: Ho ancora fresco l'intervento di Giulia nel blog e mi sorge un dubbio.Nelle società ad alto contatto (cioè quelle non industrializzate e dove allattamento a richiesta etc sono normali) hanno le stesse problematiche per quanto riguarda il sonno?
Se non sbaglio Gonzalez dice che le coliche sono una cosa tutta occidentale.
Di recente ho letto un articolo che diceva che i bambini in Africa non piangono (mi pare fosse stato scritto da una giornalista africana, trapiantata a Londra, ma che è tornata in Africa dopo la nascita del primo figlio).
http://www.genitorichannel.it/I-figli-cr...greto.html
Poi c'è la Bortolotti che sicuramente ti dirà che sì, nelle società "ad alto contatto" questi problemi non esistono.
Prove oggettive, però non ne conosco.
BM 06-09
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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 31-07-2012, 04:50 16 da
arkadian.)
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(31-07-2012, 04:44 16)giulieee Ha scritto: (31-07-2012, 09:32 09)cancy Ha scritto: Ho ancora fresco l'intervento di Giulia nel blog e mi sorge un dubbio.Nelle società ad alto contatto (cioè quelle non industrializzate e dove allattamento a richiesta etc sono normali) hanno le stesse problematiche per quanto riguarda il sonno?
Veramente mia nonna (dieci figli) non le ha mai avute
Pure perchè altrimenti si sarebbe fermata al primo, come fanno la maggior parte delle coppie moderne.
Ma ne sei sicura :-)? Non metto in dubbio ne le tue parole ne il suo ricordo (anche se poi col passare del tempo le cose sembrano sempre migliori di quando le vivi). Ma 60-70 anni fa non è che si chiudevano semplicemente le porte e i bambini si lasciavano strillare? (estivill ante estivill, come dice LP il "lasciarli piangere" è sempre esistito) o il conforto di x fratelli tutti insieme? Per quanto riguarda me ricordo distintamente:
- di essere stata terrorizzata del "lupo mannaro" (soffrivo ancora di asma quindi avevo meno di tre anni) ma NON chiamavo
- più grande le infinite richieste di "un bicchiere d'acqua" con sclero dei miei alla quinta-sesta volta. Ma ero già a scuola.
Alessandra + Daniele Giaime (7/10/2004) + Giorgia Diana (15/06/2010)
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Anche io non ne conosco però ho riscontrato nella cerchia di parenti-amici-conoscenti che i bimbi a poco contatto (a prescindere dal tipo di allattamento) danno più problemi col sonno
Ale 17/07/2010